L' 11MA EDIZIONE DI GENDER BENDER ALLA RICERCA DEL PELO NELL'UOVO

Dal 26 ottobre al 2 novembre a Bologna il Festival Internazionale di cinema, teatro e arti varie. Noi vi presentiamo la sezione Cinema, con quasi tutti film in anteprima nazionale

Dal sito ufficiale


Il logo dell’edizione 2013

Presentazione dell’edizione 2013

Gender Bender trova il pelo nell’uovo!
A muoverne la ricerca però non è stato un eccesso di pedanteria o l’intento di trovare a tutti i costi difetti o manchevolezze altrui.
Piuttosto il desiderio di scoprire della bellezza laddove solitamente altri vedono un errore. Con buona pace dei pignoli (è nato prima l’uovo o la gallina? uomini, donne, transessuali, etero, gay, lesbiche si nasce o si diventa?), il festival saluta con vigore l’inaspettata scoperta e attende con curiosità quell’attimo in cui, dalla forma chiusa, erompe finalmente la preziosa varietà di ogni singola storia.
Gender Bender celebra quest’anno quel momento, il passaggio delicato dove il piccolo uovo va maneggiato con attenzione per evitare di far delle frittate.
Accendiamo allora con cura le luci su quell’istante; sull’infanzia di Lolita e l’adolescenza di Victor e Rosaspina; sulla lotta per l’affermazione di Rocco della propria identità e sull’urgenza di futuro nel rapporto padre e figlio di Parkin’son; sulle infinite vite di Bambi, splendida anziana transessuale; sull’amore tardivo del protagonista di Bwakaw e sulle tantissime altre storie che compongono questa edizione.
Quest’anno è un passaggio delicato anche per Gender Bender, un’edizione particolare in cui si dischiudono nuove progettualità, covate a lungo grazie all’impegno e alla passione di tante persone diverse.
Oltre al Festival, sempre alla ricerca di nuove chiavi di lettura del contemporaneo, fanno la loro apparizione Performing Gender, il progetto internazionale sulla rappresentazione delle identità di genere e orientamento sessuale nella danza contemporanea sostenuto dalla Unione Europea, e Teatro Arcobaleno, il progetto dedicato all’infanzia per promuovere attraverso il teatro il rispetto delle differenze.

LA SEZIONE CINEMA

Tra i 23 titoli di opere cinematografiche ci sono tantissime anteprime, spesso accompagnate dagli autori che si confronteranno col pubblico. La sezione Cinema presenta infatti ben 10 lungometraggi in prima visione italiana, tutti di grandissimo interesse. S’inizia col bellissimo “Hawai” di Marco Berger, presente in sala, che affronta il problema di come conciliare amore e diversa agiatezza sociale, con la storia di due amici d’infanzia che si ritrovano, dopo anni, uno bisognoso dell’aiuto dell’altro. Il film è sicuramente tra i più poetici e coinvolgenti di questo giovane regista argentino, assai vicino alla maturità artistica.
Da non perdere “Free Fall” intensa opera prima del tedesco Stephan Lacant sulla drammatica storia d’amore tra due poliziotti, uno dei quali sposato e prossimo a diventare padre.

Tre film ci parlano dei problemi e delle gioie che attendono i gay oltre la maturità. Il primo è l’originale “Bwakaw“, del filippino Jun Robles Lana, che ha fatto vincere il premio come miglior attore a Eddie Gracia, l’anziano protagonista, al Festival del Cinema Indipendente di Manila. Un film che unisce mirabilmente umorismo e indagine psicologica intorno alla figura di una gay anziano che si ritrova completamente solo dopo che anche il suo fedele cane Bwakaw s’è ammalato. Il secondo, “Before You Know It” è un vivace e impegnato documentario, vincitore all’Asian Film Festival di Dallas, sulla storia di tre anziani gay che hanno visto cambiare completamente il mondo nel corso della loro vita, ma non sempre in meglio. Il terzo, “Matterhorn“, dell’olandese Diederik Ebbinge, è un’opera di altissima qualità, ricca di poesia e riflessione, che ci presenta un morigerato vedovo cinquantenne, pio membro di una piccola comunità rurale, che pensa di fare la cosa giusta accogliendo in casa un adulto mentalmente ritardato, senza pensare a quello che diranno i suoi compaesani e soprattutto a quello che potrà succederà tra i due uomini. Il film, una divertente commedia sempre al limite del dramma, coinvolge qualsiasi tipo di spettatore come dimostrano i due premi del pubblico vinti al Moscow International Film Festival e al Rotterdam International Film Festival.

