Cary Grant, nome d’arte di Archibald Alexander Leach, è stato un attore statunitense di origine britannica. Probabilmente bisessuale secondo molto testimonianze e foto d’archivio.
Inglese di nascita, ma trasferitosi negli Stati Uniti all’inizio degli anni venti, fu uno degli attori più brillanti e affascinanti di Hollywood, dotato di una naturale e raffinata eleganza, di una notevole prestanza fisica e di un sottile senso dell’ironia. Ha recitato in un centinaio di film, in prevalenza commedie brillanti, non disdegnando però ruoli in pellicole sentimentali, drammatiche e in alcuni celebri thriller di Alfred Hitchcock, il quale ebbe a dichiarare che Cary Grant fu l’unico attore nella sua carriera che avesse veramente amato.
Ian Fleming disse invece di essersi almeno in parte ispirato a Grant nel delineare il personaggio dell’agente segreto James Bond, e Sean Connery fu scritturato per il primo film su James Bond anche per la sua somiglianza con l’attore.
Privato dell’affetto della madre (ricoverata in una clinica per malattie mentali) quando era ancora ragazzo, il giovane Archibald a quindici anni interruppe gli studi e, falsificando la firma del padre, riuscì a presentare un documento che lo autorizzava a partire con la compagnia di saltimbanchi di Bob Pender. Girò così gran parte delle province inglesi, imparando il mestiere di funambolo e di attore di music hall. Nel 1920 partì con la compagnia Pender alla volta degli Stati Uniti, per partecipare allo spettacolo Good Times in programma a Broadway.
Ottenuto un discreto successo, decise di rimanere in America ed esercitò i più svariati mestieri per mantenersi. Dopo tre anni ritornò brevemente in Inghilterra per poi ripartire definitivamente qualche mese dopo per gli Stati Uniti, dove riprese a esibirsi sui palcoscenici ballando, cantando e recitando fino ai primi anni trenta quando entrò a far parte della casa di produzione Paramount in qualità di caratterista e factotum.
Iniziata così la sua avventura hollywoodiana, nel 1932 la casa produttrice gli impose di cambiare il suo nome in Cary Grant, facendolo debuttare sullo schermo con una piccola parte nel film This Is the Night. Lo studio però lo confinò a ruoli di seduttore in pellicole in cui giganteggiavano donne fatali del calibro di Marlene Dietrich (Venere bionda, 1932) e Mae West (Lady Lou – La donna fatale e Non sono un angelo, entrambi del 1933).
Grazie al regista George Cukor, nel 1935 Grant ottenne il ruolo di protagonista, al fianco di Katharine Hepburn, nella commedia Il diavolo è femmina, in cui ebbe la possibilità di dimostrare le sue notevoli doti di attore brillante. Da allora Grant sarebbe stato il re della cosiddetta “commedia sofisticata”, grazie al suo atteggiamento così distinto e scanzonato ed al suo impeccabile fascino, che sapeva anche prendere amabilmente in giro.
Spesso al fianco dell’altrettanto scatenata Katharine Hepburn, Grant fu interprete di capolavori del cinema come gli esilaranti L’orribile verità (1937) di Leo McCarey, Susanna! (1938) di Howard Hawks, Incantesimo (1938) e Scandalo a Filadelfia (1940) di Cukor, cimentandosi anche nel genere avventuroso con Gunga Din (1939) di George Stevens e con Avventurieri dell’aria (1939) ancora di Hawks.
Negli anni quaranta e cinquanta, Grant continuò a mietere successi nella commedia: fu il superbo protagonista di Arsenico e vecchi merletti 1944, diretto da Frank Capra, e di due pellicole dirette da Howard Hawks, quali Ero uno sposo di guerra (1949), e Il magnifico scherzo (1952).
A partire dagli anni quaranta si cimentò con particolare fortuna anche nel thriller, sotto la regia del “maestro del brivido” Alfred Hitchcock, in film quali Il sospetto (1941) con Joan Fontaine, Notorius, l’amante perduta (1946), al fianco di una straordinaria Ingrid Bergman, Caccia al ladro (1955) con Grace Kelly, e Intrigo internazionale (1959), con Eva Marie Saint.
Pur dichiarando di aver molto apprezzato il lavoro con attrici quali Ingrid Bergman e Audrey Hepburn, la partner preferita di Grant fu Grace Kelly, della quale egli ammirava la naturalezza. L’intesa sul set di Caccia al ladro sfociò in una profonda e duratura amicizia che i due attori mantennero per il resto delle loro esistenze.
Durante la metà degli anni cinquanta Grant fondò anche la sua personale casa di produzione, la Grantley Productions, con cui produsse e interpretò alcuni film distribuiti dalla Universal che ebbero un grande successo di pubblico, quali Indiscreto (1958), Operazione sottoveste (1959), Il visone sulla pelle (1962), Sciarada (1963), e Il gran lupo chiama (1964).
Nel corso della sua lunga carriera, Cary Grant ricevette solo due nomination all’Oscar: nel 1942 con Ho sognato un angelo (1941) e nel 1945 con Il ribelle (1944); solo nel 1970 gli venne assegnato un premio Oscar alla carriera.
Tuttavia egli fu eletto dall’AFI la seconda più grande star maschile del cinema e Premiere Magazine lo elesse la più grande stella del cinema maschile di sempre.
Dopo essersi ritirato dalle scene nel 1966 con il film Cammina, non correre, divenne dapprima consulente creativo, poi membro del consiglio di amministrazione di Fabergé, celebre casa di cosmetici.
Negli ultimi anni della sua vita Cary Grant intraprese un tour, “Una conversazione con Cary Grant”, che lo portò in numerosi teatri degli Stati Uniti e nel corso del quale rispondeva a domande postegli dal pubblico.
La vita sentimentale di Cary Grant fu molto movimentata, caratterizzata da ben cinque matrimoni. La prima moglie fu l’attrice Virginia Cherrill, con la quale restò sposato solo un anno, nel 1934; la seconda fu la miliardaria Barbara Hutton, che sposò nel 1942 e dalla quale divorziò nel 1945; sposò poi nel 1949 l’attrice Betsy Drake dalla quale divorziò nel 1962; nel 1965 si unì in matrimonio con l’attrice Dyan Cannon, dalla quale ebbe la sua unica figlia, Jennifer (anche lei attrice); il matrimonio con la Cannon durò fino al 1968; la quinta e ultima moglie fu Barbara Harris, che sposò nel 1981.
Durante le riprese del film Orgoglio e passione si innamorò perdutamente della sua co-protagonista femminile Sophia Loren, proponendole di sposarlo. La Loren declinò la proposta ma, pur “avendogli lei spezzato il cuore”, rimasero amici nel corso delle loro vite[senza fonte].
Il 29 novembre 1986, mentre si trovava a Davenport per un tour, Cary Grant fu colto da malore mentre stava impartendo le ultime direttive al suo staff in previsione di una esibizione teatrale serale. In un primo momento non volle andare in ospedale, pensando che non si trattasse di nulla di grave, ed evitando così di attrarre l’attenzione dei media. Tuttavia, dopo qualche ora e stante il visibile peggioramento delle sue condizioni, su insistenza della moglie Barbara fu portato d’urgenza in ospedale.
Cary Grant morì la sera stessa, alle ore 23:22, a causa di un’emorragia cerebrale. Rispettando le sue volontà, non fu tenuto nessun funerale pubblico e il suo corpo fu cremato. (Wikipedia)
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