33° LOVERS FILM FESTIVAL – TORINO LGBTQI VISIONS
Il più antico festival sui temi LGBTQI d’Europa e terzo nel mondo
(Multisala Cinema Massimo, 20 – 24 aprile 2018)
Dal 20 al 24 aprile 2018 a Torino, presso la Multisala Cinema Massimo, torna il più antico festival sui temi LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) d’Europa e terzo nel mondo diretto dalla cineasta Irene Dionisio e presieduto da Giovanni Minerba, fondatore con Ottavio Mai della rassegna. Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions sarà, anche nel 2018, all’insegna di uno spirito cinefilo, militante e pop e si concentrerà sul tema dei diritti LGBTQI attraverso i concorsi cinematografici, gli Eventi Speciali e OFF.
Lovers
Lovers ha un triplice significato: amante, appassionato e sexual partner. Un nome che racconta molteplici geografie sessuali, ma anche la cura e il profondo amore per il cinema e la stessa comunità LGBTQI.
DICHIARAZIONE DI IRENE DIONISIO, direttrice del Festival
Il 15 marzo scorso è arrivata la terribile notizia dell’uccisione di Marielle Franco, donna, lesbica, femminista, nera, sociologa, consigliera comunale a Rio de Janeiro e attivista per i diritti umani e delle persone LGBTQI.
Freddata con tredici colpi di pistola mentre rientrava nella sua casa nel Complexo do Maré.
Cria da Maré (figlia della Marea riprendendo il nome della favelas in cui era nata), era così che Marielle Franco – 38 anni e diventata mamma quando ne aveva 19 – amava definirsi. Non aveva paura di gridare con tutta la voce gli abusi della polizia nelle favelas, non aveva paura di denunciare i narcotrafficanti e la violenza e i soprusi sulle donne e le minoranze LGBTQI.
Quando una grande anima si sacrifica, la perdita è enorme e ti sconvolge. Ma la luce così accecante di questi sacrifici si moltiplica velocemente, diffondendosi senza alcun filtro tra le anime più sensibili.
La compagna di Marielle le scrive una struggente lettera dopo la sua morte:
“Ti amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l’ombra e l’anima (Pablo Neruda)”
È così che è iniziata la mia storia con Marielle, in segreto, anche per noi. Al punto da non riuscire a identificare cosa fosse quel sentimento senza nome che ci guidava. Per anni non abbiamo potuto vivere la nostra vita in libertà. Temevamo i pregiudizi sociali, temevamo la reazione dei nostri amici e delle nostre famiglie, temevamo soprattutto la nostra paura. Potevano due donne, nate nelle favelas, vivere insieme? C’erano molte ragioni per restare lontane e solo una ci ha spinte avanti: l’amore.
Ed è proprio questo amore – che Giovanni Minerba fondatore con Ottavio della rassegna ed ora Presidente – ha portato in sala con I film che cambiano la vita che spinge l’intera squadra a proseguire in questa avventura. Un avventura a volte dolce ed entusiasmante, a volte aspra e piena di difficoltà, ma con moltissimi compagni di strada che credono nella domanda “Da Sodoma a…?”. Con il desiderio di portare avanti un discorso sul cinema e la vita, senza sconti, credendo che la cultura sia un mezzo di elevazione estetica e spirituale ed i festival organismi che vivono di persone e sentimenti e non di algoritmi perfetti.
Irene Dionisio
DICHIARAZIONE DI GIOVANNI MINERBA, presidente del Festival
“Cinque pezzi facili” sono parte del mio contributo al 33° Lovers Film Festival, parlano di amore, quello con la A maiuscola, quello che coincide sempre con le cose importanti della vita; sicuramente questo Festival lo è stato per la mia e nel tempo non solo per la mia, mi è dato di credere e pensare. Chi negli anni ha dato il suo contributo – primo fra tutti Ottavio ovviamente – e chi ora continua a farlo lo dimostra, non saremmo qui a raccontarlo se non fosse così.
“I Film che cambiano la vita” credo continui ad essere il leitmotiv che ci accompagna, caparbiamente voluto non solo da chi dà tutto se stesso per giungere a questi risultati, la squadra di lavoro per esempio che si prodiga con amore, ma anche tutte le istituzioni politiche e culturali che continuano a sostenerci.