Il pubblico femminile ha tre imperdibili titoli che non si faranno dimenticare. Il primo è “Todo mundo tiene a alguien menos yo” del messicano Raúl Fuentes, girato in uno splendido bianco e nero dal premiato fotografo Rodriguez Garcìa, che confronta una sofisticata quarantenne, socialmente arrivata ed appagata, con la vitalità di una giovanissima, ricca solo della sua bellezza. Il tema richiama un po’ quello del capolavoro lesbo “La vita di Adele“, appena arrivato nelle sale, stimolando un utile confronto.
Tutto colorato e con splendidi paesaggi è invece il road movie “The most fun I’ve ever had with my pants on“, opera prima dell’artista Drew Denny che meritatamente è stata selezionata in concorso all’American Film Institute Fest e al festival del cinema di Toronto. Racconta un viaggio dal Texas alla California di due ragazze che si preparano ad affrontare la vita, tra intimità e tensioni, sogni e realtà, verso la ricerca del giusto equilibrio.
Il terzo titolo da non mancare è l’intrigante “Dual“, secondo film dello sloveno Nejc Gazvoda (che con l’opera prima “Trip” fu selezionato dalla slovenia per l’Oscar del miglior film straniero). Il film è tutto concentrato sulla storia d’amore che nasce improvvisa tra due giovani donne di lingua diversa costrette a pernottare in un aeroporto. Amore esuberante, imprevisti e segreti ci tengono avvinghiati allo schermo fino all’ultima scena.

Interessante e curioso l’originale “Voyage“, primo film in lingua inglese dell’affermato regista cinese che si fa chiamare Scud (‘Amphetamine’), che ci racconta il viaggio solitario in barca, lungo le coste del sud-est asiatico, di un giovane psichiatra che annota sul suo diario le vicende di alcuni suoi pazienti deceduti, ma ancora vivi nel cuore delle persone amate. Storie bizzarre e variegate, tra visionario e surreale, che dividono il film in diversi episodi, fino al grottesco finale.

Anche se non è un’anteprima (visto al Festival Mix di Milano), “Bambi” di Sébastien Lifshitz, già vincitore del Teddy Awards al Festival di Berlino 2013 come miglior doc, merita assolutamente la visione. Un’opera che conferma Lifshitz, presente in sala, tra i più versatili e importanti registi del cinema contemporaneo. Il film è la storia, raccontata in prima persona, della star francese Bambi, nata in Algeria come uomo, diventa la regina del cabaret di Parigi, poi operata a Casablanca e infine ritiratasi dalle scene per diventare insegnante di lettere. Una vita che è stata una lunga battaglia per l’affermazione della propria identità.

Direttamente dalla Mostra del Cinema di Venezia arriva “Tom a la farme“, quarto film di Xavier Dolan, l’enfant prodige del cinema canadese, che riesce a stupirci anche con quest’opera, un thriller psicologico ambientato nel Québec agricolo, che mette a confronto il giovane Tom, che ha appena perso l’amante, col fratello di quest’ultimo, tutto preccupato di non svelare l’omosessualità del defunto, per proteggere la madre e l’onore della famiglia. Ma non aspettatevi una storia tradizionale!

LUNGOMETRAGGI PRESENTATI NELLA SEZIONE CINEMA
Proiezioni al cinema Lumière, via Azzo Gardino 65
Intero € 7,00 / ridotto (gb card, socio coop, amici della cineteca) € 4,00
Tutti i film sono in linguaoriginale con sottotitoli in italiano

2013/10/26 ore 20.30
   Hawaii di Marco Berger
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 102
nazione: Argentina
anno: 2013
Martin sopravvive grazie a lavori occasionali, ed è alla ricerca di un’occupazione stagionale; quando lo scrittore Eugenio riconosce in lui un amico d’infanzia, gli offre di occuparsi della sua villa. È l’inizio di un legame che andrà oltre l’amicizia e le differenze sociali, una relazione in bilico tra gioco di potere e reciproca attrazione. Marco Berger, dopo Plan B (pellicola diventata un piccolo cult movie nel circuito queer) e Absent, vincitore del Teddy Award al Festival di Berlino, gira un film improntato sulle dinamiche psicologiche che entrano in gioco nel momento in cui una potenziale storia d’amore resta impigliata nelle maglie del divario sociale, evitando però di scivolare nella trappola di un film “a tesi”. La sottile magia di Hawaii è tutta nei silenzi, nei gesti e nel gioco di sguardi dei due protagonisti. Dice Berger: “Mi sono interrogato sulle dinamiche di una relazione tra qualcuno che si trova in una situazione agiata nella vita e qualcuno che ha bisogno di aiuto, ritraendo il gioco crudele imposto dalla società e il modo in cui entrambe le parti lo affrontano”. (Gender Bender)
anteprima italiana
 

