dal sito ufficiale del Sicilia Queer FilmFest
Aggiornamento del 7 giugno 2018:
I vincitori dell’ottava edizione del Sicilia Queer filmfest
Con la proclamazione delle opere vincitrici si è conclusa l’ottava edizione del Sicilia Queer Filmfest, che dal 31 maggio al 6 giugno ha portato a Palermo il grande cinema internazionale.
La giuria internazionale del SQ2018 presieduta dal critico cinematografico Luciano Barisone e composta dalla scrittrice francese Alizé Pepper, dal regista austriaco Patric Chiha, dall’attrice e regista italiana Eleonora Danco e dal regista angolano Carlos Conceição assegna il premio per il miglior lungometraggio della sezione New Visionsa Les garçons sauvages del regista francese Bertrand Mandico. La giuria, inoltre, segnala con una menzione speciale il film del regista francese Cédric Venail, A discrétion. La stessa giuria assegna il premio per il miglior cortometraggio della sezione Queer Short a Just Past Noon on a Tuesday del regista americano Travis Mathews.
Ai premi della giuria internazionale si aggiunge quello dall’Associazione 100Autori e quello del Coordinamento Palermo Pride. La prima premia il lungometraggio Les garçons sauvages del regista francese Bertrand Mandico e il cortometraggio Just Past Noon on a Tuesday del regista americano Travis Mathews, mentre quella delCoordinamento Palermo Pride premia il lungometraggio El silencio es un cuerpo que cae della regista argentinaAgustina Comedi e assegna la menzione speciale a Les garçons sauvages di Bertrand Mandico, il premio per il miglior cortometraggio va ad ex aequo a Dances dell’australiano Ramon Watkins e a Pre-Drink del canadeseAntoine Lemire, mentre la menzione speciale viene assegnata a Namoro à distância della brasiliana Carolina Markowicz.
Le motivazioni della giuria internazionale SQFF2018
Premio miglior lungometraggio – New Visions:
Les garçons sauvages, di Bertrand Mandico / Francia, 2017
«Un film il cui principio di messa in scena ha fatto riscoprire agli spettatori il piacere originario del cinema, quando un film era un gioco; e anche un giocattolo. Un film, che mettendo in questione il concetto d’identità sessuale ne inventa una nuova, fantasmatica e universale» .
menzione speciale:
A discrétion, di Cédric Venail / Francia, 2017
«Un film che ha affascinato i giurati, ricordando loro che il cinema è un’arte affabulatoria, posta a metà strada fra il vero e il falso; un’arte che si nutre di un universo, al contempo reale e immaginario, fatto di spazi, volti, parole, e che vive grazie allo straordinario lavoro di incarnazione degli attori».
Premio miglior cortometraggio – Queer Short:
Just Past Noon on a Tuesday, di Travis Mathews / Brasile – Stati Uniti, 2018
«A un film che mostra in maniera estremamente efficace la distanza esistente fra la vitalità di due corpi in azione e il sentimento dolente di una vita vissuta che li abita, una scheggia di cinema a metà fra realtà fotografate e fantasmi dell’immaginazione».
Le motivazioni della giuria 100 autori
Les garçons sauvages, di Bertrand Mandico / Francia, 2017
«Per la sua capacità di guardare indietro, fino alle origini del cinema, e per la sensibilità di cui dà prova il regista nel rievocare le ombre del passato, trasformando la mera citazione in un atto di creazione radicato nella contemporaneità. Les garçons sauvages è un’opera figlia del proprio tempo che ha però il pregio di permettere allo spettatore di assistere alla genesi dell’immagine e alla rimodulazione incessante dei giovani corpi: un movimento, selvaggio e aggraziato, che crea mondi audio-visivi inesplorati»,
Just Past Noon on a Tuesday, di Travis Mathews / Brasile – Stati Uniti, 2018
«Per la sua capacità di lavorare sullo spazio, sondandolo con estrema delicatezza, al fine di cogliere le implicazioni temporali in esso annidate. L’appartamento è l’ultimo legame tangibile tra la persona scomparsa e coloro che lo hanno amato, una finestra su un mondo che si staglia ben al di là della scacchiera urbana, una soglia schiusa a un tempo lontano e inafferrabile, eppure ancora visibile e flagrante: la promessa di un futuro avvolgente attraverso la transitorietà del presente e la vaporosità del passato».
