Molti oggi ricordano Tallulah Bankhead solo per il suo umorismo irriverente e per la sua vulcanica vitalità, mentre è stata innanzitutto una grande attrice, interprete indimenticabile di due dei personaggi più importanti del dramma dmericano del ventesimo secolo: Regina Giddens in “The Little Foxes”(Le piccole volpi)(1939) di Lillian Hellman e Sabrina in “The Skin of Our Teeth”( La pelle dei nostri denti )(1943) di Thornton Wilder.
Nata a Huntsville in Alabama, il 31 gennaio 1902, da una famiglia politicamente molto influente, Tullulah era figlia di William Brockman Bankhead, dal 1936 Speaker della Camera dei Rappresentanti U.S.A. La madre Adelaide Eugenia morì tre settimane dopo la nascita di Tallulah. Lei e sua sorella furono cosi cresciute da parenti e poi mandate a studiare in un collegio di suore.
Lo strano nome di Tallulah le deriva dalla nonna paterna e dalla città Tallulah Falls in Georgia.
A quindici anni Tullulah inviò la sua foto alla rivista Picture-Play per partecipare ad un concorso di bellezza per giovani talenti: lei risultò uno dei venticinque vincitori. Il premio consisteva in un soggiorno a New York di tre settimane e in una piccola parte in un film. Vinte le resistenze paterne riuscì a trasferirsi a New York accompagnata da una zia, ma successivamente la sperata carriera nel cinema muto non si realizzò.. Nel 1918 debuttò come attrice teatrale. Non riuscendo però a sfondare a Broadway, nel 1923 si trasferì a Londra dove finalmente esordì nel West End, seguendo le orme di Bette Davis. Il successo ottenuto in Inghilterra le aprì le porte di Hollywood.
I suoi primi due film Woman’s Law (1927) e His House in Order (1928) non saranno un successo e negli anni a seguire Tallulah tornerà a calcare le scene a teatro, lavorando per il cinema.solo di tanto in tanto.
Nonostante la sua incerta carriera cinematografica, il suo impatto sulla comunità di Hollywood fu considerevole. Lei prese in affitto la lussuosa dimora del divo del cinema muto William Haines e diede ricevimenti memorabili che avevano come ospiti regolari personaggi del calibro di Ethel Barrymore, Marlene Dietrich, e George Cukor.
Fecero presto scalpore il suo uso di droga, il linguaggio volgare, gli spogliarelli in pubblico e il suo appetito sessuale. Tra le numerose relazioni lesbiche che le vennero attribuite, comparivano nomi famosi come la cantante jazz Billie Holiday e le attrici Eva Le Gallienne, Marlen Dietrich e Greta Garbo. Una delle sue più lunghe relazioni fu con l’attrice comica Patsy Kelly.
Scherzando sulle sue preferenze Tallulah un giorno disse : “il mio papa mi avvertì di stare attenta agli uomini e all’alcool, ma non mi disse una parola sulle donne e sulla cocaina!”.
Anche gli uomini qualche volta non le dispiacevano; un giorno parlando dei suoi progetti affermò che era andata a Hollywood solo per poter scopare con il divino Gary Cooper. Si dice anche che abbia tentato di fare sesso con Marlon Brando, di venti anni più giovane di lei, ma che egli l’abbia respinta per il suo alito cattivo. Nel 1937 si sposò con l’attore John Emery, ma forse fu solo per fare contento il suo povero papà, e il matrimonio non durò molto.
Incapace di trasferire i suoi successi teatrali nel cinema, Thallulah vide molti dei suoi più importanti ruoli interpretati sullo schermo da Betty Davis, che fu protagonista delle versioni cinematografiche di “Dark Victory”(1935) e “The Little Foxes”(1941) per i quali ricevette due nomination all’Oscar. La Davis vinse l’Oscar per un altro ruolo che era stato della Bankhead in “Jezebel”(1938).
Tallulah recitò per il cinema una parte degna del suo talento solo nel 1943 in “Lifeboat” di Alfred Hitchcock. Sebbene allora la New York Society of Film Critics l’avesse votata come migliore attrice, l’Accademy Awards la ignorò. Demoralizzata, Tallulah lasciò Hollywood nel 1944, impegnandosi in una leggendaria ripresa di “Private Lives”(Vite private) di Noel Coward, che la tenne impegnata per i successivi sei anni.
Nel novembre del 1950, la NBC radio introdusse una nuova trasmissione radiofonica “The Big Show”, 90 minuti di intrattenimento, dove erano chiamati a intervenire famosi personaggi dello spettacolo. A Tallulah fu chiesto di fare da “Maestra delle cerimonie”. In questo programma Talulah non fu solo una conduttrice, ma spesso lei stessa accettava di essere oggetto di satira: vi si prendeva di mira il suo vizio di bere, l’età che avanzava, la sua voce androgina, il calante appeal sessuale. Fu un successo commerciale e di critica ed il programma divenne un appuntamento obbligato della domenica pomeriggio in milioni di case americane.
The Big Show iniziò una trasformazione non intenzionale nella carriera di Tallulah: lei diventò una parodia professionale di se stessa. Ironicamente fu proprio questa caricatura a trasformarla in un vero mito per i gay, grazie alle sue continue battute, l’atteggiamento decadente, l’ambiguità sessuale e le sue pose da diva divina.
Tutto questo portò notevoli vantaggi alla sua popolarità: veniva continuamente chiamata per conferenze e apparizioni personali, e una sua autobiografia “Tallulah”(1952) diventò un best-seller). Recitò anche a Las Vegas per la cifra allora astronomica di 20.000 dollari a settimana.
Il prezzo che Tallulah dovette pagare per la sua auto-parodia le si rivelò in un leggendaria ripresa a New York nel 1956 di “A Streetcar Named Desire” (Un tram chiamato desiderio) di Tennessee Williams. A dispetto della sua coraggiosa interpretazione di Blanche DuBois, il pubblico composto in gran parte dai suoi ammiratori gay, ignorando i suoi sforzi, rise in modo inappropriato durante tutta la rappresentazione, vedendo il lei la Drag Queen che amavano. Lei ne fu profondamente umiliata.
Sebbene continuasse poi a lavorare nel teatro, non tentò più parti cosi impegnative.
In quel periodo Tallulah vendette la sua lussuosa residenza in campagna per trasferirsi a New York, le donne che fino ad allora l’avevano servita andarono ad occuparsi di altro e Tallulah da quel momento preferirà la compagnia di giovani uomini gay (i suoi ‘caddies’) che oltre ad occuparsi della casa, dovevano leggere i copioni, occuparsi del cibo, delle sue acconciature, accompagnarla nelle sue rare uscite, accenderle le sigarette, e tenerle la mano quando andava a letto
Nel 1963 lavorò a Broadway in “The Milk Train Doesn’t Stop Here Anymore” di Williams. Avrebbe potuto essere un successo ma sfortunatamente, rovinata da trent’anni di sigarette, alcool e oppiacei, non era più in grado di ricordare la sua parte e dopo cinque rappresentazioni lo spettacolo fu interrotto.
Colpita da un enfisema polmonare Tallulah si rifugiò sempre più nella sua residenza NewYorkese. Fece poi due sole uscite professionali, recitando la parte di una fanatica vecchiaccia nell’horror 1965 “Die!Die!My Darling!”( Muori! Muori! Mia cara ) (1965) e nel 1967 interpretando la parte della malvagia “vedova nera” nella popolare serie televisiva “Batman”.
Tallulah Bankhead mori in 12 dicembre 1968. Il New York Time le dedicò un necrologio di due colonne con foto in prima pagina.
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