Un film sulla vita di Peter Wildeblood, pioniere della lotta per i diritti degli omosessuali, inaugura il 31mo festival gay londinese

Against the Law” di Fergus O’Brien è il film che inaugura, in anteprima mondiale, la 31ma edizione del London LGBT Film Festival (16-26 marzo 2017)

Il film, una produzione BBC Studios, è sceneggiato da Brian Fillis (An Englishman in New York, Fear of Fanny), prodotto da Scott James Bassett, e interpretato da Daniel Mays (Vera Drake, Another Year), Mark Gatiss (Sherlock, The League of Gentlemen), Richard Gadd e Charlie Creed-Miles (Nil by Mouth, Wild Bill).

La tematica del film cade proprio a fagiolo in quanto è appena stata promulgata in U.K. una legge sulla riabilitazione dei gay perseguitati nel Regno Unito. Quest’anno, il 2017, corre anche il 50mo anniversario del Sexual Offences Act, la legge che nel 1967, per la prima volta, decriminalizzò gli atti omosessuali in Inghilterra e Galles (in privato e tra adulti consenzienti). Il 1967 segna quindi l’inizio di quella lunga lotta che ha portato alle conquiste di questi ultimi anni con la parità dei diritti.

Il film ci racconta la storia di Peter Wildeblood (Daniel Mays), l’uomo a cui principalmente si deve la conquista del Sexual Offences Act del 1967. Il film non è un documentario ma una fiction basata principalmente sul libro autobiografico che Peter Wildeblood scrisse durante i suoi mesi di prigionia, quando venne incarcerato, con la stessa legge che aveva mandato in carcere Oscar Wilde, solo per il fatto di aver avuto una relazione omosessuale. In prigione Peter subì una serie di terribili ‘trattamenti medici’ che dovevano ‘curare’ , cioè cambiare, il suo orientamento sessuale. Il libro, che uscì proprio nel 1967, divenne subito un best sellers ed una caso letterario, portando all’attenzione di un vasto pubblico la tematica dell’omosessualità, ed alla creazione di una Commissione Parlamentare (Wolfenden Committee) per la riforma della legge sull’omosessualità, che aveva incarcerato migliaia di omosessuali.
Il film ci offre un approfondito ritratto di cosa voleva dire essere gay negli anni ’50. Il regista Fergus O’Brien spiega: “Fare questo film non solo ci ha permesso di raccontare una storia potente e importante nell’evoluzione dei diritti LGBT in questo paese, ma anche conoscere a fondo gli uomini che questa storia hanno fatto, in particolare la storia di Peter Wildeblood e della sua lotta per l’emancipazione

 

Riportiamo di seguito una breve sintesi della vita di Peter Wildeblood.

Peter Wildeblood nasce ad Alassio, sulla Riviera Ligure, nel 1923, figlio unico di un ingegnere in pensione e della sua seconda moglie, assai più giovane, figlia di un allevatore di pecore argentino. Nel 1941 entra nell’addestramento piloti della Royal Air Force in Rhodesia. Dopo una serie di incidenti viene trasferito nel servizio a terra come meteorologo, restando in Rhodesia fino alla fine della guerra. Nel 1946 riprende gli studi al Trinity College, dove entra in un circolo omosessuale segreto che si dedicava alle arti ed al teatro. Dopo Oxford trova impiego come giornalista al Daily Mail. Contemporaneamente inizia una relazione con un caporale della RAF chiamato Edward McNally, col quale ha una intensa corrispondenza di appassionate lettere amorose. Saranno proprio queste lettere ad incriminarlo maggiormente nel processo che subisce nel 1953 per atti omosessuali. Nell’estate del 1953, Lord Montagu di Beaulieu aveva offerto a Peter l’uso di una casetta sulla spiaggia vicino alla sua tenuta di campagna, nella quale Peter aveva portato con sè due militari della RAF, il suo amante Edward McNally e John Reynolds, ai quali si unisce il cugino di Montagu, Michael Pitt-Rivers. La denuncia degli aviatori della RAF porterà al processo dove dichiareranno che in quella casa sul mare c’erano stati comportamenti osceni, mentre Montagu riferirà che si era trattato solo di qualche “bevuta, balli e baci”. Durante il processo Peter ammetterà di essere omosessuale. A marzo del 1954 Montagu viene condannato a 12 mesi di prigione, mentre Wildeblood e Pitt-Rivers vengono condannati a 18 mesi. Uscito di prigione, Peter pubblica il libro “Against the Law”, dove racconta la sua esperienza e le disumane condizioni di vita nella prigione HM Prison Wormwood Scrubs. C. H. Rolph scrive sul New Statesman che il libro di Peter era “l’accusa più nobile ed arguta” che fosse mai stata scritta contro l’omofobia. Il successo del libro indusse Peter a scriverne un secondo l’anno successivo, “A Way of Life”, dove racconta dodici storie di vita omosessuale di persone che aveva conosciuto personalmente. Questi libri hanno dato inizio ad un ampio dibattito sull’omosessualità e sulle condizioni di vita degli omosessuali, libri purtroppo non ancora tradotti in italiano (speriamo che il film convinca qualche editore italiano).
Peter Wildeblood diventerà in seguito sceneggiatore e produttore televisivo, impegnandosi in diverse campagne per i diritti LGBT. Si trasferisce in Canada negli anni ’80 e nel 1994 patisce un infarto che gli toglie la parola e lo costringe su una sedia a rotelle. Muore a Victoria, nella Columbia britannica, nel 1999.


Condividi

Commenta


Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.