2013/10/26 ore 22.30
   Gore Vidal: The United States of Amnesia di Nicholas D. Wrathall
  tendenza: GG
tipologia: Documentario – durata min.: 83
nazione: USA / Italia
anno: 2013
Nessuna figura del XX secolo ha maggiormente influenzato il mondo della letteratura, del cinema, della politica e del dibattito culturale USA di Gore Vidal, l’ultimo leone dell’età d’oro del liberalismo americano. Il documentario alterna materiale d’archivio a immagini degli ultimi anni dello scrittore, con una lunga e intima intervista del regista Nicholas Wrathall a Vidal stesso (l’ultima prima della sua scomparsa) e le testimonianze di amici e conoscenti come il nipote e film-maker Burr Steers, Christopher Hitchens, Tim Robbins, Norman Mailer, David Mamet. Un’occasione imperdibile per entrare nel Vidal-pensiero e per scoprire il suo punto di vista sull’America del Ventunesimo Secolo.Non mancano poi le immagini dello scrittore nella sua villa a Ravello, dove visse con il compagno Howard Austen, fino alla morte di questi e il ritorno a Los Angeles, nel 2005. “Era un uomo unico, brillante, dai modi arguti ed eloquenti. Anche nei suoi ultimi anni, Gore non ha mai avuto paura di puntare i riflettori sulle questioni più importanti per le nostre libertà. La nostra perdita, con la scomparsa di Gore, non potrà mai essere colmata. La mia speranza è che questo film possa spingere una nuova generazione ad essere coraggiosa e ad esigere la verità da coloro che detengono il potere nella nostra società” (Nicholas Wrathall). (Gender Bender)
 

2013/10/27 ore 20.30
   Free Fall di Stephan Lacant
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 100
nazione: Germania
anno: 2013
Marc è un poliziotto felicemente sposato la cui moglie Bettina sta aspettando il loro primo figlio. I genitori di Bettina hanno preparato per loro una bellissima casa con diverse stanze. Un giorno succede che Marc, ad un corso di addestramento, si trova solo nella foresta con l’affascinante collega Kay, gli sguardi s’incrociano fino a non staccarsi più, è amore a prima vista, primo bacio e veloce masturbazione reciproca. Marc, alla sua prima esperienza gay, è profondamente scosso, ancora di più quando Kay si fa trasferire nella sua unità. Tutta la sua vita ben organizzata sta per essere sconvolta. Con la scusa di corsi di addestramento fuori sede, iniziano ad incontrarsi in un vortice di passione e a fare sesso sempre più spesso. Quando Kay viene sorpreso dalla polizia in un locale gay si sparge la voce della sua omosessualità. Un collega poliziotto omofobo, come quasi tutti, lo picchia selvaggiamente ma il capo sezione lo protegge e nasconde l’aggressione. Marc, per l a prima volta veramente iinnamorato, si sente sempre più estraneo alla sua famiglia, sia nello spirito che nel corpo, proprio mentre sta per arrivare il figlio. Pensa di andare via con Kay, che si sente marginalizzato, abbandonare tutto ed iniziare una nuova vita. Ma è una soluzione quasi impossibile per Marc. Kay decide di far precipitare le cose, denuncia il suo amore per Marc sia ai colleghi che ai genitori di Marc. Questi ultimi non sopportano la cosa, gli dicono brutalmente “Non ti abbiamo cresciuto in questo modo”. I sospetti di Bettina si fanno sempre più assillanti, ha intuito che c’è qualcosa tra i due uomini. Alla fine costringe Marc ad ammettere di aver fatto sesso con Kay. La situazione precipita. Anche nell’ambiente della polizia le cose si fanno sempre più difficili, ma qualche spiraglio si apre: quando il poliziotto omofobo attacca un’altro sospettato di essere gay, questa volta il capo non lo copre più. Un giorno Kay sparisce senza avvisare nessuno. Marc capisce che la sua vita senza Kay sarebbe insopportabile… Un’opera prima coraggiosa, che affronta le principali tematiche gay, dall’omofobia al coming out, all’amore gay, con scene forti ed incisive, grazie anche all’avvenenza dei due protagonisti. Film presentato alla Berlinale 2013 e all’inaugurazione del MoMA’s Kino! Exhibition 2013 (Museum of Modern Art di New York)
anteprima italiana
 

