Paul Rudnick è uno dei più importanti scrittori e sceneggiatori americani. Scrive anche su diverse pubblicazioni, come Vogue, The New york Times Book Review, Interview e Premiere. Orgoglioso della sua omosessualità che tratta, con intelligenza e spesso anche con abile ironia, in quasi tutte le sue opere od articoli.
Nato da un ingegnere fisico e da una madre che lavorava nella pubblicità, ebbe una fanciullezza tranquilla, stimolata dagli interessi dei genitori verso il teatro e ogni forma espressiva artistica. Rudnick accetta la sua omosessualità nel periodo in cui frequentava l’università di Yale, dove si laurea Letteratura Teatrale. Deciso ad intraprendere una carriera di scrittore si trasferisce a New York, dove lavora come redattore e scenografo teatrale fino alla sua prima stesura teatrale “Poor Little Lambs”, una commedia che racconta le gesta di un gruppo di cantanti, tutti maschi, di Yale. La commedia, prodotta nel 1982, aveva nel cast il giovane Kevin Bacon, ma viene accolta dalla critica in modo contrastato. Rudnick decide così di tornare alla letteratura e scrive due pungenti satire: “Social Disease”, sulla vita notturna di New York, e “I’ll Take It”, sull’ossessione americana per lo shopping. Questi romanzi vengono accolti molto bene dalla critica che riconosce nell’autore un particolare talento per la commedia sociale. Nel 1991 Rudnick torna al teatro con “I Hate Hamlet”, un’opera su un tormentato attore e il suo infestato appartamento, che venne elogiata per l’ottima interpretazione di Nicol Williamson nel ruolo del fantasma di John Barrymore. La produzione chiuse dopo 100 repliche ma l’opera ebbe vita lunga nei teatri regionali.
Nel 1993 scrive “Jeffrey”, una commedia che utilizza molto dell’esperienza personale di Rudnick, su un uomo gay che vive a New York, terrorizzato dall’Aids e bisognoso d’amore. La commedia, che vince diversi premi, viene lodata da tutti e messa in scena anche in alcuni paesi stranieri. Nel 1995 diventa un film con la regia di Christopher Ashley e la sceneggiatura dell’autore, che ottiene in grande successo nella comunità gay ma viene quasi ignorata dal grande pubblico.
Nel 1996 scrive e presenta la commedia “The Naked Eye” su un divertente fotografo di arte omoerotica che ricorda molto Robert Mappelthorpe. Nel 1998 produce “The Most Fabulous Story Ever Told” una riscrittura del Libro della Genesi con coppie dello stesso sesso, Adam e Steve e Jane e Mabel, che attacca il fondamentalismo religioso.
Rudnick ha scritto anche diverse sceneggiature, come la versione originale di “Sister Act” (1992) che avrebbe voluto essere interpretata da Bette Midler. Quando gli studi la sostituirono con Whoopi Goldberg, Rudnick volle apparire con uno pseudonimo nei crediti del film. Tra le altre sceneggiature (o contributi) ricordiamo “La famiglia Addams (1991, fuori dai crediti), “Addams Family Values” e “Il club delle prime mogli” (1996, fuori dai crediti).
Nel 1997 scrive la sceneggiatura di “In & Out” con la regia di Frank Oz, ispirato vagamente alla storia di Tom Hanks che nel 1994, durante il discorso per il ricevimento dell’Oscar, ringraziò un suo ex professore gay. Il film ebbe un grosso successo commerciale in tutto il mondo, grazie alla sua vena comica e ai buoni sentimenti che ispira. Più che combattere l’omofobia delle classi medie americane, il film sottolinea la necessità per le persone di essere se stesse e di venire accettate per quello che sono, unico modo per evitare i danni che una omosessualità repressa potrebbe infliggere ai membri della società.
Nel 2000 scrive la sceneggiatura di “Non è fantastica?” basata sulla vita e la carriera della scrittrice Jacqueline Susann e sul suo bisogno di celebrità. Il film, nonostante un approccio originale e bizzarro al tema, non ottiene successo di pubblico.
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