Jean Cocteau è stato un prolifico scrittore, poeta, pittore, scultore, commediografo e regista. Grazie al suo eclettismo egli si è distinto in tutti i campi artistici, ma egli si riteneva innanzi tutto un poeta.
Jean Maurice Eugène Clément Cocteau nacque a Maisons-Laffitte nei pressi di Parigi il 5 luglio 1889, terzo figlio di una famiglia dell’alta borghesia parigina. Suo padre Georges, notaio, si sparò nel suo studio, quando Jean aveva solo 10 anni. Nel ‘Libro bianco’ considerato il suo “manifesto omosessuale”, Cocteau attribuirà quel gesto all’omosessualità repressa del genitore.
In quello stesso libro, apparso inizialmente anonimo nel 1928, per “non dare una pena alla madre”, Mme Eugénie Lecomte, vissuta con il figlio fino quasi alla sua morte nel 1943, Cocteau racconta dei suoi primi impulsi sessuali: “più torno indietro nel tempo, anche all’età in cui lo spirito non influenza ancora i sensi, più trovo delle tracce del mio amore per i ragazzi. Ho sempre amato il sesso forte, che io trovo legittimo chiamare ‘il bel sesso’ ”. Dopo i primi turbamenti dovuti alla vista di zingarelli e contadini che si bagnavano nudi ed al virile servo Gustavo, la sua prima passione giovanile fu un suo compagno al Liceo Condorcet, quel Pierre Dargelos che ritroviamo, come incarnazione della bellezza selvaggia e pericolosa, in numerose sue opere. Cocteau racconta sempre nel ‘Libro bianco’ di essere fuggito, dopo la morte di Dargelos, a Marsiglia (maggio 1906), dove visse tra marinai (tra cui uno bellissimo con il naso rotto e con tatuata la scritta “Pas de chance”) e prostitute (di queste una era lesbica, mentre ad un’altra egli preferiva il suo protettore).
Tornato a Parigi, a soli sedici anni Cocteau si conquistò rapidamente una fama di promettente poeta, anche grazie alla protezione del noto attore omosessuale Edouard de Max che, con l’approvazione della paziente madre di Cocteau, lo introdusse negli ambienti mondani e letterari e lo aiutò a pubblicare i suoi primi libri di poesie (1908). Cocteau si ritrovò così al centro di quel fervore artistico che, nei primi decenni del ventesimo secolo, rendeva Parigi l’indiscussa capitale mondiale della cultura e dell’omosessualità.
Sebbene fosse stato uno studente mediocre (venne espulso dal Liceo e continuerà gli studi privatamente) egli si fece una buona cultura attraverso molte letture e viaggi. I caffè di Parigi, i teatri, i Salons, le gallerie, gli amanti e i Bains (vie di mezzo tra saune e bordelli), furono per Cocteau fonti di educazione alla vita e di divertimento.
Nel 1909 Cocteau rimase affascinato dalle esibizioni della Compagnia dei Balletti Russi di Nijinsky, chiese così al loro impresario Sergei Diaghilev di poter lavorare per lui. Delle numerose collaborazioni che ne seguirono ricordiamo il soggetto del rivoluzionario balletto “Parades” con musica di Eric Satie, coreografia di Leonide Massine e sipario, costumi, e scenografia cubista di Pablo Picasso (1917). In quell’occasione Apollinaire coniò il termine “Surréalisme”.
Seguirono altre collaborazioni come la rivista “Shéhérazade”, il libro sulla musica “Le Coq et l’Arlequi” (1918), la pantomima “Le boeuf sur le toit “ (1920) e lo spettacolo “Les Mariés de la tour Eiffel” (1922) che combinava danza, acrobazia, mimo, teatro e musica.
Durante la prima guerra mondiale Cocteau, sebbene riformato, fu volontario come autista di ambulanze e raccontò alcune di queste sue esperienze in “Thomas l’Imposteur” (1923). La fine degli anni Venti fu per Cocteau una fase iperproduttiva , in questo periodo scrisse alcune delle sue opere più importanti: le poesie di “Opéra”(1927) e Orphée (1927), i romanzi “Le Livre blanc”(1928) e “Les Enfants terribles”(1929), il monologo “La Voix humaine”(1930) “Opium”(1930), “ La Machine infernale”(1939) e il suo primo film “Le Sang d’un poète”(1930).
