G. Sala, F. Vecchioni, M. Azzalino, P. Majorino
Dal sito ufficiale diversitylab.it
DIVERSITY MEDIA AWARDS – L’INCLUSIONE CHE FA LA DIFFERENZA
Nel corso della conferenza stampa, resi noti i nominati per i Diversity Media Awards 2018, riconoscimenti per i migliori contenuti media sui temi LGBTI che verranno assegnati il 23 maggio a Milano in una serata di gala
Il ritratto restituito dal Diversity Media Report 2018 mostra l’uscita delle tematiche LBGTI dall’agenda politica dopo l’approvazione del DDL Cirinnà sulle unioni civili e, insieme, uno sdoganamento dei temi nell’ambito della società civile: questi e altri sono i dati che emergono dal DMR 2018, la ricerca sulla rappresentazione di persone e tematiche LGBTI nei media (cinema, TV, radio, pubblicità, web e stampa) in Italia durante tutto il 2017 condotta da Diversity, fondata e presieduta da Francesca Vecchioni, che realizza progetti per promuovere l’inclusione (sui temi della discriminazione di genere, età, orientamento sessuale, disabilità, religione, condizioni socio-economiche ed etnia).
“Il modo di raccontare persone e storie LGBTI nei media italiani è indicativo del livello di inclusione della società. Chi crea contenuti mediatici e sa raccontare queste storie spesso rappresenta anche altre forme di diversity (genere, età, disabilità, etnia, religione, orientamento sessuale) contribuendo così a promuovere una cultura più inclusiva. La politica – ha dichiarato Francesca Vecchioni – nel 2017 non si occupa più di inclusione e LGBTI ma, dall’analisi dell’informazione dei prodotti mediatici, ci accorgiamo di quanto il tema sia caro alla società civile. Se qualcuno pensava che la legge sulle unioni civili non servisse, o interessasse una minoranza ristretta, si deve ricredere: i dati mostrano quanto importante sia il suo impatto reale sulle persone. Dove non è arrivata la legge – ricordiamo l’assenza del matrimonio egualitario e la tutela per le figlie e i figli di coppie omosessuali – arriva l’immaginario collettivo, con una rappresentazione mediatica che punta su questi temi, di fatto, normalizzandoli”.
Alla presenza del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala e di Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano, Francesca Vecchioni ha illustrato i dati della ricerca affiancata da Monia Azzalini, Responsabile del settore Media e Gender dell’Osservatorio di Pavia.
“Milano – ha detto il Sindaco di Milano Giuseppe Sala – darà anche quest’anno il patrocinio al Pride che si svolgerà in città alla fine di giugno. Milano, dopo Toronto nel 2018 e New York nel 2019, ospiterà nel 2020 la convention mondiale del turismo LGBT perché considerata gay friendly al pari di altre grandi città del mondo. Milano non farà nessun passo indietro sul tema dei diritti civili, semmai saranno solo passi avanti. In questi ultimi giorni si è tornati a parlare di questo argomento e con convinzione, proprio in occasione della presentazione del Diversity Media Report, che ci illustra come la società civile stia cambiando proprio in riferimento alle tematiche Lgbt, mi sento di ribadire il nostro impegno e la nostra partecipazione all’affermazione di diritti che sono per noi, senza distinzione, diritti di tutti”.
Diversity Media Awards
Francesca Vecchioni ha poi annunciato le candidature per i Diversity Media Awards 2018 e lanciato il voto popolare. Fino al 20 maggio chiunque potrà scegliere su www.diversitylab.it/voting tra i nominati delle seguenti categorie: Miglior Film, Miglior Serie Italiana TV, Miglior Serie Straniera TV, Miglior Programma TV, Miglior Programma Radio, Miglior Pubblicità, Personaggio dell’Anno, Miglior Influencer e Premio Media Young assegnato dal pubblico under 25.
