OMOVIES è il primo festival internazionale di cinema a tematica LGBT+ del Sud Italia, nato nel 2007 con l’obiettivo di promuovere nei circuiti nazionali ed internazionali, Napoli e la Campania quale territori di socializzazione, solidarietà ed accoglienza e favorire lo sviluppo di un turismo innovativo. L’aspetto innovativo del festival resta il questioning, che vuol dire porsi domande riguardo un tema, una idea e si rivolge agli autori affinché realizzino opere in maniera libera sull’apertura e la condivisione delle tematiche LGBT+. Lo spettatore si troverà in un festival che parla d’amore in modo inclusivo e dei differenti modi di amare, che narra di storie di vita, di sogni, di speranze e di umanità. L’edizione 2018 è realizzata con il contributo del piano operativo annuale di promozione dell’attività cinematografica e audiovisiva della Regione Campania.
Dal 10 al 16 dicembre l’11a edizione di OMOVIES Film Festival 2018, kermesse internazionale di cinema omosessuale, transgender e questioning promosso dall’Associazione i Ken Onlus con la Direzione artistica di Carlo Cremona. Madrina Vladimir Luxuria, presidente di giuria Yuvraaj Parashar. Il Festival raccoglie il meglio di quanto il panorama nazionale e internazionale abbia offerto nelle ultime stagioni cinematografiche. Proiezioni di 63 opere da tutto il mondo, molte delle quali anteprime italiane, accompagnate da workshop, dibattiti e incontri tematici.
Il Direttore Carlo Cremona spiega: «Il Festival è un evento di promozione del cinema che è anche occasione di promozione territoriale per la Campania e per la città di Napoli in cui si realizza e rafforza l’immagine della nostra regione come territorio accogliente per le persone e per le famiglie LGBT e che favorisce una “cultura dell’amore” come strategia e antidoto alla subcultura dell’odio razziale e della discriminazione. Il cinema di OMOVIES mostra l’amore e le sue differenze. Creiamo aggregazione sociale, partendo da quella giovanile, un luogo di riflessione, condivisione e sviluppo, che diviene opportunità di condivisione tra giovani e meno giovani, tra giovani omosessuali, transessuali ed eterosessuali, tra uomini e donne che promuovano i valori costituzionali e della pace».
Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, per info www.omovies.it
Lunedì 10 dicembre al Cinema Hart (via Crispi, 33) alle ore 18,30 cerimonia d’apertura alla presenza della madrina Vladimir Luxuria e il presidente di giuria Yuvraaj Parashar, attore, producer e ballerino indiano, protagonista per la prima volta nella storia di Bollywood di una scena in cui si baciano due uomini, con conseguente ostracismo anche da parte della propria famiglia, che torna a Napoli dopo la depenalizzazione del reato di omosessualità in India.
Martedì 11 chiude la giornata il dibattito “Sport e omofobia” sulla squadra di calcio gay del Pochos Napoli.
Novità di quest’anno è la promozione del territorio nella giornata speciale di sabato 15 quando gli ospiti del festival verranno accompagnati nei percorsi gay friendly tra bellezze e gastronomia di Napoli e della Campania.
OMOVIES si concluderà domenica 16 dicembre dalle ore 13 al Cinema Teatro Posillipo (via Posillipo 66) con il Gran Gala di premiazione condotto da Priscilla, Queen of Mykonos, con la partecipazione di Vincenzo de Lucia. Attesi tanti ospiti, tra questi l’attrice Maria Mazza. Verranno assegnati premi al miglior lungometraggio, mediometraggio e cortometraggio, miglior documentario corto e lungo, e il premio speciale i Ken “Vincenzo Ruggiero”, istituito nel 2017 in memoria del ragazzo col sogno della recitazione, presieduto dalla sorella Federica Ruggiero e composta da suoi amici e parenti.