Negli anni Trenta Cocteau fu impegnato soprattutto a scrivere per il teatro (“Le Fantôme de Marseille”, “La machine infernale”, “L’Ecole des veuves”) e a seguire le realizzazioni dei suoi spettacoli.
Durante l’occupazione tedesca di Parigi, la censura vietò la rappresentazione di alcuni suoi lavori e giovani nazisti lo aggredirono, egli riuscì comunque a continuare a scrivere, viaggiare e a fare film. Nel 1940 ‘Le Bel Indifferent’, monologo scritto per Edith Piaf, fu un grande successo. In quel periodo scrisse le sceneggiature per i film “Le Baron Fantôme” di Serge de Poligny, “Juliette ou La Clef des songes” di Marcel Carné , “L’éternel retour” di Jean Delannoy e “Les Dames du Bois de Boulogne” di Robert Bresson.
Nel 1946 nonostante una grave malattia della pelle, Cocteau riesce a portare a termine le riprese del film “Belle et la Bête”, premiato a Cannes. Contemporaneamente comincia la pubblicazione completa delle sue opere (1946-1950) in dieci volumi.
Dopo avere collaborato alla realizzazione della “Voce umana” (1948) di Roberto Rossellini, interpretato da Anna Magnani e aver realizzato due film tratti da due sue opere teatrali, “L’Aigle à deux têtes” e “Les Parents terribles”, parte nel 1948 per un viaggio negli Stati Uniti.
L’anno successivo riparte con Jean Marais e Edouard Dermit, suo figlio adottivo, per una tournée in Medio Oriente.
Nell’agosto del 1949 organizza a Biarritz il Festival del cinema maledetto e comincia le riprese di “Orphée”; il film uscirà l’anno dopo, contemporaneamente al film di Jean-Pierre Melville tratto dagli “Enfants terribles” e riceverà il Premio internazionale della critica al Festival del cinema di Venezia.
Sebbene non amasse i premi e le accademie, Cocteau negli ultimi anni della sua vita accettò numerose onoreficenze internazionali tra le quali la Legion d’Onore (1961). E’ stato più volte Presidente onorario della giuria al festival del cinema di Cannes (1953, 1954 e 1957).
In tarda età si dedicò alle arti plastiche: affrescò la cappella di Saint-Pierre a Villefranche e la Sala dei Matrimoni del Municipio di Mentone, sperimentò la decorazione di ceramiche. Nel 1959 iniziò le riprese del suo ultimo film “Le Testament d’Orphée”.
L’11 ottobre del 1963 verso mezzogiorno apprese con sgomento della morte della cantante Edith Piaf, per la quale fece tempo a scrivere l’elogio funebre, un’ora più tardi colpito da una crisi cardiaca Cocteau muore all’età di 74 anni, assistito dal suo figlio adottivo Edouard Dermit e dal medico. Il corpo sarà inumato nella cappella St. Blaise Des Simples in Milly La Foret, nei pressi di Fontainebleau, dove nel 1995, alla sua morte lo raggiungerà Dermit.
AMICI E COMPAGNI
Cocteau ebbe per amici i principali personaggi della cultura dell’epoca, come André Gide, Marcel Proust, Sergei Diaghilev, Sarah Bernhardt, Erik Satie, Pablo Picasso, Coco Chanel, Igor Stravinsky, Apollinaire, Modigliani, Max Jacob, Giorgio De Chirico e molti altri.
Con Pablo Picasso (1881-1973) egli aveva un legame molto speciale. Cocteau aveva nei suoi confronti un rapporto che sfiorava il masochismo e sembrava, agli occhi degli altri, che facesse di tutto per irritarlo e scatenare in lui reazioni violente. Ma dopo ogni scenataccia i due tornavano ad essere di nuovo amici come se nulla fosse accaduto.
Con Marcel Proust (1871-1922) invece esisteva più che altro solo una sintonia di interessi, i due frequentavano gli stessi eventi mondani, si incrociavano ai Bains, e corteggiavano a volte gli stessi uomini (come il famoso eroe dell’aviazione Roland Garros), ma non furono mai veramente amici, Proust gli rimprovera ciò che tutti rimproveravano a Cocteau: di essere troppo dispersivo e mondano.