Se a suggellare questo amore arriva anche la richiesta da parte di due “storici” spettatori, che 26 anni fa hanno intrapreso la loro strada insieme grazie all’incontro durante il Festival, di celebrare la loro unione, il cerchio si chiude e possiamo dire che l’amore dedicato continua a confermare il suo valore universale.
Giovanni Minerba
L’anniversario
Il 20 aprile, giorno di inizio del festival, ricorre un anniversario tristemente importante per la comunità LGBTQI e non solo. Il 20 aprile 2017, infatti, gli Champs-Élysées a Parigi, sono stati scenario di un terribile attentato terroristico che ha portato alla morte di un agente, Xavier Jugelé, membro da diversi anni di Flag!, l’associazione LGBT della polizia e della gendarmeria francese. Lovers, non senza commozione, ha deciso di ricordare questo triste episodio durante la cerimonia di inaugurazione con il cortometraggio, a lui ispirato, di Jo Coda, “Xavier“.
Robin Campillo
Ospite atteso quest’anno sarà Robin Campillo, ultimo vincitore Gran Prix a Cannes e vincitore della Queer Palm con un omaggio e una masterclass a numero chiuso in collaborazione con Franck Finance-Madureira Presidente e fondatore della Queer Palm di Cannes.
La madrina
Madrina d’eccezione del festival, che sarà ospite della serata di chiusura, è Valeria Golino: una delle più amate attrici, registe e produttrici italiane, protagonista, ai più alti livelli, del panorama cinematografico internazionale.
5 pezzi facili
Il 2018 è un anno importante anche perché vede la nascita di una nuova sezione. Infatti il presidente del festival, Giovanni Minerba, proporrà al pubblico una sua carte blanche dal titolo “5 pezzi facili” che comprende cinque film a tema vario che accompagneranno il pubblico in un “viaggio cinematografico” ricco di emozioni.
I numeri del 33° Lovers
81 titoli in programma
6 anteprime mondiali
4 anteprime europee
52 anteprime nazionali
24 nazioni rappresentate
I biglietti
Biglietto serata di apertura: €10
Biglietto serata di chiusura: €10 (cerimonia+proiezione) €7 (solo proiezione)
Biglietto intero: €7 (ridotto €5)
ABBONAMETO NOMINATIVO
€80 (ridotto €60) Dà diritto di accesso a tutte le proiezioni, ad esclusione della serata di apertura, e
compatibilmente con i posti disponibili in sala.
RIDUZIONI
AIACE, Abbonamento Musei Torino Piemonte, Ordine degli Psicologi, Torino+Piemonte Card, Over 65,
soci NOVACOOP e COOP
Serata di apertura
20 aprile, 20.30, Cinema Massimo – Sala 1
L’inaugurazione del festival, organizzata con la collaborazione di Goodness Factory, prevede Dialogo sulla diversità: intervista/dialogo con il noto conduttore, regista e attore, Pif. La serata, condotta dal poliedrico Pino Strabioli sarà caratterizzata anche dalla presenza di un ospite musicale d’eccezione: Francesco Gabbani che eseguirà un mini set acustico. ll celebre cantautore ha vinto il Festival di Sanremo nel 2017 con Occidentali’s Karma che ha ottenuto 5 Dischi di Platino; il video, con più di 185 milioni di visualizzazioni, ha superato molti record ed è stato il video di un artista italiano più visto nel nostro Paese nel 2017.
Il vernissage sarà introdotto dalle musiche della celebre arpista Cecilia, protagonista di una felice esperienza al Festival di Sanremo 2018.
A seguire proiezione di
Postcards from London di Steve McLean (Regno Unito, 2018, 90’).
La pellicola racconta la vicenda di Jim, “provincialotto” bello come un dio greco ma di poche speranze, si trasferisce a Londra. L’impatto con la città è disastroso, fino all’incontro con i Raconteurs, un peculiare gruppo di marchette amanti dell’arte, dai gusti ineffabili. È la svolta: Jim diviene la musa più desiderata dagli artisti londinesi. Ma non ha fatto i conti con la sindrome di Stendhal, di cui soffre, che lo porta a svenire e a soffrire di allucinazioni al cospetto di un’opera d’arte… Il sequel del cult Postcards from America, presentato all’ultimo BFI: Flare.
