Cinema

I TITOLI A TEMATICA IN PRIMA MONDIALE AL SUNDANCE FILM FESTIVAL (19-29 gennaio 2017)

Il Sundance Film Festival, fondato da Robert Redford nel 1981, è il più rinomato festival di cinema indipendente a livello internazionale ed è anche una delle vetrine più importanti del cinema LGBT. Da qui sono partiti film come How to Survive a Plague, Pariah, Keep the Lights On, Dope, Other People, ecc. Anche quest’anno ci presenta alcuni lungometraggi a tematica che molto probabilmente diventeranno dei must, insieme ad ottimi doc, serie tv e cortometraggi sperimentali. Qui sotto una breve presentazione dei titoli più significativi ricavata dal catalogo del Festival, con segnalati i film vincitori

LUNGOMETRAGGI

Axolotl Overkill

di Helene Hegemann (Germania) 94′

Il film ha vinto il premio speciale fotografia della Giuria nella sezione World Cinema Dramatic.

Opera prima di Helene Hegemann, ricavata dal  suo omonimo romanzo di successo, è la seconda regista tedesca ad entrare nella prestigiosa Competizione Drammatica Internazionale del Sundance (la prima era stata “Wild” di Nicolette Krebitz). Il film racconta  la storia di Mifti (Jasna Fritzi Bauer), sedicenne che ne dimostra 12, ma si comporta da trentenne e vive con i suoi fratellastri in un appartamento di Berlino dalla morte della madre. Con un padre che considera il terrorismo una professione contemporanea ed è più interessato all’arte che alla gente, andare a scuola ha meno senso di trascorrere il proprio tempo tra feste, droghe e relazioni varie. Selvaggia, triste, razionale e innamorata di Alice, una enigmatica criminale molto più vecchia di lei, è convinta che gli adulti che incontra siano solo dei disperati. Mifti deve trovare un modo per entrare nel mondo adulto.

Beach Rats

di  Eliza Hittman (USA)  95′

Il film è stato premiato nella sezione U.S. Dramatic come miglior regia.

Eliza Hittman ha debuttato al Sundance nel 2013 con “It Felt Like Love”, film che è stato inserito nella top ten dei film presentati al Sundance e che è ora entrato nella nella lista dei migliori film vedibili su Netflix secondo Vulture. La rivista specializzata Filmmaker Magazine inserisce questa regista tra i migliori nuovi volti del cinema indipendente.
Frankie è un adolescente senza meta che vive ai margini più esterni di Brooklyn. Sta passando la solita miserabile estate, con suo padre morente e una madre sempre in ansia per trovargli una fidanzata. Frankie cerca di evadere da questo squallore provocando guai coi suoi amici delinquentelli e flirtando con gli uomini più anziani che trova online. Quando la sua vita su internet s’intensifica, riesce finalmente a trovare dei ragazzi su una vicina spiaggia di battuage, mentre contemporaneamente entra in un cauto rapporto con una giovane donna. Frankie deve ora cercare di conciliare i suoi desideri concorrenti. Le sue scelte lo feriranno al punto di portarlo verso conseguenze irreparabili.

Call Me by Your Name

di Luca Guadagnino  (Italia, Francia) 130′

Vent’anni fa, un’estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno «l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura»: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno lunghe passeggiate e nuotate. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi.

God’s Own Country

di Francis Lee (U.K.) 104′

Il film ha vinto come miglior regia nella sezione World Cinema Dramatic.

