“Una mujer fantastica” del regista cileno Sebastián Lelio vince il Teddy Award come miglior film e vince anche come miglior sceneggiatura (Sebastiàn Lelio e Gonzalo Maza) nei premi ufficiali della Berlinale. Gonzalo Maza, ritirando il premio, ha dichiarato: “Vogliamo ringraziare le persone che amiamo, il nostro è un film d’amore. Dieci anni fa è morto mio padre e non gli ho mai potuto dire addio per una serie di circostanze. Il film parla di questo, di chi cerca di dire addio alle persone che ama e non può farlo quando tutto succede troppo in fretta. Dedico il premio a mio padre, ovunque sia”. Sebastiàn Lelio, regista e sceneggiatore, ha aggiunto: “Grazie alla Berlinale, che ha uno spazio speciale nel cuore, grazie ai giurati. Grazie ai fratelli Larrain, hanno ragione quando dicono: Dobbiamo lottare contro i tempi oscuri con la poesia e la bellezza. Lo dedico alla fantastica donna che è al centro del film, Daniela Vega”. Daniela Vega, attrice transgender, è la stupenda protagonista del film, nel ruolo di una transessuale che deve lottare per difendere la sua identità.
“Close Knit” di Naoko Ogigami, un’altra toccante storia transgender, vince il Premio Speciale della Giuria Teddy
Il documentario “I Am Not Your Negro” di Raoul Peck si porta a casa il premio del pubblico nella sezione Panorama.
Il bellissimo e bucolico “God’s Own Country” del britannico Francis Lee, vince il premio della Giuria di Männer Reader
Di seguito tutti i premi della Giuria del 31mo Teddy Award, composta da:
Gizem Bayiksel
Regista e fotografo, coordinatore del Pink Life QueerFest, nato ad Ankara nel 1989
Sachiko Imai
Direttore del Rainbow Reel Tokyo (era Tokyo International Lesbian & Gay Film Festival), il festival LGBT più antico dell’Asia
Hassan Kamoga
Regista ed attivista ugandese. Ha fondato nel 2016 il Queer Kampala International Film Festival (QKIFF), primo fetival LGBT ugandese, in un paese dove l’omosessualità è ancora illegale.
Saadat Munir
Direttore dell’Aks Film, Art and Dialogue, festival delle minoranze e delle comunità marginalizzate (transgender, queer, perssone di colore, ecc,) presenti in Pakistan e Danimarca.
Marjo Pipinen
Programmatore di Love & Anarchy – Helsinki International Film Festival, il più grande festival di cinema della Finlandia
Carl Spence
Direttore e capo curatore del Seattle International Film Festival (dove lavora dal 1994) e programmatore del Palm Springs International Film Festival e del San Francisco International Film Festival.
Martin Wolkner
Membro del German Film Critics Association per la quale scrive e collabora dal 2010 alla rispettiva rivista online nella sezione LGBT
MIGLIOR FILM
UNA MUJER FANTASTICA (A FANTASTIC WOMAN)
Marina e Orlando sono innamorati e programmano di trascorrere la loro vita insieme. Lei lavora come cameriera e adora cantare. Il suo amante, vent’anni più vecchio, ha abbandonatao la sua famiglia per unirsi a lei. Una notte, mentre stanno tornando a casa dopo aver calorosamente festeggiato il compleanno di Marina in un ristorante, Orlando diventa estremamente pallido e rimane bloccato. All’ospedale, i medici non possono fare altro che confermare la sua morte. Gli eventi successivi si accavallano velocemente: Marina si trova davanti ad un ispettore di polizia donna che le fa spiacevoli domande e la famiglia di Orlando la guarda con rabbia e sfiducia. La moglie di Orlando esclude Marina dal funerale e le ordina di abbandonare subito l’appartamento, che sulla carta è intestato a Orlando. Marina è una donna transgender. La famiglia del defunto si sente minacciata dalla sua identità sessuale. Con la stessa energia che una volta ha usato per difendere la sua decisione di vivere come donna, Marina, a testa alta, ora insiste per il diritto ad elaborare il suo lutto… Anche se tutto l’ambiente che la circonda cospira contro di lei, il film è decisamente dalla sua parte, mostrandoci una protagonista che , sebbene altamente segnata, è comunque forte e consapevole di come va il mondo, una donna veramente fantastica.