Serata di chiusura
24 aprile, 20.30, Cinema Massimo – Sala 1
La Closing Night, oltre alla consueta premiazione dei concorsi, prevede la conversazione fra la madrina del festival Valeria Golino e Pino Strabioli. L’attesa ospite musicale è, invece, la cantautrice Nina Zilli che nel 2018, al Festival di Sanremo, ha dedicato la sua canzone in gara alle donne che hanno subito violenza.
A seguire proiezione di
Thelma (Norvegia, 2017, 116’) di Joachim Trier, selezionato al Toronto
International Film Festival che verrà proiettato, in anteprima nazionale durante la serata di chiusura il 24 aprile. Joachim Trier, che interverrà in collegamento dalla Norvegia, è stato recentemente nominato presidente di giuria della Settimana della Critica del Festival di Cannes. Thelma è una timida ventenne di provincia che si trasferisce a Oslo per studiare e che si accorge, dopo essersi innamorata di una ragazza, di avere inquietanti poteri sovrannaturali. Joachin Trier firma un thriller d’autore di grande impatto, che tiene insieme realismo e tensione orrorifica, dramma psicologico e erotismo, mentre il tema del genere attraversa con diverse sfumature l’intera narrazione.
I FILM IN CONCORSO
Nella sezione All the Lovers. Concorso internazionale lungometraggi
“GOD’S OWN COUNTRY” di Francis Lee (UK, 2017, 104’)
Sab. 21, ore 18:15
Dom. 22, ore 14:00
Il venticinquenne Johnny lavora come allevatore di pecore. A causa dell’invalidità che ha colpito il padre, ha abbandonato le proprie ambizioni, sia scolastiche che professionali, per gestire la fattoria di famiglia. Quello che ha ottenuto in cambio è una vita piena di sacrifici, in cui le uniche valvole di sfogo sono incontri di sesso occasionale e maratone alcoliche. Fino a quando il padre assume l’immigrato romeno Gheorghe per aiutarlo durante il periodo dell’agnellatura. Sebbene inizialmente Johnny si mostri restio nei confronti del nuovo arrivato, piano piano tra i due, persi in paesaggi aspri e mozzafiato, in cui la natura è avversa, si crea un legame che va ben oltre il semplice cameratismo o il reciproco sostegno. Per Johnny è la scoperta di qualcosa di nuovo e per lui indefinito. Un melò autobiografico e duro, come gli scenari in cui si muovono i due protagonisti, ma pieno di speranza, premiato in prestigiosi festival quali la Berlinale, l’Edinburgh Film Festival ed il Frameline.
“PIHALLA (SCREWED)” di Nils-Erik Ekblom (Finlandia, 2017, 100’)
Sab. 21, ore 20:30
Lun. 23, ore 14:00
Per Miku, diciassettenne timido ed impacciato, si prospetta un’estate di reclusione: dopo aver dato una festa in casa, risoltasi in modo vandalico, i suoi genitori lo hanno obbligato a passare le vacanze estive con loro, in campagna. L’atmosfera che regna nel cottage della famiglia è tutt’altro che vacanziera e spensierata: a condizionarla la fine imminente del rapporto tra il padre e la madre. Ma non solo: Miku sente crescere dentro di sé un senso di insoddisfazione ed infelicità a cui non riesce a dare un nome e che non ha il coraggio di affrontare. L’incontro con Elias, anch’egli proveniente da un contesto familiare complesso ma con il quale Miku, apparentemente, non ha null’altro in comune, diviene il detonatore per pulsioni e sentimenti covati da troppo tempo. Ed ormai impossibili da reprimere. Dopo l’iniziale interesse, però, Elias sembra volersi allontanare da Miku. Al quale, a questo punto, non resta che prendere finalmente possesso della propria vita.
