Roger Peyrefitte è stato un diplomatico, scrittore e attivista francese. Omosessuale dichiarato e attivista per i diritti dei gay.
Nasce da una famiglia dell’alta borghesia del Sud-Ovest della Francia. Peyrefitte ha sostenuto di essere un cugino di Alain Peyrefitte, parentela smentita da quest’ultimo. Compie studi presso un prestigioso liceo retto da religiosi.
Nel 1930 supera il concorso per entrare nella diplomazia. Tra il 1933 e il 1938, è segretario d’ambasciata ad Atene. Successivamente presta servizio al Ministero degli Esteri a Parigi. Durante il Regime di Vichy svolge incarichi diplomatici, per i quali sarà poi accusato di collaborazionismo dopo la Liberazione, con conseguente sospensione dalle funzioni. Nel procedimento di epurazione sarà interamente prosciolto, ma in seguito a questa disavventura decide di dedicarsi a tempo pieno alla narrativa. Fu sostenitore dei diritti dei gay, ma le sue idee politiche saranno sempre profondamente conservatrici, con venature nostalgiche nei confronti del Regime di Vichy.
Profondamente legato allo scrittore Henry de Montherlant, finirà per rompere con quest’ultimo, scrivendo anche cose spiacevoli sul suo conto. Abituato a intingere la penna nel vetriolo, polemizzerà duramente con François Mauriac, da lui descritto come un sepolcro imbiancato. Ma una connotazione costante dello stile di Peyrefitte è di modificare radicalmente opinione sull’oggetto dei suoi strali. Ad esempio, dopo aver disprezzato Charles de Gaulle quando era in vita, dopo la sua morte finirà per rivalutarlo. Adottò il suo segretario, l’aristoratico Alain Philippe Malagnac, marito della cantante Amanda Lear.
Peyrefitte muore a Parigi il 5 novembre 2000, a 93 anni.
I suoi romanzi, intrisi di gusto poetico misto ad un forte contenuto polemico e provocatorio, ottennero grandi successi di vendite e suscitarono furibonde polemiche nell’opinione pubblica (si veda: Claude Courouve, La querelle Peyrefitte-Mauriac (1964).
Lo scrittore esordì con Le amicizie particolari, un romanzo a tinte autobiografiche, del 1943, che racconta l’amore, fortemente ostacolato dalle famiglie, tra un quindicenne (Peyrefitte stesso) e un dodicenne, in un collegio religioso. Dal libro sarà tratto l’omonimo film di Jean Delannoy del 1964. Il romanzo, senz’altro il più riuscito dello scrittore, gli valse Premio Renaudot.
Tutta l’opera di Peyrefitte insiste sui problemi morali e di costume e fa leva su di un tono scandalistico, soprattutto nei numerosi pamphlet. Attaccò, ad esempio, il Vaticano ne Le chiavi di San Pietro, del 1955, e rivelò gli scandali economici e sessuali nel mondo della diplomazia con Le ambasciate, del 1951. Scrisse anche L’esule di Capri, una biografia romanzata del barone Jacques d’Adelsward-Fersen. Anche la massoneria (Il Grande Oriente) e perfino i suoi connazionali (I francesi) finirono nel mirino di Peyrefitte.
Resta famosa la polemica causata dall’affermazione della omosessualità di papa Paolo VI. Peyrefitte affermò che Giovan Battista Montini, quando era arcivescovo di Milano aveva amato l’attore Paolo Carlini, in omaggio al quale aveva assunto il nome di Paolo VI. La domenica delle Palme del 1976 Paolo VI denunciò “Le cose calunniose e orribili che sono state dette sulla mia santa persona…”. In tutto il mondo furono organizzate veglie di preghiera per il Papa.
Si orientò anche verso saggi storico-politici con Alexandre le Grand (1981), Voltaire, sa jeunesse et son temps (1986), Réflexions sur De Gaulle (1992).
Negli anni Ottanta tornò al romanzo con L’illustre écrivain (1982), La soutane rouge (1983) e Retours en Sicile (1993).
Anche se il valore dei suoi lavori non raggiunge quello di scrittori come Oscar Wilde, André Gide, Jean Genet o Jean Cocteau, Peyrefitte rappresentò insieme a loro l’avanguardia di un movimento di scrittori omosessuali che parlarono di sé senza maschere.
In un’intervista rilasciata nel 1991 disse di voler essere ricordato
« come l’amante della Sicilia, dell’Italia e della Grecia, tre paesi uniti nel mio cuore come unite sono state le loro civiltà. »
Taormina è stata tra le sue mete preferite e qui ha scritto negli anni Cinquanta diciassette dei suoi romanzi.
Citazioni
« In Francia sono il più conosciuto difensore dei diritti gay. È un fatto. Spesso mi chiamano “Il Papa dell’omosessualità”. Questo perché sono l’autore di Le chiavi di San Pietro e I cavalieri di Malta, i libri più importanti, scritti da un contemporaneo, sulla Chiesa Cattolica »
(Wikipedia)
Condividi