A Conegliano, dal 18 gennaio al 5 febbraio 2017 la quarta edizione del Festival di Cultura LGBT(QIE) “Diverso da chi?” organizzato dalle associazioni “Shale LGBTE” e “Agedo”. Il Festival si rivolge a tutta la cittadinanza.
L’Associazione Shake LGBTE è un’associazione culturale di Conegliano già da alcuni anni presente sul territorio. Si prefigge precipuamente di divulgare e diffondere la cultura legata alle diverse identità di genere e agli orientamenti sessuali, a far conoscere alla cittadinanza l’esistenza di queste realtà valorizzandole, abbattendo gli stereotipi e le discriminazioni, affinché ognuno possa vivere positivamente e serenamente la propria esistenza in questa società, al pari di chiunque altro.
L’Associazione Agedo Veneto (Associazione di Genitori e amici di persone Omosessuali) nasce come Onlus formata da famiglie e amici di persone lesbiche, gay e transessuali. Ha come obiettivi fondamentali: aiutare altre famiglie nella stessa condizione ad accettare l’omosessualità del loro congiunto; chiedere un’azione di educazione e di prevenzione del bullismo nella scuola, poiché l’età adolescenziale è quella in cui le persone omosessuali soffrono maggiormente il peso dell’omofobia; ottenere l’approvazione anche in Italia di leggi contro le discriminazioni ed i crimini motivati dall’odio.
Partner di questo Festival sono Arcigayfriuli Nuovi Passi, Astoria, Librerie Coop del Centro Commerciale Conè, Sguardi di Donne, Voci in Viaggio, Leggi-Amo-Cela / Grupposemiseriodistoriemiste, Duck Dance Company, KGB entertainment.
Spiegano gli organizzatori: “Il desiderio che ci spinge a riproporre un Festival di Cultura LGBTQIE è quello di “far vivere” culturalmente i luoghi di Conegliano e dintorni affrontando il tema della diversità nella sua accezione più ampia, e in particolare nella sua declinazione lgbt. Le diversità fanno parte della nostra società, delle nostre comunità, delle nostre cerchie familiari e amicali. Non si può non approfondire le diversità… D’altra parte non vi è modo di approccio alla diversità se non quello del cambio di prospettiva. Un cambiamento di prospettiva implica in primis un cambiamento di mentalità, di ragionamento, di pensiero. “Diversi da Chi?” vuole offrire al pubblico che interverrà la possibilità di operare proprio questo cambiamento in prospettiva, decentrando “la propria visione dell’altro” e rendendo vivo l’incontro con le Associazioni che collaborano con ShakeLGBTE e Agedo Veneto. Temi come: diritti civili, omogenitorialità, identità, resilienza, generi, affettività, differenze, libertà acquistano il senso della scoperta, il senso della conoscenza, il senso del rispetto. Temi importantissimi e quanto mai attuali che necessitano di un tempo per essere affrontati. La frenesia della nostra società ci impone tempi rapidi di consumo, anche per quanto riguarda la cultura. “Diversi da Chi?” è un’auto che ha poche marce, obbliga a mettere la seconda, e a far salire accanto a sè l’altro per compiere un viaggio comodo, assolutamente non veloce, un viaggio da gustare fino in fondo tra una canzone e un film, tra la presentazione di un libro e una performance, tra un dibattito e una lettura…”
IL PROGRAMMA
Mercoledì 18 Gennaio, ore 21.15
Anteprima Festival “Un’altra musica – Canti di amori liberati”
Ascolti musicali presso Radio Golden Bar.
Nella seconda metà del secolo scorso, la musica popolare si è affermata come un potente mezzo di espressione e testimonianza dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, accompagnando le rivendicazioni del movimento di liberazione LGBTQI, sia come colonna sonora sia come strumento di lotta non violenta. Gli amici delle Note della Luna Nuova presentano un percorso per parole, suoni e immagini in movimento che attraversa diversi generi della scena musicale recente – dal jazz alla disco-music, dal pop al post-rock, spingendosi sino all’hip-hop – e si sofferma nell’ascolto guidato di alcune delle voci che hanno contribuito in modo significativo al superamento delle censure imposte da una concezione tradizionale delle relazioni amorose.
