Cinema

15a EDIZIONE DEL FLORENCE QUEER FESTIVAL (26/9-1/10) - Nostra intervista al direttore artistico Bruno Casini

 

15a EDIZIONE DEL FLORENCE QUEER FESTIVAL 

FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA E ARTE GAY, LESBICA E TRANSGENDER

Dal 26 settembre al 1° ottobre 2017 al Cinema La Compagnia, Firenze

PUBBLICATO IL PROGRAMMA Sul sito ufficiale del Florence Queer Festival è disponibile  il programma completo.

Come è ormai tradizione, anche quest’anno abbiamo intervistato Bruno Casini, Direttore Artistico, con Roberta Vannucci, del Florence Queer Festival, rassegna cinematografica organizzata dall’Associazione Ireos – Centro Servizi Autogestiti per la Comunità Queer di Firenze, in collaborazione con Arcilesbica Firenze e Music Pool.

Quali sono le principali novità di questa 15a edizione del Florence Queer Festival?

B.C.  Intanto vorrei fare una premessa importante. Il gruppo che lavora a questo festival, che è composto da me e da Roberta (Vannucci) per la direzione artistica, da Silvia Minelli per l’organizzazione e da Susan Sabatini, che cura la programmazione, è un gruppo coeso, compatto, un gruppo di volontari che hanno una grande passione per il cinema, che si divertono…  quando non ci divertiremo più chissà il festival dove andrà a finire, però ora ci divertiamo, ci stressiamo ma ci divertiamo. A parte questo, una cosa importante è che quest’anno siamo alla fine di settembre, per sei giorni, dal 26 al 1° ottobre compreso, usciamo dall’inverno come siamo sempre stati, siamo il primo festival ad aprire le programmazioni del Cinema La Compagnia, questo nuovo spazio che ci ospita dall’anno scorso.

Altra cosa importante, la novità di quest’anno, è che il Florence Queer Festival è ora un Global Village LGBT: quest’anno abbiamo deciso di fare tutto all’interno della Compagnia utilizzando tutti gli spazi possibili e immaginabili. Quindi presentiamo i libri nella saletta MyMovies, che è all’interno del cinema, una saletta da cinquanta posti, dove da martedì alla domenica, tutte le sere alle 19,30 ci saranno presentazioni di libri, incontri con gli autori, eccetera. Un’altra novità è che quest’anno abbiamo occupato anche la mattina e abbiamo messo in piedi tre appuntamenti legati alla cultura LGBT, che abbiamo chiamato Queer Focus, lezioni ad ingresso gratuito su temi specifici legati alla cultura LGBT. Avremo Luca Locati Luciani e Andrea Meroni   che parleranno del queer clubbing all’interno del cinema negli anni ’70; Gianluca Meis che farà un bellissimo omaggio a Paolo Poli (Paolo Poli. Un morso educato) e chiuderà Enrico Salvatori che traccerà una storia della cultura Queer dagli anni ’60 fino ad oggi. Sono incontri con materiale video, materiale informativo e immagini. Ci teniamo molto, anche perché vogliamo che il Florence Film Festival sia un incentivo per far capire, far riflettere e informare, specialmente per le nuove generazioni, che molte cose non le conoscono.

Ci sono poi le Mostre che facciamo all’interno del cinema, tra cui un omaggio, molto piccolo, simbolico a Tom of Finland, curato da Luca Locati Luciani, storico delle culture LGBT in Italia e non solo. E poi una mostra curata Andrea LussuLocandine impazzite, su locandine, flyer, copertine di vinili, tutto materiale legato alla produzione di colonne sonore e alla filmografia degli anni ’70. Tema che un po’ si aggancia al film di Andrea Meroni ‘Ne avete di finocchi in casa?’ che vedremo.

In pratica tutti questi appuntamenti sono sulla storia LGBT italiana.

B.C.  E’ quello che vogliamo fare. Lo diciamo tutti gli anni ma lo ribadisco, noi non facciamo solo intrattenimento, ma anche riflessione e militanza culturale LGBT; vogliamo che le giovani generazioni sappiano cosa è successo nei decenni passati, perché con un background culturale più solido si può affrontare meglio il presente ed il futuro. Detto questo, noi non vogliamo insegnare niente a nessuno, vogliamo solo fare informazione e raccontare tutte quelle avventure culturali che sono successe dagli anni ’60 ad oggi.