2013/10/27 ore 22.30
   Bwakaw di Jun Lana
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 112
nazione: Philippines
anno: 2012
Crusty Rene (Garcia) vive in un villaggio fuori Manila dove continua nel lavoro, ereditato dai genitori, di guardiano del locale ufficio postale, nonostante abbia ormai raggiunto i 70 anni di età. Le consuetudini e il bisogno di sentirsi utile sono valori importanti per Rene, uomo orgoglioso ma cordiale nelle relazioni coi colleghi e coi vicini di casa. Ma tutte le sue tenerezze, fatte comunque con riservatezza, sono dedicate a Bwakaw (Princess, un cagnolino al suo debutto cinematografico che spesso ruba la scena al pur bravissimo protagonista), un bastardino randagio coloro sabbia che ha adottato. Il cagnolino diventa una fonte di discussione quando il taxi a triciclo guidato da Sol (Rez Cortez) pretende una tariffa anche per il suo trasporto. (La scena potrebbe ricordare il film di Luchino Visconti “Siamo donne” con Anna Magnani che litiga con un tassista romano per lo stesso motivo, dicendo che il suo non è un cane di lusso). Da quel momento il prepotente supertatuato Sol diventerà antipatico al nostro Rene, almeno fino a quando Bwakaw si ammala e avrà bisogno di continui trasporti alla clinica veterinaria. Il film ci racconta subito che Rene ha accettato la propria omosessualità solamente in tarda età, e anche da quel momento Rene non ha fatto grandi amicizie maschili, nemmeno con Zaldy (Soxie Topacio), l’effeminato parrucchiere gay che tutti chiamano la Madre, e ancora meno con Tarcy (Joey Paras), il transessuale amico intimo di Zaldy, che spesso punzecchia l’anziano Rene. Entrambi cercano di spingere Rene ad avere esperienza con un ragazzo prostituto, nella convinzione che la cosa potrebbe addolcirgli il carattere. Uno degli aspetti meglio riusciti del film è l’equilibrio che la regia ha messo nel costruire un racconto tra momenti melanconici (le riflessioni sulla morte del protagonista) e altri quasi divertenti, come quelli con gli amici gay oppure quando assistiamo alla scenetta della bara che Rene ha dovuto mettersi in casa dopo la chiusura del negozio delle pompe funebri, oppure negli incontri al confessionale con padre Eddie (Gardo Versoza). I contrastanti sentimenti religiosi di Rene sono esplorati con delicatezza e una sottile ironia, soprattutto quando entra in scena il crocefisso a grandezza naturale che Rene ha erediato dalla madre e che adesso giace nel suo letto. Momenti di tenerezza compaiono anche nelle scene di Rene con Alicia (Armida Siguion Reyna), una donna ormai demente che gli è stata vicino per 15 anni senza avere mai un rapporto.
anteprima italiana
 

2013/10/28 ore 20.30
   Voyage di  Scud
  tendenza: Q
tipologia: Drammatico – durata min.: 99
nazione: Hong Kong
anno: 2013
Per sconfiggere la depressione che lo attanaglia, un giovane psichiatra parte da Hong Kong per un viaggio solitario in barca lungo la costa del sud-est asiatico. Mentre è in mare, riporta sul suo computer le vicende di alcuni suoi ex-pazienti scomparsi prematuramente: storie di suicidi, di perdite, di amori non corrisposti che vanno a comporre il mosaico di episodi in cui è diviso il film, fino al grottesco finale. Visionario, surreale, poetico e a tratti ironico, Voyage è un film “per coloro che credono che non ci sia fine al viaggio della vita, ed è dedicato alle persone che se ne sono andate ma che non hanno mai lasciato i nostri cuori” (Scud). Sceneggiatore, produttore e regista, Danny Cheng Wan-Cheung, in arte Scud, è uno dei nomi più interessanti e originali del cinema cinese contemporaneo. Nel 2005 ha fondato la casa di produzione indipendente Artwalker. Ha scritto e diretto Permanent Residence (2009), Amphetamine (2010) e Love Actually… Sucks! (2011). Voyage è il suo primo film girato interamente in inglese e con location internazionali, da Hong Kong alla Mongolia, dall’Australia alla Malesia, da Amsterdam ad Hannover. (Gender Bender)
anteprima italiana
 