Uno dei maestri di Cocteau fu lo scrittore André Gide (1869 –1951), con il quale poi però entrò in conflitto sia per motivi artistici che per l’affetto del giovane Marc Allegret (la vicenda di questo triangolo è narrata in ‘Les faux-monnayeurs’di Gide).
Cocteau fu anche amico di Jean Genet (1910-1986) I due si conobbero nel 1943, quando Cocteau cercò di trovare un editore per “ Nostra Signora dei Fiori “ di Genet. Più tardi Cocteau illustrò “Querelle “(1948) con dei disegni erotici. Cocteau aiutò Genet durante i suoi processi e soprattutto quando quest’ultimo dovette fronteggiare la possibilità dell’ergastolo come criminale abituale; Come testimone Cocteau giurò che Genet era “il più grande scrittore dell’epoca moderna”, ma in seguito mise in dubbio la verità di questa affermazione, con ovvio disappunto di Genet.
Cocteau fu un omosessuale dichiarato, sebbene avesse avuto brevi e improbabili relazioni con donne (come con la studentessa di conservatorio Christiane Mancini o con la principessa russa in esilio Natalia Pavlovna, che addirittura sembra abbia avuto da lui una gravidanza conclusa con un aborto). Egli ha anche sempre goduto dell’amicizia e della protezione di donne ricche e spesso più anziane di lui, come la stilista Coco Chanel (1883-1971), che finanziò più volte il suo lavoro, le sue disintossicazioni dall’oppio ed i suoi amanti, la Contessa Anna di Noailles (1876-1933), la pittrice Valentine Hugo (1887–1968) e la miliardaria Francine Weisweiller (1918-2003).
Riguardo alle numerose amicizie maschili, mentre da ragazzo Cocteau aveva cercato l’appoggio di uomini più anziani di lui, come Eduoard de Max e Igor Stravinsky, ben presto si ritrovò a preferire quelli che egli chiamava i suoi “figli”, una lunga serie di giovani artisti più o meno dotati.
Uno dei primi fu il poeta ventitreenne John Le Roy, conosciuto nell’aprile del 1917, che morirà dopo pochi mesi al fronte nella prima guerra mondiale. Cocteau organizzò per lui delle letture pubbliche.
Ma il primo vero grande amore di Cocteau fu lo scrittore Raymond Radiquet, che egli incontrò nel 1918 all’età di ventinove anni, quando Radiquet ne aveva solo quindici. Radiquet non era omosessuale ma accettò di buon grado l’illustre protezione. Mentre vissero insieme, i due scrissero quattro dei più importanti romanzi della letteratura francese di quel periodo: Cocteau scrisse ‘Le Grand écart’(1923) e ‘Thomas l’imposteur’ (1923) mentre Radiguet ‘Il Diavolo in corpo’ (1923) e il ‘Conte d’Orgel’(1924). Raymond a soli 20 anni contrasse la febbre tifoide e morì. Per il dolore Cocteau aumentò le dosi di oppio di cui era già dipendente e dovette passare un periodo di recupero in un sanatorio. Cocteau raccontò questa sua esperienza in un classico della letteratura di droga, “Oppio”(1923).
In quel periodo Cocteau si rivolse anche al cattolicesimo, ma dovette poi abbandonare queste sue aspirazioni religiose per le sue opinioni non in linea con l’ortodossia cattolica, e forse anche per essersi invaghito di un monaco.
Alcuni dei protetti da Cocteau furono più degli sfruttatori che degli artisti, come Maurice Sachs (1906-1945) scrittore e prostituto che Cocteau conobbe nel 1924, il quale spogliò l’appartamento di Cocteau e lasciò un’acida descrizione del suo maestro nel suo libro autobiografico “Il Sabba” (1946) scritto poco prima di venire ucciso dai nazisti dei quali era un collaboratore.
Nel 1925 Cocteau conobbe Jean Bourgoint, oppiomane come lui, che divenne poi monaco e si si tolse la vita nel 1929. Jean e sua sorella Jeanne vivevano in una stanza di pensione dalla quale non uscivano mai. La loro storia ispirò a Cocteau “Les Enfants terribles”.
Nello stesso anno Cocteau conobbe Jean Desbordes (1906-1944), un giovane scrittore, con cui egli tenterà di ricostruire il rapporto instaurato con Radiguet. Nel 1928 Desbordes scrisse “J’adore”, essenzialmente una lettera di amore per Cocteau di duecento pagine. Desbordes partecipò poi alla resistenza e fu ucciso dai tedeschi nel 1944.