Vengono, inoltre, attribuiti tre riconoscimenti ai protagonisti dell’informazione: Miglior TG, Miglior Articolo Informazione, Miglior Articolo Costume.
I contenuti mediatici e i personaggi che nel 2017 più si sono distinti per una rappresentazione rispettosa delle persone e delle tematiche LGBTI nei media saranno premiati durante una serata di gala il 23 maggio al Teatro Vetra di Milano. L’evento ha la direzione artistica di Fabio Canino, anche conduttore della serata affiancato sul palco da Diana Del Bufalo e con Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, come inviato speciale.
È uno show al quale intervengono personalità delle istituzioni, dell’economia, dello sport, dello spettacolo, della cultura. Il claim di quest’anno sarà This is me, dal titolo del brano tratto dalla colonna sonora del film The Greatest Showman, vero e proprio manifesto della diversità. Questo sono io, da intendersi come rivendicazione coraggiosa e orgogliosa della propria identità, qualunque essa sia. La cena che accompagnerà la serata è uno show nello show creata da 3 grandi chef stellati – Claudio Sadler, Antonio Guida, Giancarlo Morelli – della prestigiosa associazione Le Soste.
La serata di assegnazione dei Diversity Media Awards è il momento ‘visibile’ e pubblico di una attività che Diversity conduce tutto l’anno tra istituzioni, scuole, aziende, media. Una attività che promuove il valore della diversità e la diversità come valore e che sostiene il cambiamento attraverso la diffusione della conoscenza. I DMA assumono una doppia valenza: da una parte promuovono la mappatura delle ‘buone pratiche’ e degli esempi di una rispettosa rappresentazione di temi e persone LGBTI nei media; dall’altra contribuisce a tracciare linee guida, a generare un cambiamento verso l’inclusione, a fare la differenza.
INFORMAZIONE – Copertura di temi ed eventi pertinenti comunità e persone LGBTI nei TG del 2017
a cura di Monia Azzalini – Osservatorio di Pavia
Diversity monitora e valuta l’informazione e l’intrattenimento durante il corso di tutto l’anno, realizzando due report distinti. Il comitato scientifico composto da 9 docenti di altrettanti atenei che, insieme ai rispettivi team di ricerca, ha preso in esame quasi 800 prodotti mediatici di Intrattenimento; mentre l’Osservatorio di Pavia si è occupato dei TG prime time del 2017.
Per quanto riguarda il DMR 2018 – Informazione, è stata effettuata l’analisi notizie del Tg1 20.00, Tg2 20.30, Tg3 19.00, Tg4 18.55, Tg5 20.00, Studio Aperto 18.30, Tg La7 20.00 indicizzate e archiviate nel data base dell’Osservatorio di Pavia, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, ricodificate per temi ed eventi pertinenti comunità o persone LGBTI e tipo di fonte giornalistica.
Terminato l’iter di approvazione del DDL Cirinnà, il coverage su persone e tematiche LGBTI nei TG prime time di Rai, Mediaset e La7 si riduce, ma rimane più alto rispetto al decennio precedente al 2015, soprattutto in termini di incidenza: la rilevanza delle 291 notizie nell’agenda del 2017 è pari allo 0,6% contro una media dello 0,3% del decennio 2005-2014.
Le notizie pertinenti adozioni e/o questioni di genitorialità (per lo più sentenze che riconoscono la paternità o maternità a coppie di omosessuali) crescono di qualche punto percentuale: dal 5,9% del 2016 all’8,2%, mantenendo una sottile attenzione sulla questione che costituisce il più ampio vuoto normativo della legge sulle unioni civili.
L’attenzione prevalente riguarda fatti di criminalità e violenza, in cui persone LGBTI sono incidentalmente coinvolte. Per esempio il duplice stupro di Rimini, che ha visto fra le vittime una transessuale di origine peruviana, e con 120 notizie dedicate, è stata la notizia dominante nell’agenda LGBTI del 2017.
