Grandissima l’attesa per questa mini-serie storica che dovrebbe far fare un salto di qualità alla produzione seriale targata Rai. Dai primi due episodi non emergono grandi passi avanti, nonostante l’ottimo cast, che comprende nomi come il due volte premio Oscar Dustin Hoffman nel ruolo del capostipite Giovanni Medici e Richard Madden, l’amatissimo Robb Stark del Trono di Spade, nel ruolo del protagonista Cosimo de’ Medici, e Stuart Martin (Babylon e Crossing Lines) nel ruolo di Lorenzo il Vecchio.
Creatori e sceneggiatori della serie sono Nicholas Meyer (Star Trek, L’ira di Khan e Rotta verso l’ignoto) e Frank Spotnit (X Files), che però non riescono a staccarsi dai vecchi canoni seriali dove tutto sembra prestabilito. Buona l’idea di fare dirigere tutti gli otto episodi della prima stagione ad un unico regista, Sergio Mimica-Gezzan, statunitense di origini croate apprezzato aiuto regista di Steven Spielberg, che timidamente azzarda qualche nudo integrale (novità assoluta per le produzioni Rai, subito esaltata su Twitter) escludendo però accuratamente anteriori e posteriori maschili (che invece erano privilegiati ad esempio nella serie canadese “I Borgia”).
Buona l’idea di utilizzare come location importanti sedi storiche come Palazzo Vecchio, la Basilica di San Lorenzo, Palazzo del Bargello, il Battistero e il Duomo di Firenze. Si vedranno anche Villa Adriana a roma, Montepulciano, Pistoia, e Pienza, dove Palazzo Piccolomini è stato utilizzato come Palazzo Medici. Troppo finti invece i fondali visti sin’ora, chiaramente disegnati su carta. Ottima la sigla col brano Renaissance, composto da Paolo Buonvino e cantato dalla dichiarata Skin.
La serie inizia con l’assassinio di Giovanni de’ Medici avvenuto a Firenze nel 1492, l’uomo che era riuscito a creare una potenza economica, grazie anche all’aiuto del Papato, e portare i Medici ai vertici dell’amministrazione fiorentina. Assistiamo quindi alla lotta per la sua successione mentre, con dei flashback, rivediamo alcuni fatti accaduti 20 anni prima a Roma in occasione della morte di Papa Alessandro. La vicenda prosegue con questi sbalzi temporali, non sempre chiarissimi. Per quanto riguarda la tematica omosessuale, impossibile ignorarla visto che in quegli anni Firenze era ritenuta la capitale mondiale della sodomia (tanto che i tedeschi usavano il termine ‘florinzen” per indicare la sodomizzazione). Nei primi due episodi ci viene (velocemente) mostrata l’unione di due giovani, Donatello (l’affascinate Ben Starr) ed il suo allievo Bertolo, (dormono nudi affiancati) che servirà a Cosimo per ricattare il cardinale Orsini cuccato mentre frequenta Bertolo. Viene sottolineato che ai sodomiti era riservato il rogo (era il freno necessario per limitarne la diffusione) e vediamo la bottega di Donatello distrutta perché ritenuto sodomita (si narra che ricoprisse di fuliggine i suoi allievi perché non piacessero ad altri). Donatello, pur essendo di semplici origini (era figlio di un cardatore) è stato per tutta la vita amico affettuoso e stimato di Cosimo, che gli commissionò diverse opere. Cosimo, alla sua morte, lasciò in eredità a Donatello una grande tenuta di campagna, che questi però, non essendo propenso alla vita di campagna, preferì trasformare in un vitalizio settimanale. Nessuna allusione invece al rapporto tra Brunelleschi e Donatello, spesso compagni di goliardate e altro (Brunelleschi, più vecchio di dieci anni, gli fece anche da modello). Brunelleschi (come Donatello) non si è mai sposato ed ha lasciato tutti i sui averi al figlio adottivo Buggiano (nonostante che in precedenza avesse tentato di derubarlo).
Speriamo che nel prosieguo questa tematica venga maggiormente approfondita anche perché ci risulta che la fine della casata Medici sia amputabile proprio alle loro preferenze sessuali (Ferdinando II (1610-1670) e Giovan Gastone de’ Medici). Famoso il componimento di Lorenzo il Magnifico “Canzona de’ visi addrieto” che parla di come sia bello rinculare, che “non dà vergogna o danno”.
I primi due episodi sono vedibili su RaiPlay