Potete consultare il programma dettagliato a questa pagina: www.omovies.it
Di seguito i principali lungometraggi di fiction
10 dicembre ore 20:35 – Cinema Hart, via Crispi 33 Napoli
“Evening-Shadows” di Sridhar Rangayan
(India 2018 – 102′)
Primo film a completa tematica gay prodotto in India dopo che la Corte Suprema ha abolita come incostituzionale la legge 377 che puniva i rapporti omosessuali. Il regista Sridhar Rangayan, noto attivista LGBT, è riuscito a realizzare questo film con l’aiuto del foundrising sul web. Nonostante la poca disponibilità economica il regista è riuscito a fare un film che mantiene tutte le caratteristiche del cinema di Bollywood, cioè adatto ad un vasto pubblico, capace di toccare le corde dei sentimenti, commovente ed empatico. Il protagonista Kartik (Devansh Doshi) è un giovane indiano che si è trasferito lontano dalla famiglia,a Mumbai, dove lavora come fotografo di successo e trascorre una vita serena insieme al suo compagno. In occasione di una festività religiosa viene invitato a tornare a casa dalla famiglia d’origine, dove sono all’oscuro della sua sessualità e vogliono quindi farlo sposare con una sua vecchia amica d’infanzia. Il film è centrato sul bellissimo rapporto esistente tra il figlio e la madre Vasudha (Mona Ambegaonkar). Quando il padre sembra obbligare Kartik a fidanzarsi con la ragazza, Kartik prende la decisione di confidare il suo segreto alla madre. La reazione non è delle migliori ma il legame tra madre e figlio è più forte di qualsiasi tempesta… Bravo il regista a non insistere troppo sul melodramma e a rendere credibili personaggi a rischio stereotipo. La lotta di questa madre contro un mondo che vorrebbe distruggere il suo amore per il figlio è resa in maniera toccante e affascinante, anche per il pubblico occidentale abituato a maggiori sottigliezze. Anche se l’obiettivo del film è chiaramente educativo, rivolto ad un popolo, quello indiano, che è istintivamente omofobo, si viene a creare un’atmosfera dolce e melanconica, di lotta e di riflessione, realistica e toccante, come di rado succede nei film bollywoodiani assai più superficiali.
12 dicembre ore 10.20 – Rainbow Center Napoli, via Antonio Genovesi 36 Napoli
“La Jaula” di Jose Salaverria León
(Venezuela 2018- 83′)
Primo film venezuelano di fantascienza e opera prima del regista José Salaverría, già premiato in diversi festival (miglior film al Festival Internazionale di Manila e miglior film al festival indonesiano Borobudur IFF. Convincono soprattutto l’ambientazione (girato in quattro Stati), la fotografia, gli effetti digitali e le interpretazioni. Racconta la storia di una coppia, Eva e Fausto, che sopravvive ad un terribile evento apocalittico, generato da una forza superiore. Rimasti soli sulla Terra devono ingegnarsi per sopravvivere, fino a quando scoprono l’esistenza di un’altra sopravvisuta, Dafne. Insieme riconsiderano i loro ruoli sotto la minaccia di una completa estinzione della specie umana. Prima di tutto devono scoprire il misterioso piano messo in atto per loro da forze soprannaturali. I rapporti tra i tre personaggi sono totalmente liberi, come l’amore e il sesso, fino a quando Fausto comincia a delirare mettendo in pericolo la sua vita e quella delle due donne: ha deciso di affrontare in ogni modo la minaccia che li sovrasta con un attacco suicida, sprpositato per le loro forze.
12 dicembre ore 11:40 – Rainbow Center Napoli, via Antonio Genovesi 36 Napoli
“OASIS” di Jorge Ameer
(Panama 2018 – 70′)
Presentato ai Golden Globe del 2017 e al Marché di Cannes, oltre che in diversi festival, è diretto da Jorge Ameer, fondatore dei Glitter Awards (International Gay Film Awards). Un thriller che racconta la storia di due amici per la pelle, Oliver (Cesar DeFuentes) e Andrew (Matthew Lyn) che si ritrovano dopo anni quando Andrew va a Panama per un viaggio di lavoro. Conosce la moglie di Oliver, Constancia (Katia Semacaritt), la loro figlia, e scopre che la loro vita non è così perfetta come credeva. Invita quindi Oliver a fare una vacanza tropicale, solo loro due, col fine di capire meglio come stanno veramente le cose. Verranno alla luce le parti più oscure e profonde della loro amicizia, insieme all’emergere di sentimenti fino ad allora repressi. Il film affronta le tematiche dell’amore, dell’amicizia, della bisessualità e dell’omosessualità, insieme ai lati oscuri del tradimento e del risentimento.