Le motivazioni della giuria del Coordinamento Palermo Pride
PREMIO LUNGOMETRAGGIO:
El silencio es un cuerpo que cae di Agustina Comedi / Argentina, 2017
«Attraverso la lente di una videocamera, testimone delle vite intorno a Jaime, ci viene restituita la storia di un’epoca e della sua comunità LGBTQI+. Nel corso della narrazione documentaristica operata dalla regista Agustina Comedi si susseguono diverse soggettività le quali evocano i diversi temi trattati: omosessualità e comunismo, impegno sociale, lesbismo, transessualità, bisessualità e dragging, senza mai farlo in maniera scontata, ma solo in maniera diretta e sincera, senza la paura di mostrare le proprie contraddizioni e i propri pregiudizi. Dalla pellicola riemerge una comunità LGBTQI+ che sa ancora condividere lo stesso linguaggio e la volontà di fare elaborazione a partire dalle proprie stesse vite, dai propri affetti, dall’affetto per Jaime. Agustina Comedi non ricostruisce solo la vita del padre, quest’ultima diventa una narrazione in cui ognun* di noi può situarsi e riflettere anche a partire dallo shock sociale causato dall’epidemia dell’AIDS . El Silencio Es Un Cuerpo Que Cae è un coraggioso elogio che la regista fa nei confronti della libertà, reso ancora più commovente dal rimpianto espresso da una figlia per la rinuncia del padre e vivere a pieno la propria omosessualità»
menzione speciale:
Les garçons sauvages, di Bertrand Mandico / Francia, 2017
«Attraverso una narrazione fantastica e innumerevoli citazioni cinematografiche, la pellicola di Bertrand Mandico mette in scena uno spettacolo transgenere e debordante in cui violenza, potere e desiderio si intrecciano. La storia di una ri-educazione si trasforma in una narrazione politica che mette al centro delle dinamiche della violenza i generi finendo tuttavia per contraddire se stessa e far emergere un dato: le dinamiche della violenza volte all’acquisizione del potere travalicano i generi e diventano metodo condiviso».
PREMIO CORTOMETRAGGIO:
Dances di Ramon Watkins / Australia, 2018
«Perché, grazie ad una esplosiva e coloratissima festa di corpi danzanti riesce a rendere potentemente fisico il più incorporeo dei mondi: quello delle conversazioni nelle app di incontri. Una coreografia di ragazze e ragazzi, persone trans*, corpi Queer e spesso non conformi per raccontare il desiderio, l’attesa, la conferma ma anche lo stereotipo, il rifiuto ed il pregiudizio di Genere o razziale. Per ricordarci che anche dietro l’incorporeità di uno schermo, l’accettazione o il rifiuto toccano sempre corpi reali e vivi. E poi, cosa è stilisticamente più Queer del riuscire a coreografare persino un ritmo di messaggini ed emoji?».
ex aequo:
Pre-Drink di Marc-Antoine Lemire / Canada, 2017
«Per aver messo in scena con estrema sensibilità la storia di due corpi, due amici che solo dopo i cambiamenti fisici di Alexe e l’imminente decisione che la protagonista sta per prendere riescono a vedersi reciprocamente come corpi “desideranti”. Il sesso fra i due diventerà la lente attraverso la quale la soggettività di Alexe mostrerà le proprie fragilità e incertezze, ma anche la forza di amare se stessa più dell’amico Carl. Pre-Drink, travalicando generi e orientamenti, diventa uno splendido modo in cui raccontare la queerness che sottende le vite di alcun*».
menzione speciale:
Namoro à distância di Carolina Markowicz / Brasile, 2017
Per il coraggio di rendere protagonista la xenofilia portata al suo estremo in un momento in cui la xenofobia viene celebrata come valore, e per aver rappresentato in un pugno di minuti, con un dosaggio equilibrato tra recitazione e animazione, umorismo e alienazione, distopia e utopia, la tensione tra paura e desiderio, con la vittoria del desiderio sulla paura e persino sulle inflessibili leggi dello spazio-tempo.
