Dal sito florencequeerfestival.it
FLORENCE QUEER FESTIVAL 2016 PRESENTA:
Queer clubbing
Un secolo di immagini di vita notturna LGBTQ attraverso la collezione di Luca Locati Luciani.
Dal 5 al 20 novembre 2016, presso Ireos, Via de’ Serragli 3, Firenze.
Inaugurazione sabato 5 novembre, ore 19.
Dai locali della Berlino anni Venti, alla nascita delle prime discoteche, fino alle one night dei nostri giorni, un secolo di vita notturna LGBTQ attraverso i volantini, i ritagli di giornale, le fotografie di quello che è un vero e proprio archivio della memoria queer, creato dal toscano Luca Locati Luciani, impegnato da anni a recuperare le tracce di quei bar, club, saune, cinema dei quali spesso se ne è persa memoria. Luoghi amati o criticati, liberatori o percepiti come ghetti, creativi o banali, ma dove, nel bene e nel male è passata una parte della nostra storia recente.
L’esposizione, che seguirà un ordine cronologico, vedrà confrontarsi le evoluzioni parallele di clubbing e vita sociale negli USA, in Italia e nel resto d’Europa, mostrando così differenze, analogie ed influenze reciproche tra le tre diverse realtà. Ne emerge così anche la storia dei diritti delle persone LGBTQ, fatta di un continuo avvicendarsi tra momenti di libertà e apparente tolleranza e fasi di repressione anche violenta.
L’edonismo berlinese durante la Repubblica di Weimar è infatti seguito dal terrore nazista, mentre l’omofobia di stato degli USA anni Cinquanta troverà una generazione di gay, lesbiche, travestiti/transessuali più che agguerriti a partire dal decennio successivo, fino ad arrivare ai Moti di Stonewall del 28 giugno 1969, scoppiati proprio all’esterno di un bar gay, lo Stonewall Inn di New York.
Gli anni Settanta, infine, con la loro carica eversiva e liberatoria, vedranno sgretolarsi molte delle loro utopie nel decennio successivo, in cui l’epidemia da AIDS e l’aumento vertiginoso delle tossicodipendenze faranno il loro lugubre ingresso. Fino ad arrivare agli anni Novanta ed ai giorni d’oggi, con tutte le vittorie e le contraddizioni della comunità “rainbow” attuale.
Parlare dei luoghi d’incontro, quindi, è uno dei molti modi dai quali trarre una storia LGBTQ più vasta, ma è anche un’interessante vetrina nella quale scorgere forme di creatività spesso sottovalutate. I locali notturni, infatti, a volte sono stati laboratori nei quali sperimentare nuove forme d’arte, delle quali una delle più interessanti è sicuramente quella legata ai volantini. Dai biglietti d’invito più semplici, ai flyers disegnati da artisti poi divenuti celebri, il volantino rappresenta uno dei modi più effimeri ma affascinanti in cui si possa esprimere l’inventiva, a volte con risultati interessanti altre meno.
E in questa mostra saranno centinaia i volantini esposti, che assieme alle riproduzioni di ritagli da periodici, alle foto e alle illustrazioni da libri e riviste, costituiranno una sorta di wunderkammer multicolore, nella quale ognuno potrà vedere, a seconda dei punti di vista, l’estro o il cattivo gusto, le piccinerie e le lungimiranze non solo di gay, lesbiche, transessuali, ma dell’uomo in genere.
La direzione artistica del Florence Queer Festival è di Roberta Vannucci e Bruno Casini.