Dal 27 ottobre all’11 novembre 2017, presso il Cineteatro Nanni Loy – Ersu (via Trentino 2, Cagliari) parte la nuova edizione dell’appuntamento internazionale di cinema lgbt organizzato dall’associazione Arc insieme ad ARCinema e all’organizzazione studentesca universitARC
In programma il concorso con 28 cortometraggi provenienti da 21 paesi diversi e la presentazione di film, libri, mostre e incontri.
Tra gli ospiti Sebastiano Riso, Fabio Canino, Dario Accolla, Fabio Mollo, Luisa Cutzu, Immanuel Casto, Massimo Milani, Joako Ezpeleta.
L’evento comprende due festival in origine indipendenti, Uno Sguardo Normale Expo, dedicato ai lungometraggi scelti fra i migliori e più importanti titoli a tematica lgbt prodotti a livello internazionale, nato quindici anni fa, e Sardinia Queer Short Film Festival, concorso riservato ai corti d’autore al suo sesto anno, che nel 2016 ha visto la partecipazione di ben 142 titoli provenienti da 21 paesi diversi.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare la società, attraverso l’universale mezzo di comunicazione del cinema, sui temi delle differenze di orientamento sessuale e di identità di genere, e sulla necessità di raggiungere equivalenti diritti civili per tutte e tutti. Inoltre, attraverso il Festival, l’ARC vuole valorizzare e promuovere le produzioni cinematografiche, anche piccole e piccolissime, dedicate a questi temi; favorire il confronto e lo scambio culturale tra le produzioni di paesi diversi; consolidare la rete di collaborazioni tra associazioni, circoli del cinema, movimenti e realtà culturali della città e della Sardegna; offrire a Cagliari la possibilità di conoscere un mondo cinematografico e culturale per lo più inesplorato e, soprattutto, di discuterlo secondo il principio del ‘pubblico come autore’ sancito dalla Carta dei diritti del Pubblico di Tabor del 1987 (“Il pubblico ha diritto di ricevere tutte le informazioni ed espressioni audiovisive. Il pubblico deve avere i mezzi per esprimersi e far conoscere i propri giudizi e opinioni. Non vi sarà umanizzazione senza comunicazione”).
Sardinia Queer Short Film Festival
Prenderà il via venerdì 27 e sabato 28 ottobre: in entrambi i giorni, dalle 20 alle 22,30, saranno proiettati i 28 cortometraggi selezionati dalla segreteria del Festival tra i 70 iscritti da 21 paesi diversi ( Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Indonesia, Irlanda, Israele, Italia, Olanda, Perù, Portogallo, Spagna, Svezia, Turchia, Stati Uniti). Tra questi saranno scelti i titoli finalisti che concorreranno ai premi: il Sardinia Queer Award (premio dalla Giuria del Festival di 2000 euro), il Sardinia Queer Audience Award (premio dalla Giuria del pubblico di 500 euro), l’Eureka Students Award (300 euro dalla Giuria degli studenti delle scuole superiori coordinati dall’associazione Eureka). Menzione speciale, infine, con ARC Special Award 2017 assegnata da ARC onlus al cortometraggio che meglio esprimerà una tematica sociale e politica su diritti e cultura lgbtq. I cinque cortometraggi selezionati tra i 28 saranno poi in proiezione, uno per ogni giornata, durante i giorni di USNExpo, dal 2 all’11 novembre; l’ultimo giorno, sabato 11 novembre, saranno premiati i vincitori.
Anche quest’anno il Festival accoglierà ospiti prestigiosi: Sebastiano Riso, regista (vittima di una violenta aggressione omofoba a Roma lo scorso 2 ottobre), Fabio Canino, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo, lo scrittore Dario Accolla e la giuria composta dal presidente Fabio Mollo, regista, con Luisa Cutzu (regista, dottoressa in ricerche in Lingue e Letteratura dell’Università di Sassari), Immanuel Casto (cantante, game creator, blogger e opinionista), Massimo Milani (storico attivista del movimento transessuale e LGBT), Joako Ezpeleta (Festival de Cine LGBT di Barcellona).
Uno Sguardo Normale Expo
Nei fine settimana 2- 4 novembre e 9-11 novembre, sempre al Cineteatro Nanni Loy, spazio ai lungometraggi di autori internazionali a tema lgbt scelti fra i migliori e più importanti titoli prodotti a livello internazionale e che non hanno avuto la possibilità di essere visti nelle nostre sale cinematografiche. Ogni sera dalle 18 ci sarà la presentazione di incontri, documentari, libri e momenti di approfondimento, seguirà un aperitivo e alle 20,30 sarà mostrato al pubblico uno dei cinque cortometraggi finalisti di Sardinia Queer Short Film Festival. Alle 21 la proiezione dei sei film scelti per USNExpo.