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Nell’anno in cui Palermo è Capitale italiana della cultura, il Sicilia Queer filmfest torna per la sua ottava edizione in una versione speciale, costruita sin dalla serata di apertura come un dialogo aperto della città con il mondo.
Giovedì 31 maggio, dopo le inaugurazioni pomeridiane delle mostre di Vincent Dieutre (Spazio Franco, Cantieri Culturali alla Zisa) e di Catherine Opie (Centro Sperimentale di Fotografia, Cantieri Culturali alla Zisa), dove si presenterà in anteprima nazionale il suo primo film The Modernist, il Festival prenderà ufficialmente il via, a partire dalle ore 20.30 al Cinema De Seta, con una serata inaugurale curata da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina (ovvero La rappresentante di lista), e intitolata Questo corpo che mi vuole bene: un’occasione di incontro, di elaborazione di saperi e di produzione artistica, nonché una presentazione della vitalità e della diversità della scena. Sul palco, con le scenografie curate dello scultore Daniele Franzella, si avvicenderanno performer straordinari, come Ernesto Tomasini che incontrerà per la prima volta il compositore di musica elettronica Gaetano Dragotta, a.k.a. go-Dratta.
La serata proseguirà con la proiezione dell’anteprima nazionale del lavoro di Stefano Savona con le animazioni di Simone Massi, La strada dei Samouni, reduce dai successi del Festival di Cannes. Film di grande libertà registica, documentario di creazione di uno dei più importanti rappresentanti del cinema italiano contemporaneo, tragicamente attuale nei giorni che seguono il trasferimento dell’Ambasciata americana a Gerusalemme e i continui raid israeliani sulla Striscia di Gaza, il regista palermitano disegna un ritratto di famiglia alternando immagini reali e racconto animato, sul filo dei ricordi, prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite nel gennaio del 2009, quando, durante l’operazione “Piombo fuso”, vengono massacrati 29 membri della famiglia.
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LA STRADA DEI SAMOUNI
di Stefano Savona / Italia 2018 / 135′ / anteprima nazionale
31 maggio ore 20.00 Cinema De Seta
Da quando la piccola Amal è tornata nel suo quartiere, ricorda solo un grande albero che non c’è più. Un sicomoro su cui lei e i suoi fratelli si arrampicavano. Si ricorda di quando portava il caffè a suo padre nel frutteto. Dopo è arrivata la guerra. Amal e i suoi fratelli hanno perso tutto. Sul filo dei ricordi, immagini reali e racconto animato (le animazioni sono realizzate da Simone Massi) si alternano a disegnare un ritratto di famiglia, prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite in quel gennaio del 2009, quando, durante l’Operazione Piombo fuso, vennero massacrati ventinove membri della famiglia.
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Il Festival, che proseguirà fino al 6 giugno, presenterà la sua programmazione muovendosi tra quattro sale di proiezione: il Cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa, vero e proprio cuore pulsante del village cinematografico del Sicilia Queer, ma anche la Sala Bianca del Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia, la Sala Wenders del Goethe-Institut Palermo e la Sala Noir del Cinema Rouge et Noir, dove saranno replicati, dall’1 al 5 giugno, i lungometraggi e i cortometraggi del concorso.
«Il Sicilia Queer ha l’ambizione di lavorare sul presente per contribuire alla costruzione del futuro – afferma Andrea Inzerillo –. Questo lavoro avrà avuto senso se un giorno se ne potrà riconoscere la dimensione generativa: lo scopo del festival non è il festival stesso, ma gli incontri, le relazioni, le trasformazioni che esso riesce ad operare. La cosa più importante del festival è ciò che il festival oggi non è, e forse anche ciò che in futuro non potrà essere, ma che nello stesso tempo permetterà di diventare alle persone che lo attraversano, magari anche distrattamente. Abbiamo la sensazione – altri diranno la presunzione – che il Sicilia Queer sia un laboratorio in cui non è in gioco soltanto un evento, ma una parte del futuro di questa città».
