Gianni Dettori nel film “Il rosa nudo”
Ci scrive Giovanni Coda: “Ho una bella news da comunicarvi e spero di poter trovare spazio anche nel vostro sito! Allego il comunicato stampa (credo che comunque vi abbiano già informato) del Premio vinto dal film al Social Justice Film Festival di Seattle. Io sono molto contento di questo riconoscimento, soprattutto perchè onora la memoria di Pierre Seel e di tutti coloro che sono stati vittima di violenze di qualsiasi genere in quanto Gay, nel passato e tutt’oggi.”
Qui di seguito una parte della traduzione della lettera che la Direttrice del Social Justice Film Festival, ha inviato a Giovanni Coda, che motiva questo premio:
” Giovanni,
…Il mio nome è Anne Paxton e sono la Direttrice del Social Justice Film Festival. Le scrivo per ringraziarla per la sua partecipazione all’edizione di quest’anno del festival e per congratularmi e comunicarle una notizia emozionante: il suo film Il Rosa Nudo è stato premiato con il Primo Premio della Giuria per la categoria Miglior Film.
Il suo film è splendido e i nostri giurati sono stati colpiti in particolare delle immagini inusuali e incalzanti usate nel film per accompagnare la narrazione delle memorie di Seel. E’ affascinante che un film senza materiale di archivio possa in modo così drammatico e forte comunicare l’orrore di un programma di persecuzione e tortura. La sua opera è stata molto apprezzata per cui la ringraziamo ancora per aver proposto un film così potente e commovente all’edizione 2013 del Social Justice Film Festival. La ringraziamo per il suo appassionato impegno nelle tematiche della giustizia sociale e siamo emozionati per aver avuto l’occasione di presentare un film così notevole.
Le auguriamo tanta fortuna con le sue future produzioni e speriamo di averla ancora al nostro festival.”
Una immagine dal film “Il rosa nudo”
DAL COMUNICATO STAMPA:
IL ROSA NUDO il film del regista sardo Giovanni Coda ispirato alla vita di Pierre Seel ha vinto il Gold Jury Prize quale MIGLIOR FILM al SOCIAL JUSTICE FILM FESTIVAL 2013 di Seattle.
Dopo la Première Nazionale alla 28ma edizione del Torino GLBT Film Festival 2013, la proiezione quale EVENTO SPECIALE “per il suo alto valore artistico, storico e morale” alla 7ª edizione del Queer Lion Award nel corso della 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2013 e la partecipazione all’ 11ma edizione del Florence Queer Festival 2013, il film di Giovanni Coda ottiene un riconoscimento internazionale con questa vittoria oltreoceano.
“Questo premio” afferma l’autore e regista ” è uno di quei frutti che Il Rosa Nudo raccoglie, in silenzio, e che offre a chi lo ha sostenuto fin dal suo primo fotogramma. Un premio che viene da lontano, fuori dalle logiche castranti, nei concetti e nei contenuti e non meno nelle modalità di fare e promuovere il cinema che hanno rappresentato un ostacolo alla realizzazione di questo film. Limiti che rappresentano un freno ai processi comunicativi e alla libera circolazione delle idee nel nostro territorio. Un pensiero va agli attori, ai produttori, ai miei maestri e soprattutto agli amici che mi hanno sostenuto in questi anni di grande “passione artistica”.
IL FESTIVAL
Nato nel 2009, il Social Justice Film Festival è dedicato ai film che con il loro impegno civile ambiscono a cambiare la società con una visione nuova e creativa.
I film e i documentari proiettati hanno esplorato le tematiche della giustizia sociale, del razzismo e dei diritti umani. Circa 60 film molti americani, alcuni girati in paesi lontani come l’Australia, la Bulgaria, l’Italia, Singapore e Scozia. Circa 27 proiezioni anteprime.
Le parole della direttrice del Festival Anne Paxton prima del suo debutto hanno chiarito la specificità di questo importante festival rispetto ai quelli più tradizionali e “generalisti”: “Il mondo a volte sembra un calderone ribollente di conflitti e ingiustizie. Il cinema è uno strumento incredibilmente creativo che può cambiare la società e la vita delle persone. Abbiamo selezionato film che danno una prospettiva nuova e costruttiva e che fanno sentire lo spettatore più fiducioso. Film che suggeriscono che le persone di buona volontà che lavorano assieme possono produrre il cambiamento.”