2013/10/28 ore 22.30
   Everybody’s Got Somebody…But Me di Raúl Fuentes
  tendenza: LLL
tipologia: Drammatico – durata min.: 90
nazione: Messico
anno: 2012
Alejandra è una trentenne, professionista affermata, intellettuale e un po’ snob. Delusa dalle relazioni passate, posa sul mondo il suo sguardo cinico e nei suoi giudizi sembra non esserci via di mezzo, per lei tutto è bianco o nero. L’incontro con Maria, una liceale annoiata dai suoi coetanei, apre una nuova parentesi nella sua esistenza. Nasce una storia fatta di allegria, complicità e intimità. Con il tempo, però, i bisogni emotivi di Alejandra diventano sempre più pressanti e la distanza dovuta alla differenza di età porta le due donne a chiedersi se continuare la loro relazione. Con la sua opera prima, Raúl Fuentes si interroga sulla complessità e i limiti dei rapporti fra persone molto diverse fra loro. Un’estrema cura nella scelta delle location e l’uso di un morbido bianco e nero hanno valso al film il premio per la miglior fotografia al Festival Internacional de Cine en Guadalajara; ottima la colonna sonora e l’interpretazione delle due protagoniste. (Togay)
 

2013/10/29 ore 20.30
   Will You Still Love Me Tomorrow? di Arvin Chen
  tendenza: GGG
tipologia: Commedia – durata min.: 94
nazione: Taiwan
anno: 2013
Nella Taiwan di oggi s’intrecciano le storie di due coppie sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo nove anni di matrimonio e un figlio con Feng, Weichung, sobillato dall’amico gay Stephen, riscopre la sua vera sessualità e inizia un affaire clandestino. Sua sorella Mandy scarica il fidanzato San-San tra le corsie del supermercato, sentendosi soffocata da una vita ripetitiva e prevedibile. In realtà ha solo le idee poco chiare, come denota il desiderio di diventare una star delle soap opera. Nel frattempo Feng, all’oscuro dei tradimenti del marito, sente crescere il desiderio di diventare nuovamente madre. Ma le traversie che le due coppie si troveranno ad affrontare sono solo all’inizio… Frizzante commedia romantica che indaga sui turbamenti e le crisi della borghesia orientale, presentata alla Berlinale 2013, ispirata alle sophisticated comedies hollywoodiane e affidata ad una fotografia colorata e pop. Colonna sonora d’antan, con tanto d’immancabile karaoke. (Togay)
 

2013/10/29 ore 22.30
   Tom à la ferme di Xavier Dolan
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 95
nazione: Francia / Canada
anno: 2013
Tom à la ferme (Tom nella fattoria) è la quarta pellicola dell’enfant prodige Xavier Dolan, 24enne, per la prima volta nel concorso ufficiale di un grande festival, Venezia 2013. I suoi precedenti film erano stati presentati a Cannes in sezioni collaterali. La storia del film è l’adattamento di un’opera teatrale di Michel Marc Bouchard, centrata sulle tematiche del coming out, dell’omofobia, del rapporto genitori e figli e della spaccatura tra città e campagna. Tom (Xavier Dolan) è un giovane pubblicitario di una grande città, distrutto dal dolore per l’improvvisa morte del suo amante in un incidente stradale. Decide di andare ai suoi funerali e incontrare per la prima volta i parenti del suo compagno, che vivono in una fattoria isolata di un piccolo paese. Arrivato scopre con amarezza che i genitori non sanno nulla dell’omosessualità del figlio, che anzi credono innamorato e fidanzato con una ragazza che si chiama Ellen. Francis (Pierre-Yves Cardinal), il fratello maggiore del defunto costringe Tom, con botte e minacce, a non dire nulla ai genitori, per non spezzare il cuore della madre e salvare l’onorabilità della famiglia. Tom si trova costretto a partecipare alla finzione, instaurando col fratello del compagno una relazione perversa che potrà risolversi solo con l’affiorare della verità, qualunque sarà il prezzo da pagare… Il regista, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto: “Per questo film ho preso spunto da una pièce di Michel Marc Bouchard. L’ho vista a teatro due anni fa e mi ha impressionato il monologo della madre che scoppia in lacrime. Le madri mi attirano e mi commuovono sempre. Ma quello che più mi ha sedotto era qualcosa assente nel testo teatrale: la paura, l’angoscia. Elementi forti che il mio film mette in risalto esacerbandoli. Il protagonista, per non creare traumi alla madre del suo amante, accetta di mentire, di stare al gioco, un gioco macabro e pericoloso. Assumere un ruolo che non è il tuo può influenzare o sconvolgere il tuo “io”. La menzogna ripetuta renderà Tom completamente pazzo. Questo è un film che parla del lutto, dell’essere fagocitato dagli altri, della nevrosi, del transfert emotivo. Tutti mentono in questa storia, a se stessi e agli altri. E alla fine tutti perdono».
 

