Daniele Segre. Nato ad Alessandria nel 1952, vive a Torino dal ’63. Dopo un passato di atleta, passa alla fotografia e poi al cinema, specializzandosi nella documentazione delle lotte sociali. Inizia a girare in proprio nel 1976, con il cortometraggio “Perché droga”. Nel 1982, dopo una lunga collaborazione con la Rai, il festival del cinema Giovani di Torino gli dedica una personale. Nel 1983 vince il festival internazionale Cinema e Mezzogiorno d’Europa di Lecce con il film “Ritratto di un piccolo spacciatore”, ed il suo primo lungometraggio “Testadura” è presentato alla mostra di Venezia.
Con “Vite di ballatoio” Segre ha raggiunto una notevole maturità espressiva. Girato con grande crudezza ma ricco di spunti riflessivi e intelligenti il film è un’analisi compiuta nei ghetti delle nostre città, dove emarginazione e violenza urbana si intrecciano ai problemi di sopravvivenza, anche psicologica. Un fenomeno di costume e di cronaca (senza compiacimenti di “colore”) descritto come un viaggio attraverso un mondo popolato da incubi che ci sforziamo spesso di dimenticare. (Andrea Ghisellini, Il Resto del Carlino)
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