Giovedì 19 Gennaio, ore 21.15
Incontro con Giovanni Corbanese, autore del libro: “Stato Civile: Libero. Libero di amare chi voglio!” In questa autobiografia le spinose tematiche dei soprusi contro gli omosessuali sono affrontate attraverso il filtro delle toccanti esperienze di vita di Giovanni.
Presso Radio Golden Bar.
Il cambiamento più importante è stato la conoscenza di Ugo, ragazzo romagnolo con il quale ha costruito una intensissima storia d’amore. Non è stato facile superare le problematiche dell’omofobia, la violenza verbale gratuita, la restrizione mentale, non è stato facile superare la sua scomparsa. In questa autobiografia le spinose tematiche dei soprusi contro gli omosessuali sono affrontate attraverso il filtro delle toccanti esperienze di vita di Giovanni, ‘libero’ trevigiano, e della sua precisa volontà di aprire i cuori delle persone, esortando le istituzioni italiane ad adeguarsi agli standard di molti Paesi europei e mondiali che hanno già legiferato i giusti diritti per ogni genere di coppia.
Mercoledì 25 Gennaio, ore 21.15
Proiezione del film sull’omocausto femminile “Aimée & Jaguar“, in collaborazione con Elena Toffolo, psicologa e segretaria nazionale di ArciLesbica.
Presso Radio Golden Bar.
Aimée und Jaguar è la versione cinematografica della vera storia di Lily e Felice presentata nel documentario Love Story. Lily Wust era moglie di un soldato del Reich tedesco impegnato sul fronte orientale e madre di quattro figli: la perfetta donna ariana. Felice Schragenheim era una ragazza ebrea che viveva sotto falso nome, attivamente impegnata nelle attività clandestine della Resistenza. Due donne il cui amore fu più forte dell’odio che avrebbe dovuto separarle. Presentato alla Berlinale 1999, Orso d’Oro ex-aequo alle due attrici protagoniste. Sta diventando un film cult lesbico sia per l’importanza della storia raccontata che per la grande e struggente interpretazione.
Domenica 29 Gennaio, ore 17.30
“Ma quali diritti” dibattito con aperitivo/dj-set. Dibattito sui diritti civili e unioni civili. In collaborazione con Coordinamento LGBTE TREVISO. Presso Tenuta Astoria, Refrontolo (TV) via Crevada. Mercoledì 1 Febbraio, ore 18:30
Giovedì 2 Febbraio, ore 21:00
Proiezione del film “Rara” Regia di Pepa San Martin, Cile/Argentina anno 2016 – Un film spettacolare, la storia di Rara è quella di una ragazzina che dall’oggi al domani si ritrova catapultata nell’adolescenza e in una situazione familiare definita, da altri, “anormale”. I genitori divorziano e lei resta a vive- re con sua sorella minore, sua madre e la sua nuova compagna. In collaborazione con l’Associazione Sguardi di Donne e con Cinema Don Bosco – Cinemotion di Conegliano.
Il film si basa sulla storia vera della battaglia legale condotta in Cile per la custodia di tre figlie (nel film sono due) di genitori separati. La madre, lesbica, dopo la separazione convive con una donna e questa cosa scandalizza ancora molti, padre compreso. La battaglia si concluse con le raccomandazioni della Corte Interamericana dei diritti umani (IACHR) contro la stato del Cile.
