BENITO VICINI (“Nito” per i perugini) era nato nel 1922 in via Pinturicchio, nella casa che abitò fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2003. Amò intensamente la città, tanto da effigiarla in efficaci scorci pittorici. Illustrò anche alcune poesie del poeta perugino Sandro Penna.
Persona di grande sensibilità e di squisita educazione, Nito ebbe il coraggio di vivere la propria “diversità” (che seppe comunque gestire con dignità e coraggio), in un periodo ancora molto ostile verso il mondo omosessuale. Il suo “coming out” fu improntato a discrezione, con grande rispetto verso quanti non accettavano modelli di vita “alternativi” rispetto al machismo dominante.
Fin da piccolo, Nito dimostrò propensione per l’espressione artistica del disegno e della musica. Nel campo della musica leggera, svolse le prime esperienze in ambito locale, partecipando a piccoli spettacoli e a concorsi. La sua attività si intensificò poi, nella prima metà degli anni ’40, sia nel territorio perugino che a Roma, dove prestò il servizio militare.
Nel dopoguerra partecipò anche ad alcuni concorsi radiofonici per cantanti, prima presso la EIAR e poi alla RAI. In un’occasione conquistò il primo posto, anche se la carriera fu fortemente penalizzata dalla sua diversità. Da allora, e fino agli anni ’90, il canto fu la sua vera professione che lo portò a esibirsi in tante località del territorio nazionale con diverse formazioni orchestrali e compagnie di riviste. Fu anche ballerino aggraziato e creativo. Lavorò all’estero, in particolare in Austria e in Francia. Fu scritturato da importanti locali musicali e alberghi di livello. Quando tornava a Perugia, fu la voce, sempre ricercata, dei migliori complessi orchestrali del territorio.
La naturale sensibilità musicale di Nito gli permise, in oltre mezzo secolo di attività, di rinnovarsi, anche alla luce delle novità e agli stili sonori in auge nel secolo scorso, adattando costantemente le proprie potenzialità interpretative. Ma conservando sempre le caratteristiche di buon gusto, eleganza, raffinatezza, insieme all’onestà di fondo che marcò sempre i suoi rapporti con chi gli fu accanto. (latramontanaperugia.it)
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