Le tematiche di genere si intrecciano al genere come linguaggio nella programmazione del Sicilia Queer 2018: così una parte significativa del panorama contemporaneo sembra misurarsi con il queer al cinema. Metamorfosi, ibridazioni, misteri, distorsioni delle immagini per un cinema che mescola i nuovi linguaggi con il ricorso agli archivi personali: se il cinema queer può distinguersi dalle forme del cinema mainstream non è soltanto per le storie che racconta ma per il modo in cui lo fa, nel tentativo di forzare la norma della narrazione cinematografica e aprirla verso nuovi orizzonti. Orizzonti che dialogano in maniera feconda con una certa (moderna) classicità cinematografica, che viene esplorata dal festival in modo originale anche nelle proposte legate alla storia del cinema.
Ancora una volta un regista internazionale realizza il trailer del Sicilia Queer filmfest: tocca quest’anno allo svizzero Lionel Baier, che sarà ospite del Festival e presenterà in anteprima nazionale e nella sezione Panorama Queer il suo Prénom: Mathieu che narra di un serial killer e di un tentato omicidio nella Svizzera degli anni Ottanta.
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ONDES DE CHOC. PRÉNOM : MATHIEU
di Lionel Baier / Svizzera 2017 / 60′
/ v.o. sott. it. / anteprima nazionale
sarà presente il regista
1 giugno ore 20.30 De Seta
Il diciassettenne Mathieu Reymond si risveglia in ospedale dopo essere stato violentato e torturato da un uomo conosciuto mentre faceva l’autostop. Come in una sorta di sogno lucido, Mathieu mette insieme gli sprazzi di memoria di quella notte e ricostruisce gradualmente i tratti del suo aggressore, aiutato dalla polizia locale. Nella semplicità della rappresentazione Baier dà forma all’orrore, utilizzando un linguaggio pulito e onirico, senza lasciare spazio a eccessi morbosi. Prénom : Mathieu fa parte della serie Ondes de choc, quattro pellicole realizzate da quattro registi svizzeri su noti fatti di cronaca nera avvenuti nel paese elvetico.
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Nella stessa sezione si segnalano, tra gli altri, Oggi sono passato e tu non c’eri, imperdibile cineconcerto di Canecapovolto con Elisa Abela e la proiezione, introdotta dal regista Carlos Marques-Marcet, di Tierra firme, commedia romantica di uno dei giovani talenti del cinema spagnolo.
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TIERRA FIRME
di Carlos Marques-Marcet
/ Spagna 2017 / 113′ / v.o. sott. it.
sarà presente il regista
5 giugno ore 20.30 De Seta
Eva e Kat sono una coppia di trentenni che vive un’esistenza dimessa e spensierata nella loro barca su un canale londinese, fino a che Eva non manifesta il desiderio di avere un figlio. Kat è restia, consapevole che i sogni di una vita bohémienne insieme troverebbero fine. Tuttavia, quando il migliore amico di Kat, Roger, arriva da Barcellona per fare festa con le ragazze, i tre fantasticano di avere un bambino insieme. Tierra firme è al contempo un film tradizionale e alternativo, una commedia romantica che difende gli stili di vita che non si rifanno agli stilemi suburbani, per via di scelte insolite, non oberate da vincoli strettamente economici.
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La presenza di Gianni Amelio incardina la sezione di storia del cinema italiano Retrovie italiane, curata da Umberto Cantone, su due temi fondamentali: il cinema e il suo fuori. Da un lato la trasformazione del cinema in un mondo di carta, nell’esplorazione che Amelio, Cantone e il critico Emiliano Morreale faranno in un incontro pubblico dedicato al mondo dei cineromanzi; dall’altro il cinquantennale del ’68 raccontato attraverso un altro mondo di carta, ben più politicizzato, come quello delle riviste cinematografiche.
Ad accompagnare tutte le proiezioni del Festival, d’altra parte, saranno le disSEMInazioni di Fulvio Baglivi: brevi estratti video dal ’68 (in collaborazione con la Cineteca di Bologna) che apriranno ogni spettacolo per tutta la settimana: perché, come scrive Baglivi in catalogo, «Il ’68 non è un evento isolato ma un punto di rottura in cui si manifesta l’ultimo tentativo (finora) di resistenza al capitalismo e alla disumanizzazione. È un emergere del possibile: idee, sogni, rabbia covati e coltivati negli anni precedenti, non un fenomeno improvviso ma un’esplosione, poco congegnata e senza orologeria, che per un po’ imporrà la scelta tra una vita da artificieri contrapposta alla vita artificiale».