I casi specifici di discriminazione omofobica o transfobica, anche di natura violenta, continuano invece a ricevere un’attenzione limitata: 14,8% vs 15,1% del 2016.
Mentre si registra una certa (nuova) attenzione per casi di abusi sessuali, pedofilia e/o prostituzione che coinvolgono persone LGBTI, nello specifico uomini omosessuali (perlopiù in qualità di “colpevoli”). È evidentemente un effetto traino – diretto o indiretto – dello scandalo Weinstein che ha indotto i media ad approfondire e indagare il fenomeno degli abusi, delle molestie e delle violenze sessuali nel mondo di Hollywood e non solo. Così il coming out di Kevin Spacey fa notizia perché avviene dopo un’accusa di molestia, che rimane il fulcro delle notizie dedicate al coming out dell’attore americano.
Fra tante bad news si distinguono alcune good news di coming out come “Ana Brnabić premier, prima donna lesbica dichiarata al governo serbo”, “Irlanda, il nuovo premier Leo Varadkar, dichiaratamente omosessuale”, “Il premier del Lussemburgo Xavier Bettel al G7 di Taormina con il marito”.
La politica, dopo 12 anni, perde il primato di fonte principale, passando dal picco delle 48,7% del 2016 (anno delle unioni civili) al 14,1% del 2017.
L’incidenza della società civile, invece, quasi raddoppia: dal 6,6% del 2016 all’11,7% del 2017.
E crescono, infine, le notizie da fonte mediatica: ovvero servizi che presentano produzioni audiovisive, perlopiù cinematografiche, che raccontano storie di ordinaria o straordinaria quotidianità (anche) di persone LGBTI: da “Moonlight”, vincitore di 3 premi Oscar, al nostrano “Chi salverà le rose”.
INTRATTENIMENTO – Temi, persone e personaggi LGBTI nei prodotti mediatici del 2017
a cura di Diversity
Il 2017 per l’Italia sembra essere l’anno zero per la rappresentazione delle tematiche LGBTI nei media. L’anno successivo all’approvazione delle unioni civili, infatti, si percepisce un clima generale di rinnovamento nel mondo dei prodotti mediali in cui le persone e le storie iniziano ad essere raccontate in una dimensione più vicina al vero. Se dovessimo trovare una parola chiave per descrivere l’intrattenimento dell’ultimo anno, rispetto alle tematiche LGBTI, questa sarebbe normalizzazione.
L’analisi delle rappresentazioni di temi e persone LGBTI nei prodotti di intrattenimento relativa all’anno 2017 ha preso in considerazioni 782 contenuti tra serie tv italiane e straniere, programmi Tv, pubblicità e film di produzione italiana.
La ricerca si è svolta sui prodotti mediali trasmessi o proiettati da gennaio a dicembre 2017, raccolti attraverso segnalazioni dal basso così da soddisfare un criterio di rilevanza. In una seconda fase le segnalazioni sono state incrociate con quelle raccolte dal team di ricerca nel corso del monitoraggio annuale compiuto attraverso l’analisi delle notizie dei siti specializzati in tematiche LGBTI e in programmi televisivi o cinematografici.
Come lo scorso anno, la scheda d’analisi, oltre a valutare focus e modalità di trattamento delle tematiche LGBTI, applica il test di Vito Russo, ideato da GLAAD nel 2013 per valutare l’adeguatezza della rappresentazione di persone e personaggi LGBTI nei media indagandone presenza, profondità e ruolo. La maggior parte dei prodotti mediali ha superato il test a pieni voti.
Dal punto di vista quantitativo, il numero dei contenuti LGBTI è in netto aumento rispetto allo scorso anno (+246%), con un significativo incremento nelle serie tv italiane. Un dato che evidenzia, seppur timidamente, l’avanzamento di un processo orientato alla diffusione e normalizzazione delle tematiche nel dopo unioni civili in Italia.
