Premio collaterale ufficiale della 69 Mostra del Cinema di Venezia che vede in gara l’attesissimo “Passion” di De Palma con altri sei interessanti titoli.
Aggiornamento del 7/9/2012
QUEER LION AWARD 2012 ALL’ESTREMO “THE WEIGHT” DI JEON KYU-HWAN
Identità transgender, deformità fisica, violenza, omicidi, suicidi, sono solo alcuni dei temi del film sudcoreano
Il duro ed estremo “The Weight” presentato nella sezione Giornate degli Autori si aggiudica il Queer Lion Award 2012, premio collaterale al “miglior film con tematiche omosessuali e queer culture” della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
La giuria presieduta dai registi Daniele Coluccini e Matteo Botrugno, e composta da Daniel N. Casagrande, creatore del leoncino queer, Marco Busato, delegato generale dell’associazione culturale CinemArte, ha assegnato all’unanimità il premio “per aver saputo trattare con un linguaggio estremo, ma poetico e convincente, una straordinaria varietà di temi spesso frutto di insuperabili tabù, e per aver mostrato con convinzione e senza autocompiacimento una galleria di personaggi borderline alla ricerca di un angolo di mondo dove poter vivere senza essere giudicati per le proprie diversità”.
Protagonista della storia è Jung, un uomo gobbo e malato di artrite e tubercolosi, che passa le sue giornate e nottate nella cupa sala di un obitorio dove lavora. Con il fratellastro transgender, in attesa della costosa operazione che lo liberi dal “peso” che lo imprigiona, intrattiene sin dall’adolescenza un rapporto di amore fisico e solidale; un affetto assoluto capace di valicare i confini della morte mettendo in evidenza, con straordinario lirismo, la rigidità della società contemporanea e la prigionia fisica del corpo.
Il 29 agosto apre la 69 Mostra del Cinema di Venezia, che torna da quest’anno ad essere diretta da Alberto Barbera, anche direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino che sovrintende al Festival gay “Da Sodoma ad Hollywood“. Il concorso principale presenta 18 titoli, tra i quali molto atteso l’ultima fatica di Marco Bellocchio, “Bella addormentata“, storia di alcuni personaggi di fantasia, di diverse fedi e ideologie, sullo sfondo degli ultimi sei giorni di vita di Eluana Englaro. Tra gli altri autori ricordiamo i grandissimi Terrence Malick, che ora produce un film all’anno, Brian De Palma con uno scandaloso “Passion” (vedi scheda sotto), Takeshi Kitano, Kim Ki-Duk e l’autore asiatico più gayfriendly Brillante Mendoza (questa volta con un film etero). Ma nelle diverse sezioni della Mostra saranno presenti anche nuovi autori, perchè, come dice Barbera: “a mio avviso i festival devono a tutti i costi recuperare la loro funzione originale di sperimentare e scoprire, non devono limitarsi a vivere di rendita con riconoscimenti e omaggi di un cinema già affermato che non ha bisogno di promozione“.
Anche quest’anno sarà presente il premio collaterale “Queer Lion Award” che mette in gara sette titoli, senza escludere altre possibili sorprese. Questo premio viene attribuito dal 2007 al “miglior film con tematiche omosessuali & queer culture” tra tutti quelli presentati nelle varie sezioni della Mostra. Ricordiamo che l’idea del Queer Lion è stata del critico e giornalista Daniel N. Casagrande, presidente dell’associazione culturale CinemArte, che dopo qualche difficoltà iniziale è riuscito a trovare il consenso del direttore Marco Müller per avere anche a Venezia un premio collaterale ufficiale sull’esempio del Teddy Award della Berlinale, confermato senza esitazioni anche dal nuovo direttore Barbera. Il premio, giunto alla sesta edizione, è sponsorizzato da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione del Veneto, Provincia di Venezia, Città di Venezia e Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
La Giuria è composta dalla coppia di giovani registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini (Et in terra pax), presidenti, e da Daniel N. Casagrande e Marco Busato, delegato generale dell’associazione culturale CinemArte.
Bellissimo il video di presentazione di questa edizione del Queer Lion, praticamente un corto d’autore firmato Daniele Sartori con protagonisti gli attori Manuela Canto, Donato Ceron, Marzio Fabris e la supervisione artistica del regista, costumista e scenografo d’opera lirica Ivan Stefanutti.
