Una scena del film “Family Secrets”
“Family Secrets” è il debutto alla regia dello sceneggiatore Hany Fawzy, conosciuto finora per aver scritto diversi film di successo (“I Love Cinema”, “Land Of Dreams”, ecc.). Il film è anche il primo titolo mainstream egiziano ad affrontare la tematica gay. Precedentemente c’era stato il caso del film “The Yacoubian Building” che però conteneva solo un personaggio secondario gay. La storia che racconta “Family Secrets”, tratta da vicende che il regista ha conosciuto nella vita reale, si basa sul tormentato percorso di un giovane che si scopre omosessuale. Marwan (Mohammed Mahran) ha lottato sin da giovanissimo contro le proprie tendenze. Cresciuto in una famiglia benestante, con madre autoritaria e padre assente, è stato abusato segretamente dall’autista di famiglia quando era ancora bambino. Dopo il suo coming out in famiglia viene stuprato dal fratello maggiore. Costretto a passare da terapeuta a terapeuta crede alla fine di essersi liberato dalla sua tendenza, ma pian piano scopre che nulla è cambiato e il disagio per la sua nuova vita da ‘etero’ cresce di giorno in giorno. I quattro psicanalisti ai quali Marwan si rivolge lo trattano in modo assai diverso. Il primo lo accoglie con disprezzo, il secondo gli dice che deve liberarsi dai brutti ricordi dell’infanzia, il terzo gli dice che per lui sarebbe meglio andare a vivere all’estero dove i gay sono accettati, e il quarto gli spiega che è solo un problema di forza di volontà e che dopo il suo trattamento potrà diventare eterosessuale. Marwan s’impegna con quest’ultimo ma…
La tematica del film è per noi (occidentali) abbastanza vecchia e superata, ma non così per altri Paesi come l’Egitto, tanto da indurre la censura a chiedere al regista il taglio di ben tredici scene, e non solo quelle con delle nudità (non ci sono scene di rapporti gay, solo una dove lo si vede a letto nudo con il tutore inglese). Viene chiesta ad esempio l’eliminazione della scena in cui Marwan confessa alla sorella di essere omosessuale, e quella in cui accusa il padre di essere responsabile del suo orientamento sessuale, scene che il regista ritiene fondamentali per comprendere il film. In Egitto tutte le sceneggiature cinematografiche devono essere approvate dal Consiglio della Censura che può bocciarle o dare dei suggerimenti. Per questo film era stato dato il via libera alla sceneggiatura. Ma la censura interviene ancora dopo la prima realizzazione del film, e in questo caso ha chiesto i suddetti 13 tagli, che il regista si rifiuta di effettuare perchè renderebbero il film incomprensibile.
Una recente indagine (giugno 2013) sull’accettazione dell’omosessualità, condotta dal Pew Research Centre di Washington su 39 Paesi, ha rilevato che in Egitto solo il 3% della popolazione è aperta verso l’omosessualità. Sia la religione islamica che quella copto cristiana condannano l’omosessualità come una devianza peccaminosa. Sebbene in Egitto non ci siano leggi espressamente contro l’omosessualità, viene spesso usata la legge ‘contro l’indecenza’ per arrestare chiunque la manifesti pubblicamente, basti ricordare il caso dei 52 gay imprigionati da uno a cinque anni perchè partecipavano ad una festa gay su una nave.
Il film di Fawzy non vuole mandare messaggi rivoluzionari ma solamente fotografare una situazione, testimoniata anche dal finale tragico.
Il film viene presentato questa settimana in versione integrale al Dubai International Film Festival, nonostante che l’omosessualità sia illegale negli Emirati Arabi
IL TRAILER ORIGINALE DEL FILM