2013/10/30 ore 20.30
   Before You Know It di PJ Raval
  tendenza: GGG
tipologia: Documentario – durata min.: 110
nazione: USA
anno: 2013
Si stima che vi siano 2,4 milioni di gay, lesbiche e bisessuali “over 55” negli Stati Uniti, molti dei quali vivono in situazioni di solitudine o discriminazione. Before You Know It racconta la storia di tre di essi, che si sono battuti e continuano a battersi per superare i pregiudizi e per l’affermazione dei loro diritti. Dennis, vedovo 70enne, ha iniziato ad esplorare la propria identità sessuale dopo la morte di sua moglie, indossando abiti femminili con il nome di Dee; Ty è un attivista che ha fondato un centro di socializzazione e condivisione di esperienze per anziani LGBT ad Harlem; Robert “The Mouth” è il fondatore e l’intrattenitore del più longevo bar gay del Texas, a Galveston. Tre esempi toccanti di che cosa significa essere gay nella terza età, affrontando isolamento ed esclusione. “Questa specifica categoria di persone ha assistito a una gran quantità di cambiamenti nel corso della sua vita. Nati prima del movimento per i diritti civili, hanno vissuto la rivoluzione sessuale e Stonewall e ora si trovano in un mondo dove possono vedere in tv personaggi apertamente LGBT e ascoltare Lady Gaga alla radio” (PJ Raval). Miglior documentario all’Asian Film Festival di Dallas. PJ Raval, indicato tra le “25 new faces of indipendent film 2006” da Filmmaker Magazine, è autore di Trinidad (miglior documentario al Cleveland International Film Festival 2009). (Gender Bender)
anteprima italiana
 

2013/10/30 ore 22.30
   Ass Backwards di Chris Nelson
  tendenza: L
tipologia: Commedia – durata min.: 90
nazione: USA
anno: 2013
Kate e Chloe, amiche per la pelle, si sono trasferite da molti anni a New York. Un giorno ricevono un invito per l’anniversario del concorso di bellezza cittadino al quale parteciparono da bambine, sfiorando la vittoria per un soffio. L’umiliazione per la sconfitta non è mai stata superata, e le due donne decidono che è giunto il momento della rivincita. Ass Backwards è uno scatenato e spassoso “buddy movie” al femminile con due protagoniste (June Diane Raphael e Casey Wilson, che hanno anche scritto il film) in stato di grazia, di volta in volta alle prese con un coniglio selvatico da salvare, un’agguerrita comune lesbica, uno strip club dove improvvisano un’esilarante esibizione.Da segnalare Alicia Silverstone nei panni di Laurel, l’ex rivale di Kate e Chloe “promossa” a giudice del concorso di bellezza. Per il suo lungometraggio d’esordio il regista Chris Nelson ha dichiarato di essersi ispirato alle prime commedie di Pedro Almodóvar e a quelle dell’accoppiata Blake Edwards/Peter Sellers. (Gender Bender)
anteprima italiana
 

2013/10/31 ore 22.30
   Animals di Marçal Forés
  tendenza: GG
tipologia: Drammatico – durata min.: 91
nazione: Spagna
anno: 2012
Pol, appassionato della musica, è un ragazzo di 17 anni timido e riservato che frequenta la scuola superiore e vive col fratello che non ama . Come ogni giorno torna a casa da scuola con il suo particolare amico Deerhoof, la sua anima gemella. Accanto a lui, Pol sente di aver trovato il suo posto nel mondo. Deerhoof è il segreto che Pol custodisce più gelosamente: il suo amico immaginario, o almeno questo è quello che pensa, con le sembianze di un piccolo, dolce orsacchiotto che lo accompagna dalla prima infanzia. Un giorno decide però che è venuto il momento di abbandonare l’orsacchiotto ed entrare nell’età adulta. Una bella cerimonia di addio per Deerhoof che, legato ad una pietra, viene lasciato dolcemente cadere nel fiume. Pol a scuola è un bravo studente e in classe ha un’unica grande amica, Laia. Lei, ripetente di un anno, ne è segretamente innamorata. Tutto va avanti normalmente fino a quando Ikari, uno studente misterioso, arriva nella scuola. La sua attrazione per Ikari si fa sempre più forte e adesso Pol deve verificare quali siano i suoi veri sentimenti. Intanto una morte inspiegabile e una serie di strani eventi trasformeranno la solita vita di Pol in una fantastica avventura con sorprendente finale… Una storia d’amore adolescenziale, che diventa sacrificio e tragedia. Film che richiama lo stile di “Donnie Darko”, ma anche di “Elephant” di Gus Van Sant, mentre è lontanissimo da quello di “Ted”, nonostante l’orsacchiotto parlante. Opera prima molto promettente, forse un po’ ambiziosa, che fa fulcro su uno stile originale e accattivante, dove il potere dell’immaginazione si confonde con la realtà.
 