“TIERRA FIRME (ANCHOR AND HOPE)” di Carlos Marques-Marcet (Spagna, 2017, 111’)
Dom. 22, ore 16:00
Lun. 23, ore 16:00
Nella Londra di oggi, Eva e Kat sono una coppia lesbica che si ama teneramente e vive su una barca che si sposta per i canali della città per non pagare le tasse di approdo. Ma l’improvvisa morte di Chorizo, l’amato gatto di Eva, smuove in lei un inaspettato desiderio di maternità: sente che è giunto il momento di suggellare i sentimenti che prova per la compagna, mettendo al mondo la prova vivente di questo amore, di cui sia il testimone nel futuro. Ma Kat è riluttante: divenire madre significherebbe dire addio alla libertà che ha sempre caratterizzato le loro vite. L’arrivo di Roger dalla Spagna, il suo migliore amico, sconvolge ulteriormente le carte in tavola: dopo una serata alcolica la coppia decide di rivolgersi a lui come donatore dello sperma per la tanto discussa maternità. Ma è davvero ciò che vogliono? Commedia romantica e generazionale à la Zach Braff che vanta ben due Chaplin nel cast: Oona, nel ruolo di Eva, e Geraldine, nei panni della madre freak di quest’ultima.
“MALILA” di Anucha Boonyawatana (Thailandia, 2017, 95’)
Dom. 22, ore 20:40
Lun. 23, ore 14:15
I Bai Sri sono intricati ornamenti floreali di foglie di banano e fiori di gelsomino, realizzati in Thailandia, che simboleggiano l’amore e la virtù nella filosofia buddhista: visivamente bellissimi, avvizziscono in poco tempo. Ne sono consci Pitch e Shane, un tempo amanti, che, dopo anni di separazione, si ritrovano e si dedicano a questa forma d’arte decorativa. Nel mezzo il matrimonio di Shane, ormai terminato, e la morte della figlia, da cui sta cercando di riprendersi. Anche sulle spalle di Pitch incombe un fardello di disperazione: da poco ha scoperto di avere una malattia terminale. Per sfuggire alle angosce di cui sono entrambi vittime, l’unica soluzione sembra guardare al passato, mai così lontano, che li ha visti l’uno al fianco dell’altro, in un alternarsi allucinatorio tra ieri e oggi. Fino alla decisione di Pitch, una volta che Shane gli ha confessato di essere malato, di divenire un monaco buddhista. Racconto elegiaco e malinconico, in bilico tra dolore esistenziale e contemplazione di esso.
“TINTA BRUTA” di Marcio Reolon e Filipe Matzembacher (Brasile, 2018,118’)
Dom. 22, ore 23:00
Mar. 24, ore 16:30
Pedro è un giovane camboy brasiliano che si esibisce in chat con lo pseudonimo di NeonBoy. Le sue performance, che lo vedono nudo e ricoperto di vernice fluorescente al buio, riscuotono un certo successo online. Ma fuori dalla stanza in cui si esibisce e dal microcosmo virtuale che lo desidera, esiste un mondo reale che gli è avverso: vittima di bullismo, si trova contemporaneamente ad affrontare un processo in cui è imputato e la decisione della sorella di andarsene dalla casa e la città in cui vivono, lasciandolo solo. Ben presto però, anche nella realtà parallela di internet qualcosa si incrina: qualcuno, che lui non conosce, sta copiando il suo stile peculiare, sottraendogli clienti. A Pedro non rimane che incontrare questo concorrente. Con esiti inattesi. La coppia Filipe Matzembacher e Marcio Reolon, tra le più apprezzate del cinema LGBTQI contemporaneo, torna al Lovers con il film vincitore agli ultimi Teddy Awards.
“AS BOAS MANEIRAS (GOOD MANNERS)” di Marco Dutra e Juliana Rojas (Brasile/Francia 2017,135’)
Lun. 23, ore 18:15
Mar. 24, ore 14:00
San Paolo. Clara è un’infermiera nera che vive nelle favelas, Ana una rampolla dell’alta società. Entrambe, pur provenendo da contesti distanti, si sentono alienate. Ma quando Ana, che aspetta un bambino da uno sconosciuto e per questo è stata ripudiata dalla famiglia, assume Clara come domestica, i cammini delle due donne s’incrociano e si fondono, dando vita ad un rapporto tenero e complice. Ana, però, si comporta spesso in modo strano, oltre a soffrire inspiegabilmente di sonnambulismo nelle notti di luna piena. Clara inizia a raccogliere indizi fino a un’incredibile scoperta dai risvolti inquietanti… Un horror anticonvenzionale e romantico, che guardando ai classici del genere (Il bacio della pantera di Jacques Tourneur su tutti), è permeato dal melò e dal dramma sociale, fino a un’improvvisa svolta musical: una pellicola che fa della metamorfosi la sua azzeccatissima ragione d’essere. Premio speciale della giuria a Locarno.