Opera prima del regista sceneggiatore Francis Lee in competizione nella sezione Cinema Drammatico Mondiale del Sundance. Primavera. Yorkshire, in Inghilterra. Johnny Saxby, è un 25enne allevatore di pecore che ha sacrificato il college e la possibilità di trovare un lavoro in città per portare avanti la fattoria di famiglia dove ora vive col padre malato, Martin (Ian Hart), e la stoica nonna Deirdre (Gemma Jones). Ora conduce una vita frustrante e desolata tra boccali di birra e sesso occasionale. Quando si avvicina la stagione dell’agnellatura, Martin vuole assume un lavoratore migrante rumeno, Georghe, che deve assistere Johnny, già stremato. Johnny non è d’accordo e insiste che può farcela da solo. L’arrivo di Georghe cambia molte cose. Georghe non solo capisce bene la vita della fattoria, ma capisce altrettanto bene Johnny, col quale inizia un intenso rapporto che cambierà completamente la vita di Johnny. Si sente odore di fango in questo film. Ogni dettaglio, grintoso, sensuale, scaturisce dalla’autenticità, soprattutto il potente percorso emotivo del giovane protagonista, interpretato mirabilmente con impegno feroce da Josh O’Connor ( che si è fatto notare nella serie televisiva del 2016 di ITV, The Durrells, in cui ha interpretato il giovane Lawrence Durrell,  l’acclamato autore  conosciuto soprattutto per la sua tetralogia Il Quartetto di Alessandria), affiancato da un altrettanto bravo Alec Secareanu  nel ruolo di Georghe. Un film che segna la scoperta di un importante nuovo talento, lo scrittore, attore e regista Francis Lee che  ha debuttato alla regia con il cortometraggio del 2012 The Farmer’s Wife, vincitore come Miglior Film dello Yorkshire al Leeds International Film Festival. Il suo cortometraggio del 2013 Bradford Halifax London è stato nominato per il Gran Premio della Giuria allo Slamdance.

I Dream in Another Language

di Ernesto Contreras  (Olanda, Messico) 103′

Il film ha vinto il premio del pubblico nella sezione World Cinema Dramatic.

Quando un linguaggio muore, una visione unica del mondo è persa per sempre. Questo potrebbe essere il messaggio che il film vuole lanciare attraverso la storia  di due personaggi, gli unici a conservare la conoscenza del linguaggio Zikril, una lingua durata migliaia di anni ma ora in via di estinzione. Questi due uomini 50 anni fa hanno litigato e da allora rifiutano d’incontrarsi e di parlare. Un giovane linguista sta affrontando il problema e cerca di motivarli per una riappacificazione, necessaria perché possa rimanere traccia di una cultura millenaria che rischia di scomparire senza lasciare traccia. Ma mentre si sta impegnando in questo compito s’imbatte nella giungla in un segreto che potrebbe togliergli per sempre qualsiasi speranza.

The History of Comedy

di Sean Hayes, Todd Milliner, Mark Herzog, Christopher G. Cowen (USA) 83′

Tra i registi di questa innovativa docu-serie in otto parti targata CNN, troviamo l’amatissimo Sean Hayes, vincitore di Tony, Emmy, e Screen Actors Guild Award, conosciuto soprattutto per la sua partecipazione in Will & Grace. Utilizzando introvabili brani d’archivio, intramezzati da interviste contemporanee a leggende, studiosi e stelle attuali della commedia, si vuole disegnare la storia di una forma d’arte in continua evoluzione. Ne esplora gli ingranaggi principali, quelli che la rendono comica e riflessiva insieme. Dallo stand-up alla sit-com, padroni di casa dell’argomento, non vogliono solo farci ridere ma presentarci anche un approfondito esame di come la commedia abbia segnato il paesaggio sociale, politico ed economico nel corso della storia.

The Little Hours

di Jeff Baena (USA) 90′

Jeff Baena è uno scrittore e regista che vive a Los Angeles. Ha debuttato alla regia nel 2014 con “Life After Beth”. Questo film viene presentato in anteprima nella sezione Midnight del Sundance 2017.
Le monache medievali Alessandra (Alison Brie), Fernanda (Aubrey Plaza) e Ginevra (Kate Micucci) conducono una vita semplice nel loro convento. Le loro giornate passano tra piccoli litigi e tentativi di spiarsi a vicenda oltre a rimproverare il lavoratore giornaliero della tenuta, una normale routine monastica. Dopo un dissidio assai vivace succede che il lavorante vada via. Padre Tommasso (John C. Reilly), l’amministratore del convento, assolda quindi un nuovo lavorante, Massetto (Dave Franco), un giovane virile e forte costretto a fuggire dal suo padrone arrabbiato. Tommasso lo presenta alle suore come sordomuto, al fine di scoraggiare qualsiasi avvicinamento tentatore. Mentre Massetto lotta per riuscire a mantenere la copertura, il convento, davanti a tanta bellezza, abbandona la consueta repressione ed erutta in un vortice di arrappamento pansessuale, abuso di sostanze e malefica baldoria. L’opera è caricata da una verve comica che ne esalta il tocco sapiente, regalandoci l’affascinante affresco di un medioevo molto vicino a noi.