Una cosa interessante è che tutti gli eventi Queer Focus e Queer Book sono gratuiti.

B.C.  Si, sicuramente. Queer Focus e Queer Book sono gratuiti, Queer Focus alle 11 del mattino e Queer Book alle 19,30 nel passaggio tra la programmazione pomeridiana e serale. I nostri biglietti sono molto accessibili, da molti anni i prezzi sono rimasti gli stessi. Noi facciamo solo due biglietti, un pomeridiano e un serale, senza far uscire e rientrare il pubblico tra un film e l’altro, con due film alla sera e 2 o 3 film più i corti il pomeriggio dalle 15. Ci teniamo molto ad avere una politica di prezzi accessibile a tutti (il biglietto costa 5 euro il pomeridiano e 7 il serale).

Una cosa che ho trovato molto interessante è il primo appuntamento dedicato a Lindsay Kemp e al suo spettacolo Flowers, come è nata questa iniziativa?

B.C.  Già l’anno scorso avevamo pensato a Lindsay Kemp. Lindsay Kemp vive da diversi anni a Livorno. Il 19 settembre inizierà tutta una settimana di iniziative dedicate a Kemp: una mostra alle Murate, un incontro al Museo del 900 e un Workshop. Il curatore di questa iniziativa Andrea Canavesio mi chiamò verso aprile dicendomi che Lindsay Kemp era disponibile per mostrare al pubblico una registrazione del suo Flowers, lo spettacolo più geniale, incredibile e straordinario della sua produzione artistica, che debuttò a metà degli anni settanta a Londra. Io ho subito accettato.  Quindi è stata recuperata una registrazione d’epoca dello spettacolo, è stata riversata e leggermente rimessa a posto. Il filmato dura un’ora circa, ed è bellissimo, anche se è un documento che ha quarant’anni e più. Lui ci teneva molto. E’ un’anteprima mondiale, perché è la prima volta che lo fa vedere. Kemp per me e per la mia generazione è un protagonista importante, ha collaborato con tantissimi autori, artisti, musicisti; ricordo la sua mitica collaborazione con David Bowie. E debbo dire che Flowers, vedendolo dopo quarant’anni, è uno spettacolo di una attualità, di una forza, di una passione sconcertante, è innovativo, sembra di vedere delle cose che sono successe nei mesi scorsi. Quindi siamo molto felici di presentare questa apertura pomeridiana alle 17 di martedì 26, ad ingresso libero. Lindsay Kemp presenterà il filmato alla Compagnia e risponderà alle domande del pubblico, e insieme a lui ci sarà David Haughton, che era uno dei suoi ballerini in Flowers e che continua a collaborare con lui anche oggi.

Nella stessa serata inaugurale ci sarà poi anche Drusilla Foer…

B.C.  Si. Passando agli eventi, l’apertura ufficiale è alle 21.  Drusilla è un’artista protagonista della scena LGBT italiana, che sta crescendo moltissimo, nei prossimi mesi sarà in tournée in giro per l’Italia e ha tanti progetti che sta mettendo in piedi. Presenterà ‘I Will Survive’ un videoclip, dirà poi due cose e farà un pezzo dal vivo con Franco Godi, il suo produttore. Franco Godi, per chi non lo conosce è ‘Mister jingle’ quello che ha inventato i più grandi spot pubblicitari degli anni ’70, dal Permaflex bi-di-bo-di-bu, ai baci Perugina.

Tra i personaggi che celebrate quest’anno, oltre a Lindsay Kemp e Chavela Vargas, c’è anche Caterina Bueno, con l’anteprima di un documentario su di lei. Come mai questa scelta?