Giovedì 2 novembre alle 18, inaugurazione della mostra fotografica “Cercando il paradiso perduto – Quarant’anni (e passa) in movimento” a cura di Giovanni Rondella. La mostra, allestita nel foyer, è costituita da più di cento scatti realizzati da Rodella in occasione di diverse manifestazioni organizzate da attivisti lgbt in tutto il mondo dalla metà degli anni Settanta fino a oggi: dai leggendari camping greci organizzati da Lambda nel 1978 alle manifestazioni delle Famiglie Arcobaleno degli ultimi anni, passando per le Giornate dell’Orgoglio Omosessuale del 1980 e il World Pride del 2000.
Di seguito si aprirà ufficialmente la quidicesima edizione di USNExpo con un aperitivo di benvenuto.
Alle 21 sarà presentato il primo film di USNExpo
A Date for Mad Mary
(Irlanda, 2016, 92’).
A Date for Mad Mary è un tenero ma feroce dramma irlandese con tracce di commedia, diretto da Darren Thornton, presentato in concorso nella First Feature Competition del 60° Festival di Londra e vincitore come miglior film al Dublin Film Critics Circle Awards e al Galway Film Fleadh 2016.
La scena d’apertura del film ci presenta Mary, una ragazza diffidente e un po’ maschiaccio, che esce di prigione, dove ha trascorso sei mesi senza ricevere nessuna visita. Allo stesso tempo, una solenne voce fuori campo ci informa delle cose importanti che dovremmo sapere su Charlene. Charlene, come avremo modo di vedere nel corso del film, è l’amica più vicina e l’unica di Mary, con cui è cresciuta e ha trascorso tutto il suo tempo. In effetti, la prima cosa che Mary chiede alla madre quando viene a prenderla è se Charlene stia venendo a salutarla. Questo desiderio ossessivo di trascorrere del tempo con Charlene permea tutto il film, ma la verità è che Charlene sta per sposarsi, e l’ultima cosa che ha in mente è… La sua schiettezza e semplicità vanno contro ciò che la società si aspetta da lei, di essere una donnetta dolce e delicata in cerca di stabilità con un uomo. Questa frustrazione e rabbia repressa si esprime con violenza, e apprendiamo che la sua propensione a fare a botte troppo facilmente è stato ciò che l’ha portata in carcere. È un passato che cerca di scrollarsi di dosso, ma che la segue, facendole ottenere il soprannome di “Mad Mary”. Solo quando incontra Jess, la ragazza ingaggiata per filmare il matrimonio, sembra trovare qualcuno con cui le piace trascorrere del tempo. Nel corso dei loro incontri, le sue maniere brusche lasciano il posto alla sua vulnerabilità, e le due si avvicinano e scoprono di star cercando nella direzione sbagliata. Il film ritrae in modo veritiero aspetti della vita irlandese, e brilla quando denuncia la superficialità di una società prettamente rivolta agli etero, il che è l’ultimo ostacolo per l’emancipazione di Mary. Sebbene il film sia inserito in un contesto locale, A Date for Mad Mary farà senza dubbio presa sul pubblico di tutto il mondo come una storia di amicizia e amore. Seána Kerslake e Charleigh Bailey, che interpretano Mary e Charlene, sono notevoli nella loro rappresentazione delle giovani ragazze intrappolate dalle convenzioni sociali, con le quali il film gioca brillantemente per ottenere una storia di formazione molto umana e toccante.” (cineuropa.org)
Venerdì 3 novembre alle 18 Fabio Canino presenterà il suo libro “Rainbow Repubblic”: è un romanzo distopico, nato dalla domanda ‘Cosa succederebbe se un giorno la Grecia, ridotta in ginocchio dal default economico, venisse progressivamente acquistata e occupata dalla comunità omosessuale globale?’.
Alle 21 in proiezione il lungometraggio
“My Nature”
(Italia, 2016, 75’).
