Roland Emmerich, uno dei più quotati registi di Hollywood, autore di grandi successi come “Independence Day” e “L’alba del giorno dopo“, sta mantenedo la promessa di un film sulla nascita del movimento gay negli USA. Emmerich, gay dichiarato, è da sempre sostenitore dei diritti gay e del movimento LGBT (nel 2006 donò 150 mila dollari alla campagna Legacy Project per i diritti gay), nonché grande sostenitore del festiva gay di Los Angeles, Outfest. Ha spesso dichiarato che nell’ambiente di Hollywood resiste ancora una forte omofobia, oltre a pregiudizi razziali (incontrò grandi difficoltà ad affidare il ruolo di protagonista a Will Smith per Indipendence Day).
Appena pubblicato il trailer del suo ultimo film, “Stonewall“, sugli scontri tra polizia e omosessuali del 1969 al Greenwhich Village. Il film, interpretato da Jeremy Irvine (il bel giovanotto protagonista di War Horse), ci racconta la storia di Danny Winters che, cacciato da casa perché gay, si ritrova a vivere per strada al Greenwhich Village, dove fa amicizia con un gruppo di ragazzi che frequentano lo Stonewall, un locale gay. Il posto però si rivela tutt’altro che sicuro. Gay e trans vengono quotidianamente discriminati e attaccati persino dalla polizia. Lentamente ma inesorabilmente la rabbia di questi giovani si trasforma in una rivolta collettiva, l’inizio di una lunga lotta per i diritti, che solo oggi sta ottenendo validi risultati negli USA con i matrimoni gay (da noi quando?). Nel film troviamo anche Jonny Beuchamp (visto in Penny Dreadful), Jonathan Rhys Meyers (già 5 film nel nostro catalogo), Ron Perlman e Caleb Landry Jones. Il film verrà distribuito negli USA dal 25 settembre.
Il regista, che ha iniziato il progetto per il film nel 2013, ha detto di aver incontrato grosse difficoltà nella realizzazione di questo film, nonostante sia uno dei registi hollywoodiani più quotati, capace di raccogliere centinaia di milioni per ogni suo film, vedi “2012” e “The Day After Tomorrow”. I produttori, ha spiegato, vogliono film con pochi protagonisti, mentre questa è una storia collettiva. Poi, ha aggiunto, Hollywood non è ancora pronta a dedicarsi a film con prevalente tematica gay. Forse per questi motivi la storia del film mette in primo piano la vicenda di un giovane, Danny Winters (interpretato da Jeremy Irvine, il giovene eroe di War Horse), un ragazzo cacciato da casa perchè omosessuale, che arriva a New York, senza un tetto dove dormire, dove incontra altri ragazzi di strada gay che lo introducono allo Stonewall. Dopo la pubblicazione del primo trailer del film, alcuni gruppi LGBT, hanno protestato perchè il film metterebbe in secondo piano i veri protagonisti della rivolta di Stonewall, che sarebbero stati transessuali neri e portoricani. Il regista ha risposto che nel film sono presenti anche trans, drag queen e lesbiche “perchè abbiamo voluto dare al termine gay il significato più completo possibile. Parlando con i giovani del Gay and Lesbian Center di New York, mi sono meravigliato di come in pratica le motivazioni e le circostanze che portarono alla rivolta del ’69 siano ancora presenti oggi, 45 vanni dopo. Questo film, che per me è stato un vero atto d’amore, vuole onorare profondamente la vita di quelle persone, come Marsha P. Johnson, Sylvia Rivera, e Ray Castro, e tante altre che con il loro coraggio hanno dato inizio al movimento per i diritti civili che continua ai nostri giorni”. Il protagonista Jeremy Irvine ha aggiunto: “Vi assicuro che nel film sono presenti tutte le razze e le diversità che parteciparono alla rivolta, uno dei momenti più importanti della storia civile e sociale della storia contemporanea. Marsha P Johnson copre la maggior parte del film e, sebbene non sia chiaro chi fu a lanciare la prima pietra, nel film questa parte è affidata ad un trans nero, interpretato magnificamente da Vladimir Alexis. Il mio personaggio viene adottato da un gruppo di senzatetto dai quali imparerà tutto. Penso che la storia di tutto il film faccia perno sul leader di questo gruppo interpretato da Jonny Beauchamp, che ci offre una splendida raffigurazione del travestito portoricano Ray Castro, che lotta per sopravvivere nella strada. Il personaggio interpretato da Jonathan Rhys Meyers rappresenta molto bene la Mattachine Society, che era allora un gruppo principalmente composto da bianchi gay della media società contrario alla violenza ed al radicalismo. Penso che si tratti di un personaggio difficile, conoscendo quanto importante sia questa tematica per molte persone, ma Roland Emmerich è uno dei registi più sensibili e onesti coi quali ho lavorato e sono sicuro che il suo film, nel complesso, abbia reso giustizia alla verità storica e che si tratti di un gran bel film”