I titoli in concorso (vedi schede sotto) sono l’attesissimo “Passion” di Brian De Palma, rifacimento del film francese “Crime d’amour” (2010) dello scomparso Alain Corneau, film che aveva un sottotesto lesbico che De Palma porta invece in primo piano con le giovani attrici Rachel McAdams e Noomi Rapace (già lesbica nei tre film tratti dai romanzi di Stieg Larsson), impegnate in una lotta senza quartiere tra potere e seduzione.
“The Weight” del sudcoreano Jeon Kyu-hwan, poetica e grottesca storia d’amore odio tra due fratellastri, uno che lavora come preparatore dei cadavari all’obitorio e l’altro in lotta per diventare donna, film con un sorprendente finale.
“Kiss of the Damned” del figlio d’arte Xan Cassavetes, storia vampiresca che vede contrapporsi due sorelle, nel film anche scene lesbo.
“Acciaio” di Stefano Mordini tratto dall’omonimo bestseller di Silvia Avallone che racconta una grande amicizia femminile che nel volgere di un’estate entra in crisi per lo sbocciare di nuovi sentimenti.
“Cherchez Hortense” di Pascal Bonitzer, dramma famigliare nella borghesia francese, con un matrimonio ormai alle corde e un genitore altolocato che si rivela bisex.
“Love Is All You Need” della danese Susanne Bier, già premio Oscar, con una storia ambientata tra Sorrento e Copenaghen, che, come dice il titolo, presenta una serie di personaggi tutti alla ricerca dell’amore, giovani e anziani, etero e gay. La parte gay è affidata al nostro Ciro Petrone (uno dei due ragazzi in mutande che sparavano in Gomorra) che mette in crisi una cerimonia nuziale etero.
Infine abbiamo un film di soli 38 minuti, “6 sull’autobus“, composto da sei corti diretti da esordienti dell’Accademia coordinati da Sergio Rubini, uno dei quali ci presenta un personaggio transgender.
Di seguito le schede dei film in concorso per il Queer Lion Award 2012
Damien (Jean-Pierre Bacri), mite professore di civiltà cinese, vive con la moglie Iva (Kristin Scott Thomas), direttrice di teatro, e il loro figlio Noé. Dopo anni, il matrimonio è ormai in una fase di stallo, bloccato tra la stanchezza e la monotonia della routine quotidiana. Damien nutre una particolare simpatia per la giovane Aurore (Isabelle Carré), una ragazza che frequenta il suo stesso gruppo di amici. Un giorno Iva chiede al marito di contattare suo padre, un alto funzionario, per aiutare una certa Zaria Velickovic ad ottenere i documenti necessari per poter rimanere in Francia. Il problema è che Damien non è in buoni rapporti col padre e chiedergli qualcosa sarebbe per lui un supplizio. Difficile poi confessare il suo fallimento alla moglie che a sua volta non può fare a meno di notare il corteggiamento che Damien sta facendo ad un’attrice della sua troupe. Questi personaggi vengono così a trovarsi in una ragnatela di menzogne sempre più inestricabile. Quello che Damien non sa è che in serbo, Zaria significa Aurora, ed inizia così una sequenza di fatti che cambieranno per sempre la sua vita…. Il tema dell’omosessualità è messo in campo dal padre di Damien.
