Walt Whitman fu un poeta e scrittore statunitense. È conosciuto per essere l’autore della famosa raccolta di poesie Foglie d’erba (pubblicata in diverse edizioni a partire dal 1855). Omosessuale dichiarato.
Fu cantore della libertà (ma anche della sessualità e dell’omosessualità) e di un ideale visionario che pone l’uomo come momento centrale rispetto al senso di percezione e comprensione delle cose. Cantò, soprattutto, l’essenza di quello che diventerà successivamente il sogno americano. Dalla sua opera proviene la celeberrima ode che inizia con il verso “O capitano! Mio capitano!” (filo conduttore del film L’attimo fuggente).
Nato da una famiglia di umili condizioni, canterà il suo luogo natale – West Hill, sobborgo di Long Island – come l’isola “a forma di pesce”. Suo padre, Walter, si dedicava a mestieri di vario genere, dal contadino, al muratore, al carpentiere, al falegname. La madre, Louisa Van Velsor, aveva con il figlio un rapporto privilegiato: se ne ha testimonianza dalla corrispondenza che intercorse tra i due; da essa si può arguire come la comunicazione fra madre e figlio potesse superare gli ostacoli frapposti dalla scarsa alfabetizzazione di Louise.
La famiglia di Whitman era composta – oltre che dai genitori – da nove fratelli, due dei quali rivelarono ben presto notevoli handicap intellettuali.
Il poeta che canterà la vita era oppresso da una forte pericardite “immensa in passione, pulsazioni e forza”, non aveva che quattro anni quando si trasferisce con la famiglia a New York. Era l’anno 1823 e nel quartiere di Brooklyn frequenta le scuole pubbliche dal 1825 al 1830.
La carriera scolastica di Walt fu quindi breve ed egli ben presto iniziò a lavorare provando i mestieri più diversi. Fu dapprima ragazzo di studio presso un dottore ed un avvocato e nello stesso anno incominciò l’attività di apprendista in una tipografia presso la quale, lasciati per un po’ gli altri impegni, rimase fino al 1834. Dopo l’apprendistato, diventò lui stesso tipografo a New York fino al 12 agosto del 1835 quando, a causa di un grosso incendio scoppiato in città che distrusse la tipografia, dovette abbandonare il lavoro.
Nell’estate del 1836 inizia ad insegnare in piccole scuole della provincia del Nord-Est: Norwick, Long Island, Southold, Hampstead, Babylon, Smithtown, lavoro che manterrà per un anno e mezzo.
È di questi anni l’allontanamento con ignominia da Southold per aver forse avuto una relazione sessuale con un suo studente (vedi Reynolds, Walt Witman’s America: a cultural biography, 1995).
A Long Island inizia nel 1838 la sua avventura giornalistica e fonda il settimanale Long Islander di Huntington che durerà fino al 1839, ma nel 1840 ricomincia ad insegnare come maestro presso diverse scuole.
Nel maggio del 1841 trova impiego come tipografo presso il New World di New York, inizia la sua collaborazione con la rivista Democratic Review, nel 1842 passa alla redazione del quotidiano Aurora e per poco tempo dell’Evening Tattler.
Nel mese di agosto del 1845 ritorna a Brooklyn dove collabora con il Long Island Star fino al marzo del 1846 quando diventa redattore del Brooklyn Daily Eagle…
L’omosessualità
Whitman morì nel 1892, ma per quasi un trentennio tutti gli accorgimenti possibili furono adoperati per nascondere o mitigare il fatto che il più grande e famoso poeta statunitense fosse omosessuale.
La parola non esisteva e lo stesso Whitman quando si sentiva provocato dall’argomento perché certi gruppi, soprattutto inglesi, dichiaravano di riconoscersi nella sua poesia per quella ragione, reagiva bruscamente. Egli voleva essere riconosciuto come la voce di un’America sana e vigorosa, pronta alla conquista, alla produzione e alla riproduzione.
In questo modo, Whitman per primo, negava che la sua ispirazione fosse nata fin dall’inizio dall’attrazione erotica per la forza fisica maschile e che solo in seguito questa attrazione fosse stata trasferita sulla nazione e canalizzata in un disegno poetico di portata molto più ampio.
Whitman inizia intonando l’inno più alto alla fisicità:
« “Oh, camerado, avvicinati! Tu e io finalmente, e noi due soli.
(…)
Oh, mano nella mano, è un piacere che fa rinascere! Ecco un altro che mi desidera e mi ama!” »
Ma fu criticato, accusato, male interpretato e così si cercò da parte di tutti di mascherare la spinta omoerotica di Foglie d’erba, su indicazioni dello stesso autore, di edizione in edizione costretto ad una sempre maggiore prudenza, prima rendendo universale quel messaggio verso la fratellanza, quindi cercando di rendere in metafora quella “mano nella mano”.
Riflettere quindi sulla poesia di Whitman significa anche riflettere su che cosa sia l’autocensura (dell’autore per primo, del critico e del traduttore). Se infatti analizziamo la sua poesia possiamo vedere le modifiche che i traduttori hanno fatto e quelle che egli fu costretto a fare per bilanciare, ad esempio, la chiaramente omoerotica Calamus, scrivendo i versi senza emozione di una intera sezione, come Figli di Adamo, che è una esaltazione dell’accoppiamento eterosessuale.
Una scelta coraggiosa da parte dell’autore che gli permise di continuare a pubblicare e assumere il ruolo dell’esaltatore dell’amore, ma anche una scelta ingenua e pavida perché ha consegnato ai lettori futuri anche dei brutti versi.[senza fonte]
Nel mettere a confronto il testo originale con il testo che in seguito Whitman fu costretto a censurare (Attraversai una volta una città popolosa), non ci sarà più bisogno di alcun commento:
« “Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi
nel cervello, per più tardi servirmene, gli esperti, le
architetture, gli usi e le tradizioni,
Ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena un uomo
che, per amore mio, vagabondò con me,
Un giorno dopo l’altro, una notte dopo l’altra stavamo insieme!
Tutto il resto da tempo l’ho dimenticato,
Ricordo, ripeto, soltanto un uomo rude e semplice, che quando
partii mi tenne per mano tanto a lungo, con labbra tremanti
tristi, silenziose”.
“Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi
nel cervello, per più tardi servirmene, gli esperti, le
architetture, gli usi e le tradizioni,
Ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena una
donna, che per caso incontrai e che mi trattenne
per amore sincero,
Un giorno dopo l’altro, una notte dopo l’altra si stava insieme
tutto il resto da tempo l’ho scordato,
Ricordo, ripeto, soltanto quella donna che appassionata a
me si stringeva, Di nuovo andiamo in giro, amiamo, di nuovo ci separiamo,
Di nuovo mi afferra per mano, e non mi lascia partire,
Me la vedo accosto, con quelle labbra tristi, che tremano
in silenzio.” »
Alcune fonti sostengono che sia stato anche amante dello scrittore irlandese Oscar Wilde.
A lui è dedicato un episodio della famosa serie televisiva ” La Signora del West “, il numero “21” della quinta stagione dal titolo “Walt Whitman”, in cui si affronta il tema dell’omosessualità. (Wikipedia)
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