B.C. C’è anche un omaggio di Enrico Salvatori a Vinicio Diamanti.  Diamanti era un attore cinematografico, con tante comparsate, anche importanti, nel cinema degli anni ’70. Ma lui era soprattutto un grande attore di teatro, ha lavorato con Memè Perlini per tantissimi anni, ha fatto ‘Locus solus’ di Memè Perlini, uno spettacolo geniale, con la Manuela Kustemann.  Poi abbiamo scelto Chavela Vargas perché ci piaceva il documentario e ci piaceva lei, questa sua grande passione, questa sua militanza politica, lesbica dichiarata, amatissima da Pedro Almodovar e Miguel Bosè; nel documentario si vedono tutti e due intervistati, Miguel e Almodovar dicono delle cose straordinarie su Chavela. Perché Caterina Bueno? Io e Francesco Corsi, il regista di questo documentario, ci siamo incontrati varie volte, Caterina è un personaggio fiorentino (lei era di Firenze), si è sempre occupata di musica, con le sue canzoni, le sue ricerche sul campo negli anni ’60 nelle campagne toscane, è stata una ricercatrice eccezionale. E’ stata sempre molto amata un po’ da tutti, secondo me, anche da un pubblico LGBT. Caterina Bueno era amatissima dalle donne, soprattutto le donne che facevano politica negli anni ’70, le femministe e anche dal pubblico lesbico. Caterina era una donna forte, io ho sentito tanti concerti suoi e ci conoscevamo, era una donna energica, se diceva una cosa la faceva, molto determinata, ha fatto veramente un sacco di cose.  Ci piaceva legare un po’ Chavela Vargas a Caterina Bueno, sono due figure molto vicine alla cultura LGBT. Del documentario Caterina vedremo solo 7 minuti, perché è ancora in lavorazione e sarà pronto solo nella primavera del 2018. Tra l’altro il film Chavela sarà presentato da Ginevra di Marco Francesco Magnelli, due musicisti fiorentini che hanno lavorato moltissimo sulle culture popolari in Toscana e anche a livello internazionale. Sono dei piccoli cammei ai quali teniamo molto.


(I direttori del FQF, Bruno Casini e Roberta Vannucci)

Passando alla programmazione dei film, quali sono quelli da non perdere?

B.C.    Non ti dico le cose che sono già passate negli altri festival italiani. Si parte con Signature movie di Jennifer Reeder, un film veramente eccezionale. Di solito noi non apriamo con un film lesbico, questo film però è talmente bello, forte, geniale, colorato, talmente pop, con una musica meravigliosa, con un finale meraviglioso, su di una ragazza pakistana e la sua mamma che non vuole che lei stia in un rapporto lesbico. Così abbiamo deciso di aprire con questo.

Segue il documentario ‘Jewel’s Catch One’ di C. Fitz sul Catch One, una discoteca di Los Angeles che aveva aperto a metà degli anni ’70, gestita da donne nere lesbiche e che purtroppo ha chiuso nel 2015. Da lì è passata un po’ tutta la cultura LGBT californiana.  Tra l’alto nel documentario c’è una bellissima intervista a Madonna, poi c’è Sharon Stone e tantissimi altri. E’ un bellissimo documentario, molto clubbing.

Di mercoledì 27 ti segnalo Temporary Queens: Regine dal tramonto all’alba la nuova produzione di Matteo Tortora, che tu conosci perché hai visto le sue cose passate, come La Donna Pipistrello, con la Romanina. Qui si parla di culture Drag, di drag queen italiane e del loro lavoro.  La cosa bella di questo documentario, che dura circa un’ora, è che tratta della filosofia e del riconoscimento di questo tipo di lavoro, perché in Italia non c’è un riconoscimento ufficiale di attori e attrici che fanno le drag. Spesso le drag intervistate, sia uomini, che donne, parlano di voler essere riconosciuti come entità lavorative. Molte di loro sono toscane, c’’è molto della Toscana nel film, c’è il MamaMia, c’è un altro club a Pisa… E’ un documentario fatto molto, molto bene, devo dire che Matteo è sempre molto bravo. Oltre al regista ci sarà la presenza di molte delle drag coinvolte nel documentario.

