ORNELLA VANONI AL FESTIVAL MIX

Premiata come Queen Of Music 2012 – “Notre Paradis” di Gael Morel divide gli spettatori e “Circumstance” di Maryam Keshavarz esalta il pubblico lesbico (e non solo)

Alle 19,30 di sabato 24 giugno, in “Brain & Sexy”, il salotto di Diego e La Pina dedicato al mondo letterario, Ornella Vanoni, ha presentato il suo libro autobiografico ‘Una bellissima ragazza“, insieme a Giorgio Ieranò (Olympos, Sonzogno) che ci ha parlato dell’amore al tempo dell’antica Grecia e a Selvaggia Lucarelli (Mantienimi, Mondadori). Ovviamente la Vanoni è rimasta sempre al centro della scena, rispondendo alle domande scritte del pubblico e parlandoci soprattutto dei suoi amori e delle sue idee su omosessualità e lesbismo.

In seguito, sul palco del teatro, Diego e La Pina hanno presentato la Queer of Music di quest’anno: Ornella Vanoni. La Vanoni, applauditissima, ha esordito chiedendo l’aiuto del pubblico: assieme a Lorenzo Vizzini, un ragazzo diciottenne, sta scrivendo un disco che si chiama ‘Meticci’, disco molto interessante e bello ma per ora finito nel cassetto; da questo disco vorrebbe fare tra qualche mese uno spettacolo per il quale ora lei chiede il sostegno di tutti i presenti. La Vanoni ama cosi tanto i gay, che ne sposerebbe volentieri uno, a patto che sia intelligente, spiritoso, carino, non permaloso, che abbia letto abbastanza e ami parlare di cose non cretine. Dopo qualche battuta politica, la Vanoni ha parlato del premio Queen of Music, che ritiene di meritare non perchè canta in un certo modo, ma perché la sua curiosità l’ha portata a cantare con i migliori musicisti del mondo, perché lei adora essere visitata dagli altri e visitare il loro mondo, in quanto vivere sempre nel proprio mondo ‘è una rottura di palle mai vista’. Ornella ha quindi concluso il suo intervento con alcune frasi in commemorazione di Lucio Dalla. (R.M.)

GAEL MOREL

Attesissimo il film più importante della giornata di domenica, Notre Paradis, presentato dal suo autore Gael Morel, che invitato sul palco ha esordito ringraziando il pubblico che riempiva la grande sala dello Strehler, per aver preferito di vedere il suo film anzichè la partita di calcio (Italia-Inghilterra quarti di finale europei). Ha poi continuato dicendo: “Questa è la prima volta che il mio film viene presentato in Italia, forse l’ultima, non lo so”. Marzi ha ricordato come Morel abbia fatto i film più belli sull’omosessualità e gli ha chiesto con quale sguardo consigliava al pubblico di guardare Notre Paradis. “E’ un film complicato e che può creare della polemica, perchè quando faccio dei film non cerco di essere un militante ma di fare un buon lavoro di cinematografia. Il mio scopo era quello di fare un omaggio al cinema degli anni ’50 e ’60, quello definito di serie B, il cinema noir. Per questo il film è soprattutto una storia d’amore e di criminalità, nella mia fantasia un po’ erotica ho visto questi amanti come dei Bonnie e Clyde. Non ho voluto fare un documentario sulla prostituzione, ma un’opera di cinema e mi sono prese tutte le libertà che ritenevo necessarie per farmi comprendere. Non mi dilungo oltre perchè penso che la posizione perfetta come spettatore per vedere un film sia quella di avere uno sguardo vergine”

“NOTRE PARADIS” di Gael Morel – voto 8/10

Noi, a film visionato, possiamo quindi tentare una breve lettura del film, che forse non sarà il miglior film di Gaël Morel, giunto ormai al suo quinto lungometraggio, ma che dimostra sicuramente come sia ancora viva e coraggiosa la forza creatrice di questo autore.
La storia del film ci presenta un ambiente marginale dell’omosessualità contemporanea, quello della prostituzione, con le sue ferree regole per cui raggiunta una certa età diventa sempre più difficile trovare clienti e ottenere un buon prezzo. E’ il caso del nostro protagonista, un sempre bravissimo Stéphane Rideau (protagonista insieme a Gael Morel del bellissimo film di Andre Techine “L’età acerba”) che interpreta il ruolo di Vassili, un uomo ormai vicino ai quaranta e che probabilmente esercita la prostituzione da quando era adolescente. Ormai i suoi clienti sono sempre più vecchi e pagano sempre meno, e per di più gli fanno capire che il suo fascino sta decadendo e che probabilmente lo stanno per mollare. Succede così che nella mente non troppo sana di Vassili, nasca l’impeto di essere lui a liberarsi per primo di loro, uccidendoli in un raptus di follia improvviso ma meditato. Al regista comunque non interessa fare della morale o darci spiegazioni troppo chiare, interessa presentarci crudamente una certa realtà. Le scene iniziali del film col contrasto tra la poetica nostalgia dei tempi passati espressa dall’anziano cliente che accompagna con infinita dolcezza la canzone “In Dreams” di Roy Orbison, e la statuaria posizione di Vassili sdraiato sul divano che medita su come liberarsi definitivamente del vecchio, sono grandissimo cinema.
Nessuno dei personaggi del film ci viene presentato con empatia. Nemmeno il bel giovane che Vassili raccoglie ferito ai margini di un noto luogo di cruising (Bois de Boulogne) e si porta a casa. Si fa chiamare Angelo (interpretato dall’esordiente e promettente Dimitri Durdaine) e noi vorremmo che fosse veramente il suo angelo salvatore, invece diverrà presto il suo complice, colpa dell’amore, quell’amore che ci fa diventare ciechi e sordi a tutto quello che potrebbe allontanarci dal nostro amato.
Il film si dilunga forse un po’ troppo su certe scene di sesso, che nulla aggiungono alla storia (salvo farci scervellare su cosa potrebbe servire un grosso topo posato sulla schiena del giovane durante un incontro sado-maso), ma che comunque ci fanno sprofondare nella voragine di violenza e amore che circonda i nostri eroi. La grande e passionale storia d’amore che coinvolge Vassili, non ne frena l’istinto omicida, nonostante le buone intenzioni manifestate da Angelo. Anzi sembra accrescersi nelle motivazioni, sia per proteggere il suo giovane compagno, sia per vendicarsi quando scopre che i clienti lo escludono preferendogli Angelo.
L’inserimento nella storia di Beatrice Dalle, una frociarola che era stata grande amica di Vassili e probabile sua partner in alcuni incontri erotici, oltre a fornire la chiave risolutoria del film attraverso il figlioletto decenne, allarga la vicenda ad una storia famigliare, con più componenti e variabili, storia che viene esemplificata nel finale quando conosciamo una felice coppia gay, che vive serenamente in una splendida villa ricca di tutti i confort. Potrebbe essere il paradiso del titolo del film, anche se più propriamente il film avrebbe potuto intitolarsi Il nostro inferno (o purgatorio).
Il film, come espresso chiaramente dal regista, vuole essere l’affresco nudo e crudo di una certa realtà, vuole esprimere il contrasto e, come accade spesso nella vita, la commistione di amore, violenza e morte che accompagnano vite ai margini della società, spesso disperate e abbandonate a se stesse. Ma questo è puro moralismo, meglio godersi il film senza leggere troppo tra le righe, lasciarsi ammagliare e sorprendere dalle immagini e dai bravissimi interpreti che devono portarsi addosso personaggi difficilmente amabili, sicuramente maledetti, come nella migliore tradizione del film noir francese, aggiornato ai nostri tempi.