2013/11/01 ore 18.30
   Born This Way di Shaun Kadlec
  tendenza: QQQ
tipologia: Documentario – durata min.: 85
nazione: USA / Cameroon
anno: 2013
Come canta Lady Gaga nella hit citata nel titolo, uomini e donne provano a (soprav)vivere in Camerun, dove l’omofobia, l’intolleranza (anche religiosa) e la discriminazione sono tra le più fameliche al mondo. I gay e le lesbiche di questo paese corrono quotidianamente seri rischi, fisici e morali: l’articolo 347 del codice penale punisce l’omosessualità con pene che vanno da uno a cinque anni. Nel clima di repressione generale, l’unica soluzione è spesso tenere segreta la propria condizione persino a familiari e amici. Un eroico, ammirabile aiuto giunge loro solo dall’associazione per la tutela dei diritti degli omosessuali creata dall’avvocato Alice Nkom, in grado di fornire supporto e speranza a chi, in realtà, chiede solo di poter vivere liberamente. Dopo Call Me Kuchu, vincitore del premio del pubblico all’ultima edizione del Torino GLBT, ambientato in Uganda, un altro coraggioso documentario che dà voce, con testimonianze toccanti, a chi è costretto al silenzio. (ToGay)
 

2013/11/01 ore 20.30
   Most Fun I’ve Ever Had with My Pants On, The di Drew Denny
  tendenza: LLL
tipologia: Drammatico – durata min.: 95
nazione: USA
anno: 2013
Drew Denny è una performer artist, fotografa e documentarista, arts editor per il noto magazine di musica indipendente “LA Record”: The most fun I’ve ever had with my pants on, adattamento cinematografico di una sua precedente performance, la vede per la prima volta alla regia di una fiction e la impegna anche come sceneggiatrice e protagonista. Il film è prima di tutto un road movie, dal Texas alla California: Andy attraversa il southwest americano in macchina per disperdere le ceneri del padre, accompagnata dall’amica di infanzia Liv. Capace di ironia e leggerezza nonostante il tema del lutto, il film si sviluppa sul rapporto fatto di tensioni e intimità tra le due ragazze, in equilibrio tra il viaggio memoriale della loro infanzia e la proiezione verso le aspettative future. Girato in super 16mm e digitale, The most fun I’ve ever had with my pants on si avvale di una fotografia visionaria e allo stesso tempo incredibilmente solida, perfetta nel rendere coerente la narrazione che gioca sul doppio binario dell’onirico e del concreto. Film in concorso nelle selezione ufficiale dell’American Film Institute Fest e al festival del cinema di Toronto, e presentato all’edizione 2013 dell’OutFest di Los Angeles. (Gender Bender)
anteprima italiana
 

2013/11/01 ore 22.30
   Big Gay Love di Ringo Le
  tendenza: GGG
tipologia: Commedia – durata min.: 85
nazione: USA
anno: 2013
Bob sembra avere apparentemente tutto: un lavoro appagante come “party planner”, degli amici favolosi, e si appresta a comprare casa. Ma per gli standard della comunità gay maschile ha un grave difetto: è piuttosto grassottello, il che fa di lui l’uomo che tutti adorano, ma che nessuno desidera. Finalmente durante un party incontra Andy e se ne innamora. Ma quando Andy sparisce di punto in bianco, le insicurezze di Bob prendono il sopravvento. Ormai convinto che il problema sia il suo fisico, si lascia convincere dai suoi migliori amici a fare aerobica, e arriva a prendere in considerazione l’idea di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica…Big Gay Love è un’imperdibile commedia sui devastanti effetti provocati da una cultura sempre più ossessionata dalla forma fisica, e sul bisogno di sentirsi accettati così come si è: “è il mio tentativo di rendere normale l’immagine e l’esperienza quotidiana di gay comuni, che lavorano instancabilmente per accedere a diritti e privilegi che gli eterosessuali danno per scontati” (Ringo Le). Secondo lungometraggio del regista di origini vietnamite, dopo Saigon Love Story (2006). (Gender Bender)
anteprima italiana
 