Gianni Amelio presenterà al pubblico palermitano uno dei suoi film più significativi, Lamerica (2 giugno, ore 20.30 – Cinema De Seta) prima di discutere (3 giugno, ore 11.00 – Cinema De Seta) con Piero Melati, direttore artistico di Una marina di libri, del suo nuovo romanzo Padre Quotidiano.
Introdotta dalla proiezione di J’embrasse pas (Niente baci sulla bocca, 1991), il 23 maggio alle ore 20.30 presso il Cinema Rouge et Noir, – il film di André Téchiné interpretato da Philippe Noiret ed Emmanuelle Béart che racconta la vita parigina del giovane gigolò Jacques Nolot – la sezione Presenze è dedicata a uno degli attori e registi più singolari del cinema contemporaneo, il francese Jacques Nolot appunto, di cui verrà esplorata l’intera produzione da regista. Autore di un’autobiografia preziosa fatta di tre lungometraggi da lui diretti più due film realizzati da André Téchiné, Nolot ha creato un’opera intima sconvolgente e disturbante che non ha paragoni. Il suo è un approccio crudo, ironico e sensibile al mondo della sessualità e dell’omosessualità, e l’esplorazione della sua vita è un’invenzione e reinvenzione continua. Un cinema di corpo e di carne, di parola e di pensiero, poco noto in Italia, forse per la sua capacità di sfidare ogni cliché, di lacerare ogni convenzione e di guardare in faccia lo spettatore fino a penetrare nella sua intimità.
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AVANT QUE J’OUBLIE
di Jacques Nolot / Francia 2007 / 108′ / v.o. sott. it.
4 giugno ore 20.30 De Seta
Primi anni 2000, nei pressi di Montmartre: Pierre, uomo sulla sessantina, vive da solo nel suo appartamento, il suo compagno ed editore Toutoune è appena morto. Il triste evento spinge Pierre a fare un bilancio della propria vita. Le sue giornate trascorrono tra una sigaretta e lo sforzo di ricordare il suo passato. Sente il bisogno di cominciare una terapia. In una giornata calda, Pierre scopre una lettera di Toutoune del 1985. Avant que j’oublie è una riflessione sulla vita, sul tempo che passa e su ciò che rimane. È stato inoltre scelto dalla celebre rivista Cahiers du cinéma come uno tra i migliori 10 film del 2007.
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Particolarmente originale è anche la proposta della Carte postale à Serge Daney, con un dittico cinematografico in bianco e nero: un classico della storia del cinema come Il servo di Joseph Losey dialoga con la storia di un altro servo, il maggiordomo di casa Moreira Salles, intervistato dal regista João Moreira Salles in un ritratto appassionante nel film Santiago, una rarità che sarà introdotta al Cinema De Seta dal presidente della giuria internazionale Luciano Barisone, già direttore artistico di festival importanti come Alba, Festival dei Popoli e Visions du Réel di Nyon.
Insieme a Luciano Barisone fanno parte della giuria internazionale del SQ2018 la giovane scrittrice francese Alizé Pepper, il regista austriaco Patric Chiha, vincitore nel 2017 del concorso di Nuove Visioni con il suo “Brüder der Nacht”, l’attrice e regista italiana Eleonora Danco (N-capace) e il regista angolano Carlos Conceição, habitué di Cannes con i suoi film. La giuria avrà il compito di scegliere il miglior cortometraggio della sezione Queer Short e il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni, aperta a opere prime e seconde e nuovi sguardi non necessariamente legati a tematiche LGBT.
I vincitori riceveranno rispettivamente di 500 e 1.000 euro e un’opera realizzata dall’artista Daniele Franzella.
Alla giuria internazionale si affiancheranno la Giuria del Coordinamento Palermo Pride e quella dell’Associazione 100Autori.
