Kevin Spacey, dopo decenni di speculazioni sul suo orientomento, ha usato Twitter per dichiararsi:
“Nella mia vita sono stato sia con uomini che con donne, ed ora ho scelto di vivere da gay”.
Beati i bisessuali che possono scegliere, anche di non esserlo più, diventando gay.
Questo coming out, dopo tante negazioni, era ormai nell’aria. In precedenza c’era stata la rivista Esquire che titolava in copertina “Kevin Spacey ha un segreto”, riferendosi a quanto dichiarava nell’articolo la madre di Spacey.
Nel 1999, due anni dopo, Spacey negava pubblicamente, su Playboy e Sunday Times, di essere gay (“Non sono gay, ma perchè dovrebbe essere importante?”). L’anno successivo, mentre i rumors proseguivano, la rivista Star pubblica una foto di Spacey con un ragazzo sconosciuto in un parco di Los Angeles, commentandola: “I due hanno chiacchierato, si sono tenuti la mano e si sono coccolati e accarezzati a vicenda”. Spacey, infastidito, risponde che nella sua vita ha avuto più di una fidanzata.
Nel 2010 spiega al Daily Best che “nessuna vita privata è di interesse pubblico. E’ solo gossip”.
Nel giugno 2017, alla premiazione dei Tony Award, qualcosa sta cedendo, Spacey canta “I’m coming out”, rinnovando le speculazioni sulla sua sessualità. Craig Zadan e Gregg Kilday scrivono su Twitter che “Kevin Spacey gioca col coming out”, mentre molti lo accusano di non avere il coraggio di parlare chiaro.
Ci voleva uno scandalo, le accuse di molestatore di minorenni, perchè Spacey si dichiarasse, nella speranza di offuscare le gravi accuse. La cosa però sembra aver funzionato solo in Italia, dove lo scandalo maggiore sembra ancora quello di esere gay. Quasi tutta la nostra stampa ha infatti messo in primo piano il suo coming out (e molti elencano tutti gli ultimi coming out delle star), mentre all’estero si è focalizzata maggiormente sul fatto di essere stato un molestatore di minorenni. Con l’accusa, soprattutto da parte del movimento gay, di stare contribuendo alla teoria, cara ai conservatori, che tutti gli omosessuali sono dei pedofili. Netflix ha subito dichiarato finita la serie “House of Cards”, dove Spacey è protagonista (in un ruolo bisessuale), con la sesta stagione attualmente in lavorazione (ma già si ventilava).
Ricordiamo anche noi, in dettaglio, la vicenda che Rapp ha ora denunciato.
Anthony Rapp, attore gay dichiarato dal 1992, ricordato soprattutto per il suo ruolo nel musical Rent ed oggi per interpretare il primo ruolo omosessuale nella serie Star Trek Discovery, sembra essere stato scioccato dall’incontro con Spacey avvenuto ben 30 anni fa, quando lui era appena 14enne e Spacey 26enne. Si erano conosciuti lavorando insieme a Broadway (Rapp faceva l’attore dall’età di nove anni) e Spacey lo aveva invitato ad una festa a casa sua. Questa storia Rapp l’ha raccontata dettagliatamente a BuzzFeed news lo scorso giugno, dopo aver visto la premiazione dei Tony Awards che ospitavano Kevin Spacey, senza però che sulla rivista apparisse il nome di Spacey.
Raccontava che aveva conosciuto Spacey mentre stavano lavorando a due opere a Broadway. Rapp si era trasferito con la madre nelle vicinanze mentre aveva chiesto sei mesi di aspettativa a scuola. In quel periodo incontrava molti attori, soprattutto quando non era accompagnato dalla madre. Con un amico 17enne era andato ad una delle feste che si tenevano dopo lo spettacolo e lì aveva conosciuto Spacey, che li aveva invitati entrambi in un popolare night club, dove Rapp, che dimostrava una maggiore età, era potuto entrare senza che gli chiedessero i documenti. Spacey sembrava sempre più interessato a Rapp, tanto da invitarlo ad una festa che avrebbe tenuto pochi giorni dopo nel suo appartamento di Manhattan.
