John Addington Symonds è stato un critico letterario e poeta inglese, oltre che uno dei primi militanti del movimento di liberazione omosessuale.
John Addington Symonds, “il primo esponente inglese di storia culturale” e tra i più grandi intellettuali dell’Ottocento è uno dei nordici innamorato dell’Italia. Soprattutto, dei suoi abitanti, al punto da portarsi in Svizzera, ove si trasferisce ad un certo punto della sua vita, perfino un gondoliere veneziano, Angelo Fusato.
Ciononostante, si sposa ed ha quattro figlie.
Il suo capolavoro è Il Rinascimento in Italia (dalle Storie del Rinascimento, in sette volumi) ma scrive molto, anche, sulla Grecia classica, ed è una delle poche voci a farsi sentire in difesa della traduzione dall’arabo delle Mille e una notte di Richard Burton, quando tutta l’Inghilterra protesta inorridita per le “sconcezze di cui è pieno il libro”.
Nel 1877 perde la cattedra di poesia a Oxford perché troppo apertamente “intimo” con gli studenti.
Lascia allora l’Inghilterra e si rifugia in Italia.
Per un certo periodo collabora con Havelock Ellis ai suoi studi sulla sessualità, firmando assieme a lui il primo volume dedicato alla “inversione sessuale”; pubblica privatamente, inoltre, due libretti sull’omosessualità, A problem in Greek ethics (1883, in dieci copie), e più tardi A problem in modern ethics (1891, in 50 copie), per esporre le sue idee. Una delle storie cliniche di omosessuali comprese nel libro di Ellis (il “caso XVIII) è la sua storia personale.
Dopo la morte, tuttavia, gli eredi chiesero che il suo nome fosse tolto dall’opera, cosicché le edizioni successive, ivi inclusa la traduzione italiana, sarebbero apparse tutte col solo nome di Ellis.
Symonds scrive anche un’autobiografia assai esplicita sui suoi amori omosessuali, che pertanto viene pubblicata solo nel 1984, mentre il suo epistolario, apparso nel 1967 in tre volumi quasi enciclopedici è una sorta di summa homosexualis dell’epoca, visto che l’ex-studente di Oxford, nel corso della sua vita ha corrisposto con quasi tutte le personalità uraniste dell’epoca.
Per vent’anni scrive anche a Walt Whitman chiedendogli se è un “invertito”, ed il poeta americano, ricevuta l’ultima lettera in punto di morte, circondato dai familiari e dai notabili di un Paese che vede nella sodomia il peggior peccato che si possa commettere, si decide a rispondergli che no, lui non è mai stato nulla del genere…
Curiosamente, Symonds muore lo stesso giorno in cui appare il suo ultimo libro intitolato Walt Whitman, il 19 aprile del 1893, a Roma, dove è sepolto nel cimitero acattolico di Roma, a pochi passi dalla tomba di Shelley.
La sua tomba è oggetto di commemorazione da parte dei militanti del movimento gay di Roma. (Wikipedia)
Condividi