“Come non detto”, finalmente una commedia gay italiana che, senza troppe ambizioni, racconta con fedeltà e leggerezza, la vita, le avventure, le amicizie, gli amori e il sempre difficile coming out di un omosessuale italiano. Palese anche l’intento didattico voluto dagli autori, che in contemporanea al film hanno fatto uscire anche un libro dal titolo più completo: “Come non detto – Il manuale del perfetto coming out”. L’autore della sceneggiatura e del libro, Roberto Proia, afferma infatti di essere “orgoglioso di poter dire che se avessi avuto a disposizione questo film quando da teenager lottavo tutti i giorni con i fantasmi che io stesso creavo, mi sarebbe stato utile a non sprecare tutti quegli anni. E a sentirmi meno solo.” Il regista Ivan Silvestrini, qui al suo debutto nel lungometraggio, aggiunge: “è un film scritto col cuore, e a me colpire al cuore piace. Ci sono tutta una serie di elementi nella storia che trovo universali e trascendono l’argomento “omosessualità”. Tutti ci sentiamo diversi e incompresi per qualcosa, e tutti lottiamo con noi stessi per liberarci. Penso sia bello ci sia un film che parli dritto al cuore di chi sta cercando la forza di non doversi più nascondere. Dopo aver visto questo film ci si sente meno soli.”
Film e libro sono un divertente e assai completo bigino su tutto quello che può accadere oggi in Italia ad un omosessuale che voglia vivere alla luce del sole i suoi sentimenti (senza dover fuggire all’estero). Il film è forse un po’ più ottimista del libro (che esplora anche i casi peggiori), ed è particolarmente attento a farsi comprendere da qualsiasi genere di pubblico. Anche la storia d’amore gay viene presentata, forse per la prima volta in un film italiano, con scene di sesso fin troppo assimilabili a quelle che vediamo nei film etero: i due amanti si spogliano e completamente nudi, stesi sopra un’alcova, si baciano, abbracciano e carezzano con la telecamera che li riprende in primissimo piano girandogli intorno; unico appunto la posizione troppo etero dei due amanti, ma, come dicevamo il film vuole mantenersi su un piano accettabile da chiunque.
Dunque non un film di rottura, ma un film che fa un po’ il punto sulla situazione, e che soprattutto sembra dire guardate quanto sono carini e bravi gli omosessuali, peccato che siano ancora troppo timidi e timorosi, leggi omofobia interiorizzata, come quando sentiamo dire dal protagonista che i suoi genitori lo preferirebbbero assassino che omosessuale (nel primo caso, dice, “mi aiuterebbero a nascondere il cadavere”).
Oltre alla storia d’amore tra i due protagonisti, Mattia ed Eduard, nel film, che segue uno sviluppo corale, vengono affrescati molto bene anche i personaggi secondari, a iniziare dall’amica del cuore Stefania (la bellissima Valeria Bilello) che però non è la solita frociarola, infatti scopriremo che non ama tutti i gay ma che è semplicemente innamorata del nostro eroe (purtroppo anche qui non manca la scenetta del bacio tra i due con manifesta tentazione etero). Sorprendente la figura del principale amico di Mattia, Giacomo, quasi un co-protagonista, interpretato da Francesco Montanari (il più macho della serie Romanzo criminale) che qui è una perfetta superchecca, anche drag queen, capace di riempire lo schermo ad ogni sua apparizione (chissà perchè quando un etero fa un ruolo gay tutti dicono che è bravissimo mentre quando un attore gay dichiarato fa un ruolo da etero, si sollevano solo perplessità). Bravissimi i due genitori, interpretati da due acclamati professionisti come Monica Guerritore e Ninni Bruschetta, che nel film hanno anche una loro storia e soprattutto una dinamica evolutiva che spesso viene trascurata nei personaggi secondari. Forse un po’ grottesco il personaggio della nonna (Lucia Guzzardi), comunque irresistibile con le sue battute disarmanti.
Quindi un film che s’inserisce perfettamente nel filone della tradizionale commedia all’italiana, uno stuzzicante e divertito affresco della nostra quotidianità, sorprendente se pensiamo che è il frutto del lavoro di una squadra praticamente agli esordi (autori e protagonisti). Forse per il pubblico gay sembrerà un film già visto (ma le interpretazioni ce lo fanno dimenticare), mentre per il pubblico in generale potrebbe essere un film rivelatore, con uno sguardo inusuale e sincero sul nostro mondo, divertente e riflessivo nello stesso tempo. In sintesi un film assolutamente utile e che sicuramente potrà avere grande spazio nella distribuzione televisiva di prima serata, soprattutto se aiutato da una buona affluenza di pubblico nelle sale (anche se la concorrenza dei film che vengono da Venezia e l’arrivo nelle sale delle mega produzioni hollywoodiane non lo aiuterà).