The Wound

di John Trengove (South Africa, Germania) 88′

Debutto nel lungometraggio di John Trengove, scrittore e regista con sede a Johannesburg, che si divide tra cinema, teatro, televisione, spot e video sperimentali. Nel 2010 ha ricevuto la prestigiosa Rose d’Or per la miniserie “Hopeville”. Xolani è un lavoratore giovane e solitario che si reca in un campo di montagna dove si preparano gli adolescenti nello Xhola, il tradizionale rito di passaggio. Quest’anno Xolani viene assegnato al mentore Kwanda, un ragazzo viziato che sfida le abitudini del campo e per questo viene ostracizzato dagli altri iniziati. Kwanda nota quanto Xolani sia strano e subito si accorge dell’attrazione tra Xolani e il suo compagno, lo sfuggevole Vija. Xolani ora sarà costretto a scegliere tra il suo appassionato amore per il compagno amico d’infanzia o ascoltare le esortazioni di Kwanda che lo sprona ad abbandonare la sua vita opprimente ed affrontare un futuro pieno di incertezze. Il regista ci mostra, attraverso l’esame complesso delle dinamiche sessuali e comportamentali di un mondo sempre più occidentalizzato,  le contraddizioni che derivano da un’antica cultura rituale e maschilista, che tenta di spiegarsi, in modo conflittuale, cosa significhi essere un uomo.

This is Everything: Gigi Gorgeous

di Barbara Kopple (USA) 91′

Barbara Kopple è la vincitrice di due Oscar per i suoi doc “Harlan County U.S.A.” e “American Dream”, oltre ad aver diretto molti altri film.
Nel 2008, Gregory Lazzarato, un tuffatore canadese classificato a livello nazionale, abbandona le piscine e inizia un canale YouTube focalizzato sull’insegnamento del make-up. Per superare le intimidazioni dei bulli subite sia al liceo che online, Lazzarato è diventato il feroce e schietto Gregory Gorgeous, che raccoglie una schiera di seguaci che trovano forza e ispirazione dal suo esemplare e pubblico coming out come gay. Nonostante questo successo, il personaggio internet nasconde un segreto, che viene rivelato in un video del dicembre 2013 dal titolo “I Am Transgender”. Dopo la morte della madre, la star di YouTube si rivela con un nuovo nome, Gigi Gorgeous, supportato dal suo amorevole padre e dai fratelli. Gigi ci offre uno sguardo amatoriale del suo passaggio, sempre condiviso dalla sua legione di fans, persone che come lei abbracciano un nuovo mondo di possibilità. Un film che ci presenta una storia edificante, un bellissimo messaggio di auto-accettazione, condiviso da un’amorevole famiglia, cosa che non capita di trovare molto spesso.

 

SERIE

Gente-fied

E’ la prima serie prodotta da Macro, una piattaforma multimediale fondata  da Charles D. King, ex socio WME. Creata e diretta da Marvin Lemus insieme alla co-sceneggiatrice Linda Yvette Chavez ha un cast tutto latino che comprende la brava America Ferrara sia tra i protagonisti che come produttore esecutivo. La serie, per ora composta da sette episodi, presenta le storie di sette personaggi tutti alle prese coi cambiamenti in corso nel quartiere Boyle Heights  di Los Angeles. Millennials biculturali e  proprietari affaristi della vecchia scuola spingono per creare spazi per celebrare la loro identità latina, anche se devono scontrarsi con molti affittuari, la crisi dell’edilizia, e un flusso costante di stranieri, minacciando di gentrificare il loro barrio.

I Love Dick

Serie commedia targata Amazon (che attualmente ha in lavorazione anche The Last Tycoon e The Interestings) diretta da Jill Soloway, qui anche produttore esecutivo, apprezzatissima  creatrice della super premiata serie Transparent. La serie si basa sul best-seller semi-autobiografico di  Chris Kraus pubblicato nel 1997. Racconta le vicende della coppia sposata Chris e Sylvere che vivono nella comunità accademica di Marfa nel Texas. La coppia ha smesso da anni la passione amorosa ed ora la loro unione è più di facciata che altro. Succede però che arriva un nuovo e affascinante, nonché carismatico, professore, il Dick del titolo, interpretato da Kevin Bacon, del quale entrambi s’innamorano (più o meno platonicamente). Come Transparent una serie profondamente umana, che esplora ossessioni, frustrazioni, passioni e sentimenti, che spesso cerchiamo di nascondere o camuffare.

