Il giorno 8 ottobre 2016, lo scrittore, critico cinematografico e nostro prezioso collaboratore Vincenzo Patanè ha potuto finalmente coronare il suo sogno di sempre: sposare (unire civilmente) il suo compagno da 36 anni, il giornalista Giacomo Caruso. Entrambi sono professori al Liceo Artistico di Venezia. Si sono conosciuti a Napoli nel 1979 e dal 1987 vivono insieme. Entrambi sono pietre miliari del movimento LGBT e hanno voluto dare la massima pubblicità a questo evento privato, perchè, spiegano, “vogliamo spingere i più giovani a vivere la loro vita liberamente”.
Alcuni articoli dalla Rassegna Stampa
Corriere del Veneto
Vincenzo e Giacomo sposi le lacrime dei loro studenti
I due docenti: serve coraggio, speriamo di essere di esempio
VENEZIA Quando hanno pronunciato il canonico «sì, lo voglio», sugli occhi di alcune delle loro studentesse del liceo Artistico hanno fatto capolino le lacrime. Di commozione e gioia, dopo che al termine di trent’anni di vita insieme il sogno del matrimonio è diventato realtà per Vincenzo Patanè e Giacomo Caruso. Ieri a palazzo Cavalli gli sposi si sono uniti davanti ad amici, parenti e colleghi e, appunto, qualche studente. È il primo matrimonio omosessuale a Venezia dopo la nuova legge Cirinnà e l’emozione è stata grande. «Ho immaginato e aspettato da anni questo momento, ma il matrimonio per noi era un po’ come vincere la lotteria, un sogno che pensavamo di non riuscire a realizzare in vita – racconta Caruso – siamo felici e vogliamo raccontarlo a tutti perché sia un esempio anche per dare ad altri il coraggio di vincere le resistenze della società e realizzare il loro sogno. Deve diventare una cosa ordinaria e non più straordinaria».
Non è stato facile arrivare fino a qui, per loro. «Bisogna avere il coraggio di fare questo passo, bisogna avere carattere – continua Caruso – la società stigmatizza ancora le coppie omosessuali: anni fa anni fa alla mia preside arrivò una lettera firmata Genitori Cattolici in cui si chiedeva che io venissi spostato di classe», conclude Caruso. «Stiamo assieme da 36 anni e poter suggellare la nostra unione è molto bello – aggiunge Patanè – Oltre al lato romantico c’è anche un risvolto pratico: ora possiamo avere la reversibilità della pensione, possiamo fare testamento a favore del coniuge e se uno dei due sta male siamo certi che l’altro non verrà cacciato dall’ospedale. Abbiamo vissuto con grande concitazione l’iter della legge e dei decreti attuativi».
Ieri è stato il giorno della festa, una cerimonia semplice ma densa di emozione: Vincenzo e Giacomo sono saliti a Palazzo Cavalli insieme ai due testimoni, due amici di lunga data, e a una trentina di invitati. Alle 10 esatte è iniziata la cerimonia davanti all’ufficiale civile del Comune (non c’erano assessori, né rappresentanti della politica comunale). Pochi minuti, il tempo di leggere alcuni articoli della legge 76 del 2016 che sancisce le unioni civili ed ecco il momento dello scambio delle promesse. Quel «sì lo voglio», pronunciato con tono fermo prima dall’uno e poi dall’altro ha fatto scappare più di qualche lacrima di gioia. Tra le più emozionate Caterina, Enrica e Giorgia, tre studentesse. «Siamo felici, sono una bellissima coppia – dicono – per Venezia questa cerimonia è un passo avanti importante verso il riconoscimento dei diritti per tutti». A cerimonia conclusa si sono aperti i due balconi di palazzo Cavalli con Canal Grande e ponte di Rialto sullo sfondo, dove gli sposi si sono fatti scattare le indimenticabili foto del loro giorno. All’uscita dal Comune sono stati festeggiati con il tradizionale lancio del riso. La festa è proseguita in un bacaro a San Samuele con il rinfresco. Poi torneranno a casa a far le valigie: trascorreranno due settimane tra Londra e Copenaghen, per poi fare un rapido passaggio a Napoli, dove sono nati, per salutare gli amici.
