Vittore, fra galgario Ghislandi

Vittore, fra galgario Ghislandi
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  • Luogo di nascita Bergamo/Italia
  • Luogo di morte Bergamo/Italia

Vittore, fra galgario Ghislandi

Giuseppe Ghislandi, successivamente Vittore Ghislandi, detto Fra’ Galgario (Bergamo, 1655 – Bergamo, dicembre 1743), è stato un pittore italiano, probabilmente omosessuale.

Giuseppe Ghislandi nasce a Bergamo nel 1655, da Domenico e Flaminia Mansueti.

La sua formazione avviene a Bergamo sotto Giacomo Cotta, incisore milanese, attivo in città come pittore di soggetti sacri, e sotto Bartolomeo Bianchini. Probabilmente a influenzarlo in questa prima fase oltre a Giovanni Battista Moroni, furono le opere di Carlo Ceresa e le nature morta di Evaristo Baschenis.

Nel 1675 entrò come frate laico nell’Ordine dei frati minimi nel convento di San Francesco da Paola a Venezia, assumendo il nome di Vittore, in città rimase fino al 1688, dedito allo studio delle opere di Tiziano e Paolo Veronese, a quest’anno è databile il Ritratto di Domenico Ghislandi

Rientrato a Bergamo si trasferisce intorno al 1690 ancora a Venezia come allievo e collaboratore di Sebastiano Bombelli entrando in contatto con l’opera dei ritrattisti Nicolò Cassana, il fiammingo Jan de Kerkchoven detto Giacomo da Castello e del ritrattista boemo Johann Kupezky. A questo periodo possono risalire il Ritratto di Bartolomeo Manganoni del 1695 circa, e conservato al Musée d’Art et d’Histoire di Narbonne e il Ritratto di patrizio veneziano, degli ultimi anni del secolo XVII e ora in collezione privata.

Nel 1701 circa ritorna a Bergamo. Di questo periodo sono il Busto di Vitellio Imperatore, del 1702 e ora all’Accademia Carrara di Bergamo, con il probabile pendant costituito dal Busto di un poeta laureato, ora in collezione privata; il Ritratto del marchese Rota e del capitano Brinzago, databile tra il 1702 e il 1705; il Ritratto di gentiluomo, il Ritratto di gentiluomo e il Ritratto di gentiluomo in giacca rossa, questi ultimi tre databili al 1705 circa e in diverse collezioni private.
Ritratto di G. Secco Suardo

In questo periodo si perfeziona sotto la guida di Salomon Adler, pittore di origine polacca attivo precedentemente a Milano come ritrattista.

Nella sua città natale iniziano le maggiori commesse da parte dell’aristocrazia locale, di queste fanno parte il Ritratto di gentiluomo di casa Finardi del 1710; il Ritratto di Clara Benaglio Finardi del 1710, entrambi in collezione privata; il Ritratto di gentildonna con ventaglio del 1710 circa; il Ritratto del conte Gerolamo Secco Suardo del 1711, conservato all’Accademia Carrara di Bergamo; il Ritratto di Gian Domenico Tassi, databile tra il 1710 e il 1715 della Collezione Koelliker; il Ritratto di gentiluomo di casa Secco Suardo realizzato tra il 1712 e il 1715, entrambi in diverse collezioni private e il Ritratto del conte Giovan Battista Vailetti, databile al 1720 circa, conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Nel 1717 si recò a Bologna: entrò in contatto con Giuseppe Maria Crespi, e fu nominato membro d’onore dell’Accademia Clementina. Tornato a Bergamo, l’artista creò ritratti definiti dai contemporanei capricciosi: i personaggi vestivano abiti inconsueti e orientaleggianti, a volte in pose arroganti.

Di questi anni sono il Ritratto del conte Giovan Battista Vailetti, ora a Venezia, il Doppio ritratto del conte Giovanni Secco Suardo con il suo servo, conservato all’Accademia Carrara di Bergamo, e il Ritratto del dottor Bernardi bolognese, in collezione privata.

Secondo Francesco Maria Tassi dal 1732 “cominciò a dipignere col dito anulare tutte le carnagioni, la qual cosa continuò sino alla morte”.

Del 1732 circa sono l’Autoritratto dell’Accademia Carrara, e il Ritratto di giovane, conservato al Museo civico Amedeo Lia a La Spezia.

Tra il 1735 e il 1740 dipinse il Ritratto di Salomon Adler, ora in collezione privata a Bergamo.

Nel 1737 rifece, con la nuova tecnica, il volto del Ritratto di Francesco Maria Bruntino e i ritratti di Isabella Camozzi de’ Gherardi, in collezione privata, il capolavoro Gentiluomo con tricorno al Museo Poldi Pezzoli, il Ritratto dell’avvocato Giacomo Bettami de’ Bazini, il Ritratto di giovane pittore, entrambi all’Accademia Carrara di Bergamo e il Giovane con turbante, ora in collezione privata.

Morì nel Convento del Galgario, nel bergamasco.

Wikipedia

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