Motivazione della Giuria:
Una donna fantastica è un film perfettamente realizzato con un magnifico approccio cinematografico che ci presenta un racconto intimo ancora sottorappresentato. Questo film mostra un universo molto autentico fermamente agganciato alla realtà grazie anche alla performance ipnotizzante e naturale di Daniela Vega nel ruolo di Marina. Sébastian Lelio ha infuso la storia con comprensione e compassione illuminando la continua discriminazione ed emarginazione delle persone transgender nel mondo.
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA:
Karera ga Honki de Amu toki wa (Close-Knit)
L’undicenne Tomo è praticamente sempre attaccata ai suoi dispositivi. I piatti non lavati si accumulano nel lavandino e i confezionati del supermarket sono tutto quello che c’è da mangiare. La madre single di Tomo torna a casa la sera molto tardi e quasi sempre ubriaca. Quando un giorno abbandona completamente la figlia, questa può contare solo sull’aiuto dello zio che la porta a vivere con lui e la sua fidanzata Rinko. Al loro primo incontro Tomo rimane basita scoprendo che Rinko è una transessuale. Rinko inizia subito a prendersi cura di Tomo; non solo le prepara appetitosi pasti, riesce anche a creare un nuovo ambiente dedicato alla ragazzina. Ma gravi dispiaceri stanno per arrivare in questo splendido nido… Come nel suo penultimo film “Rentaneko” (Panorama 2012), la regista giapponese Naoko Ogigami ci racconta un’altra storia su come trovare una via d’uscita alla solitudine. Nel caso di Tomo si tratta di entrare in una nuova famiglia, una soluzione che unisce calore umano, buon cibo e l’atto simbolico del lavoro a maglia. Con sommesse e concentrate immagini il film ci parla di una sessualità fuori dalla norma che diventa un naturale modo di vivere e ci mostra i valori della famiglia non come frutto di convenzioni ma scaturiti da amore e attenzioni sincere
Motivazione della Giuria:
La giuria assegna il premio speciale al film “Close-Knit”, un film che offre al pubblico uno sguardo alla cultura giapponese e all’amore delle famiglie arcobaleno attraverso gli occhi di una ragazza di 11 anni. Entrambe le performance degli adulti e dell’attrice bambina sono convincenti e piacevoli. I dialoghi naturali della regista Naoko Ogigami ed il suo senso dell’umorismo rendono l’esperienza cinematografica molto speciale. Ogigami pone l’accento su particolari unici come gli oggetti lavorati a maglia; bella la fotografia ed il fascino universale di una storia edificante, eppure realistica.
MIGLIOR DOCUMENTARIO:
Ri Chang Dui Hua (Small Talk)
Motivazione della Giuria:
“Small Talk” è il ritratto coraggioso della storia della famiglia della regista, che offre al pubblico uno sguardo interno ad una cultura con la quale non siamo familiari. Questo potente documentario riesce ad essere di portata universale ed estremamente intimo allo stesso tempo.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO:
Min Homosyster (My Gay Sister)
Motivazione della Giuria:
Min homosyster (My Gay Sister) della regista Lia Hietala è la dolce storia di una giovane ragazza che sta iniziando a conoscere amore con l’aiuto di sua sorella e della sua fidanzata. Il film rende visibili le complesse emozioni che anche noi adulti possiamo avere durante lo svolgimento delle nostre relazioni e e dei relativi problemi. Nel ruolo della sorellina Cleo, Juliette Safavi è eccezionalmente naturale e una delizia da guardare.
I premi della 67ma Berlinale
– Orso d’Oro come miglior film: “On Body and Soul” della regista ungherese Ildiko Enyedi
– Orso d’Argento – Gran premio della Giuria: al francese “Felicite‘”, di Alain Gomis
– Orso d’Argento – Premio Alfred Bauer: al polacco “PokoT” di Agnieszka Holland
– Orso d’Argento come miglior regista: al finlandese Akis Kaurismaki per “The Other Side of Hope”
– Orso d’Argento come migliore attrice: alla sudcoreana Kim Minhee per “On the Beach at Night Alone”
– Orso d’Argento come miglio attore: all’austriaco Georg Friedrich per “Bright Nights”
– Orso d’Argento migliore sceneggiatura: al cileno Sebastian Lelio per “Una mujer fantastica”
– Miglior Opera Prima: lo spagnolo “Estiu 1993” di Carla Simon