Ryan Murphy, classe 1965, sembra che abbia scelto di dedicarsi completamente alla tv, che attualmente sta trasmettendo in prima visione ben tre serie da lui ideate, “American Horror Story“, “Glee” e “The New Normal” tutte visibili sui canali a pagamento di Sky, anche quest’ultima, in onda sul canale Fox da martedì 5 marzo alle ore 22.45. Murphy non è solamente un gay dichiarato, coi suoi lavori televisivi (ma anche col suo debutto al cinema col sottovalutato “Correndo con le forbici in mano”), dimostra di essere anche impegnato nella promozione della cultura gay, affrontandone con coraggio i temi più difficili e attuali, come quelli del matrimonio gay e dell’omogenitorialità. In tv questi argomenti non sono del tutto nuovi, basti pensare alla serie “Brothers and Sisters” o “Modern Family” entrambe con storie di famiglie gay con pargoli. Ricordiamo che “Modern Family” inizia la sua quarta stagione insieme al debutto di “The New Normal“, martedì 5 marzo, col primo episodio che negli USA ha avuto più di 14 milioni di spettatori.
La specificità della serie “The New Normal” è però quella di avere messo questi temi al centro della storia raccontata, senza il bilanciamento con altre storie etero, come accade nelle serie sopra menzionate, ma chiedendo allo spettatore di concentrarsi esclusivamente su questi temi. Questo è l’aspetto ‘rivoluzionario’ di “The New Normal“, che negli USA ha sollevato grande scalpore e grandi proteste, fino al punto che alcune reti tv, pure appartenenti alla stessa famiglia NBC, dietro la spinta di varie associazioni religiose, si sono rifiutate di trasmetterla.
La critica americana ha invece accolto bene questa nuova serie, assegnandogli il punteggio Metacritic di 60/100, col critico di USA Today che la definisce “una toccante e sorprendente commedia, che nella maggior parte si presenta come un amabile piccolo film che unisce momenti di puro divertentimento ad altri pieni di grazia e delicatezza. Al suo meglio ci ricorda i film di Woody Allen, come quando si affacciano sullo schermo alcuni personaggi secondari che si raccontano“.
La serie, presentata in anteprima al Roma Fiction Fest, è stata accolta con qualche perplessità dalla critica italiana, perfino dalla progressista rivista Film.tv dove Alessia Laudati la commenta così: “The New Normal è una graziosa confezione, divertente ma ricca di un superficiale egoismo, camuffato solo grazie alla cospicua iniezione di buoni sentimenti. Senza di essi, vincerebbe l’irritazione e la voglia di salvare un’ottima attrice come Ellen Barkin da un prodotto nella media che potrebbe tranquillamente essere l’ideale racconto della maturità del Kurt Hummel di Glee“.
Leggermente più benevolo il critico de “Il Giornale”, Matteo Sacchi, attento soprattutto all’aspetto politico, che sulle pagine di oggi del quotidiano scrive: “L’impressione guardando la serie, che a tratti diverte, è che forse sia un po’ presto per raccontare il tema così alla leggera. E che a furia di giocare con gli stereotipi o con il rovescio degli stereotipi non si arrivi mai al fondo delle questioni vere. Certo non si può pretendere da una commedia la chiave per interpretare lo spirito del tempo (ci riuscì forse solo Indovina chi viene a cena?) ma in questo caso la provocazione, voluta, pesa tanto. Forse troppo. E un pezzo di pubblico non ci sta. In Glee il vissuto e le idee di Ryan Murphy (gay dichiarato passato per un difficile percorso di accettazione) si stemperavano in una trama varia e musicarella, qui molto meno.”
Noi, che abbiamo visto solo il pilot, siamo rimasti un po’ delusi dal personaggi di Bryan, interpretato dall’attore gay Andrew Rannells, che ci è parso assai stereotipato: troppo perfettino, ossessionato dall’aspetto, dalla dieta, dai vestiti firmati, dalle celebrità. Sembra quasi che anche l’idea del figlio sia per lui una questione di esteriorità, alla stregua di un accessorio di moda. Speriamo che nel prosieguo della vicenda ci sia un approfondimento.
SINOSSI
David e Bryan sono una coppia di Beverly Hills, che hanno tutto dalla vita; una relazione stabile, delle brillanti carriere e una bella casa, l’unica cosa che manca nella loro vita è un figlio. La ricerca della madre surrogata perfetta si rivela però molto ardua, David inizia a nutrire ansie sul’idea della paternità, e la coppia arriva quasi al punto di demordere e rinunciare al loro sogno di diventare genitori. Ma le cose cambiano quando incontrano Goldie, una giovane madre single dal passato burrascoso, trasferitasi a Los Angeles con la figlia di otto anni, per sfuggire dalla vita di provincia e dall’opprimente nonna cinica e razzista. Fertile e bisognosa di denaro, Goldie accetta di fare da madre surrogata per David e Bryan, trovando in loro anche una famiglia surrogata.
Una scena con la coppia gay protagonista
La presentazione della serie sul canale
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