La sezione Eterotopie proporrà un’opera prima, il film Martyr di Mazen Khaled presentato alla Biennale College dell’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia; col film dialoga la mostra Lascia che ti guardi, lascia che ti tocchi, curata dal regista Roy Dib, che sarà inaugurata il 30 maggio a Palazzo Sant’Elia, all’interno degli eventi collaterali di Manifesta 12. La mostra, organizzata in collaborazione con il Coordinamento Palermo Pride e con ruber.contemporanea sarà visitabile fino al 30 giugno. E ancora arte contemporanea ai Cantieri Culturali alla Zisa (Bottega 2) con Arnold Pasquier che ci porta tra il Cretto di Burri di Gibellina e San Paolo in Brasile per la sua L’amour moderne [le jour, la nuit].
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MARTYR
di Mazen Khaled / Libano-Italia 2017 / 84’ / v.o. sott. it.
4 giugno ore 16.00 De Seta
La vita di Hassane, un ragazzo di Beirut rimasto senza lavoro e senza prospettive, sembra scorrere nell’apatia. Le sue giornate monotone si svolgono in spiaggia insieme agli amici. L’apatia si spezza nel momento in cui Hassane decide di tuffarsi in mare da un cavalcavia e muore annegato. In seguito alla sua morte, la comunità di amici si stringe nel cordoglio attorno al corpo senza vita dell’amico, ingaggiando insieme alla famiglia tutti i rituali di cordoglio dovuti a un martire. Tra l’arte visuale e la performance art, Martyr ci mostra l’inevitabile martirio della giovane popolazione libanese.
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Ancora un appuntamento straordinario chiuderà il Festival il 6 giugno dalle 20.30 al Cinema De Seta. Dopo la serata di premiazione sarà proposto infatti in anteprima internazionale il nuovo film di Yann Gonzalez, autore del cult Les rencontres d’après-minuit (presentato al Sicilia Queer 2014) e appena reduce con grande clamore dalla competizione principale del Festival di Cannes. C’è grande attesa in tutto il mondo per il suo nuovo lungometraggio, interpretato da Vanessa Paradis e Nicolas Maury, che ancora una volta dialoga con il cinema di genere (Dario Argento su tutti) trasmutandolo nelle forme di un nuovo cinema queer: il thriller Un couteau dans le coeur è ambientato a Parigi alla fine degli anni Settanta e racconta la storia di una produttrice di porno gay d’accatto che per amore si lancia in un’impresa che non va come previsto: un omicidio e una strana inchiesta finiranno per sconvolgerle la vita. Il Sicilia Queer accoglierà il regista per presentare il film a Palermo in occasione della sua prima uscita in un contesto internazionale.
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UN COUTEAU DANS LE COEUR
di Yann Gonzalez
/ Francia 2018 / 110′ / v.o. sott. it. / anteprima internazionale
sarà presente il regista
6 giugno ore 20.30 De Seta
Parigi, estate 1979. Anne è una produttrice di porno gay a buon mercato. Quando Loïs, sua montatrice e compagna, la lascia, cerca di riconquistarla girando un film ancora più ambizioso dei precedenti con il suo complice di lunga data Archibald. Ma uno dei loro attori viene trovato selvaggiamente ucciso e Anne viene trascinata in una strana inchiesta che sconvolgerà la sua vita. Appena presentato in concorso al Festival di Cannes e interpretato da una conturbante Vanessa Paradis, Yann Gonzalez firma un thriller ad alta tensione pieno di provocazioni che lasciano il segno.
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PREMIO NINO GENNARO 2018
ll Premio Nino Gennaro, intitolato a un esempio di intellettuale siciliano eclettico e non allineato, che viene assegnato a un artista o intellettuale distintosi per la sua attività e il suo impegno nella diffusione internazionale della cultura queer, quest’anno sarà consegnato al tedesco Wolfgang Tillmans. Primo fotografo non britannico a vincere il prestigioso Turner Prize, nel 2000, Tillmans è tra gli artisti contemporanei che con maggior intensità hanno esplorato il potenziale della fotografia. Celebri le sue immagini degli anni ’80 che raccontano le subculture giovanili e i loro contesti: dai Gay Pride al mondo dei club e della techno, fotografie di strada, ritratti, still life e paesaggi in continua evoluzione che si rinnovano grazie alla natura aperta e mai statica delle immagini.