Cosa succede dopo aver realizzato un cambiamento tanto desiderato e ci si ritrova di nuovo in una gabbia, con una vita che non desideriamo? Questo documentario di Massimiliano Ferraina racconta la storia di Simone, nato con genitali femminili, che si è sempre sentito un bambino. Durante l’adolescenza il conflitto tra come si sentiva dentro e il suo corpo è diventato insopportabile, ma solo a 28 anni ha concluso il percorso di transizione. Il film racconta i cambiamenti della sua vita e il suo punto di partenza è proprio il fatto che dopo aver realizzato il suo più grande obiettivo a 30 anni si è ritrovato nella “gabbia” della normalità sociale senza potersi chiedere cosa veramente desiderava fare, come voleva veramente vivere. Alla soglia dei 40 anni, Simone intraprende un viaggio di scoperta che lo porta ad imparare ad amare sé stesso dopo tanti anni passati ad odiarsi.
Il giorno successivo, sabato 4 novembre, alle 18 ci sarà il documentario di Andrea Adriatico “Torri Checche e tortellini” (Italia, 2015, 75’) presenta la fondatrice e presidente onoraria del MIT (Movimento Identità Transessuale) Poropora Marcasciano.
Nel 1982 fu la prima volta in Europa che un’amministrazione concedeva uno spazio ai gay. E che spazio! Una torre del tredicesimo secolo facente parte dell’antica cinta muraria. Il Cassero di Porta Saragozza è una delle tappe clou della comunità LGBT italiana. Una storia leggendaria ma anche il percorso di una città, la Bologna delle tre “T” (torri, tette e tortellini). Le tappe salienti che portarono all’inedita decisione e le attività del Cassero nei suoi primi anni di vita, partendo da quegli anni Ottanta che videro cambiare il movimento, trasformandosi da corrente rivendicativa e rivoluzionaria in vera e propria istituzione, centrale nella vita culturale cittadina. Foto e video ritrovati, gli spettacoli en travestì e l’epopea narrata dai protagonisti, tra i quali Franco Grillini, Beppe Ramina, Alessandro Fullin e Valérie Taccarelli. E l’ultimo presidente del Cassero, che ormai si è trasferito altrove: il primo presidente a non aver mai messo piede in quella storica prima sede.
A seguire proiezione de “L’orgoglio di MOStrarci. Documentario sui 25 anni del MOS“, a cura di Luisa Cutzu, Silvia Canna e Francesca Salaris.
Alle 21 vedremo
120 battiti al minuto
(Francia, 2017, 135’) candidato agli Oscar come miglior film straniero.
Il film diretto da Robin Campillo racconta la militanza del giovane Nathan (Arnaud Valois) nei primi anni 90 tra le fila degli attivisti di Act Up-Paris, associazione pronta a tutto pur di rompere il silenzio generale sull’epidemia di AIDS e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia che da oltre dieci anni miete vittime nel Paese.
Campillo, gay dichiarato da sempre, è stato attivista di Act Up-Paris, movimento che ha avvicinato nell’aprile del 1992, dieci anni dopo l’inizio dell’epidemia. In questo film, Campillo riporta parte della sua personale esperienza di quegli anni, sottolineando come fino ad allora ci fosse stata nella società un’omofobia dilagante, “aspetto che ci siamo dimenticati, perché quando la società si evolve, ha detto Campillo, si assiste ad una forma di amnesia collettiva su quello che eravamo prima“.
Selezionato per il concorso principale di Cannes 70, dove vince la Queer Palm e la Palma d’Argento (Gran Premio della Giuria) oltre al premio della critica internazionale (FIPRESCI). Pedro Almodovar, presidente della Giuria, avrebbe voluto dargli la Palma d’Oro (come anche molti critici si aspettavano) ed alla stampa ha dichiarato: “Non avrei potuto apprezzarlo di più, dall’inizio alla fine, e anche dopo. Ma sono stato fedele al mio intento, il mio voto è valso come quelli di tutti gli altri. Indipendentemente dal fatto che io sostenga le istanze LGBT, il film ha raccontato un’ingiustizia ed è un omaggio a quegli eroi che hanno salvato molte vite“.
Gli appuntamenti con USNExpo riprenderanno il fine settimana successivo.
Giovedì 9 novembre alle 18 ci sarà la proiezione dei cortometraggi di Sardinia Queer Short Film Festival fuori concorso, alle 20,30 come ogni sera la proiezione di uno dei cinque corti finalisti.
Alle 21 sullo schermo ancora una produzione italiana,
Una famiglia
(Sebastiano Riso, Italia, 2017, 97’).
