Martina Navratilova è una tennista cecoslovacca e ceco-americana che l’ex campione del mondo Billie Jean King ha definito nel 2006: “la più grande giocatrice di singolo, doppio e misto doppio mai esistita”. Nel 1981, poco tempo dopo essere diventata una cittadina degli USA, fa pubblicamente il coming out. Nei primi anni ’80 è stata la compagna di Rita Mae Brown. Dal 1984 al 1991 ha avuto una lunga relazione con la partner Judy Nelson, rotta poi con dispute legali molto pubblicizzate. Nel 1985 scrive una autobiografia aiutata dal giornalista sportivo del New York Times, George Vecsey, intitolata “Martina negli USA e me stessa nel resto del mondo”. Precedentemente, nel 1982, aveva scritto con Mary Carillo il libro “Tennis My Way”. In seguito ha scritto romanzi del mistero con Liz Nickles: The Total Zone (1994), Breaking Point (1996), e Killer Instinct (1997). L’ultima sua fatica letteraria è del 2006 col libro sulla salute e il fitness “Shape Your Self”. Il 7 aprile 2010, Navratilova annuncia di essere in cura per un cancro al seno, appena operata. Nel maggio 2010 deve fare sei settimane di radio-terapia per uccidere cellule cancerogene che non erano state viste. Quando non è impegnata con lo sport, Navratilova si dedica a varie iniziative di beneficenza, per i diritti degli animali e per i diritti dei gay. Ha intentato una causa legale contro il secondo emendamento, un referendum in Colorado che negava la protezione legale contro le discriminazioni di gay e lesbiche. Nel 1992 ha parlato prima della Marcia Nazionale su Washington per i diritti di gay e lesbiche. Nel 2000 ha ricevuto l’onoreficenza del National Equality Award della Human Rights Campaign, l’associazione di attivisti omosessuali più grande degli USA.
Come pescetariana (vegetariani che mangiano il pesce) è apparsa in diverse campagne di “People for the Ethical Treatment of Animals”. In politica ha sempre combattuto contro il comunismo e a chi le obiettava che il comunismo è una buona cosa, rispondeva “Go ahead and live in a Communist country then, if you think it’s so great.” Ha però anche criticato il sistema capitalistico americano quando “porta a decisioni basate sul guadagno in denaro senza badare a quanto si dovrà pagare in termini di salute, moralità e devastazione ambientale”.
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