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Il PROGETTO RAINBOW (Rights Against Intollerance Building an Open_Minded World), Progetto Europeo contro l’omofobia per le scuole elementari e medie, presentato nella Scatola Magica da
Marco Mori – Presidente CIG Arcigay Milano. La proiezioni dei cortometraggi del concorso ed i vari interventi hanno occupato la sala per quasi tre ore (inseriremo video completo dell’evento).
Sono poi stati annunciati i corti vincitori del concorso.

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CIRCUMSTANCE di Maryam Keshavarz – voto 9/10

Circumstance racconta la vita di due ragazze, nella Teheran di oggi. Atafeh, la più intraprendente e imprudente, fa parte di una famiglia benestante, mentre Shireen, più tranquilla e succube dell’amica, proviene da una famiglia di intellettuali dissidenti.
Ciò che stupisce nel film, è la scoperta che, a patto di essere benestanti e non dare nell’occhio, si possa godere di molte libertà, nel chiuso delle proprie case, anche nell’Iran degli ayatollah.
E Atafeh non si fa mancare proprio niente: discoteche, alcool, droghe e l’amore della sua amica Shireen. All’inizio tutto per lei fila liscio. Ma poi due fatti cambiano la sua vita, costringendola ad un solitario esilio.
Atafeh e Shireen ad un certo momento non si limitano più a divertirsi in privato, ma entrano in contatto, con il mondo artistico underground di Teheran, arrivando a partecipare al doppiaggio clandestino in iraniano, insieme ad alcuni amici gay, del film ‘ Milk’ di Gus Van Sant.
Intanto il fratello di Atafeh, tornato in famiglia dopo una cura di disintossicazione da droghe, si rivela trasformato in un fanatico religioso che aderisce ai guardiani della rivoluzione. Egli spia la sorella, e scopre inorridito la sua relazione intima con l’amica. Le fa arrestare e per farle tornare libere, costringe l’amica di Atafeh ad accettare un odioso ricatto.
CIRCUMSTANCE, primo lungometraggio della giovane regista Maryam Keshavarz è un film molto ben curato: sensuale e patinato nelle scene di amore, e crudo e realistico nelle scene di violenza omofoba. Un film che diverte e fa riflettere.
(R.Mariella)

I AM di Sonali Gulati – voto 8/10

Un bel documentario, che prendendo a pretesto il ritorno della regista nella sua casa di origine, in India, dopo undici anni, descrive la condizione della Comunità omosessuale in India. Un quadro che come l’India stessa, è pieno di contrasti. Nella popolazione l’omofobia è ancora molto radicata, ma la minuscola e agguerrita comunità omosessuale è riuscita ad ottenere l’abolizione della “Section 377”, un retaggio della dominazione inglese, che rendeva illegali le pratiche omosessuali e ora il movimento GLBT punta alla legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso . Accanto a storie di discriminazioni e suicidi, ce ne sono altre in cui le famiglie appoggiano completamente le lotte dei figli omosessuali, con mamme agguerrite quanto le nostre dell’Agedo.
La regista, che a suo tempo non se l’era sentita di dire a sua madre (ora morta) di essere lesbica, ora può con questo film, calmare il suo rimorso e riappacificarsi con se stessa. (R.Mariella)

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A ‘BRIAN & SEXY’ GIOVANNI E PAOLA DALL’ORTO PRESENTANO “MAMMA E PAPA’ DEVO DIRVI UNA COSA – COME VIVERE SERENAMENTE L’OMOSESSUALITA'” un libro scritto da una madre e da suo figlio.

Video e immagini a cura di R. Mariella e A. Schiavone

IMMAGINI DEL WEEKEND


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