Continuano a prevalere i prodotti d’importazione: le serie tv straniere, da sole, occupano il 37% dei prodotti presi in considerazione. La tendenza alla normalizzazione nel racconto di storie e personaggi LGBTI è particolarmente evidente nelle serie, perché sempre più spesso le storie che coinvolgono personaggi LGBTI si allontanano da luoghi comuni e cliché e ciò rende il messaggio molto più efficace. Inoltre, significativo è l’inserimento di personaggi e storie LGBTI in contesti non stereotipati, come le coppie Alex/Maggie e Stamets/Bryce, entrambe appartenenti a serie Sci-Fi (Supergirl, Star Trek Discovery) ma proprio per questo utili a far familiarizzare il pubblico mainstream con questi concetti. Non sono da meno le serie tv italiane che, oltre a far registrare un incremento di prodotti in cui si riscontra la tematica LGBTI (21,7% dei prodotti analizzati), denotano un cambiamento nel paradigma delle narrazioni seriali anche in contesti non scontati (Gomorra, Suburra, Amore pensaci tu, I bastardi di Pizzofalcone).
Ogni volta che l’inserimento delle tematiche LGBTI non risulta forzato, ma si ritrova naturalmente nella narrazione, ne traggono beneficio la storia, il pubblico e il messaggio stesso.
Anche i prodotti cinematografici segnano un aumento delle tematiche rainbow: la questione della genitorialità (Il padre d’Italia, Nove lune e mezza), l’omosessualità legata al tema dell’età (Chi salverà le rose?), la rappresentazione transgender (La parrucchiera).
Il numero di contenuti LGBTI presenti nei programmi televisivi è invece lievemente in calo (21,8% dei prodotti presi in considerazione, -3,6% dallo scorso anno) probabilmente a causa dello sgonfiamento del dibattito politico seguito all’approvazione della legge sulle unioni civili (vedi dati DMR informazione 2017). Nonostante questa flessione, persistono contenuti che fanno il punto sulla situazione di coppie e famiglie LGBTI (Adesso sì, Stato civile) raccontano i rapporti in maniera ironica e leggera (Primo appuntamento, Parla con lei), affrontano in prima serata le tematiche su discriminazione, diversità e diritti (il monologo di Virginia Raffaele contro l’omofobia in Facciamo che io ero, Cose da non chiedere).
Si registrano grandi progressi nel campo dell’advertising, con un numero crescente di aziende che puntano sui temi della diversità. Dal primo marchio italiano che coinvolge nella sua campagna un’icona trans come Vladimir Luxuria (Coconuda – Amati per come sei), alle campagne per San Valentino pensate da Brosway – A modo nostro l’amore che racconta con naturalezza una coppia di innamorate e Vodafone – #Powertokisses, che promuove i baci per tutti i tipi di coppie, passando per gli spot di Idealista – #Fuoriluogo e Coca Cola – Pool Boy che giocano la carta dell’ironia.
In generale, il modo in cui le tematiche LGBTI vengono affrontate tende non a glorificare ma a normalizzare, così da rendere la diversità una delle tante caratteristiche di un individuo e non il suo unico tratto distintivo. Ciò si intuisce dal focus tematico che prevale tra di tutti i prodotti esaminati, ovvero l’affettività che, col suo 27,4% si presenta come tema cardine, conseguenza anche di una legge sulle unioni civili ormai sdoganata ed entrata a far parte del quotidiano. Da notare che nella quasi totalità dei prodotti segnalati sono assenti informazioni inessenziali e immagini stereotipate (assenti, rispettivamente, nel 93,5% e nel 95,2% dei casi), indice di una sempre maggiore conoscenza e consapevolezza degli argomenti trattati
I partner
Molte le istituzioni, le aziende e i partner che in questi anni hanno scelto di essere a fianco di Diversity. Dai patrocini di Commissione europea, Ambasciata del Canada, Commissione interministeriale per i diritti umani e Comune di Milano, alla collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, Focus Management e gli atenei. La serata finale è inoltre un’opportunità per i brand sensibili alle tematiche dell’inclusione di sostenere il progetto, partecipando all’iniziativa. Ad oggi hanno aderito Lierac, Google Italia, Eataly, Vodafone, American Express e, come partner del settore media e comunicazione, Yam112003 e Mongini Comunicazione. Sostengono la cena stellata, oltre agli chef de Le Soste, anche Vino DiVino e Baxter Bar.