Nel 1933 Cocteau conobbe l’algerino Marcel Khill, di 23 anni più giovane di lui, che divenne suo segretario e compagno. Con lui Cocteau partì nel 1936 per un giro del mondo. L’anno seguente, durante i provini per una rappresentazione di ‘”OEdipe-Roi” Cocteau si innamorò del giovane attore Jean Marais. Tra i due nacque una relazione profonda destinata a durare fino alla morte del poeta. Da questo momento Cocteau aiutò il suo atletico compagno a diventare una delle star più amate del cinema francese e Marais ispirò il poeta nell’attività di sceneggiatore e regista cinematografico. Per Marais Cocteau scrisse e girò i suoi migliori film, come ‘Les Parents terribles’(1938), ‘La bella e la Bestia’ (1946) e ‘Orfeo’(1949).
Nel 1947 Cocteau incontrò Edouard Dermit (1925-1995) minatore e pittore amatoriale, e lo assunse come giardiniere nella casa di Milly-la-Forêt comprata assieme a Jean Marais. Anche Dermit diventò compagno del poeta, che lo nominò erede universale nel 1951 e avviò le pratiche per la sua adozione. Cocteau fece recitare Dermit, che era un ragazzo bellissimo, in alcuni suoi film. Indimenticabile è la sua interpretazione di Paul, il protagonista di ‘Les enfants terribles’ di Jean-Pierre Melville, mentre in “Orfeo” Cocteau sembra essersi divertito nel mettere a confronto i suoi due giovani amati, Marais(Orfeo) e Dermit(Cegeste). Dermit fu anche pittore e completò gli affreschi nella Chapelle Notre-Dame-de-Jérusalem (Fréjus) disegnati da Cocteau e lasciati incompiuti alla sua morte.
IL CINEMA
Jean Cocteau diresse solo sei film nel corso di circa trent’anni, eppure egli occupa un posto di rilievo nella storia del cinema: i suoi film furono importanti nell’introduzione del surrealismo nel cinema francese e furono di ispirazione al movimento di avanguardia Americano ed alla Nouvelle Vague Francese. Cocteau spesso utilizzava per i suoi film adattamenti dei suoi lavori letterari dai quali attingeva temi e simboli ricorrenti nell’intera sua opera di artista. Egli riteneva che i generi artistici non fossero separati perciò incluse nei suoi film poesie, disegni, pitture, ricordi d’infanzia e resoconti dei suoi sogni. Cocteau amava sperimentare con una varietà di stili e non sentiva il bisogno di adeguarsi ai confini del cinema commerciale. Quello che egli chiamava il ‘cinematografo’, sembrava fatto apposta per soddisfare la sua concezione dell’artista come mago, capace di incantare il pubblico. All’inizio del film ‘Le Testament d’Orphèe’ Cocteau stesso scrive: “Il privilegio del cinematografo è quello di permettere ad un gran numero di persone di sognare lo stesso sogno e di mostrarci inoltre, con il rigore del realismo, i fantasmi dell’irrealtà, per questo è un ammirevole veicolo di poesia”.
Pur senza affrontare il tema dell’omosessualità i film di Cocteau emanano una forte carica omoerotica. Al centro dell’attenzione della cinepresa sono spesso uomini molto attraenti, poco vestiti, e con ambigue relazioni tra loro (come Orfeo e Cégeste in ‘Orfeo’ o Paul e Dargelos/Agathe in ‘Les Enfants Terribles’ ). Freud a proposito di ‘Le sang d’un poète’ disse enigmaticamente che “…era come guardare attraverso il buco della serratura un uomo che si spoglia”.
L’interesse di Cocteau per il cinema nacque quasi per caso, grazie al mecenatismo dei visconti di Noailles, ricchissimi aristocratici, che tenevano un celebre salotto letterario. In una di quelle occasioni (10 luglio 1929) Cocteau aveva assistito alla proiezione del film di Buñuel e Dalí, “Un chien andalou”. Nel febbraio del 1930 la viscontessa di Noailles propose a Cocteau la stesura di un soggetto per la realizzazione di un film d’animazione sulla musica di Georges Auric; la proposta era accompagnata da un ricco assegno. Da lì partì l’idea per ‘Il sangue di un poeta”.
Condividi