“PERMANENT GREEN LIGHT” di Dennis Cooper e Zac Farley (Francia, 2018 – 92’)
Lun. 23, ore 22:45
Mar. 24, ore 16:00
L’adolescente Roman sta pianificando di farsi esplodere in pubblico, ma senza fini terroristici: è un ultimo e clamoroso tentativo di sfuggire all’inane esistenza che lo attende ed alla depressione che lo stringe. Intorno a lui periferie astratte in cui si muovono giovani apatici e apparentemente scollati dalla realtà, con cui crea un gruppo finalizzato all’autodetonazione. L’acclamato (e discusso) scrittore americano Dennis Cooper, insieme al videoartista Zac Farley, con cui aveva già collaborato nel lungometraggio Little Cattle Toward Glow, porta sul grande schermo l’universo eversivo che caratterizza le sue opere letterarie. Il punto di partenza è un fatto di cronaca: la morte accidentale di un teenager australiano, proclamatosi jihadista ed esploso in un tentativo di attentato non riuscito. Un aneddoto misconosciuto e triste, che i due trasformano in una parabola contemporanea in cui la morte, spettacolare e volontaria, sembra l’unico mezzo per colmare l’assenza di vita.
Nella sezione Real Lovers. Concorso Internazionale Documentari
“BIXA TRAVESTY (TRANNY FAG)” di Claudia Priscilla e Kiko Goifman (Brasile, 2018, 75’)
Sab. 21, ore 18:00
Linn de Quebrada è cresciuta in una zona malfamata di San Paolo. Transessuale di colore, ha capito che il suo corpo poteva fungere da argomento, da mezzo, da arma con cui combattere la propria guerra contro l’omofobia che contraddistingue la società brasiliana, in cui essere bianchi ed etero rappresenta ancora la norma. Non per Linn, la cui identità sessuale è in un costante stato di flusso che la fa sfuggire a definizioni di genere. Come lei stessa dice “Ho rotto la costola di Adamo. Piacere, sono la nuova Eva, figlia dei trans, vengo dall’oscurità”: è il messaggio che trasmette con le sue live performance, a base di twerking, musica electro, costumi appariscenti e provocatori e liriche al vetriolo. Un assalto frontale allo status quo, tra concerti ed interviste radiofoniche, ma anche momenti privati, che diviene la raison d’etre di un ritratto al contempo politico ed intimo, premiato agli ultimi Teddy Awards come miglior documentario.
“SHAKEDOWN” di Leilah Weinraub (USA, 2018, 82’)
Sab. 21, ore 23:00
Los Angeles. All’esterno di un locale notturno la folla delle clienti si sta radunando per entrare. Dall’interno i bassi della musica fanno intendere che la festa sta per avere inizio. Una volta dentro veniamo accolti ed incitati da Ronnie Ron, butch di colore che è madrina, maestra di cerimonie ed organizzatrice della serata. E che serata: benvenute allo Shakedown, leggendario party lesbico in cui le stripper si scatenano sotto una pioggia di dollari. L’ideale prosecuzione degli eventi che, negli anni Ottanta, riunivano, per opera della transgender Mahogany, ed infiammavano le lesbiche afroamericane losangeline: la dimostrazione che, non solo si poteva venire allo scoperto, ma anche divertirsi a rotta di collo, incuranti dell’omofobia e del razzismo, e rafforzare il senso di identità ed appartenenza ad una comunità. Una visione liberatoria ed edonista, ma la tempo stesso politica, che la regista Leilah Weinraub ha voluto raccontare partendo dalle immagini che lei stessa ha girato dal 2002 in poi.