31/08/2012 h 19:30: sala Darsena (Press, Industry) h 22:00: sala Perla (Press, Industry). 01/09/2012 h 22:00: sala Grande (Pubblico, Tutti gli Accrediti). 02/09/2012 h 17:30: PalaBiennale (Pubblico, Tutti gli Accrediti)
Sei corti, tutti esordi per gli allievi dell´Accademia, promossi e sostenuti dalla Siae e coordinati da Sergio Rubini. Un racconto collettivo, un mosaico di storie di vita pedinato col passo svelto della passione. E l´occasione per un confronto sulla difficoltà di esordire in Italia. Il film non è solo una raccolta di sei cortometraggi, è un piccolo film fatto di storie che sei ragazzi si sono inventati passando dalle tavole di un palcoscenico al pianale traballante su ruote di un autobus di linea. E´ un film dai toni diversi, ma dalla struttura unitaria. Un viaggio fatto di tappe e incontri. Dove il protagonista è quello sguardo, quel tu invisibile che, sempre sull´autobus, osserva i personaggi vivere le loro avventure e passarsi il testimone, in un gioco che potrebbe continuare.Un vecchio autobus in giro per le vie di Roma. Una lunga giornata. L´autobus si riempie di persone e di storie. Poi si svuota. La gente sale. Scende. Facce, occhi. Attese. Talvolta incontri. Incidenti. Disguidi. Equivoci. Furti. Liti. Confidenze. Confessioni. Progetti. Piani. Bugie. Botte. Persino un dirottamento. Un percorso prefissato può diventare un viaggio. Ogni incontro può diventare una possibilità futura, o rimarginare una ferita del passato. Ad ogni fermata può fare salire colui che cambierà il corso della tua vita. Oppure no, e l´autobus riparte. Al prossimo giro salirà qualcun altro e un frammento della sua vita toccherà per un momento la tua.6 sull´autobus non è solo una raccolta di sei cortometraggi, è un piccolo film fatto di storie che sei ragazzi si sono inventati passando dalle tavole di un palcoscenico al pianale traballante su ruote di un autobus di linea. E´ un film dai toni diversi, ma dalla struttura unitaria. Un viaggio fatto di tappe e incontri. Dove il protagonista è quello sguardo, quel tu invisibile che, sempre sull´autobus, osserva i personaggi vivere le loro avventure e passarsi il testimone, in un gioco che potrebbe continuare. Nel primo episodio, Unghie, l’attore Simone Fucci interpreta giacomo, un transessuale.
02/09/2012 h 11:30: sala Volpi (Pubblico, Tutti gli Accrediti)
nazione: Denmark / Sweden / Italy / France / Germany
anno: 2012
Il titolo del film ricalca un verso dei Beattles che ripete “All you need is love”, e l’amore è proprio quello che vanno cercando quasi tutti i protagonisti di questa piacevole ma non superficiale commedia della regista Susanne Bier, già vincitrice di un Oscar per “In un mondo migliore”. Phillip (Pierce Brosnan), un inglese trasferitosi a Copenaghen, è un ricco manager del settore ortofrutticolo, alquanto cinico, pragmatico, disilluso, freddo. Ida (Trine Dyrholm) è invece un’affettuosa danese, che veste sempre colorato, come il suo spirito solo lievemente provato dalla lotta che sta conducendo contro un tumore. Nella prima scena del film la vediamo rientrare a casa dopo una seduta di chemio e trovare il marito addosso ad una giovane amante nuda. Lo caccia di casa, anche se forse dentro di sè lo giustifica, e si reca all’areoporto per recarsi in Italia a Sorrente dove la figlia Astrid sta per sposare Patrick, il figlio di Phillip. I due suoceri ancora non si conoscono ma s’incontrano casualmente nel parcheggio dell’areoporto dopo che la macchina di Ida va a cozzare contro quella di Phillip. Naturalmente sarà amore, dopo lunghe traversie, e dopo gli incidenti che un cameriere gay causerà durante il pranzo nuziale. Il cameriere in questione è interpretato dal nostro Ciro Petrone (Gomorra) che in merito al suo ruolo ha dichiarto alla rivista Ciak: “Mica ho fatto il gay, niente mossette, normale. Solo un bacio in bocca. Vabbè, che sarà mai?”. Film fuori concorso a Venezia 2012, ma in gara per il Queer Lion Award, venduto in una quarantina di Paesi e acquistato per gli Usa dalla Sony. “Si tratta di una commedia romantica, leggera e profonda insieme, con un happy end quasi da favola e una visione dell’Italia non retorica o banale. Implicita la riflessione su quella che è anche una differenza caratteriale tra danesi e italiani.” (M. Anselmi, Il Secolo XIX)