Ospiti speciali di questa edizione sono stati Helen Prejan, autrice del romanzo Dead Men Walking e attivista per l’abolizione della pena di morte e l’attore Danny Glover che ha presentato la premiere del suo ultimo film Tula: the Revolt basato sulla vera storia del leader della rivolta degli schiavi nella colonia olandese di Curacao nel 1795.
Quest’anno il festival si è tenuto dal 10 al 13 ottobre in vari teatri, centri culturali e campus universitari di Seattle.
Una immagine dal film “Il rosa nudo”
IL ROSA NUDO
Il Rosa Nudo è un lavoro di cinematografia sperimentale ispirato alla Vita di Pierre Seel ed alla autobiografia scritta in collaborazione con Jean Le Bitoux, che a sua volta è stato uno dei più importanti attivisti per i diritti GLBT in Francia e in Europa. Questo toccante testo letterario non è mai stato tradotto in italiano. Parlare della vicenda traumatica di Seel, significa rimarcare gli orrori compiuti dai nazisti anche nei confronti di chi era schedato come omosessuale. Il Rosa Nudo si concentra soprattutto su un episodio doloroso e terribile che segnerà per tutta la vita l’emotività di Seel che, all’epoca dell’internamento, aveva solo 17 anni. Deportato nel campo di Schimerck, assisterà all’atroce morte del suo compagno.
PIERRE SEEL
Tra le milioni di vittime colpite dalla follia nazista nel periodo della seconda guerra mondiale il francese, Pierre Seel, il 13 maggio 1941, fu deportato dai tedeschi e internato nel campo di concentramento di Schirmeck a 30 km da Strasburgo , dove subì torture e violenze a causa del suo orientamento sessuale. Sopravvissuto a questa esperienza terrificante, Seel, dopo la fine del conflitto, nel tentativo di dare un nuovo senso alla sua vita, si sposò e divenne padre. Nel 1982 però, fu il primo a denunciare le terribili vicende che lo accomunarono a migliaia di altri omosessuali, marchiati come lui con il triangolo rosa: un coming out clamoroso che aggiunse altro orrore all’orrore. Il Rosa Nudo, prendendo spunto dalla sua autobiografia Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel, racconta in maniera teatrale ed evocativa l’Omocausto, soffermandosi anche sulle teorie scientifiche per la cura dell’omosessualità di Carl Peter Veernet, che aprirono di fatto la strada alle persecuzioni naziste.
Il regista Giovanni Coda
GIOVANNI CODA
Videoartista, fotografo e regista cinematografico nasce artisticamente nel 1990. Nel 1995 fonda l’Associazione Socio Culturale Labor e nel 1996 il V-art (Festival Internazionale Immagine d’Autore). Ha 45 opere video all’attivo, diverse collezioni fotografiche e una vasta attività espositiva suddivisa fra pittura, fotografia e videoinstallazioni. Negli ultimi anni ha realizzato mostre e performance di video arte presentate e premiate in Italia e all’estero. Le sue opere sono state esposte a Madrid, Huelva, Assuncion, Siviglia, Barcellona, Francoforte, Berlino, Londra, Parigi, Tokyo, Kyoto, Beijing, New York, Amsterdam, Colonia, Roma, Milano, Venezia, Bergamo e altre città.
Dopo la realizzazione de “Il Rosa Nudo”, è attualmente è impegnato nella pre-produzione del suo nuovo film “La Donna di Carta” e in contemporanea con l’ultima parte della trilogia cinematografica sulla violenza il film “Good As You” entrambi in uscita per il 2014. Il prossimo progetto è previsto per il 2015 e porta il titolo provvisorio di “Five Lives on a Frame“, opera video ispirata alle vite e alle opere di Francesca Woodman, Diane Arbus, Claude Cahun, Tina Modotti e Gerda Taro.
[A cura di Roberto Mariella]