12 dicembre ore 12:50 – Rainbow Center Napoli, via Antonio Genovesi 36 Napoli
“The Story of the Stone” di Starr Wu
(Taiwan 2018 – 102′)
La storia è stata adattata dal romanzo classico con lo stesso nome del 18mo secolo, adattando i personaggi e gli eventi della storia originale alla vita della Red House nella zona Ximending di Taipei. Il film evita di concentrarsi su questioni morali e nel formulare giudizi. Mostra una rappresentazione onesta e naturale. Raffigura la vita gay a Taipei e scopre un lato oscuro di Taipei, oltre a esplorare la disperazione, la reincarnazione e la speranza.
Dopo la morte del suo fidanzato, Lin si dirige verso la capitale Taipei dove incontra Josh, un nuovo cameriere al bar Stone nella zona gay della Red House, che tutti desiderano. Sean ha una carriera di successo ed è molto generoso e porta immediatamente un buon karma alla Red House, tuttavia provoca anche un cambiamento nel rapporto tra Lin e Josh. Anche il fidanzato di Fong, Lian, brama la bellezza di Josh e incoraggia Josh a percorrere una strada di droghe e feste. Gli avvenimenti dentro e attorno alla Red House sono il culmine di crepacuore, disperazione e tragedia, ma c’è anche speranza nei diversi percorsi che vengono scelti per andare avanti.
12 dicembre ore 19:00 – Rainbow Center Napoli, via Antonio Genovesi 36 Napoli
“Fornacis” di Aurélia Mengin
(Israele 2017 – 83′)
Anya, una donna in lutto, guida verso l’ignoto nella sua auto d’epoca, un Facel Vega del 1961. Il suo unico compagno di viaggio è un’urna misteriosa. Consumata dalla tristezza e dalla solitudine, Anya cade in un mondo confuso, dove si mescolano i ricordi della sua amante, Frida e le sue fantasie. Nel cuore della notte, Anya decide di fermarsi al FORNACIS, un bar dimenticato da Dio, per riposarsi. In questa cantina atipica, incontra Wolf. Le due anime perse vanno d’accordo immediatamente, la notte appartiene a loro solo per poche ore … Un film destabilizzante, coraggiosa opera prima, che può scuotere le psicologie più fragili e standardizzate. Film contemplativo, dai colori saturi, una musica fatta di esperimenti sonori che ti fanno sentire la sofferenza (vedi il grido lacerante ad inizio film), completamente senza dialoghi ma con una voce fuori campo sempre presente. Ti porta subito al centro della vicenda, vuole farti vivere un’esperienza in prima persona, senza però la preparazione a cui siamo solitamente abituati, con la convinzione che possiamo percepire l’essenziale, che il cuore del mondo è l’amore, anche nella complessità dell’essere umano, sempre diviso tra la luce e l’oscurità. Difficile ma “magico, ammaliante, inquietante, malinconico e bello, un film che merita di essere visto dal maggior numero di persone, cinefile o no” (ecranlarge.com).
12 dicembre ore 20:00 – Rainbow Center Napoli, via Antonio Genovesi 36 Napoli
Christabel di Alex Levy-Heller
(Brazil 2018 – 112′)
Un nuovo sguardo sul poema “Christabel” (1816) di Samuel Taylor Coleridge. “Christabel” è uno dei primi testi letterari a presentare la figura del vampiro. L’ambientazione viene trasferita dall’Inghilterra alla savana del Cerrado di Goiás in Brasile.
