Greta Garbo, nome d’arte di Greta Lovisa Gustafsson, è stata un’attrice svedese, fra le più celebri di tutti i tempi. Sedusse generazioni di appassionati di cinema con il suo carisma e il suo fascino misterioso. Per la sua bellezza e per la indiscussa bravura, venne soprannominata la Divina.
Varie biografie confermano l’intensa relazione lesbica fra la Garbo e Mercedes de Acosta, poetessa statunitense di origine spagnola, considerata una delle ‘pioniere’ del lesbismo negli ambienti hollywoodiani, che amò anche Marlene Dietrich, la storica ‘rivale’ sullo schermo della Garbo. Riservata fino all’eccesso, la Garbo non perdonò mai alla de Acosta di aver diffuso alla stampa informazioni sulla loro storia sentimentale e chiuse ogni rapporto con lei. In numerose lettere la poetessa implorò il suo perdono, ma l’attrice non cedette: la de Acosta morirà sola e povera nel 1968, a New York. (Wikipedia)
“… Greta Garbo, la divina, svedese, figlia di un netturbino di Stoccolma ed ex commessa di un negozio di abbigliamento, si ritirò dalle scene a soli 36 anni, all’apice del suo fulgore e del successo, forse perché delusa dal mondo fatuo della celluloide, forse perché insoddisfatta e consapevole di non poter dare più di quanto non avesse dato, nei suoi film. Pellicole come “Mata Hari” e “Margherita Gauthier” sono considerate pietre miliari della cinematografia. Eppure lei decise di eclissarsi mentre la sua immagine dominava le copertine delle riviste di tutto il mondo. Un’eterna inappagata, la definì qualche critico; sempre in fuga dai curiosi, da quanti tentavano di insinuarsi nel suo privato.
Aveva i suoi amori, Greta Garbo, e fra questi c’era sicuramente Taormina, la Perla dello Jonio, dove soggiornò sempre segretamente, nell’arco di un trentennio, cioè dal 1950 al 1979, per almeno una decina di volte. Di Taormina amava i vicoletti pieni di gerani e gelsomini, le anguste scalinate di pietra bianca, lo splendido panorama sul mare dai colori cangianti, ma amava anzitutto l’uomo che la ospitava, Gayelord Hauser, tedesco di Sassonia, omosessuale, dietologo delle dive hollywoodiane degli anni ’40, conosciuto dalla Garbo proprio nella Mecca del cinema. “La loro fu una love story strana, misteriosa – ricorda Gaetano Saglimbeni, giornalista, scrittore e storico taorminese, – perché anche lei, pur avendo fama di mangiauomini, manifestava tendenze omosex. Eppure furono sul punto di sposarsi. Hauser era stregato da questa donna ambigua e dal fascino glaciale, tant’è che aveva fissato la data delle nozze, in Messico, ma un giorno prima della celebrazione del matrimonio, lei sparì. Tuttavia i due restarono in ottimi rapporti, qualcosa di indefinibile li legava: lui la accettava così com’era conoscendo la sua indole di creatura libera. La Garbo cercava la protezione di un uomo, ma rifiutava di congiungersi carnalmente con chiunque, per questo sceglieva quasi sempre dei gay”…” (Mario Bruno, La Sicilia)
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