Concorso Internazionale di lungometraggi
Sono 8 i lungometraggi che concorrono al Premio Nuove Visioni a cui andrà un premio di 1.000 euro assegnato dalla giuria internazionale composta da Luciano Barisone (critico cinematografico) Alizé Pepper (scrittrice e artista) Carlos Conceição (regista) Patric Chiha (regista, vincitore Nuove Visioni 2017) Eleonora Danco (regista, performer e attrice). Il Concorso internazionale di lungometraggi di finzione e documentari alla sua terza edizione è una sezione competitiva dedicata a opere prime e seconde che propone al suo interno nuovi autori e nuovi sguardi del cinema contemporaneo, film innovativi sotto diversi punti di vista, non necessariamente legati a tematiche queer.
ABU
Arshad Khan / Canada 2017 / 80′ / v.o.sott. it. – sarà presente il regista
5 giugno ore 22.30 Cinema De Seta
Un viaggio al centro di una famiglia che si divide, quando si confronta con questioni come la religione, la sessualità, il colonialismo e la migrazione. Attraverso linee narrative diverse, composte da filmini e fotografie di famiglia, film della Bollywood classica e altri materiali, il regista costruisce il racconto della propria identità omosessuale rivendicata, conducendo gli spettatori dentro le relazioni tese che intercorrono fra la famiglia e il destino, il conservatorismo e il liberalismo, la modernità e i valori del passato.
A DISCRÉTION
di Cédric Venail / Francia 2017 / 50′ / anteprima nazionale – sarà presente il regista
2 giugno ore 18.30 / 3 giugno ore 18.30 De Seta
À discrétion ci mostra l’incontro e il dialogo tra un anziano signore e uno sceneggiatore, interessato a scrivere su una peculiare abitudine passata del signore: in un luogo segreto, una sala buia che si affacciava su un finto specchio che mostrava il mondo al di fuori di essa, un gruppo di sconosciuti, signore compreso, si sono incontrati per anni, spiando le abitudini e i minimi gesti dei passanti. Il piacere dello sguardo, quando viene lasciato libero di osservare qualcuno nella sua totale spontaneità, diviene il fulcro del dialogo tra i due.
AS BOAS MANEIRAS
di Marco Dutra e Juliana Rojas/ Brasile-Francia 2017 / 135′ / v.o. sott. it.
2 giugno ore 16.30 Rouge et Noir – 3 giugno ore 20.30 De Seta
Clara è un’infermiera che viene assunta da Ana, giovane donna dell’alta borghesia brasiliana allontanata dalla famiglia a causa di una gravidanza inattesa. Ma le apparenze di una narrazione convenzionale saranno presto disattese in questo film articolato e spiazzante. Le tematiche horror e di genere si legano a un’indagine su ciò che sembra ma non è, sulle classi sociali del Brasile contemporaneo, sulla dimensione affettiva con le sue luci e le sue ombre fino ad abbandonarsi a una riflessione sul cinema e sul suo carattere fortemente evocativo.
BLUE MY MIND
di Lisa Brühlmann / Svizzera 2017 / 97′ / v.o.sott. it.
5 giugno ore 16.30 Rouge et Noir
Mia è una giovane quindicenne appena trasferita con la famiglia in una piccola cittadina vicino Zurigo. Come per qualsiasi adolescente, il periodo di ambientamento nella nuova scuola è sempre un po’ difficile e sofferto. Mia però riuscirà a farsi accettare all’interno di un gruppo di ragazzine disinibite seguendole e imitandole nel loro atteggiamento ribelle. Blue my mind, lungometraggio d’esordio della regista svizzera Lisa Brühlmann, è un film audace, capace di spiazzare il pubblico mescolando un’apparente narrazione da film sull’adolescenza con un racconto dai forti connotati fantasy e horror, un film che ragiona sul cinema e sulle potenzialità dei generi cinematografici.
LES GARÇONS SAUVAGES
di Bertrand Mandico / Francia 2017 / 110′ / v.o.sott. it.
