Paolo Zanotti è stato un accademico, scrittore e saggista italiano.
« La sessuofobia è una brutta malattia, come l’anoressia, la rosolia e la malinconia. Sessuofobia sessuofobia vai via. »
(da “La cella geografica” in Il caffè illustrato, maggio-giugno 2004)
Nasce a Novara nel 1971 si era laureato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e poi addottorato nella stessa con una tesi su Italo Calvino e la letteratura inglese. Successivamente è stato borsista e ha insegnato Letteratura italiana contemporanea e Letterature comparate in varie università in Italia e all’estero[1]. È stato professore a contratto di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia (2001-2002), assegnista di ricerca di Letterature comparate presso il Dipartimento di italianistica dell’Università di Bologna (2002-2005), borsista post-doc presso il Centre de Recherches sur les Littératures Modernes et Contemporaines dell’Università Blaise Pascal (2006-2007).
Ha lavorato come selezionatore di manoscritti per l’agenzia letteraria Studio Nabu (1997-2001) e per la casa editrice Mondadori (1997-2000). A metà anni Novanta ha esordito con la traduzione de Ricordo di Fleeming Jenkin di Robert Louis Stevenson (Sellerio 1996). Tra le sue pubblicazioni scientifiche, un saggio sul romanzo d’avventura (Il modo romanzesco, Laterza 1998), uno sulla letteratura per l’infanzia (Il giardino segreto e l’isola misteriosa, Le Monnier 2001), uno sulla storia culturale dell’identità omosessuale (Il gay, Fazi 2005). Da curatore, ha lavorato al volume Contaminazioni (Le Monnier 2005), l’antologia Classici dell’omosessualità (Rizzoli 2006). Importante anche la produzione di narrativa: suoi racconti sono apparsi sulle riviste Il Caffè illustrato, Nuova Prosa e nell’antologia Best off (minimum fax 2005) che lo hanno poi portato a esordire con il romanzo Bambini bonsai (Ponte alle Grazie, 2010).
Muore per un tumore al pancreas il 5 dicembre 2012 a soli 41 anni. Di lui, Emanuele Trevi ha detto “la cultura in lui non annullava l’ironia, l’intelligenza non offuscava la complicità.” (Wikipedia)
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