L’unica figlia di un operaio rurale (nel poema era un vecchio barone), Christabel, una ragazza insonne, sente uno strano suono nel cuore della notte. Turbata, decide di uscire per strada per scoprire la fonte del suono. Nei boschi vicino a casa sua, incontra Geraldine, una donna abbandonata, in lacrime che rivela di essere stata presa da uomini malvagi e ubriachi, che l’hanno maltrattata in molti modi. Christabel, pura e innocente, dà rifugio a Geraldine a casa (nel poema era un castello, qui una semplice casa). Geraldine (che rende ovvio che sta nascondendo qualcosa di diverso da quello che dice) dorme per due giorni consecutivi finché non si riprende. Christabel è desiderosa di scoprire chi è quella donna che riposa nella stanza accanto. Sta seguendo il suo istinto, si sente oppressa da una sessualità repressa (lo sposo è assente per lavoro), ma anche per la propria condizione in quella famiglia, una responsabilità che era stata costretta ad assumere fin dall’inizio, dal momento che sua madre morì durante il parto. Geraldine afferma di essere la figlia di uno dei nemici giurati del padre di Christabel e la spinge a viaggiare per incontrare suo padre e riconciliarsi. Una volta sole, la tensione seducente tra le due donne si trasforma in un incontro appassionato che Christabel ha segretamente desiderato, ma le motivazioni di Geraldine possono essere meno che pure. Geraldine ha una grande influenza su Christabel, che deve rompere con tutte le sue convinzioni e un’intera tradizione, scoprendo una sensazione di passione e libertà mai sperimentata dalla ragazza prima. “Film lunatico ed erotico, una fusione sensuale tra romanticismo gotico e soprannaturale” (Reelingfilmfestival.org)
14 dicembre ore 17:40 – Istituto Francese di Napoli – Grenoble, via Crispi 86 ” Sala Dumas”
“Sorellastre” di Donato Luigi Bruni
(Italia 2017 – 90′)
“ Sorellastre” vuole raccontare la storia di tre sorelle ma soprattutto di tre donne , affrontando tematiche importanti come la violenza , la scoperta della sessualità , ma sopratutto la speranza , osservando il tutto dal punto di vista della donna .
Le nostre protagoniste: Elena, Laura e Marina, sono sorelle. Anzi, sorellastre . E per rompere con lo stereotipo delle sorellastre che si odiano, loro tre si vogliono bene, si proteggono a vicenda e darebbero la vita l’una per l’altra.
Sullo sfondo della città Torino , le loro vite si intrecciano, riservando non pochi colpi di scena. Elena è la sorella maggiore. Diligente, dedita al suo lavoro. Ha la passione della scrittura fin da ragazzina e lavora presso la redazione di un giornale locale con i suoi colleghi Carlo e Monica. Marina è la minore delle tre sorelle. Bella e intelligente ma anche timida e insicura, frequenta l’ultimo anno di liceo insieme al suo migliore amico Mirko. La vita le riserva non pochi ostacoli da superare… Film realizzato grazie al crowfounding e primo lungometraggio di Donato Luigi Bruni, già apprezzato per il corto “Non riesco a dormire”.
14 dicembre ore 19:55 – Istituto Francese di Napoli – Grenoble, via Crispi 86 ” Sala Dumas”
“Mark’s Diary” di Giovanni Coda
(Italia 2018 – 75′)
Mark’s Diary, la nuova opera cinematografica del regista Jo Coda, ci conduce nel mondo della disabilità, della sessualità, dell’amore. Mark e Andrew, due ragazzi disabili, si incontrano e si piacciono. Tra i due si crea un’intensa attrazione “socialmente difficile” da soddisfare. I ragazzi innescano, attraverso una sovrastruttura onirica, una “realtà virtuale” creando due personaggi di fantasia ai quali trasmettono le proprie emozioni, i propri sentimenti. Al termine della giornata emergerà la consapevolezza che nulla sarà più uguale per loro e che la lotta per il “diritto all’amore” è solo all’inizio.
Spiega il regista: “Mark’s Diary nasce successivamente alla lettura del libro di Maximiliano Ulivieri LoveAbility. L’autore, tra l’altro responsabile del comitato LoveGivers, sottopone all’attenzione dei lettori il tema della sessualità riferito alla disabilità. Un problema sociale per molti, un tabù per tantissime persone. Il modo di affrontare la problematica, unita al profondo senso della militanza che Ulivieri letteralmente sprigiona ad ogni respiro, mi ha completamente travolto tanto da spingermi a contribuire con questo film alla causa, per rompere insieme silenzi e pregiudizi. Questo film parla d’amore: tutta la sceneggiatura ruota intorno alla ricerca dell’amore e nell’amore noi includiamo anche il sesso. L’incanto è, una volta tanto, l’amore stesso: incontrarsi, desiderarsi, amarsi. L’amore senza confini irrompe nella sfera del sesso che, quando riferito alle persone diversamente abili, sembra scontrarsi con l’ultimo tabù sociale che nega loro a priori ogni sorta di pensiero, peggio, di azione, legata all’eros”.