“IT’S ALL RIGHT MICHEL” di Marie-Pierre Grenier (Canada, 2017, 80’)
Dom. 22, ore 14:15
Era il 2010 quando la regista Marie-Pierre Grenier chiese a Michel, transgender ottantenne, di raccontarsi davanti alla telecamera. Da lì il documentario Je les aime ancore, presentato al festival nel 2012. A sette anni di distanza Grenier torna sul “luogo del delitto” per continuare a raccogliere le testimonianze di Michel. Che nonostante l’incedere inesorabile degli anni, ha mantenuto intatto il proprio spirito brillante e la voglia di condividere i ricordi di un’esistenza spesso travagliata ma sempre vissuta intensamente. Alternando umorismo e nostalgia, un sigaro tra le dita ed un bicchiere di vino in mano, Michel ripercorre il proprio passato, speso ad inseguire le donne, una passione che non ha mai nascosto, fino all’ultima delusione in amore. Un flusso di coscienza che, nella mescolanza di confessioni private e memoria condivisa, traccia il percorso di un’intera comunità, quella LGBTQI canadese, che rivive ciò che è stato nelle parole di Michel.
“BEYOND THE OPPOSITE SEX” di Bruce Hensel (USA, 2018, 89’)
Dom. 22, ore 18:30
Nel 2004 usciva il documentario The Opposite Sex, in cui veniva raccontato il processo di transizione a cui si stavano accingendo Rene e Jamie: la prima, butch amante dello sport e del rodeo, per divenire uomo, il secondo, aspirante cantante country, una donna. Un cammino accidentato, reso ancora più impervio e doloroso dall’ostracismo e dall’assenza di comprensione di chi li circondava e che ha lasciato un segno profondo ed indelebile dentro dei due protagonisti. Quattordici anni dopo come sono cambiate le loro vite? Sono riusciti a raggiungere il traguardo, fatto di felicità ed accettazione, che si erano imposti ed hanno a lungo e tenacemente inseguito? Domande che portano ad interrogativi più ampi e che ci coinvolgono tutti. Uno in particolare: i tempi sono finalmente maturi per permettere a chiunque lo voglia di intraprendere un simile percorso? Perché, come dice Jamie, “la transizione è ciò a cui ci sottoponiamo, non quello che siamo”.
“MARIKAS MISSIO” di Michael Schmitt (Germania, 2017, 73’)
Lun. 23, ore 18:15
In Germania per insegnare religione in una qualsiasi scuola pubblica è necessario ottenere la cosiddetta Missio Canonica: un permesso ufficiale che può essere rilasciato esclusivamente dalla chiesa cattolica a coloro che dimostrino di condurre un’esistenza ottemperante ai suoi precetti etici e morali. Una forma di certificazione che può venire stralciata con estrema facilità nel caso fosse dimostrata la mancata osservanza di essi. Un esempio su tutti: essere gay. Un problema non da poco per Marika, che da quattrodici anni ha una relazione segreta con Anke, la sorella del regista, ma che, al tempo stesso, vorrebbe continuare fare l’insegnante di religione. Come riuscire a conciliare la propria vita privata con quella professionale? Rimanere ancora nell’ombra oppure dichiarare pubblicamente il proprio orientamento sessuale e sposare Anke? Una questione dolorosamente attuale in un Paese in cui esistono ancora ingerenze del potere religioso su quello laico
“OBSCURO BAROCCO” di Evangelia Kranioti (Francia e Grecia, 2018, 60’)
Lun. 23, ore 20:30
Rio de Janeiro e il suo carnevale: cullati dalla voce sensuale di Luana Muniz, attivista transgender brasiliana, la regista greca Evangelia Kranioti ci porta ad esplorare il legame tra una città dai mille contrasti ed una tradizione antica, che di tutti questi contrasti ne è lo specchio. E lo fa in modo poetico, librandosi in volo sulla metropoli carioca e mostrandoci le strade invase di giovani corpi nudi, stretti e avviluppati in un rito che assume la grandeur onirica di un kolossal hollywoodiano. Un’esplosione di colori che si alterna al buio della notte, i costumi eccessivi dei partecipanti che li trasformano in creature indefinibili, che proprio nei festeggiamenti trovano il loro fugace ed estatico spazio vitale. Ma la realtà cambia, inafferrabile come le danze sui carri: scoppiano tumulti e proteste contro il governo, l’altra faccia del Brasile depone la maschera, cancella il trucco e torna a farsi vedere. Premio della giuria agli ultimi Teddy Awards.