Rapp, non disse nulla alla madre (non pensava che una festa a casa di un noto attore di Broadway fosse un problema), e si recò da solo alla festa. Appena arrivato si accorge di essere l’unico minorenne presente tra gli invitati, ma non si preoccupa essendo una cosa che gli capitava spesso. Non conosceva nessuno e presto inizia ad annoiarsi. Dopo mezzanotte si ritrova da solo nella camera, seduto ai bordi del letto, a guardare la tv. Ad un certo punto Spacey si presenta sulla porta della camera. Rapp intuisce che tutti gli invitati sono andati via, erano quindi soli. Pensa che dovrebbe andarsene anche lui, soprattutto constatando che Spacey era ubriaco e ondeggiava. Ad un certo punto, dice Rapp, “Spacey, senza dire nulla, mi si avvicina e mi prende come uno sposo prende la sposa, sdraiandosi sopra di me. All’inizio non mi dimenavo, mi chiedevo solo cosa stesse succedendo. Ho capito che stava cercando di sedurmi (anche se allora non credo avrei usato questo termine), ero sicuro che volesse fare sesso con me. Mi premeva contro e serrava le mie braccia. Dopo un po, non ricordo esattamente quanto, sono riuscito a svincolarmi. Ero diventato di ghiaccio. Dopo aver staccato Spacey da me sono corso in bagno ed ho chiuso la porta. Ho visto accanto al lavandino una foto di lui con il suo braccio intorno ad un uomo, ed ho capito che doveva essere gay. Ho aperto la porta e gli ho detto che volevo andare a casa. Mi ha seguito fino all’ingresso dell’appartamento e mi ha chiesto “Sei sicuro di voler andare?” ed io glio ho risposto “Si, buona notte” e sono andato via. Mentre camminavo verso casa mi chiedevo: Cosa è successo? Cosa avrei potuto fare con lui? Cosa significava tutto questo? Nei giorni successivi avrei voluto incontrare Spacey per chiarire le cose, ma non lo feci, e, allora, non parlai con nessuno della cosa. In realtà ero già assai consapevole di quanto era avvenuto. Nell’opera che stavo facendo, “Precious Sons” c’era qualcosa di simile, Ed Harris, ubriaco, ad un certo punto avvicina per sbaglio suo figlio (interpretato da me), scambiandolo per qualcun altro, gli piomba addosso e gli fa delle avances sessuali. Non sapevo se Spacey conoscesse l’opera.
Nel 1988, quando avevo 16 anni, rimasi scosso vedento al cinema “Working Girl” con Kevin Spacey che tenta di sedurre Melanie Griffith sui sedili della linusine”.
L’indignazione di Rapp nei confronti di Spacey cresce negli anni successivi col crescere della fama di Spacey. Quando Spacey, nel 1995, vince l’Oscar per “I soliti sospetti”, alla premiazione è presente anche Rapp che si sente in dovere di raccontare la sua storia a tutti quelli che l’avvicinavano. Rapp aveva fatto coming out pubblico nel 1992, quando non era una cosa facile, e si sentiva indignato e frustrato vedendo che invece Spacey rimaneva velato: “avrei voluto urlare dai tetti che quest’uomo era un imbroglione” dice Rapp.
Rapp ha incontrato Spacey solo una volta da quel lontano 1986. E’ stato alla premiazione dei Tony Awards nel 1999. Durante una pausa Rapp si reca alla toilette e quando sta per uscire incrocia Spacey che lo fissa negli occhi. “Mi sono sempre chiesto se Spacey si ricordava di quella notte. Mi ha riconosciuto? Ha fatto qualche connessione con quanto accadde?” si chiese Rapp che però si allontanò subito.
In seguito Rapp si è consultato con un avvocato che però gli ha detto che non c’erano gli estremi per una denuncia.
Il suo risentimento lo sfogava raccontando spesso la sua vicenda, anche ad Advocate, la rivista gay, che però omise di riportare il nome di Spacey.
Oggi, col grande rilievo che sta avendo il caso Weinstein, Rapp ha trovato finalmente chi voleva ascoltarlo. “L’unico modo perchè queste cose possano continuare ad accadere è quello di non parlarne, di dimenticarle” dice Rapp, che spera anche di poter lavorare all’interno dell’industria dello spettacolo per creare infrastrutture che preveniscano comportamenti predatori, offrendo alle vittime più occasioni di denuncia.