Una scena del Matthew Bourne’s Swan Lake 3D
Nonostante sia impegnatissimo in questi giorni, siamo riusciti ad intervistare Bruno Casini, Direttore Artistico con Roberta Vannucci del Florence Queer Festival, rassegna cinematografica organizzata dall’associazione Ireos che si terrà dal 25 al 31 ottobre prossimi, al Cinema Odeon di Firenze.
Ricorre quest’anno decimo anniversario della nascita del festival e per dare maggiore risonanza all’evento, le date sono state anticipate di un mese, cosicché ora il Queer Festival si ritrova ad aprire la VI edizione della “50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze“, rassegna che comprende al suo interno ben 9 festival diversi ed è, lo credereste?, la rassegna di festival più lunga al mondo.
Il programma completo del decimo Queer Festival è ancora top secret, ma i comunicati stampa pubblicati dagli organizzatori ci hanno già anticipato diversi titoli molto interessanti. Tra questi spicca il film di apertura ‘Matthew Bourne’s Swan Lake 3D‘ di Ross MacGibbon, versione rivisitata al maschile del balletto ‘Il lago dei cigni’ di Tchaikovsky, da parte del grande coreografo inglese Matthew Bourne. Siamo sicuri che la splendida sala del cinema Odeon, contribuirà a rendere davvero speciale questa versione in 3D del celebre balletto. Il film di chiusura, dovrebbe essere l’anteprima europea della divertentissima commedia ‘Bear City 2: The Proposal‘, di Doug Langway, sequel di ‘Bear City’, film che qui a Firenze ha spopolato due anni fa, anche grazie alla presenza dal protagonista Brian Keane, un affascinante orso, che ha convertito alla causa pelosa un po’ tutti.
Tra gli altri titoli già annunciati, c’è da citare una mini-rassegna sul tema Fede e Omosessualità, composta dal documentario ‘Taking A Chance on God‘ di Brendan Fay, sulla vita del sacerdote gesuita John McNeill, pioniere del movimento di liberazione dei diritti delle persone LGBT e la commedia ‘The perfect family ‘di Anne Renton, interpretata da Kathleen Turner, nel ruolo di una madre di famiglia impegnata a conquistarsi a tutti i costi il premio destinato alla famiglia cattolica perfetta; vale la pena vedere questo film anche solo per l’interpretazione della Turner e per vedere come si è conciata per poter entrare nella parte.
Abbiamo poi il documentario ‘Jobriath A.D.‘ di Kieran Turner, sulla breve carriera del dotatissimo ma proprio sfortunato cantante rock Jobriath, prima star a dichiararsi pubblicamente gay (diciamo però che un po’ si vedeva anche se non lo andava a dire in giro…), e il documentario Out Loud the Documentary di Samer Daboul che ci racconta come sia stato difficile girare in Libano un film che tratta di temi come l’omosessualità e l’emancipazione della donna.
In occasione del decennale ci sarà quest’anno una sezione Vintage al cui interno i componenti dello staff del festival presenteranno dei film che in qualche modo hanno segnato la loro vita (Lo schermo velato, Taxi zum Klo, Velvet Goldmine, Better than choccolate, Love is the devil, Demoni e Dei). Sempre per il decennale, durante la serata inaugurale è stato annunciato un evento sorpresa. Si vocifera che nella serata sarà presente una notissima esponente del jet set fiorentino.
Ricchissimi come sempre gli eventi di contorno alla rassegna cinematografica (di contorno per noi, che siamo più interessati ai film, ma non meno importanti). Non potendo citarli tutti, ne segnaliamo solo un paio. Presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (dal 24 ottobre al 18 novembre) ci sarà la mostra fotografica Zanele Muholi Visual ARTivist, dedicata all’artista lesbica sudafricana Zanele Muholi. Sulla stessa artista, durante il Festival sarà anche proiettato il documentario Difficult Love. Invece all’interno del cinema Odeon, negli stessi giorni della rassegna cinematografica, saranno esposte le fotografie della mostra “Queer Faces – Second Time” (la prima parte della mostra si terrà dal 13 al 18 ottobre alla libreria IBS di Firenze), trenta scatti del bravissimo fotografo Filippo Milani, che immortalano i protagonisti, gli ospiti e il pubblico dell’edizione 2011 (con qualche gustosa sorpresa), in un ottica molto, ma molto camp. (R.M.)
