Una scena del film “Bullied to Death”
Giovanni Coda, regista, videoartista e fotografo cagliaritano, ha terminato le riprese del film, “Bullied to Death“, seconda parte della trilogia dedicata alla violenza di genere che ha avuto come primo capitolo “Il Rosa Nudo“, uno dei film a tematica gay più premiati. Il film, una co-produzione Italo-Americana (per l’Italia la Zena Produzioni Cinematografiche – e per gli Stati Uniti l’Atlantis Moon Productions), interpretato in lingua inglese, è stato girato nella città di Cagliari in Sardegna e finanziato dalla Regione Sardegna, dal Comune di Cagliari e dalla Fondazione Sardegna Film Commission. Il film è in via di selezione ai prossimi Festival di Berlino e all’Atlanta Film Festival. In Italia verrà distribuito nella prossima primavera.
Racconta la storia di un adolescente americano suicida nel 2011 a causa di violentissimi atti di bullismo a sfondo omofobo. Il protagonista del film è il giovane Tendal Mann, promettente attore americano di solo sedici anni, nato ad Atlanta, con al suo attivo già diversi lungometraggi e una nutrita serie di cortometraggi di cui è anche autore. Figlio d’arte, sua madre è Sheri Mann Stewart nota attrice nonchè famosa Acting and Vocal Coach, che nel film dà voce a uno dei protagonisti.
Il film prende spunto dalla vera storia del giovane Jamey, quattordicenne americano suicidatosi nel settembre del 2011 dopo i ripetuti atti di bullismo cui veniva sottoposto, in seguito al suo coming out, a scuola e sul web. Alla storia di Jamey si legano le storie di giovani gay, lesbiche e trans uccisi o indotti al suicidio in diverse parti del mondo. Il 17 maggio 2071 a sessant’anni dalla morte del giovane, durante la giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, un gruppo di artisti si ritrova unito in una performance commemorativa che attraversa l’arco dell’intera giornata. Dal bel trailer pubblicato rileviamo che il regista Coda prosegue nella commistione di poesia e immaginazione per svelarci l’anima profonda della natura umana troppo spesso oppressa e calpestata.
GIOVANNI CODA
Dopo l’esordio letterario e teatrale, nel 1996 fonda il V-art (Festival Internazionale Immagine d’Autore), festival di cortometraggi con particolare attenzione alla video arte.
È autore di installazioni di fotografia e videoarte in musei e mostre internazionali tra cui la Biennale di videoarte a Venezia e Milano, Università di Tokyo, il Watermans Arts Centre di Londra, la Maison d’Italie a Parigi, il Museo Reina Sofia di Madrid, il Teatro Vittorio di Roma e altri. Il suo curriculum vanta una vasta lista di collezioni fotografiche, pittura, arte elettronica e performance premiate in Italia e all’Estero. Dalla sua filmografia citiamo tra gli altri L’Ombra del Ricordo (1996), Il passeggero (1998), Serafina (2002), One tv Hour (2005), Big Talk (2007) Brighteness (2012).
Nel 2013 realizza il suo primo lungometraggio, Il Rosa Nudo, ispirato alla vita di Pierre Seel, deportato in un campo di concentramento all’età di 17 anni poiché schedato come omosessuale. Il film, che vanta più di venti selezioni ufficiali in festival di tutto il mondo, si è aggiudicato(tra i tanti) il premio per il miglior lungometraggio al Social Justice Film Festival 2013 di Seattle, il premio Film For Peace Award al Gothenburg Indie Film Fest 2014, il Best International Film Award al 15° Melbourne Underground Film Festival (MUFF) 2014, il Gold Award al Documentary & Short International Movie Award 2014, Jakarta, Indonesia e il Premio Miglior Film Al Festival Omovies di Napoli.
Attualmente Coda è impegnato nella produzione dell’ultimo film della trilogia dedicata alla violenza di genere “La sposa nel vento” che tratta il tema della violenza sulle donne.
Tendal Mann, il giovane protagonista del film