La Nuova Venezia
Vincenzo e Giacomo domani sposi
Entrambi professori al Liceo artistico, giornalisti, si amano da 36 anni e da trenta vivono insieme
di Roberta De Rossi
VENEZIA. Si amano da 36 anni, vivono insieme da trenta e dal 2000 insegnano entrambi agli studenti del Liceo artistico di Venezia (l’uno storia dell’arte, l’altro inglese), volti noti in città anche per la loro attività di giornalisti, presenti nel mondo del cinema e della letteratura: sabato, alle 10, Vincenzo Patanè e Giacomo Caruso si diranno “Sì, lo voglio” a Palazzo Cavalli, tra le prime coppie omosessuali ad unirsi civilmente a Venezia.
«Ci siamo conosciuti a Napoli nel 1979 e quando nell’81 mi sono trasferito a Venezia per insegnare, Giacomo – che stava ancora studiando perché più giovane di me – mi ha detto: “Dammi il tempo di laurearmi e ti raggiungo” e dall’87 viviamo insieme. Nel 2000, per puro caso, anche lui ha iniziato a insegnare al Liceo artistico ed abbiamo avuto una cosa in più da condividere».
A raccontare – con qualche brivido della vigilia – questa lunga storia d’amore è Vincenzo Patanè, professore di storia dell’arte ormai prossimo alla pensione, critico cinematografico, scrittore con una passione per Lord Byron, che ha raccontato nei suoi libri “L’estate di un ghiro” e “ I frutti acerbi”.
A poche settimane dall’entrata in vigore della nuova legge sulle unioni civili, il “matrimonio” di una coppia omosessuale resta una storia da raccontare, perché carico di aspettative per un progetto di vita in comune, rimasto in attesa per molto tempo di potersi compiere.
«Noi viviamo da sempre in assoluta tranquillità la nostra vita, senza alcun segreto, iniziando dal luogo di lavoro: i ragazzi sanno benissimo che il prof di storia dell’arte e il prof di inglese stanno insieme», racconta ancora Vincenzo Patanè, «Venezia è una città aperta che ci ha sempre accolto, il Liceo artistico pure, siamo nel 2016: fossimo stati in qualche città del sud d’Italia sarebbe stato diverso, ma qui certamente la società è pronta da molto tempo a questa legge. Però abbiamo seguito le settimane del voto in Parlamento con il cuore in gola, perché finalmente la possibilità di sposarci si stava avvicinando. Così, non appena sono diventati operativi i decreti attuativi, siamo andati in Comune – dove sono stati tutti gentilissimi – e abbiamo fissato la data: l’8 ottobre, perché l’8 è il mio numero fortunato».
Vincenzo e Giacomo sono immersi nei preparativi della vigilia: la prossima settimana li aspetta il viaggio di nozze di due settimane – in ferie matrimoniali dalla scuola – tra Londra, Copenhagen, i parenti e gli amici a Napoli. Hanno deciso che ognuno manterrà il proprio cognome.
Matrimonio d’amore, ma anche per i concreti risvolti pratici della vita di una coppia. «Nella volontà di scrivere nei nostri documenti “uniti civilmente” c’è certamente l’aspetto romantico di suggellare una vita trascorsa insieme», racconta ancora Patanè, «ma ci sono addentellati pratici di non poco conto: la reversibilità della pensione, la possibilità di fare testamento a favore del coniuge, la diversa forza contrattuale che possiamo avere come coppia, ad esempio in caso di assistenza in ospedale. Non abbiamo mai avuto problemi sinora, ma l’idea che uno sconosciuto qualsiasi potesse dire “Lei che ci fa qui?” ci era inaccettabile».
Vicenzo e Giacomo sposi a Venezia dopo 36 anni insieme
I due professori del Liceo artistico festeggiati con il lancio di riso dalgi ex studenti
di Roberta De Rossi
VENEZIA. Una cerimonia semplice, a ufficializzare quello che è un amore di una vita, che dura da ben 36 anni: Vincenzo Patanè e Giacomo Caruso, professori del Liceo artistico di Venezia, giornalisti di cinema e letteratura, si sono detti “Sì” sabato mattina davanti all’ufficiale civile del Comune, per poter scrivere sui loro documenti quella che è una delle prime unioni civili di coppie omosessuali in città, salutata all’uscita da palazzo Cavalli dal lancio di riso degli ex studenti.