Nel film la storia è raccontata attraverso gli occhi di Sara, 13enne, introversa e riflessiva (forse fin troppo per la sua età), che si vede contesa tra due famiglie differenti, quella della madre, giudice, che convive con la donna che ama, e quella del padre che si è risposato. Sara e la sorella di otto anni vivono al momento con la madre e la sua compagna, ma all’avvicinarsi del 13mo compleanno, Sara inizia a sentirsi a disagio. Molte, troppe cose le stanno succedendo: un corpo che cambia, la sua prima cotta, la sorellina che vuole adottare un gatto, ma soprattutto i conflitti tra i suoi genitori, con il padre che non sopporta di vedere crescere le sue figlie in una famiglia di lesbiche. Per questo inizierà una battaglia legale per riavere la custodia delle figlie. “Quindi … Tua mamma e Lia si baciano in pubblico?” · “A volte. Non più di tanto”. Ma il film non è la storia di un processo, è soprattutto la storia di una famiglia lesbica e della sua normalità, ma anche di sentimenti e situazioni che vorrebbere estromettere dal consesso mondiale una parte dell’umanità. Il film, dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2016 (dove ha vinto il Grand Prix of the Generation Kplus), arriva in concorso al Giffoni Film Festival 2016, vantando anche il Premio Sebastiane Latino che riceverà al prossimo Festival di San Sebastiano. La regista, già premiata per corti, qui al suo primo lungometraggio, ha dichiarato: “Oggi noi abbiamo il riconoscimento dei diritti sulle unioni civili [in Cile è stata approvata la legge, ndr] ma non quelli dei figli nati da genitori omosessuali. Mi sono ispirata a un fatto di cronaca eclatante in Cile che mi ha dato spunto di grande riflessione, ho capito che la società civile è più rapida nella sua evoluzione della politica e ci possiamo trovare con situazioni dove c’è un genitore che resta senza diritti e così i figli sono privati di un genitore quindi di un diritto. Questo è quello che ho cercato di mostrare nel film. Il film è pensato per gli omofobici, perché dobbiamo abituarci alle famiglie in cui ci possono essere genitori dello stesso sesso e dobbiamo accettare, e rispettare, l’idea secondo cui un bambino possa crescere serenamente e bene, senza essere soggetto al giudizio altrui, in una famiglia in cui due omosessuali si amano, si rispettano e condividono la visione di come si possa impostare una vita insieme nel presente e nel futuro”.
Venerdì 3 Febbraio, ore 21.15
Reading di storie sull’identità e sui meccanismi della discriminazione di genere e orientamento sessuale. In collaborazione con l’associazione Voci in Viaggio e il Grupposemiseriodistoriemiste. Presso Radio Golden Bar
Il titolo alla serata non evocano solamente la lunga storia di discriminazione che ha colpito la condizione omosessuale fino ai suoi sviluppi più recenti, ma ci ricorda anche quale sia la forza esercitata dalla parola scritta sul lettore. Attività a tratti compulsiva, la lettura può sfuggire al nostro controllo, catturarci e costringerci a compiere azioni insolite, pericolose o delicate: insolentirci da soli, come nelle intenzioni provocatorie dei graffitari, oppure riflettere sulla nostra identità e sui meccanismi della discriminazione di genere e orientamento sessuale, come nel corso di questa serata. In questo spirito, i membri dei gruppi di lettura espressiva Voci in Viaggio – Rosanna Carino – e Grupposemiseriodistoriemiste – Matteo Collodel, Debora Milani, Alessandra Tesser, Maria Teresa Ucciero, Enrico Zanchetta, Marika Zanchetta, Valeria Zanette – si alterneranno nella presentazione di brevi racconti che celebrano la bellezza caleidoscopica della vita e degli amori al di là di semplificazioni schematiche e facili etichette. Tra una lettura e l’altra ascolteremo la voce calda e avvolgente di Monica Chinazzo accompagnata dal mitico chitarrista Luciano Bottos!
Sabato 4 Febbraio, ore 21.15
Docufiction/Performance “Kiki” un documentario di Sara Jordenö e Twiggy Pucci Garcon (USA 2016) vincitore del Teddy Award e presentato in Italia al Togay e al Festival Mix di Milano. In collaborazione con la compagnia di danza Duck Dance Company e con il patrocinio del Consolato Genera- le degli Stati Uniti di Milano.
25 anni dopo ‘Paris is Burning'(1991), ci rituffiamo nel feroce mondo delle competizioni a base di travestimenti, sfilate in passerella e capacità di stare in posa, tipiche delle ‘Kiki ballroom’ di New York, dove la concorrenza tra le diverse Houses (scuole di ballo) richiede capacità di leadership, preparazione scrupolosa, e prestazioni eccellenti.
