(L’attore Adel Djemai)
Una mini-serie tv in tre episodi di produzione francese e acquistata dalla tv israeliana, dal titolo “Douze Points“, che dovrebbe essere trasmessa tra breve in Israele, sta creando un caso politico.
Il tutto a causa di una curiosa coincidenza. La serie infatti racconta di un cantante mussulmano e omosessuale, interpretato da Adel Djemai, che viene candidato all’Eurovision Contest e che su ordine dell’Isis deve organizzare un attentato terroristico in Israele proprio durante la gara canora. Nella realtà è però successo che lo scorso 12 gennaio la Francia abbia realmente candidato all’Eurovision il cantante Bilal Hassani, gay e di discendenza nordafricana, cosa che mandò subito in crisi la produzione della serie che però è stata ugualmente terminata e pronta per essere trasmessa in Israele due settimane prima dell’Eurovision.
Il titolo della serie fa riferimento al punteggio massimo che può ottenere un concorrente all’Eurovision.
Le autorità francesi e l’European Broadcasting Union (EBU, che produce Eurovision), sembra che stiano intervenendo presso il capo della televisione israeliana, Eldad Koblentz, per vietarne la trasmissione, ma Eldad si rifiuta di cedere alle pressioni francesi in nome della ‘libertà di espressione e creazione’. La stampa francese sta in questi giorni parlando della possibilità che France Televisions boicotti l’Eurovision, con grave danno economico e d’immagine. Il portavoce di France Televisions nega però qualsiasi boicottaggio parlando solo di contatti in corso tra l’emittente francese, il norvegese Jon Ola Sand, manager capo di Eurovision, e il canale pubblico israeliano Kan.
La serie “Douze Points“, girata tra Tel Aviv e Parigi, ha per protagonista l’attore comico francese Adel Djemaï e gli autori la descrivono come un’opera essenzialmente umoristica, messa in cantiere assai prima degli ultimi eventi, che fa riferimento al fatto che “l’Eurovision è una trasmissione piena di omosessuali [ricordando probabilmente Conchita Wurst, la drag queen austriaca che ha vinto l’Eurovision nel 2014], e la serie mette in ridicolo i duri del Mossad e i crudeli terroristi dello Stato Islamico che devono mescolarsi all’ambiente molto queer dell’Eurovision”.
Questa polemica porterà sicuramente molta pubblicità alla serie e il protagonista Adel Djemaï ha affermato che gli piacerebbe che il cantante gay Bial Hassani facesse un piccolo cameo nella serie, dichiarando che ammira molto il suo coraggio e la sua determinazione.
Bilal Hassani, nato a Parigi da una famiglia marocchina originaria di Casablanca, ha oltre un milione di ammiratori su You Tube e da quando è risultato vincitore della selezione per Eurovision è stato sommerso da messaggi di sostegno ma anche da quelli d’odio, soprattutto dai mussulmani radicali che lo accusano di avere ripudiato la cultura islamica e le proprie origini, ma anche da omofobi e razzisti che non lo considerano un francese vero. La sua canzone vincitrice, “Roi” parla di autostima e dice ‘non m’importa di quello che dicono gli altri’.
Ricordiamo che, curiosamente, anche il nostro vincitore di Sanremo 2019, Alessandro Mahmood, nato a Milano nel 1992, rappresentante dell’Italia al prossimo Eurovision Song Contest, è di origini mussulmane da parte di padre (egiziano) e molti lo considerano gay, anche se lui ha dichiarato di avere una ragazza: “apprezzo molto gli artisti che hanno avuto il coraggio di dichiararsi in pubblico, ma non giudico minimamente chi ancora non ha avuto la forza di farlo, credo che ognuno debba dichiararsi quando meglio crede e quando pensa sia il momento più opportuno. Credo che dichiararsi gay non porti da nessuna parte se non a farsi pubblicità. Se continuiamo con questi distinguo, l’omosessualità non sarà mai percepita come una cosa normale, quale è”.