Vincenzo e Giacomo sposi a Venezia
VENEZIA. Lancio del riso all’uscita di Palazzo Cavalli per Vincenzo Patanè e Giacomo Caruso, i due professori del Liceo artistico di Venezia, giornalisti, che si sono sposati a Venezia, tra le prime coppie omossessuali a unirsi civilmente in città. Sono insieme da 36 anni e sono stati festeggiati anche dai loro ex studenti
Emozionati, felici, come ci si attende da una coppia il giorno delle nozze: “Abbiamo voluto una cosa semplice, ma sentita. Siamo molto contenti: lo attendevamo da tanti anni”, ha detto Vincenzo Pattanè, polo viola e giacca chiara, al termine della cerimonia
Matrimonio gay: “ Non dovete avere paura”
Vincenzo e Giacomo ieri sposi: vogliamo spingere i più giovani a vivere la loro vita liberamente
“Aspettavamo questo giorno da una vita: abbiamo voluto rendere pubblico questo nostro privatissimo momento, per spingere i più giovani a non avere paura e vivere la loro vita liberamente”.
Vincenzo Patanè e Giacomo Caruso si sono giurati “sì, lo voglio” ieri a Palazzo Cavalli, in una delle primissime unioni civili tra coppie omosessuali in città:i polo viola per Vincenzo un papillon rosso fuoco per Giacomo. Una cerimonia veloce, molto sobria, davanti all’ufficiale giudiziario, due amici come testimoni, salutata con allegria da un gruppo di ex studenti, con il più tradizionale lancio del riso.
Vincenzo e Giacomo sono due professori del liceo artistico di Venezia: l’uno insegno storia dell’arte, è critico cinematografico e scrittore con una passione per Lord Byron; l’altro insegna inglese ed è anche lui giornalista. Stanno insieme da ben 36 anni, da 30 convivono e dal 2000 lavorano anche nella stessa scuola: “Non ci siamo mai nascosti, a scuola i ragazzi sanno benissimo che i loro professori stanno insieme e ci hanno sempre accolti. A Venezia non abbiamo mai avuto problemi a vivere la nostra storia di coppia, racconta Vincenzo Patanè, “ma in molte parti d’Italia non è così e molti ragazzi e ragazze più giovani possono avere paura ad esporsi, a vivere serenamente la loro omosessualità. Vogliamo dire loro di stare sereni. Ora, finalmente, il governo italiano ha fatto quella legge che gran parte della società civile era pronta ad accogliere e che ci permette di coronare, sì, romanticamente, un progetto di vita insieme, ma anche di avere garanzie pratiche che prima erano negate, dalla pensione di reversibilità all’assistenza in caso di malattia, al testamento.
Vincenzo e Giacomo sono stati festeggiati da parenti, colleghi ed ex studenti, poi pranzo a San Samuele. Nei prossimi giorni saranno a scuola, per poi partire la prossima settimana per il viaggio di nozze, tra Londra, Copenaghen e gli amici e parenti che li aspettano a Napoli per festeggiare.
Roberta De Rossi
Il Gazzettino
Giacomo e Vincenzo sposi unione civile a Ca’ Farsetti
Il matrimonio dopo 36 anni di vita condivisa insieme
L’emozione di dirsi un “sì” è da sempre uno dei momenti che si ricorda per tutta la vita. E ieri mattina a palazzo Cavalli, Giacomo Caruso e Vincenzo Patané hanno potuto, dopo 36 anni di vita condivisa, promettersi il loro amore ufficialmente. Anche se non ci sarà alcun cambiamento di cognome all’anagrafe, dato che i due hanno scelto di mantenere ognuno il proprio. Giornalisti di letteratura e cinema, insegnano dal 2000 inglese e storia dell’arte al liceo artistico veneziano. I due uomini sono i primi in laguna ad aver messo nero su bianco il fatidico sì, in quella che è stata una cerimonia semplice, senza troppi fronzoli, davanti all’Ufficiale del Comune, i colleghi e gli amici più cari. Una cerimonia sobria che ha visto trionfare la semplicità, utilizzata anche nell’abbigliamento: camicia bianca con papillon arancione su completo scuro per Giacomo Caruso e camicia viola e giacca grigia per Vincenzo Patanè. Al momento dell’uscita i due hanno affermato la loro gioia nel vedersi riconosciuti ufficialmente uniti. Un momento particolare, culminato con l’uscita da Palazzo Cavalli, quando sono stati sommersi dai chicchi di riso lanciati da amici e i loro studenti a cui sono rimasti sempre legati. Immancabile, dopo il lancio, anche il grido “W gli sposi”, sebbene la corretta dicitura nel registro ufficiale sia unione civile. Dopo il pranzo, è però già tempo di pensare al viaggio di nozze, sfruttando il congedo matrimoniale di 15 giorni che li porterà a Londra e Copenaghen, ma anche a Napoli, città dove si sono conosciuti e dove ci sono alcuni parenti.
Tommaso Bordoni