2 giugno ore 22.30 De Seta / 4 giugno ore 16.30 Rouge et Noir
Primi del ‘900, Île de la Réunion, un gruppo di cinque adolescenti commette un efferato crimine, violentando e uccidendo brutalmente una donna. Il processo che ne segue affiderà a un bizzarro capitano di nave la rieducazione dei cinque galeotti forzatamente costretti a un’avventurosa traversata oceanica per raggiungere l’isola del Piacere. Una miscela tra la tradizione del romanzo d’avventura ottocentesco con le suggestioni del cinema di Jean Vigo, di Jean Genet, con il cromatismo del Querelle di Fassbinder, un gioco di citazioni più o meno esplicito che restituisce, grazie anche all’artigianalità nella realizzazione degli effetti speciali, una dichiarazione d’amore nei confronti della settima arte.
OCCIDENTAL
di Neïl Beloufa / Francia 2017 / 73′ / v.o. sott. it.
1 giugno ore 18.30 cinema Rouge et Noir ore 16.30 / 3 giugno ore 22.30 De Seta
Una commedia degli equivoci ambientata in una Parigi in subbuglio. Due strani personaggi entrano nel surreale microcosmo dell’Hotel Occidental, facendo finta di essere italiani e provocando una serie di incomprensioni e buffi misunderstanding. Neïl Beloufa gioca con le differenze culturali per dar vita a una commedia sopra le righe, seduttiva e intrigante.
EL SILENCIO ES UN CUERPO QUE CAE
di Agustina Comedi / Argentina 2017 / 72′ / v.o. sott. it. / anteprima nazionale
1 giugno ore 16.00 cinema De Seta
Agustina trova delle videocassette che suo padre Jaime ha registrato prima dell’incidente che gli ha tolto la vita. I segreti di famiglia che circondano Jaime spingono Agustina a farsi coinvolgere. La sua ricerca rivelerà una storia segnata dall’omosessualità e dall’attivismo politico di Jaime, completamente alla luce del sole fino a quando si è sposato all’età di 40 anni, e poi tenuto in segreto assoluto.
TEAM HURRICANE
di Annika Berg / Danimarca 2017 / 96′ / v.o. sott. it.
3 giugno ore 18.30 Rouge et Noir / 4 giugno ore 22.30 De Seta
Otto ragazze adolescenti durante un’estate scoprono il bisogno dell’una per l’altra nell’affrontare il caos che l’adolescenza porta con sé. Nel mettere in scena un gruppo di teenager radicali in un mondo ordinario, questo film punk tutto al femminile fonde materiale documentario con elementi molto stilizzati di finzione. Team Hurricane ritrae in modo estremamente onesto e naturale che cosa significa l’essere adolescenti con tutta la gioia, le difficoltà, i crolli e l’eccitamento che ciò porta con sé, in un mondo che finalmente permette loro di esplorare appieno la propria identità ben al di là dei ruoli binari di genere.
Altri film da non perdere:
Der Kuchenmacher
Ofir Raul Graizer / Germania-Israele 2017 / 105′ / v.o. sott. it. e eng.
4 giugno ore 18.30 Goethe-Institut
Thomas è un giovane pasticcere tedesco. Ha una relazione clandestina con Oren, un uomo sposato israeliano che per lavoro si trova spesso a Berlino. Quando Oren muore in un incidente stradale, Thomas parte per Gerusalemme alla ricerca di risposte sulla sua morte. È qui che conosce Anat, la vedova dell’amante, che gestisce un piccolo caffè. Der Kuchenmacher è una dichiarazione d’amore nei confronti delle persone, della vita, del cibo e del cinema, un film che ci obbliga a mettere in discussione le nostre definizioni di religione, sessualità e nazionalità.
THEY
di Anahita Ghazvinizadeh
/ Stati Uniti-Qatar 2017 / 80′ 5 giugno ore 16.00 De Seta
/ v.o. sott. it.
5 giugno ore 16.00 De Seta
J ha quattordici anni. J vuole il pronome “they”. “They” vuol dire “loro”. J vivono con i genitori nella periferia di Chicago. J stanno esplorando la loro identità di genere mentre seguono una terapia ormonale per ritardare la pubertà. Dopo due anni di terapia, J devono decidere se effettuare o no la transizione. Durante il week-end decisivo, mentre i loro genitori sono in viaggio, la sorella di J e il suo ragazzo iraniano arrivano per prendersi cura di loro. They è un film che sa affrontare il tema tanto complesso della transizione di genere con una dolcezza e una semplicità disarmanti.