Discreto e raffinato, sono gli aggettivi normalmente utilizzati per i film di Anthony Asquith, che per il pubblico cinematografico internazionale, continua a rappresentare la quintessenza del ‘cinema britannico’. Il suo stile fu accusato di essere freddo e obsoleto accademismo dai giovani registi del Free Cinema inglese. Ma mentre il suo lavoro era in gran parte focalizzato sui dilemmi psicologici dell’aristocrazia, classe nella quale egli era nato, Asquith era in realtà un uomo modesto e profondamente preoccupato verso i più deboli. Egli è stato un pioniere nella lotta per assicurare benefici sindacali ai lavoratori più umili dell’industria cinematografica, avendo guidato per tre decenni il sindacato dei tecnici cinematografici inglesi.
La sua caratteristica discrezione e raffinatezza, non erano solo un aspetto tipico della sua arte, ma piuttosto erano la conseguenza dell’essere il figlio gay di un famoso uomo politico, in una società dove gli atti omosessuali erano ancora considerati criminali.
Anthony Asquith è nato a Londra il 9 novembre 1902. Suo padre era Herbert Asquith, Conte di Oxford e Asquith, leader liberale degli anni ’10 e Primo Ministro inglese dal 1909 al 1916. Sua madre era Margot Tennant Asquith, una figura di spicco nei circoli letterari londinesi del periodo.
Piccolo, effeminato e con il naso ad uncino, Asquith era fin da piccolo soprannominato “Puffino” (Puffinus pacificus – uccello dal caratteristico becco ad uncino) perchè a sua madre ricordava quel volatile e quel soprannome gli rimase per tutta la vita.
Asquith studiò presso il Balliot College a Oxford, dove sviluppò le sue qualità di esteta e dove iniziò a interessarsi ai film. Nel 1925 finiti gli studi diventò un membro fondatore della Oxford Film Society (con GB. Shaw, H.G. Wells e Julian Huxley) e andò negli Stati Uniti per imparare le tecniche cinematografiche presso gli Studios di Hollywood. Le sue relazioni sociali gli permisero una rapida carriera nella nascente industria cinematografica inglese. Egli co-diresse il suo primo film “Shooting Stars” (Meteore) (1927) a venticinque anni.
Il suo esordio registico vero e proprio è rappresentato da Underground (Sottoterra, 1928).
I primi film però non lo condussero subito al successo, in quanto furono bollati come troppo intellettuali per il gusto del pubblico.
La svolta commerciale arrivò con “Pygmalion” (Pigmalione )(1938), co-diretto con Leslie Howard, adattamento della commedia di George Bernard Shaw.
Poco dopo egli iniziò una collaborazione professionale con il commediografo omosessuale Terence Rattigan. La collaborazione iniziò con l’adattamento cinematografico della commedia “French without Tears” (Il francese senza lacrime )(1939), e raggiunse il suo punto più alto con “Winslow Boy” (Tutto mi accusa) (1948), film giudiziario in cui un avvocato difende un cadetto navale accusato di furto e “The Browning Version” (Addio Mr. Harris )(1951), memorabile per il convincente ritratto di un insegnante che ha fallito personalmente e professionalmente, interpretato da Michael Redgrave.
Altri film di Asquith e Rattingan includono “Quiet Wedding”(1940), “Uncensored”(1942), “Way to the Stars” (Il cammino verso le stelle )(1945) dramma bellico di stampo intimista ritenuto il suo capolavoro , While the Sun Shines”(1947), “The Final Test”(1953), “The V.I.P.s” (International Hotel )(1963), e “The Yellow Rolls-Royce” (Una Rolls-Royce gialla )(1965).
Inoltre Asquith diresse importanti adattamenti di Oscar Wilde come “The Importance of Being Earnest” (L’importanza di chiamarsi Ernesto)(1952) e di G.B. Shaw come “The Doctor’s Dilemma” (Il dilemma del dottore)(1959) e “The Millionairess” (La miliardaria) (1960); film bellici come “We Dive at Dawn”(1943) e “Carrington, V.C.”(1954); e drammi psicologici come “Libel “(Il diavolo nello specchio )(1959).
Anche se molti davano semplicemente per scontata la sua omosessualità, egli era molto represso nella sua vita personale e apparentemente sublimava i suoi desideri nei suoi film.
Sebbene i suoi film abbiano quasi esclusivamente riguardato soggetti eterosessuali, alcuni critici (ad es. Stephen Bourne), ritengono che essi siano permeati di una sensibilità gay.
Anthony Asquith morì a Londra dopo una lunga battaglia contro il cancro il 20 febbraio 1968.
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