2013/11/02 ore 18.30
   Bambi di Sébastien Lifshitz
  tendenza: TTT
tipologia: Documentario – durata min.: 60
nazione: Francia
anno: 2013
Ultimo splendido documentario di Sébastien Lifshitz, sulla vita della transgender Bambi. Bambi, nata Jean-Pierre Pruvot in un piccolo villaggio algerino nel 1935, già da bambino non rispondeva alle aspettative della sua famiglia allargata, scegliendo di trovare il modo per diventare la donna che da sempre si sentiva di essere. Il successo che ottenne al Cabaret Carrousel de Paris di Algeri nel 1950 le diede il coraggio necessario per emigrare nella capitale francese, dove assunse il nome di Bambi e potè condurre la vita che desiderava, esibendosi sui palcoscenici dei music-hall. Jean-Pierre, famoso da allora come Marie-Pierre, ha oggi 77 anni. La sua è una storia di dolore, coraggio e passione. Un impressionante collage di fotografie e canzoni, filmati di repertorio, spezzoni di diversi film ai quali ha partecipato in piccoli ruoli, clip super-8 e visite ai luoghi della sua infanzia, ci regalano l’affascinante avventura della sua liberatrice trasformazione in una radiosa donna transessuale. Fondamentali punti di passaggio sono il suo primo amore, la sua amicizia con la collega artista Coccinelle, i suoi esperimenti con gli ormoni, gli scandali e le sue rivalità, la storia di come è diventata una scrittrice, per finire con il sorprendente incontro con l’amore della sua vita.
 

2013/11/02 ore 20.30
   Dual di Nejc Gazvoda
  tendenza: LLL
tipologia: Drammatico – durata min.: 102
nazione: Slovenia / Croazia / Danimarca
anno: 2013
A causa di circostanze meteorologiche durante un trasferimento aereo, la giovane danese Iben rimane bloccata a Ljubljana. Dalla stessa città ma per tutt’altri motivi cerca di andarsene Tina, coetanea slovena impaziente di imprimere una svolta alla propria vita. Due donne, due storie, due lingue, due motivi per rinunciare a qualcosa e cercare altro: quello tra Iben e Tina è un improbabile incontro notturno, il racconto di un innamoramento imprevisto, una storia con al centro un segreto che sfida il tempismo e celebra le circostanze. Delicato ma a tratti fragoroso, agrodolce e surreale, capace di irriverenza e ironia, neoromantico e naif, esotico come potrebbe esserlo un video di Bjork, epifanico come un racconto di Miranda July, Dual è una commedia fresca che attraversa una storia d’amore fatta di slanci sconsiderati e tenera goffaggine, disseminata di ostacoli e decisioni impreviste, in continua tensione con la precarietà delle prospettive che il futuro può riservare a due giovani donne.Secondo film del ventottenne scrittore e regista sloveno Nejc Gazvoda già acclamato autore di Trip, opera prima girata in low budget e meritatamente selezionata per la Slovenia agli Academy Awards nella sezione film stranieri.
anteprima italiana
 

2013/11/02 ore 22.30
   Matterhorn di Diederik Ebbinge
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 87
nazione: Olanda
anno: 2013
Il cinquantenne vedovo Fred conduce una vita religiosamente devota e abitudinaria in un piccolo villaggio. La sua esistenza viene stravolta dall’arrivo dello stralunato Theo, un adulto mentalmente ritardato che Fred prende in casa sotto la sua protezione. La “strana coppia” si attira subito le critiche della piccola e bigotta comunità, fin quando Theo chiede a Fred di sposarlo… Ebbinge dirige una commedia commovente, divertente e dolente, sorretta dalla grande e misurata prova d’attore dei due interpreti principali, Ton Kas e René van’t Hof, e da una messinscena curatissima fin nei più piccoli dettagli. “Matterhorn è una tragicommedia sulla solitudine, l’amore e la liberazione. La storia riguarda tutti noi; quanto tempo, energia e lotta interiore sono necessari per venire a conoscenza di noi stessi e del nostro ambiente, e per liberare noi stessi?” (Diederik Ebbinge). Curiosità: Matterhorn è il nome tedesco del monte Cervino. Il film, originariamente pensato per la tv e poi – grazie alla saggia intuizione del distributore – adattato per il circuito cinematografico, ha vinto il Premio del Pubblico al Moscow International Film Festival e al Rotterdam International Film Festival. (Gender Bender)
anteprima italiana
 


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