Aggiornamento del 5/11/2018
I VINCITORI
La giuria dei giovani critici cinematografici di Cinefilia Ritrovata e del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna ha scelto, selezionando due titoli vincitori (Miglior film di Fiction e Miglior Documentario) e proponendo una Menzione Speciale, i lungometraggi migliori di quest’edizione. Sul sito di Cinefilia Ritrovata, inoltre, le recensioni ai titoli in programmazione.
Miglior documentario
BIXA TRAVESTY
Per l’audacia di una rappresentazione vitale, nuda e cruda, di un individuo coraggioso. Il film mette in scena un corpo che afferma sé stesso e la sua sessualità nonostante ogni tipo di avversione, al di là di qualsiasi definizione preordinata, riuscendo a coniugare performatività e vita privata in un mix intelligente di stile e provocazione. Guarda il trailer!
Menzione speciale – Categoria film di finzione
THE POET AND THE BOY
Per la capacità di raccontare con leggerezza, armonia e incanto la profondità e le oscurità di un uomo qualunque. Per la naturalezza con cui è in grado esplorare la scoperta dell’omosessualità nel difficile contesto socio-politico sudcoreano, di cambiare registro stilistico in maniera quasi impercettibile e trattare con eleganza una questione controversa e scivolosa. Guarda il trailer!
Miglior film
LAS HIJAS DEL FUEGO
Per il suo essere un gesto artistico e militante che non si cura dello sguardo e dell’opinione altrui e che con spregiudicatezza istituisce una nuova forma di iconografia femminile che si avvale della complessità e varietà dei corpi per rivendicare un personale diritto al piacere. Guarda il trailer!
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”CROMOCOSMI” CORPI E MONDI SI INCONTRANO SULLA SCENA E SULLO SCHERMO
Dal 24 0ttobre al 3 novembre 2018 a Bologna è protagonista la 16° edizione di Gender Bender, il grande evento con la direzione artistica di Daniele Del Pozzo.
Il festival di arti e culture contemporanee. Unico in Italia e tra i pochi in Europa, che richiama un vasto pubblico eterogeneo nelle varie location cittadine.
In arrivo 21 Prime nazionali, fra spettacoli di teatro e danza, 31 titoli cinematografici, 19 incontri e conversazioni, 21 workshop e laboratori, mostre d’arte, con opere, autori e autrici provenienti dai 5 continenti.
Dalla presentazione di Daniele Del Pozzo:
“Il genere conta. Maschi e femmine vivono il mondo in modo differente. Il genera colora il modo in cui noi viviamo il mondo.” Partiamo dalle parole di Chimamanda Ngozi Adichie*, un’autrice nera e africana, per introdurre un’edizione che parla di universi e colori. È un’edizione che invita a vedere il mondo nella ricchezza e pluralità della sua complessità e delle sue contraddizioni, ma soprattutto a riconoscere l’evidenza di una consuetudine culturale che, ancora oggi, lo rappresenta come principalmente maschio, bianco occidentale ed eterosessuale. Cromocosmi invita a passare dalla pratica del bianco e nero alla sperimentazione dei colori, una paletta di sfumature ad alta definizione con cui rendere visivamente evidente il contributo dato – in termini di bellezza, varietà e gioia, ma anche forza e potenziale conflitto – alla cultura e alle arti da soggetti altrimenti invisibili o considerati marginali. Rendere manifesta questa ricchezza significa necessariamente riconoscere la legittimità di un’esperienza soggettiva del mondo che tenga conto in maniera cosciente come ognuno e ognuna di noi sia l’espressione unica di un’intersezione specifica tra generi, classi, “razze” e culture, piuttosto che il risultato di un certo determinismo biologico stabilito da un patrimonio genetico. Al centro di questo esercizio sta il corpo, strumento fedele della nostra esperienza del mondo e, da sempre, un confine fra emozioni, fisicità, codici e tabù. Un confine che, a noi di Gender Bender, piace vedere come necessariamente aperto a un dialogo tra le differenze.
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Oltre 100 appuntamenti in 11 giornate su oltre 20 luoghi cittadini sono l’offerta della nuova edizione. In arrivo 21 prime nazionali, 30 repliche di 13 spettacoli di teatro e danza, 31 titoli cinematografici, 19 incontri e conversazioni, 21 workshop e laboratori, 2 mostre, con opere, autori e autrici provenienti da Paesi Bassi, Francia, Italia, Danimarca, Irlanda, Australia, Kenya, Corea del Sud, Germania, Belgio, Brasile, USA, Cile, Gran Bretagna, Cina, Argentina, Svizzera, Kosovo e Canada.