Strangers

Mia Lidofsky ha creato, diretto e co-sceneggiato questa serie come parte dell’AFI Directing Workshop
per donne. Dopo una rottura dolorosa, la bisessuale Isobel è costretta ad affittare metà della sua camera da letto al fine di raggranellare qualche soldo in più che gli permetta di mantenere la casa che ama. Con l’aiuto della sua migliore amica, la lesbica Cam, sta vivendo il più emozionante, sessualmente e professionalmente complicato periodo della sua vita, mentre sta ospitando un flusso costante di persone imprevedibili. In ogni episodio la vediamo dividere la casa con un personaggio nuovo.

The Chances

Anna Kerrigan ha già scritto e diretto la serie “The Impossibilities” che le valse una candidatura ai Gotham Award. Kate e Michael, entrambi sordomuti, sono da tempo dei migliori amici che fanno del loro meglio per sostenere la loro amicizia anche in tempi di forti cambiamenti. Kate si è infatti appena sposata e sta cercando di aggiustare molte cose della sua nuova vita matrimoniale mentre Michael sta cercando di superare lo shock seguito all’abbandono del suo fidanzato. La regista Anna ha dichiarato: ” Abbiamo fortemente voluto creare questa serie perché i personaggi sordi in tv o al cinema sono spesso definiti solo in base al fatto che sono sordi. Di conseguenza sono personaggi che spesso risultano essere molto noiosi, mentre noi, che siamo pure sordi, vogliamo raccontare come anch’essi siano persone tridimensionali, complicate, divertenti e a volte strazianti”.

CORTOMETRAGGI E VIDEO

Bayard & Me

di Matt Wolf (USA) 16′

Bayard Rustin, un instancabile attivista e stratega, è ricordato come l’organizzatore della marcia su Washington del 1963, una delle più grandi manifestazioni di protesta non violenta avvenuta negli USA, è diventato come una specie di Martin Luther King Jr, un simbolo internazionale della pace e della nonviolenza. Bayard era 30 anni più anziano del suo compagno Walter Naegle, che negli anni ’80 decise di adottare per offrirgli la protezione legale che l’allora mancanza del matrimonio non poteva offrirgli. Walter ci parla della grande storia d’amore con Bayard, avvenuta quando l’idea stessa di un matrimonio tra omosessuali era inconcepibile. Riflette sul significato dell’adozione gay intergenerazionale, un sotterfugio dell’epoca, e del suo coinvolgimento nel movimento dei diritti civili.

If Not Love

di Rosemarie Troche  (USA) 6′

Nella sezione Virtual Reality troviamo l’opera dell’artista Rosemarie Troche (autrice di molti film a tematica e di 12 episodi della serie The L Word) che ci parla del conflitto interiore che un cristiano si porta dentro e che arriva a compiere un omicidio di massa in un nightclub. In una discoteca vediamo gente felice, amici e amanti, che si divertono. Al piano di sotto un uomo armato di fucile sta penetrando nell’edificio per compiere una strage in nome del Signore. Nel suo passato ha avuto un rapporto omosessuale seguito da un insuperabile disgusto di se stesso. Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente? Se ad esempio il suo compagno lo avesse trattenuto ed aiutato ad accettarsi e a risolvere il suo problema d’identità. Avrebbe potuto, questo semplice fatto, cambiargli il suo percorso di vita? Tra i protagonisti sono Zachary Booth e Mitchell Winter.

Out of Exile: Daniel’s Story

di Nonny de la Pena (USA) 10′

Nonny de la Pena, fondatore di Emblematic Group, usa la tecnologia della realtà digitale per raccontare storie, sia di finzione che basate su storie vere, che creano un forte coinvolgimento dello spettatore.
In agosto 2014, famiglia di Daniel Ashley Pierce verbalmente e fisicamente avvicinato lui prima di lui a calci fuori di casa perché hanno disapprovato della sua sessualità. Nonny giornalista de la Peña e il suo team hanno creato un emotivamente esplosiva esperienza VR interattiva animata costruita direttamente intorno audio che Daniel registrati durante quell’incontro. Out of Exile: storia di Daniel mette il tuo corpo nel bel mezzo dell’azione, aprendo un viale emotivamente potente di empatia per esperienza di Daniel. In seguito, faccia a faccia con un’acquisizione volumetrica di Daniel e tre altri giovani LGBTQ immaginando nuovi inizi.

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.