02/09/2012 h 09:00: sala Perla (Press, Industry) h 11:30: sala Darsena (Press, Industry) h 22:15: sala Grande (Pubblico, Tutti gli Accrediti). 03/09/2012 h 17:30: PalaBiennale (Pubblico, Tutti gli Accrediti)
Le quasi quattordicenni Anna (Matilde Giannini) e Francesca (Anna Bellezza) sono amiche inseparabili, cresciute insieme all’ombra dei casermoni popolari di via Stalingrado, a Piombino, caseggiati destinati a coloro che si sono spaccati la schiena nell’acciaieria del posto. Sognano un giorno di poter cambiare le loro esistenze, magari spostandosi all’isola d’Elba, dall’altro lato del mare, luogo paradisiaco che credono pieno solo di turisti senza alcun problema. Desiderano lasciarsi alle spalle una vita fatta di famiglie allo sbando, di padri violenti e maneschi (come quello di Francesca) o con il vizio del gioco d’azzardo (quello di Anna), della rabbia di un fratello battagliero (Michele Riondino) pronto a non abdicare a una ex fidanzata borghese ora direttrice dell’acciaieria (Vittoria Puccini) e di amici arresi e sopraffatti dalla violenza. Nel corso di un’estate, quella che segue la fine delle scuole medie e l’avvicinamento alle superiori, il cambiamento del loro corpo e la scoperta della sessualità le portano verso nuove direzioni che finiranno con il separare i loro percorsi. Dice il regista: “Di qua l´acciaieria che lavora ventiquattro ore al giorno e non si ferma mai. Di là, l´isola d´Elba, un paradiso a portata di mano eppure irraggiungibile. In mezzo, né di qua né di là, Anna e Francesca, piccole ma già grandi, un´amicizia potente ed esclusiva quanto l´amore. Lo stesso amore che tiene in piedi Alessio, il fratello di Anna, operaio fino al midollo che si ostina a pensare all´unica ragazza che non può avere, il sogno della sua vita, Elena. E un giorno l´amore arriva, potente e inaspettato per tutti e la vita prende un´accelerata improvvisa, finché si incrina, sanguina, si spezza.«Abbiamo oltrepassato il muro, quello che confina, che nasconde e impedisce di assistere al lavoro degli uomini e delle donne. Abbiamo osservato la potenza e la grandezza della macchina che trasforma e la fatica dell´uomo che finalizza. Abbiamo cercato di filmare il nemico, ma appostati in attesa che comparisse, non lo abbiamo trovato. Dentro la fabbrica il nemico non c´e, è fuori, lontano. Abbiamo ascoltato quanto più potevamo, abbiamo cercato di organizzare il meno possibile provando a confondere la frontiera tra scena e vita, tra situazione recitata e vissuta. E poi ci siamo fermati e abbiamo incontrato le due ragazze del romanzo, nei loro ambienti, nella loro luce, con i vestiti che hanno scelto di mettersi, con il loro tono di voce, il loro ritmo, la loro musica, il loro punto di vista, con le loro parole. Abbiamo fatto questo prima di filmare. Quello che è successo dopo è stata solo una conseguenza… Film presentato alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia 2012 e in gara per il Queer Lion Award.
02/09/2012 h 22:30: sala Pasinetti (Press, Industry, Professional). 03/09/2012 h 17:00: sala Darsena (Pubblico, Tutti gli Accrediti). 05/09/2012 h 22:30: sala Pasinetti (Tutti gli Accrediti)
Esordio alla regia della figlia del famoso autore indipendente americano John Cassavetes. Djuna (Joséphine de La Baume), affascinante vampira, si è ritirata a vivere nel Connecticut, dove conosce lo sceneggiatore Paul (Milo Ventimiglia). Nonostante Djuna voglia tenerlo lontano dal suo destino di dannazione eterna, i due si innamorano e vengono travolti dalla passione. A mettere in pericolo il loro amore e l’esistenza dell’intera comunità è l’arrivo imprevisto di Mimi (Roxane Mesquida), la diabolica e vendicativa sorella di Djuna… Nel film scene di lesbo-cannibalismo.