Intervista a Bruno Casini Direttore Artistico con Roberta Vannucci del Florence Queer Festival.
Come mai avete anticipato la data del Florence Queer Festival di un mese ?
Alla Mediateca Regionale Toscana ci hanno proposto di aprire noi la serie dei festival della 50 giorni di cinema internazionale a Firenze. Essendo quest’anno il decennale del Florence Queer Festival, ci è piaciuta l’idea, l’abbiamo trovata un’occasione di grande gratificazione e di grande immagine, quindi abbiamo accettato subito. E’ una corsa contro il tempo, perché un mese prima vuol dire correre, ma ce la stiamo facendo.
Per il decennale del Florence Queer Festival avete previsto qualche evento speciale ?
Intanto ci sarà per l’apertura del Festival, il film in 3D ‘Swan Lake’ di Mattew Bourne, il grande coreografo inglese, uno spettacolo di danza che è stato in Italia qualche anno fa. Poi ci sarà una sorpresa, la prima sera, una performance dedicata al decennale. Intorno alla parte cinema ci saranno durante il Festival tutta una serie di iniziative e in più, proprio per il decennale, ognuno di noi , Io, Roberta Vannucci, Silvia Minelli, Paolo Baldi, Moreno Fabbri, tutto lo staff che ha seguito le nove edizioni, presenterà un film che rappresenta la sua vita.
E tu che film hai scelto ?
Io ho scelto ‘Taxi zum Clo’ (Ai cessi in taxì). Per me ‘Taxi zum Clo’ è un film che apre gli anni ’80’: la Berlino degli anni ’80, il Clubbing, il sesso, la notte… Io ‘Taxi zum Clo’ l’avrò visto una ventina di volte. Quando uscì mi coinvolse molto.
Vuoi ora raccontarci qualcosa sulla nascita del Florence Queer Festival ?
L’idea del Festival era nata nei primi anni del 2000, perché io e Paolo Baldi (noi, insieme a Moreno Fabbri, siamo stati un po’ i fondatori del Queer Festival), eravamo sempre fissi a vedere il Festival del cinema gay di Torino. E ci dicevamo: ‘ma perché non si fa anche noi a Firenze ?’ E facevamo ‘non abbiamo energie economiche, non abbiamo i finanziamenti ‘. Poi però Paolo Baldi trovò un piccolo finanziamento e partimmo con la prima edizione nel 2003, che fu fatta al Teatro Puccini, che è un cinema teatro un po’ periferico a Firenze. La prima edizione si apri con il documentario su Ottavio (Mai) con Giovanni Minerba.
Il Festival è stato un successo già dall’inizio, o avete avuto qualche difficoltà ?
Diciamo che economicamente, come tu ben sai, siamo tutti volontari anche adesso, perché il Comune di Firenze non ci da finanziamenti, abbiamo pochissimi finanziamenti, e quindi il Festival va avanti grazie ai volontari di IREOS e a tutti noi, che non percepiamo né stipendi né consulenze. Diciamo che però la cosa importante è la passione che ci mettiamo in questo festival , perché in questo festival noi ci divertiamo. Ci stressiamo ma ci divertiamo. Ci piacciono le cose che facciamo e quindi le facciamo con tanta energia. Avendo più risorse economiche sicuramente potremmo fare molto di più.
Un’ultima domanda: avete avuto la collaborazione degli altri festival come quello di Torino, almeno agli inizi ?
Si, a tutt’oggi collaboriamo con Torino, con Giovanni Minerba. Per noi Torino è un grande punto di riferimento. Poi abbiamo collaborato con il Bari Queer Festival, con il Palermo Queer Festival. Quest’anno collaboriamo anche con il GENDER BENDER di Bologna, tanto è vero che facciamo insieme ‘Bear City 2’, tra l’altro noi ospitiamo la prima europea il 31 ottobre di ‘Bear City 2’, che poi andrà a Bologna al GENDER BENDER il 2 novembre.
Vuoi aggiungere qualcos’altro per concludere?
Vorrei ricordare che la direzione artistica del festival oltre che del sottoscritto è di Roberta Vannucci e che Silvia Minnelli coordina tutta questa macchina organizzativa. Siamo stati tanti in questi dieci anni. Voglio dire grazie a tutti quelli che ci hanno seguito.
(a cura di R. Mariella)