Danza, teatro, cinema, laboratori, incontri per esplorare gli universi del corpo, delle differenze. Cromocosmi è il titolo di questa edizione, nella quale si fondono sguardi e traiettorie innovative della ricerca artistica contemporanea, che attraversano il dibattito sui mille universi e le tantissime storie di vita costruite sulle differenze (cosmi), parlando di identità e di corpi (cromosomi), ma anche di provenienze geografiche ed etniche (cromatismi), con particolare riferimento alla black culture.
I principali ingredienti del festival
Gender Bender è diviso in sette sezioni – Danza, Cinema, Teatro, Mostre, Incontri, Laboratori, Party – e offre uno straordinario sguardo multidisciplinare sulle produzioni del contemporaneo. Il tema di questa sedicesima edizione – cioè l’intreccio tra le differenze, l’identità di genere, provenienza geografica, etnia – attraversa come un fil rouge le sette sezioni, creando un percorso particolare che abbraccia gran parte delle opere in programma.
Nella sezione CINEMA si annunciano nella sedicesima edizione del festival Somos Tr3s (We are thr3e), dell’argentino Marcelo Briem Stamm, che attraverso il racconto di un triangolo amoroso esplora le relazioni non convenzionali;
Tinta Bruta, dei registi brasiliani Marcio Reolon e Filipe Matzenbacher;
Bixa Travesty (Tranny Fag) di Claudia Priscilla e Kiko Goifman, documentario su Linn da Quebrada, astro del pop, brasiliana nera e transessuale, che canta contro gli stereotipi machisti e di genere nel Paese con il più alto numero di violenze contro le persone trans.
Vengono dall’Argentina Mujer Nomade, documentario di Martìn Farina sulla vita dell’epistemologa e saggista argentina Esther Díaz e sul suo lavoro filosofico, legato ai parametri della sessualità e del piacere che dominano la cultura patriarcale
Las Hijas del Fuego, film di Albertina Carri che attraverso la relazione poliamorosa tra tre donne costruisce una denuncia anarchica e spregiudicata della società capitalista e del dominio eterosessuale.
Messo al bando in Kenya, dove è stato prodotto e dove l’omosessualità è fuorilegge, arriva a Bologna Rafiki, il film di Wanuri Kahiu, mentre dalla Cina arriva in prima nazionale Adonisdi Scud, uno dei registi più provocatori e scandalosi del cinema asiatico contemporaneo.
E ancora: accende i riflettori sul devastante impatto della guerra su famiglie che sono state divise e cancellate dalle migrazioni forzate il documentario The last Goldfish, dell’australiana Su Goldfish, mentre parla del ritorno in Cile di una giovane transessuale, dopo dieci anni dalla migrazione in Francia, El diablo es magnifico di Nicolas Videla
Infine, sul grande schermo di Gender Bender arriverà anche Diane a les épaules, di Fabien Gorgeart, commedia irriverente che affronta con intelligenza il tema della gestazione per altri. Con Embrasse Moi di Cyprien Vial, fa il suo ingresso la prima commedia romantica lesbica del cinema francese.
Infine, dopo la première alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva a Gender Bender Zen Sul Ghiaccio Sottile della giovane regista Margherita Ferri. Per l’occasione, la regista sarà presente in sala a presentare il suo film.
Novità di questa edizione, per la prima volta la sezione Cinema del festival assegnerà un Premio della Giovane Critica per miglior documentario e migliore fiction, in collaborazione con Cinefilia Ritrovata e Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Ma anche gli spettatori in sala potranno dire la loro, assegnando un voto a ogni film visto: il più votato vincerà ilPremio del Pubblico.
Nella sezione DANZA, la collaborazione con il Dutch Performing Arts, il programma che sostiene i creativi dei Paesi Bassi, porta a Bologna i lavori di Shailesh Bahoran, talentuoso coreografo, virtuoso dell’hip hop, attivo in Olanda ma nella cui storia si fondono le etnie dell’India e dell’America Latina; di Guilherme Miotto, coreografo brasiliano ma residente nei Paesi Bassi, che con Warriors foot rappresenta il calcio giocato dai ragazzi di strada e lo contamina con la danza; e di Fernando Belfiore, anche lui brasiliano di casa a Amsterdam, con la sua poetica sul corpo che sperimenta forme e possibilità attraverso l’incontro con diversi elementi.