La collaborazione tra il selezionatore del Kiki Ryan White in arte Twiggy Pucci Garçon, artista e attivista LGBT e la regista svedese Sara Jordenö, ha reso possibile l’accesso a questo mondo chiuso e alle vite quotidiane dei giovani LGBTQ afroamericani e latini di New York che partecipano a queste dure competizioni. L’approccio interno-esterno di Twiggy e Sara riesce a trasmetterci una sincera, fresca e vitale rappresentazione delle storie di vita di una comunità che chiede visibilità e reale potere politico. I giovani che oggi frequentano queste sale da ballo usano un motto che afferma “Non su di noi senza di noi”. E’ facile innamorarsi delle danze metropolitane del Kiki, mentre ci viene mostrata la struttura di tipo familiare delle Houses, basata su relazioni forti, che consentono ai suoi membri di avere una grande fiducia e resistenza alle avversità. L’attuale scena Kiki continua le tradizioni del passato, mentre spavaldamente affonda le sue radici nella politica, nello stile e nel linguaggio di oggi.
Domenica 5 Febbraio, ore 17.00
Festa Finale – Presentazione del libro “Fossi in te io insisterei” di Carlo Gabardini. In collaborazione con KGB entertainment e con Librerie.coop del Centro Commerciale Conè di Conegliano. Presso Radio Golden Bar.
«Ciao papà, non so se ti spedirò mai questa lettera, ma intanto la scrivo. Ti devo dire delle cose perché qua la vita si fa complessa ed è sempre più difficile capire, restare lucidi, trovare un senso, interrogarsi sulla felicità.» Inizia così la lettera di Carlo G. Gabardini al padre. Una lettera che è il dialogo a lungo rimandato fra un figlio diventato adulto e un padre troppo esemplare e troppo amato a cui, chi scrive, deve dire addio per affrontare la vita ancora da vivere. Alternando ciò che è stato e ciò che è, Gabardini dà voce a un «romanzo famigliare» che prende avvio nella Milano degli anni Settanta-Ottanta in un appartamento nel quale i protagonisti – un padre, una madre e cinque figli, fra maschi e femmine – consumano cene «politicamente scorrette», si confrontano e si contano per scegliere la nuova auto da acquistare o il luogo dove trascorrere uno specialissimo compleanno, giocano partite di Trivial Pursuit, si danno appuntamento in cucina per tè notturni che diventano il momento più atteso e più intimo della loro quotidianità. È lì che Carlo deve imparare a poco a poco a districarsi fra le inquietudini, i sogni e le delusioni prima di bambino e poi di adolescente: le spavalderie infantili, le insicurezze liceali, la decisione di fare l’attore tradendo le aspettative di chi già lo immagina avvocato, i primi innamoramenti e turbamenti sessuali. E poi la morte del padre, inaccettata e inelaborabile, che scandisce il passaggio lacerante a una maturità a cui si sente impreparato. Allora non resta che ingolfarsi di lavoro (il teatro, il cinema, la televisione, la radio) e stordirsi di ogni possibile eccesso, togliendo spazio ad amori e affetti, ma soprattutto a se stesso. Fino a quel 31 ottobre 2013 quando il suicidio di un ragazzo omosessuale lo spinge a scrivere alla «Repubblica » una lettera in cui dichiara con fermezza che essere gay è bellissimo. Fossi in te io insisterei è un racconto intimo e coraggioso, ironico e struggente, in cui è impossibile non riconoscersi perché, come scrive Gabardini, «il comingout non è un’esclusiva degli omosessuali, ma di tutti. Perché “venir fuori”, mostrarsi per chi si è realmente, urlare cosa si desidera per la propria esistenza, non concerne solo la sfera sessuale, riguarda il nostro senso di stare al mondo. Fare coming-out significa cominciare a vivere». Un libro che è un invito a non aver paura, a uscire allo scoperto, a rivelare agli altri (e prima ancora a noi stessi) chi siamo realmente e cosa vogliamo per la nostra vita. Un invito a non mollare. A insistere. Perché solo così possiamo riprendere in mano il filo della nostra esistenza.