Il film di Sebastiano Riso svela i segreti più intimi di una coppia, celati da una normale e tranquilla quotidianità. Era in concorso a Festival di Venezia dove ha riscosso molto successo; lo scorso 2 ottobre il regista è stato di recente vittima di una aggressione omofoba nell’androne del palazzo in cui abita a Roma.
Siamo di fronte a un soggetto controverso. Il regista Sebastiano Riso e i suoi due sceneggiatori sostengono di aver voluto trattare il tema delle molte forme di famiglia che convivono nella nostra attuale società (la tradizionale eterosessuale, la madre single con prole a carico, la coppia gay, ecc.) e che non hanno voluto fare un film sull’impossibilità/difficoltà delle adozioni (stepchild o meno che siano). Sostengono che il loro interesse principale non era di girare un film sul tema dell’”utero in affitto”, ma di raccontare il dramma dei sentimenti di una coppia borderline che campa procreando bebè per coniugi sterili. Senza addentrarci in questo dibattito, allo spettatore resta da vedere che i protagonisti lo fanno per denaro, per inseguire una bislacca idea di equità sociale, o forse per paura e incapacità di mettere in atto una propria personale famiglia. Li lega un amore ossessivo e malato in cui i ruoli di vittima e carnefice si ribaltano continuo, lui apparentemente il dominante (l’attore e cantante francese Partick Bruel che recita in presa diretta in italiano) legato mani e piedi al piccolo giro malavitoso delle adozioni illegali, lei (la sempre intensa Micaela Ramazzotti) tenera e indifesa che lo ricambia e ricatta col ruolo di adolescente non cresciuta e che continua a partorire a ripetizione per fornire nuova “merce” al marito. Il loro commercio fila liscio fin quando la donna non sente rinascere in sé prepotente il senso dell’accudimento materno e inizia dunque a riconoscere per ogni dove i propri figli ceduti ad altri in circostanze passate… (Sandro Avanzo)
Venerdì 10 novembre alle 18 Dario Accolla presenterà il suo libro “Il gender: la stesura definitiva” edito pochi mesi fa da Villaggio Maori. Il libro affronta la questione seguendo un doppio binario: quello dell’ironia, con una chiave di lettura sulla qualità del dibattito attuale; e quello di un’informazione più rigorosa, attraverso la documentazione giornalistica e i contributi e gli studi di esperti ed esperte del settore.
Alle 19.30 il pubblico potrà incontrare la Giuria del Festival dei cortometraggi: il regista (e presidente di giuria) Fabio Mollo, Luisa Cutzu (regista, dottoressa in ricerche in Lingue e Letteratura presso l’Università di Sassari), Immanuel Casto (cantante, game creator, blogger e opinionista), Massimo Milani (storico attivista del movimento transessuale e LGBT), Joako Ezpeleta (Festival de Cine LGBT di Barcellona).
Il padre d’Italia
(Italia, 2017, 93’ di Fabio Mollo è il quinto film in programma.
Paolo voleva diventare un falegname o un architetto, e invece fa il commesso in un megastore di arredamento preconfezionato. Da poco è stato lasciato dal suo compagno Mario, che sta provando a realizzare i suoi sogni (forse anche quelli preconfezionati) insieme a un altro uomo. Una sera, mentre Paolo va in cerca di Mario in un locale gay, incontra Mia, giovane donna incinta che sembra non sapere cosa fare di se stessa, men che meno della bambina che aspetta. Suo malgrado, Paolo si farà carico di Mia e cercherà di riportarla a casa, intraprendendo un viaggio che porterà entrambi in giro attraverso l’Italia del presente.
L’ultimo giorno di USNExpo, sabato 11 novembre, appuntamenti anticipati alle 17 con la proiezione dei corti fuori concorso; alle 18 ci sarà la cerimonia di premiazione per i titoli vincitori di Sardinia Queer Short Film Festival.
L’ultimo film in programma è
Maurice
di James Ivory (Gran Bretagna, 1987, 140’’, proiezione per il trentennale dello storico film di Ivory con Hugh Grant.
Cambridge, 1909. Maurice Hall, giovane studente universitario, si innamora del compagno di studi Clive Durham e vive con lui un difficile rapporto amoroso, privo di qualsiasi fisicità, che porta però il giovane Maurice a una consapevolezza più profonda del proprio orientamento sessuale. Destinato a una brillante carriera di avvocato, Clive decide di rompere definitivamente il suo legame con Maurice e si sposa, ma Maurice trova un nuovo amore, completo, che lo rende libero.
Ingresso libero con tessera ARC Cinema F.I.C.C.