07/09/2012 h 16:45: sala Darsena (Pubblico, Tutti gli Accrediti). 08/09/2012 h 20:00: salal Pasinetti (Tutti gli Accrediti)
Nato con la gobba e abbandonato in un orfanotrofio, Jung è stato adottato da una donna che lo tiene nascosto in una soffitta e lo usa solo come uno schiavo nel suo negozio d’abbigliamento. La matrigna ha anche un figlio con il quale Jung ha un rapporto di odio e amore. Diventato adulto, Jung lavora presso l’obitorio, con il compito di ricomporre i cadaveri, in particolare deve vestire quelli che non hanno i soldi per pagarsi un funerale. Il suo è un lavoro nobile che giornalmente lo porta a essere l’ultimo essere vivente che in silenzio incontra i morti, in un misto di realtà e fantasia in cui i corpi senza vita si trasformano in amici e modelli per le composizioni che lui definisce opere d’arte. Jung deve prendere medicine in dosi massicce per combattere la tubercolosi e l’artrite. Nel frattempo assistiamo al dramma del fratellastro che si sente donna e vuole cambiare sesso. Jung vuole fare di tutto per aiutarlo e inizia la preparazione del suo capolavoro finale, un ultimo regalo che evidenzi il suo odio e amore… Il regista Jeon Kyu-hwan spiega così l’essenza del film: «Attraverso la figura di un gobbo di nome Jung, che sin dalla nascita prova un forte dolore, e quella dei vari personaggi che lo circondano, ognuno con i propri traumi, ho voluto raccontare il peso della vita che gli uomini si portano dentro, in forma di “fantasia grottesca”». Il film viene presentato in anteprima mondiale alla nona edizione delle Giornate degli Autori (un po’ l’equivalente di Directors’ Fortnight di Cannes) della Mostra di venezia 2012 dove rappresenta per la prima volta la Korea del Sud. Concorre anche per il Queer Lion Award.
30/08/2012 h 22:30: sala Pasinetti (Press, Industry, Professional). 07/09/2012 h 14:00: sala Darsena (Pubblico, tutti gli Accrediti) 08/09/2012 h 09:00: sala Volpi (Tutti gli Accrediti)
Attesissimo ultimo film di Brian De Palma, in concorso alla Mostra di Venezia 2012 e in gara per il Queer Lion Award, che si presenta con una locandina assai esplicita riguardo ai contenuti lesbo. Il film è un parziale remake di “Crime d’amour” film francese dello scomparso Alain Corneau, che aveva per protagoniste Ludivine Sagnier e Kristin Scott Thomas, contenete un sottotesto lesbico che però non si manifestava esplicitamente. In questo rifacimento di De Palma, oltre al fatto che non abbiamo più una forte differenza d’età tra le protagoniste (ora le due attrici hanno solo un anno di differenza), la passione lesbo diventa il motivo dominante della storia. Il film, secondo quanto dichiarato dalla produzione, ci riporta nello stile dei primi thriller di De Palma, come “Vestito per uccidere” e “Blow Up“. La storia del film viene così presentata: “Il film narra la lotta mortale per il potere tra due donne, all’interno di un mondo fatto di squali qual è quello degli affari internazionali. Christine (Rachel McAdams) ha la naturale eleganza e il benessere tipici di chi ha soldi e potere. Innocente, bella e facilmente strumentalizzabile, la sua ammirata protetta Isabelle (Noomi Rapace) ha idee innovative che Christine ruba senza scrupoli: dopotutto lavorano per la stessa squadra… Christine prova piacere nell’esercitare il controllo sulla giovane ragazza, trascinandola poco a poco in un torbido gioco di seduzione e manipolazione, dominio e umiliazione. Ma quando Isabelle finisce a letto con uno degli amanti di Christine, inizia di colpo la guerra. Durante la notte dell’omicidio, Isabelle si trova a teatro, mentre Christine riceve un seducente invito. Ma da chi? Christine ama le sorprese, e nuda si dirige ad incontrare il misterioso amante che l’aspetta in camera da letto…”. Anche in questo film il regista De Palma, grande creatore d’immagini, si pone come obiettivo quello di coniugare una narrazione thriller ad alto contenuto erotico con un approfondito studio psicologico dei personaggi. Il rischio è quello di alcuni suoi film precedenti che hanno lasciato troppo spazio all’aspetto estetizzante, vedi “Femme Fatale”.Le musiche del film sono di Pino Donaggio che torna a lavorare con De Palma dopo vent’anni. Il set del film è ambientato a Berlino tra il Bode Museum, trasformato per l’occasione dalla designer Cornelia Ott, e la DZ Bank, edificio disegnato dal celebre architetto Frank Gehry.
07/09/2012 h 09:00: sala Darsena (Press, Industry) h 11:30: sala Perla (Press, Industry) h 19:30: sala Grande (Pubblico) h 20:00: PalaBiennale (Pubblico). 08/09/2012 h 10:30: PalaBiennale (Tutti gli Accrediti)