Letterato, fondò a Pordenone il primo circolo di liberazione omosessuale.
“…Sono gli anni Settanta quando Corai, per primo a Pordenone, urla il suo diritto a essere un omosessuale felice, «anni in cui – ha ricordato Deperu – ti massacravano di botte. Era l’Italia dell’omicidio Pasolini e in questa Italia, di paura e violenza è maturato il suo coming out. Ma quella di Italo è una vita spesa per i diritti civili di tutti. Una battaglia che affonda le radici in quel doloroso, ma creativo osservatorio privilegiato che è l’omosessualità». Un sussulto di gioia furono per lui i discussi manifesti con il bacio gay: «Tante, troppe e inopportune le polemiche. Li volle, quei manifesti, e il suo entusiasmo era contagioso». «Non c’è persona che nella mia vita abbia fatto più di Italo per farmi capire che l’amore vince le barriere – ha ricordato infine Gianni Zanolin -. Mi ha condotto per mano ad accettare che l’amore che lega due uomini, due donne o un uomo e una donna è lo stesso amore. Certo, non tutta la città ha voluto accettarlo ma, come Italo ci ha ricordato, di passi avanti ne abbiamo fatti, anche negli anni dell’Hiv. Oggi io credo che la città sia più disposta ad accettare il suo messaggio». (Il Gazzettino, 15/3/2011)
“…Un impegno civile che Corai maturò negli anni Sessanta e Settanta, proprio fondando a Pordenone un circolo del Fuori! e quindi avvicinandosi al Partito Radicale di cui è stato uno degli animatori più conosciuti in provincia. Insieme a Mario Puiatti ha collaborato con i Verdi Colomba, per i quali è stato, per un breve periodo, nella legislatura 1990-1995, consigliere provinciale.
Corai, insegnante, da alcuni anni ormai in pensione, aveva anche una sensibilità letteraria che lo aveva portato a raccontare le storie degli operai e delle operaie delle fabbriche pordenonesi insieme a un gruppo di lavoro, con in primis Teresina Degan, che aveva dato vita ai “Racconti dei cotonifici”. Si era dedicato anche alla letteratura, scrivendo “Donne a Nordest – quello che nessuno ha mai scritto sulle donne” e “Santuari mediterranei”. In precedenza era stato autore di alcuni libri di testo adottati dalle scuole.
«Italo – ricorda l’assessore alle Politiche sociali, Giovanni Zanolin – era un carissimo amico, un uomo buono e leale, uno stimato insegnante. Un uomo coraggioso, il primo omosessuale a Pordenone a dichiararsi pubblicamente. Proprio in occasione della presentazione del libro di Pezzana, aveva avuto la soddisfazione di veder crescere quel movimento per i diritti civili di cui era stato un animatore locale e nazionale.
Da omosessuale aveva insegnato a noi ragazzi eterosessuali a relazionarci con lui anche affettivamente con baci e abbracci senza paura. Militante radicale da sempre, aveva partecipato a molte competizioni elettorali, da protagonista. Lascia un grande vuoto, in me e in moltissimi in città». I funerali, con rito civile, avranno luogo lunedì, alle 15, alla Casa del popolo di Torre.” (MessaggeroVeneto, 12/3/2011)
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