Conosciuto al grande pubblico soprattutto nei panni del suo personaggio “Bulldog” Briscole della sitcom televisiva “Fraiser”, Dan Butler non solo si è pubblicamente dichiarato come gay, ma lo ha fatto attraverso un’opera teatrale di successo “The Only Worse Thing You Could Have Told Me” di cui egli è autore e protagonista.
Nato il 2 dicembre 1954 a Huntingston, Indiana, Butler crebbe in una città vicina Fort Wayne. Già da bambino mostrò un precoce interesse nella recitazione. Alle scuole superiori partecipò in ruoli primari a numerosi spettacoli teatrali studenteschi. Eccelleva negli sport e fu eletto presidente di classe.
Dopo il diploma nel 1973 entrò alla Purdue University e quindi si trasferì alla San Jose State University, ma interruppe gli studi per poter recitare al American Conservatory Theater a San Francisco dal 1976 al 1978..
Sebbene avesse avuto delle ragazze, Butler si rese conto di essere sempre stato attratto dagli uomini. La sua prima storia d’amore gay avvenne però solo nel 1977. Egli confidò la notizia a sua sorella, Pam Conrad, informandola di essere innamorato, sulla prima pagina di una lettera e scrivendo in cima alla seconda pagina “… e il suo nome è Tommy”. Sia lei che sua madre, che ne venne a conoscenza subito dopo, accettarono rapidamente l’orientamento sessuale di Butler.
Il padre di Butler invece all’inizio non prese bene la notizia. Sebbene poi arrivò ad accettare la sessualità del figlio, la sua iniziale reazione fu di rabbia. Ancora dieci anni dopo, quando le loro relazioni erano migliorate, egli disse del momento in qui Butler rivelò il suo orientamento sessuale “l’unica cosa peggiore che potevi dirmi, sarebbe stata che eri morto” Una frase che Butler avrebbe poi preso come titolo del suo fortunato lavoro teatrale.
Butler si trasferì a New York nel 1980 per proseguire nella sua carriera teatrale. Nel decennio successivo lavorò in numerosi spettacoli teatrali incluso “The Lisbon Traviata” di Terrence McNally, che dopo due fortunate stagioni a New York nel 1989 e 1990, si trasferì a Los Angeles, dove Butler recitò nel 1990 e 1991.
Nel frattempo, egli aveva iniziato a recitare per il cinema. Debuttò in “Manhunter”( Frammenti di un omicidio ) (1986) diretto da Michael Mann. I suoi numerosi crediti cinematografici includono
“Longtime Companion” (Che mi dici di Willy?) (1989) di Norman René; e “Silence of the Lambs”(Il silenzio degli innocenti) (1991) di Jonathan Demme.
Nel 1997 Butler lavora nel film documentario “The Silver Screen :Color Me Lavender” dove ci accompagna nella visione di un impressionante numero di spezzoni cinematografici girati tra gli anni ‘30 e gli anni ’60 per mostrarci come anche allora si riuscisse, con doppisensi e allusioni, a parlare di omosessualità senza mai nominarla, per non incorrere nelle censure del famigerato codice Hayes.
Butler ha anche lavorato molto per la televisione. Ha avuto un personaggio fisso nella Sitcom “Roseanne” (1991-1992) e ha fatto numerose apparizioni come guest star in altri programmi, ma il suo personaggio più conosciuto è stato in “Frasier” (1993-2004), dove interpretava un libidinoso reporter sportivo eterosessuale di nome Bob “Bulldog” Briscoe. Irritante, maschilista, grezzo e amante delle battute volgari; il suo nome gli veniva dall’abitudine di ululare ogni qualvolta vedeva una donna attraente.
Ironicamente, fu proprio durante la trasmissione del serial ‘Fraiser’ che Butler venne allo scoperto come gay nei confronti del grande pubblico. Lo fece portando sulle scene il suo lavoro “The Only Worse Thing You Could Told Me”. Lo spettacolo ottenne ottime critiche sia al suo debutto a Los Angeles nel 1994 che a New York l’anno seguente. In questo lavoro semi-autobiografico, egli interpreta quattordici differenti personaggi, tutti gay eccetto uno, un macho il cui migliore amico ha appena fatto coming-out con lui. I personaggi rappresentano un’ampia varietà di situazioni ed esperienze. Fra essi c’è un attivista di ACT UP; una checca amante della lirica; un operatore sanitario che si innamora di un paziente che sta morendo di AIDS; un uomo che deve partecipare, 20 anni dopo, ad una riunione di ex-compagni di classe delle superiori; un arrabbiato gay non dichiarato.
Butler ha inserito nel testo, un elemento molto personale, una conversazione registrata con sua madre sul perchè lei non ha rivelato la sua omosessualità al patrigno. Però Butler non ha voluto incentrare il suo lavoro teatrale sulla sua esperienza personale. Perchè ha detto “ci sono tanti differenti modi di essere gay . Il pericolo è quando ognuno è cosi rigido da vedere solo se stesso come il vero modello”.
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Butler è diventato un attivista nella lotta per i diritti lgbt :
– nel 1995 assieme a Candace Gingich fece da portavoce nel National Coming Out Day Project.
– è apparso in diverse campagne pubblicitarie pro-gay, che includevano frasi umoristiche del tipo “io non sono un eterosessuale, ma ne recito uno in televisione”.
– è stato tra i personaggi pubblici a parlare nella manifestazione del 2000 in California contro la proposta di legge 22 ( detta anche iniziativa legislativa Knight), che voleva imporre la definizione di matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna.
– ha partecipato a numerose raccolte di fondi per l’AIDS.
– ha fatto servizio di volontariato, è stato tra l’altro counselor alla Trevor Helpline, un telefono amico per giovani gay in crisi o che pensano al suicidio.
Butler ha una relazione stabile con l’insegnante di recitazione Richard Waterhouse dalla metà degli anni ’90. Sebbene essi si siano conosciuti prima, hanno iniziato la loro relazione poco dopo che Waterhouse ha perso il suo precedente compagno a causa dell’AIDS. All’inizio essi si sentivano colpevoli per essersi innamorati poco dopo un lutto, e Waterhoser gli chiese di “rallentare un’attimo”. Egli lo fece e i due sono da allora assieme.
Butler e Waterhouse si sono sposati, benchè senza il consenso dello Stato della California, in una cerimonia privata nel marzo del 1999, per il loro quinto anniversario assieme, con la presenza dei familiari di entrambi.
Dichiarando pubblicamente la sua omosessualità nel bel mezzo della sua carriera, Butler dimostrò molto coraggio. Egli si rese conto che cosi facendo la sua carriera avrebbe potuto avere delle conseguenze negative, ma decise di rischiare. Fortunatamente la sua carriera non ne soffrì ed egli continua a lavorare per il cinema, in televisione e in teatro.
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