Sir James Brooke è stato un avventuriero e politico britannico, Rajah di Sarawak dal 1842 fino alla morte.
Figlio di un giudice inglese, nacque a Secrore, sobborgo di Benares (India). Dopo essersi dimesso dalla Compagnia delle Indie si stabilì nel Borneo dove iniziò a praticare il commercio non più come emissario governativo ma in via privata.
Giunto a Kuching nell’agosto del 1838, offrì il suo aiuto al sultano del Brunei per sedare una rivolta dei Dayachi, ed il grande successo riportato nel processo di pacificazione gli valse il titolo di Rajah di Sarawak. Da allora Brooke iniziò a rafforzare il suo potere, riformando l’amministrazione, emanando leggi e combattendo la pirateria, che costituiva allora una minaccia continua. Al momento del suo temporaneo ritorno in Inghilterra (1847) gli furono concesse numerose onorificenze e fu nominato governatore dell’isola di Labuan (ceduta dal Sultano del Brunei all’impero inglese nel 1846, grazie anche all’intercessione dello stesso Brooke), nonché console generale nel Borneo.
Il suo successo creò non poche controversie in patria, che lo portarono ad essere accusato ufficialmente dalla commissione reale di Singapore (1851); nonostante che le imputazioni si fossero rivelate alla fine inconsistenti, polemiche e recriminazioni continuarono a perseguitarlo per tutta la vita.
Governò Sarawak fino alla morte, avvenuta nel 1868; a succedergli fu il nipote Charles Brooke di Sarawak.
In Italia è conosciuto soprattutto grazie ai romanzi del ciclo malese di Emilio Salgari, dove viene rappresentato come l’antagonista di Sandokan. (Wikipedia)
“….Perché Hollywood non ha mai realizzato un kolossal basato sulla biografia di Brooke, così pregna d’avventura e di esotismo? «Perché non c’è alcun interesse amoroso nella vita del Rajah bianco», disse Somerset Maugham interpellato sull’argomento. Lo stesso aveva detto Errol Flynn a Sylvia Brooke, moglie del terzo Rajah Vyner, la quale aveva già pronta una sceneggiatura. Nulla di più lontano dal vero. James non si era mai sposato (anche se riconobbe un figlio illegittimo), ed ebbe molte amicizie femminili ma nessun fidanzamento vero e proprio ( eccetto uno in Inghilterra, misteriosamente andato a monte). Come dimostrato da J.H. Walker in un saggio che fece molto discutere ( This peculiar acuteness of feeling , «Questa peculiare acutezza di sentimento»), l’attenzione sessuale di James era rivolta agli adolescenti, ma questa sua inclinazione era stata sempre abilmente celata con l’alibi del paternalismo sia da lui stesso sia dalle persone della sua cerchia, così come dai biografi coevi o postumi. Nell’Inghilterra vittoriana la sodomia era un reato grave. Non si tratta però di pedofilia o pederastia, come potrebbe apparire all’osservatore odierno. L’adolescenza è un’invenzione del Novecento; nella Gran Bretagna dell’Ottocento, a dodici anni ci si poteva già sposare e arruolarsi nella marina o nell’esercito, oppure andare a lavorare in fabbrica o in miniera.
Negli ultimi anni della sua vita, trascorsi nella residenza di Burrator nel Devonshire, dove morì e fu sepolto nel 1868, Brooke, parzialmente sfigurato dal vaiolo a cui era fortunosamente sopravvissuto e amareggiato dalle tante vicissitudini, sviluppò gusti più pasoliniani, dedicandosi a relazioni con giovani di basso rango che in più di un caso tentarono di ricattarlo.” (Valerio Zecchini, Il Giornale 24/4/2011)
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