In anteprima a New York al Museum of Modern Art per Doc Fortnight 2017
Dopo la proiezione in Birmania sbarca a New York il documentario prodotto da Alkermes su une delle prime celebrazioni di unioni omosessuali in Birmania
Il documentario Irrawaddy mon amour di Nicola Grignani e dei registi di Bergamo Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli, sulle celebrazioni di una delle prime “unioni” omosessuali in Birmania, sarà proiettato il prossimo 23 febbraio al Musem od Modern Art di New York nell’ambito di Doc Fortnight 2017, vetrina annuale di film documentari giunta alla 16esima edizione. Al MoMa di New York saranno presenti la co-regista Valeria Testagrossa e il produttore Enrico Pacciani (Alkermes).
Irrawaddy mon amour è il racconto di una delle prime unioni gay in Birmania, ambientato in un villaggio sulle rive del fiume Irrawaddy, e della coraggiosa scelta dei suoi protagonisti di affermare il diritto di amare contro tutte le paure in un Paese dove i diritti umani sono stati violati, una nazione che sta cercando un nuova identità dopo l’elezione di Aung San Suu Kyi dello scorso anno. Il documentario è stato proiettato in concorso ad Idfa, al 33 Torino Film Festival, al Zinegoak di Bilbao (dove ha vinto il premio come miglior documentario) e presentato con successo di pubblico e critiche anche in Birmania, nazione dove è stato interamente girato.
Soe Ko e Saing Ko decidono di sposarsi, sostenuti dall’attivista Myo Nyunt. Si tratta della prima unione gay in Birmania: una scelta coraggiosa per affermare il diritto di amare in un Paese dove la libertà è ancora una chimera. Tre registi italiani raccontano uno dei primi matrimoni gay in Birmania, all’indomani della vittoria di Aung San Suu Kyi alle elezioni legislative – le prime libere dal 1990 – dando voce a una comunità di persone per cui questa svolta democratica vale ancora di più. Sono le lesbiche, i gay, i bisessuali e transgender birmani, che finalmente possono sperare in un futuro diverso nel loro paese, e a loro è dedicato “Irrawaddy mon amour”, il film documentario di Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli e Nicola Grignani. “Abbiamo voluto raccontare una delle prime unioni gay in Birmania e la coraggiosa scelta dei suoi protagonisti di affermare il diritto di amare, sfidando paure e rischi, in un paese in cui la libertà è stata finora una chimera – spiega Nicola Grignani – L’idea è nata da un viaggio di Valeria Testagrossa nel 2009, quando per caso, dopo essere salita su un camion che trasportava sacchi di riso, si è ritrovata in questo posto sperduto nel cuore della Birmania, un villaggio contadino che vive sull’Irrawaddy, il fiume navigabile da cui prende il nome il documentario. In mezzo a non più di 600 abitanti abita una comunità molto forte di gay, lesbiche e trans, pronti a rivendicare i loro diritti. Una cosa straordinaria, anche pensando al fatto che in quel paese non vedevano uno straniero da vent’anni. Nel 2014, con Valeria e Andrea siamo tornati lì e tra 2014 e 2015 abbiamo fatto le riprese. Volevamo raccontare questa storia con uno stile poetico e a tratti sospeso, convinti si trattasse dello stile più appropriato per raccontare la delicatezza di questo amore. Usiamo la camera a mano per seguire i protagonisti, perché crediamo sia la modalità migliore per cogliere la repressione che aleggia e che si insinua nelle menti delle persone, pur rimanendo invisibile: una minaccia quasi impalpabile, ma non per questo meno angosciosa”.
La società di produzione Alkermes, fondata nel 2014 da Enrico Pacciani, sviluppa e produce progetti per cinema, tv, internet e transmedia, con un forte orientamento internazionale. Impegnata nel cinema di finzione e nel documentario di creazione, collabora con un gruppo selezionato di talenti in ascesa, con cui condivide l’ambizione di raccontare la complessità del mondo attraverso personaggi e storie fuori dal comune, capaci di emozionare e far riflettere.