Il Comitato Scientifico di Diversity
Luca Rollè Università degli Studi di Torino
Alexander Schuster Università degli Studi di Trento
Sandro Castaldo Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
Tiziana Vettor Università degli Studi di Milano Bicocca
Nicla Vassallo Università degli Studi di Genova
Roberto Baiocco Università Sapienza di Roma
Fabio Corbisiero Università Federico II di Napoli
Paolo Valerio Università Federico II di Napoli
Giovanna Vingelli Università degli Studi della Calabria
DIVERSITY MEDIA AWARDS – Nomination 2018
Miglior FILM
Chi salverà le rose? (Corallo Film)
Il padre d’Italia (Bianca Film, Rai Cinema)
La parrucchiera (Skydancers, Mad Entertainment, Rai Cinema)
Nove lune e mezza (Neo Art, Paco Cinematografica)
Migliore SERIE TV ITALIANA
Amore pensaci tu (Publispei, RTI – Canale 5)
Gomorra (Sky, Cattleya, Fandango, LA7, Beta Film – Sky Atlantic, Sky Cinema 1)
I bastardi di Pizzofalcone (Clemart, Rai Fiction – Rai Uno)
Suburra: La Serie (Cattleya, Rai Fiction – Netflix)
Migliore SERIE TV STRANIERA
Billions (Best Available! TBTF Productions Inc. – Sky Atlantic)
Grace and Frankie (Okay Goodnight, Skydance Productions – Netflix)
One Mississippi (Zero Dollars and Zero… Amazon Prime Video)
Narcos (Gaumont – Netflix)
Sense8 (Anarchos Productions, Javelin Productions, Studio JMS, Netflix)
Star Trek: Discovery (CBS Television Studios – Netflix)
Miglior PROGRAMMA TV
Adesso sì (Stand By Me – Rai 2)
Cose da non chiedere (Toro Media, Discovery Italia – Real Time)
Parla con lei (FremantleMedia – FoxLife [canale 114 di Sky])
Rivoluzione Gender (National Geographic [canale 403 di Sky])
Stato civile (PanamaFilm – Rai 3)
X Factor (FremantleMedia Italia – Sky 1)
Miglior PUBBLICITÀ
A modo nostro l’amore (Brosway)
Amati per come sei (Coconuda)
Fuori luogo (Gibbo&Lori – Idealista)
Pool Boy (Santo – Coca-Cola)
#PowertoKisses (Red Team – Vodafone)
Miglior PROGRAMMA RADIO
Fahrenheit – Radio Tre
Il Geco e la Farfalla – Radio Capital
m2o Radio @ Gay Village
Miracolo Italiano – Radio Due
Pinocchio – Radio Deejay
PERSONAGGIO DELL’ANNO
Alberto Angela
Salvatore Esposito
Michela Murgia
Virginia Raffaele
Roberto Saviano
INFLUENCER
Gnambox
Iconize
Loretta Grace
Martina Dell’Ombra
Shanti Lives
Willwoosh
PREMIO MEDIA YOUNG
BoJack Horseman (The Tornante Company, ShadowMachine Films – Netflix)
Crazy Ex-Girlfriend (LeanMachine, webbterfuge, Warner Bros. Television, CBS Television Studios –Netflix)
Master of None (Alan Yang Pictures, Oh Brudder Productions, Universal Television – Netflix)
Tredici (July Moon Productions, Paramount, Television – Netflix)
Supergirl (Berlanti Productions, DC Entertainment, Warner