Faranno parte di questa edizione anche Hope Hunt & The Ascension into Lazarus, della coreografa e performer irlandese Oona Doherty, che si addentra nella struttura degli stereotipi su mascolinità e moralità nella working class irlandese; I love my sister, del coreografo italiano Enzo Cosimi, ultima tappa della trilogia Ode alla bellezza, nella quale rappresenta il tema della transessualità, con i miti e gli archetipi che essa riunisce.
L’Ambasciata di Francia, attraverso la Fondazione dei Nuovi Mecenati, contribuisce a portare in Italia le opere di Severine Coulon, in particolare il suo immaginifico Filles & Soie, che incrocia la performance, il teatro di figura e le ombre cinesi, e spiega la femminilità e il corpo delle donne a un pubblico dai 5 anni in su; e di Thomas Lebrun, che con la sua opera satirica per cinque danzatori Les rois de la piste, prende di mira la necessità di seduzione in una danza popolare.
La danza arriverà anche nei luoghi più insoliti, ad esempio il supermercato Coop di via Andrea Costa, dove Mario Coccetti, protagonista a teatro con il suo spettacolo Sin, realizzerà un’incursione coreografica di tango e improvvisazioni con i performer Rocco Suma e Salvatore Sciancalepore.
Per la sezione TEATRO, andrà in scena il lavoro caustico e provocatorio di Alessandro Berti, che nel suo Bugie bianche. Capitolo primo: Black Dick si concentra sullo sguardo del maschio bianco sul maschio nero, e in particolare sul suo corpo, chiedendosi quale rapporto ci sia tra l’oppressione storica del bianco sul nero e la percezione di un’oppressione intima, privata, sessuale, che il bianco sente di subire nel confrontarsi con il nero.
Nella sezione INCONTRI del festival, da segnalare le presenze di Garrard Conley, autore di Boy erased – Vite cancellate, straziante memoir su che cosa significhi subire la terapia riparativa, ora diventato un film con Nicole Kidman e Russell Crowe, e di Juno Dawson, persona transgender, giornalista e autrice sia di narrativa che di saggistica, scrive regolarmente suThe Guardian, Attitude Magazine, Glamour e collabora con BBC Women’s Hourt, occupandosi di sessualità, identità, letteratura ed educazione, autrice del divertente e dissacrante Questo libro è gay, un percorso dedicato agli e alle adolescenti con cui prendere coscienza degli stereotipi su identità, ruoli e, comportamenti legati al genere, all’affettività e alla sessualità.
In programma anche un convegno – Queer visual culture – curato da Fruit Exhibition, con editori internazionali ed esperti di pubblicazioni e di linguaggio visuale queer e di genere.
Sette i LABORATORI di questa edizione, condotti da artisti nazionali e internazionali: A way of Life condotto da Shailesh Bahoran (Paesi Bassi), Am I what I am because I found myself? della compagnia Gruppo Elettrogeno – Orbitateatro, Pleasure body di Giorgia Nardin che celebra i corpi queer, femme, trans, non binari, Progetto S. di Mario Coccetti, Warriors Foot di Guilherme Miotto (Paesi Bassi), Welcome to the Chaos di Oona Doherty (Irlanda), Seeking Unicorns in Bologna di Chiara Bersani, coreografa dal corpo non conforme, che creerà a Bologna il primo branco di unicorni, attraverso l’incontro dei corpi, dei respiri e delle voci di creature diverse.
Occhi puntati anche sui PARTY: farà festa con la Roboterie il duo Faka, vero e proprio movimento culturale sudafricano fondato da Fela Gucci e Desire Marea che combina forme espressive diverse, dalla musica alla live performance, dalla letteratura alla fotografia, sul tema dell’appartenenza alla comunità queer nera dell’Africa post-coloniale; infine, per la notte di Halloween arriverà dalla Spagna la dj La Bambola.
I sostenitori
Gender Bender è prodotto dal Cassero LGBTI Center ed è realizzato con il contributo di Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Coop Alleanza 3.0, Ambasciata di Danimarca, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Legacoop Bologna, Fondazione Unipolis, Nuovi Mecenati – Fondazione franco–italiana per la creazione contemporanea, Fonds Podium Kunsten – Performing Arts Fund NL, Immobiliare Losanna.
I patrocini
Regione Emilia – Romagna, Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.