Ci sarà da divertirsi quindi…

B.C.   Ti piaceranno molto.  Poi c’è My Wonderful West Berlin di Jochen Hick. E’ molto bello. E’un excursus che va dalla Berlino della fine degli anni ’50 sino ad oggi, con interviste, documenti, spezzoni di documentari, spezzoni di film, con i protagonisti della cultura Queer a Berlino negli anni ’80… tante, tante cose interessanti.  Poi c’è Tamara di Elia K. Schneider, un’anteprima italiana. E’ un film che volevamo programmare già l’anno scorso, ma siamo riusciti ad averlo solo quest’anno. E’ molto bello, la storia di un uomo che diventa donna, con dei passaggi molto forti. E’ una produzione venezuelana.  Anche Sebastian di James Fanizza è una anteprima italiana, un film americano di quest’anno che parla di storie amore che si incrociano. Un film di grande sensibilità e dolcezza. Venerdì c’è Feminista di Myriam Fougere, l’hai visto?

Si, molto interessante e sono contento che sia presente la regista, una persona veramente tosta.

B.C.  Poi c’è ‘Ne avete di finocchi in casa?’ di  Andrea Meroni, che avrai sicuramente già visto.

L’ho visto nella versione in progress, priva dell’ultima parte dove ci dovresti essere anche tu.

B.C. Io e anche la Roberta (Vannucci). A me questo film è piaciuto molto, Andrea Meroni ha fatto un lavoro eccezionale, con pochissimi soldi, grazie all’Università di Milano. Ce ne fossero di cose così. Veramente.

Infatti io sono rimasto molto sorpreso, non pensavo neanche che esistessero così tanti giovani gay interessati alla cultura e alla storia LGBT, come Andrea Meroni, Luca Locati Luciani, Mauro della Libreria Antigone.. giovani interessati e molto preparati.

B.C. Andrea Meroni è giovanissimo, è ancora uno studente. Quando Andrea è venuto a trovarmi per farmi l’intervista, ho visto che è una persona coltissima. Umile e colta. E questo è importante. E’ una persona molto, molto preparata. Sono rimasto strabiliato dalla professionalità con cui ha fatto questo documentario. E poi ha toccato un periodo che nessuno aveva pensato di affrontare, su questi B-movie degli anni settanta, di grande intrattenimento, che venivano proiettati in grandi sale da migliaia di posti e il pubblico accorreva a vederli, in cui spesso veniva fuori la macchietta omosex che faceva ridere. In altri di questi film invece il personaggio gay era emarginato, sfigato, triste, malmenato e a volte ucciso. Si passava dalla frivolezza all’emarginazione.  Vinicio Diamanti in questi film faceva spesso la checca scatenata.

Speriamo che ne venga fuori un bel dibattito.

B.C. Spero anch’io.  Andando avanti c’è The Book of Gabrielle di  Lisa Gornick, un film a tematica lesbica, sarà presente la regista e prima della proiezione farà anche una piccola performance.  Poi Abrazame como antes di Jurgen Ureña, un film transgender, molto bello, molto notturno, molto colorato, i locali, i club… è un film che ci ha molto appassionato. Sarà presente il regista.  Poi c’è Sodom  di Mark Wilshin, una produzione tedesca di quest’anno, saranno presenti i registi. E’ un film incredibile, girato praticamente tutto in una camera. E’ molto forte, sulla cultura SM, uno dei protagonisti è legato con delle manette ad un palo; ma non ti dico niente.  E’ molto parlato, e secondo me qui sta la cosa interessante, le parole. A me è piaciuto molto.  Sabato abbiamo The Ladies Almanack di Daveel Shy,  un film lesbico, molto bello, molto anni ’70, visionario, molto psichedelico secondo me. Poi c’è Tom of Finland di Dome Karukoski, che tu hai  visto. E quindi Xavier di Giovanni Coda, dura 6 minuti, molto bello, sul poliziotto ucciso dai terroristi sugli Champ Elysees a Parigi. Domenica c’è il documentario Diamanti is forever di Enrico Salvatori su Vinicio Diamanti.  Devi sapere che Vinicio Diamanti oltre a fare il cinema e il teatro, adorava fare cabaret omosessuale nelle discoteche. Per esempio quando lui venne a Firenze al teatro Rondò di Bacco a fare lo spettacolo di Memè Perlini con la Kustemann, noi, che gestivamo il Banana Moon, lo andammo a trovare e lui ci disse ‘io verrei da voi dopo lo spettacolo sabato notte a fare un mio piccolo show, il Babalu show’. Praticamente lui si presentava con un gonnellino fatto tutto di banane vere, con il viso nero per sembrare un uomo di colore e ballava il Babalu su musiche che lui sceglieva. Lo spettacolo durava circa un quarto d’ora e lui si divertiva moltissimo a fare queste cose. Era un po’ la sua dark side.


(Roberta Vannucci, Roberto Mariella, Ivan Cattaneo, Bruno Casini, Antonio Schiavone)

E dopo c’è  Scintille…

Ero molto curioso di vedere se volevi dire qualcosa sul tuo film(Scintille. Firenze: Generazione Trend di Bruno Casini e Carlo Gardenti).

B.C.  Scintille è un documentario di 53 minuti che abbiamo finito da poche settimane, ed è una full immersion negli anni ‘80 a Firenze, sulla moda e sul clubbing. Si parla di Pitti Trend, una manifestazione che c’era a Firenze negli anni ’80, durata dall’85 all’88, attraverso materiali registrati in alcuni club come il Manila, con le sfilate, con interviste a Samuele Mazza, Sandro Pestelli, Barbara Pignotti, Margherita Loconsolo, Loretta Mugnai, tutti stilisti di quel periodo e che tutt’oggi fanno gli stilisti. Samuele Mazza ora fa tantissime altre cose a Milano. Ci sono anche materiali cartacei, riviste, memorabilia, copertine di dischi. E’ un documentario rigorosamente vintage, non abbiamo voluto fare una cosa iper-tecnologica, volevamo un documentario fatto più di passione che di tecnologia. Alcuni filmati di trenta anni fa purtroppo non sono perfettamente chiari, però noi lo abbiamo voluto così.  Chiudiamo il festival con After Louie di Vincent Gagliostro, lo  hai visto ?

Si, e mi sembra che sia l’unico lungometraggio che parla  di AIDS.

B.C.  Devo dire che in Scintille viene fuori anche l’HIV. Nelle interviste che abbiamo fatto a Betty Bersantini, a Sandro Pestelli e ad altri si è parlato anche di persone morte di HIV.   Anche a Firenze sono state tante le persone che se ne sono andate così.

Per quanto invece riguarda le presentazioni dei libri ?

B.C.  Ci sarà Margherita Giacobino con il suo Il prezzo del sogno. Poi  Francesco Mangiacapra con Il numero uno. Confessioni di un marchettaro, un giovane avvocato che fa l’escort. Questo libro è stato presentato al Costanzo Show, dalla D’Urso .. è diventato un caso editoriale e mediatico.

Ho visto che in uno dei libri presentati tu fai anche il modello…

B.C. Si, il buon Antonio Mocciola ha fatto questo progetto fotografico “Addosso. Le parole dell’omofobia” in cui ci sarò anch’io. Sono scritte omofobe su dei corpi nudi maschili e femminili. Mocciola lo presenterà insieme a Mariagiovanna Grifi che leggerà alcuni brani del libro. Sarà presente anche Andrea Giuliano, un militante gay.

In apertura ci sarà Vittoria Schisano con il suo libro   La vittoria che nessuno sa uscito la scorsa primavera. Poi Francesco Gnerre Luca Baldoni  presenteranno un numero speciale dedicato all’Italia della rivista queer francese  Inverses, Le parole tra gli uomini. Antologia di poesia gay dal novecento al presente, entrambi a cura di Luca Bal­doni.

Poi c’è VideoQueer (concorso per il miglior cortometraggio con soggetto LGBT).  Quest’anno sono arrivate montagne di roba. Abbiamo fatto molto filtro, cercando di scegliere le cose più forti, più belle, più professionali.

Vuoi dire qualche cosa per concludere?

B.C. Silvia, io, Roberta e la Susan siamo distrutti, ma alla fine poi ci divertiamo.  Veramente io ho visto 130-140 film quest’anno… tante cose, anche belle, sono rimaste fuori, purtroppo, qualche volta anche per motivi economici, perché per alcuni di questi film ci chiedono un affitto esoso. Siamo contenti di questa edizione. Speriamo che il cambiamento delle date possa funzionare. Libri, mostre, cinema, tutti insieme appassionatamente.

 

(a cura di Roberto Mariella)

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