PRESENTAZIONE DELLA 26ma EDIZIONE DEL FESTIVAL MIX
video a cura di Antonio Schiavone e Roberto Mariella
Il Festival è stato aperto dal suo Direttore Giampaolo Marzi, salito sul palco del teatro Strehler con la sua solita disinvoltura e spontaneità, che ce lo fanno sentire vicinissimo, come uno di noi, anche se da vent’anni porta sulle spalle quasi tutta l’organizzazione del Festival e delle sue complesse e vaste interrelazioni. Ha subito invitato sul palco l’assessore Boeri, artefice del patrocinio che la nuova Giunta milanese ha riconcesso al Festival Mix, ed entusiasta sostenitore di questo evento che, ha detto, porta a livello internazionale la cultura della nostra città, con riferimento ai Festival Mix correlati di San Paolo e New York.
Dopo il breve intervento del Presidente di Arcigay Milano è stato invitato sul palco il regista del film “North Sea Texas“, che inaugura questa 26ma edizione del Festival, Bavo Defurne, in elegante giacca bianca, accompagnato dal suo produttore e da uno dei giovani protagonisti del film. Marzi, quasi commosso, ha richiesto dal pubblico un applauso per il regista che ha detto di conoscere da quando aveva 18 anni. Defurne ha detto di essere felicissimo di essere a Milano davanti a questo pubblico che ha già avuto modo di conoscere negli anni precedenti, col suo primo film che racconta i piaceri e i dolori del primo amore. Marzi ha poi iniziato ad elencare tutti i premi che il film sta ricevendo in tutto il mondo e Defurno ha raccontato la sua grande sorpresa per aver vinto al Festival di Roma, premiato da una giuria di ragazzi dai 14 ai 18 anni, che si sono trovati davanti ad un film che non era una commedia ma un’opera soprattutto d’immagini. Un saluto anche dal bel protagonista applauditissimo.
Marco Mori ha poi ringraziato il folto pubblico che “ha vinto lo sciopero” [dei mezzi pubblici] e la concorrenza del calcio europeo, e ha poi parlato dell’evento del 27 giugno che vuole ricordare i 20 anni dei matrimoni gay celebrati da Paolo Hutter in Piazza Scala per rivendicare al nostro amore e alle nostre famiglie gli stessi diritti. Sono poi saliti sul palco alcuni dei collaboratori delle varie sezioni del Festival, ad iniziare da Diego Passoni e Valentina Ricci, animatori dell’aperitivo letterario “Brain and Sexy” che ha luogo sabato e domenica dalle 19.30 alle 20.30 nella ‘Scatola magica’ del teatro, dove domani sarà ospite speciale Ornella Vanoni che presenta il suo libro. Marco Cassin ha poi presentato la sezione ‘Uncut’, film censurati, che quest’anno presenta tre grandi dive, il primo film con una scena di nudo (Estasi), presentato a Venezia ma mai distribuito in Italia, una versione preziosa di Cruising, film oggi introvabile, e un lungometraggio serbo, ‘Life and Death of a Porno Gang‘, molto spinto ma molto bello e interessante. Eleonora Dall’Ovo, di L’altro martedì su radio popolare, ha poi omaggiato la consigliera Anita Sonego, la prima lesbica visibile e dichiarata in consiglio comunale, dove si occupa del registro delle coppie civili. Ha quindi ricordato che sarà presentato in Scatola Magica il serial web “Relazioni pericolose“, progetto lesbico del gruppo Le Badole. Invitata sul palco anche Lorenza Brazzi, direttrice della scuola di moda e design dell’istituto Nava, che ci ha regalato con la sua pseudo timidezzaun divertente siparietto, mentre presentava la sfida di danza e abiti che avrà luogo mercoledì 27 alle 22.30 sul sagrato del teatro animata da 150 studenti. Cristina Gerosa con Luca Scarlini hanno presentato la serata del 25 giugno ore 21, dedicata a Herman Bang, grande e misconosciuto autore gay di fine ottocento, ospitata dal Teatro Studio con la messa in scena del dramma teatrale “Quando l’amore muore“.
IL REGISTA BAVO DEFURNE, CON ATTORE E PRODUTTORE, PRESENTA “NORTH SEA TEXAS”
video a cura di Antonio Schiavone e Roberto Mariella
NORTH SEA TEXAS di Bavo Defurne – voto 8
Ottima la scelta di inaugurare il Festival Mix con un film che riesce a coniugare perfettamente poesia e riflessione, profondità e leggerezza, con anche quell’inatteso divertimento che che nasce dalle piccole e quotidiane contraddizioni della vita, quando ci aspettiamo una cosa e ne accade un’altra, o quando, come nel passaggio dall’adolescenza alla maturità, comprendiamo che non tutto dipende solo dai nostri desideri. Il regista del film, accompagnato da uno dei protagonisti, era presente al Festival, visibilmente orgoglioso del successo che il suo primo lungometraggio sta ottenendo in tutto il mondo. Parlando al pubblico della sala grande del teatro Strehler ha manifestato tutto il suo stupore e la sua felicità per il premio che il suo film ha ricevuto al Festival di Roma, soprattutto perchè assegnato da una giuria di giovani, che si suppone per lo più eterosessuali, e che però non si sono fatti intimorire da una storia d’amore omosessuale e da audaci scene di sesso gay. Il regista afferma che ha voluto fare un film che a differenza di Brokeback Mountain volesse dare risposte positive sull’omosessualità, sul bisogno d’amore e sulla felicità a cui tutti hanno diritto. Ha pure espresso che ritiene ancora necessario che queste tematiche vengano affrontate in tutti gli ambiti, visto ad esempio le difficoltà che lui stesso ha incontrato nella scelta dei due giovani protagonisti. Durante il casting, appena raccontava la storia del film, moltissimi si tiravano indietro e quando non lo facevano gli stessi adolescenti, spesso intervenivano i genitori portandoli via. Fortunatamente, quando ha finalmente trovato i due attori giusti e disponibili, anche i loro genitori sono stati di sostegno e spesso presenti sul set.
Il film, accolto da applausi a scena aperta e da un’ovazione finale, merita senz’altro tutti gli elogi che sta ricevendo. La storia raccontata è quasi tutta interiore, ma di facilissima lettura grazie alle splendide interpretazioni di tutto il cast, con il protagonista principale, il 15enne Pim (Jelle Florizoone), che riesce ad esprimere tutte le vibrazioni del suo cuore, solo con uno sguardo, una leggera smorfia, un volto che improvvisamente si ferma, ti guarda, e senza il bisogno di una sola parola, ti fa capire tutto (le scene con l’amico della madre, che si sente in dovere di scappare appena Pim lo guarda, sono da antologia).
Pim è un ragazzo cresciuto solo con la madre (Eva Van der Gucht), una donna forse un po’ facile, che sogna solo di conquistare l’uomo giusto, e che vive con impaccio la presenza di Pim. Il pubblico sorride quasi ogni volta che appare in scena, disarmante nella sua naturale frivolezza, così contrastante con la serietà e la compitezza del figlio.
Pim è nato omosessuale, fin dall’infanzia ha percepito con serenità la sua parte femminile, ma non si sente donna, sente solo che per lui l’amore ha una direzione diversa, tutta maschile. Adesso è quindicenne, ed è già follemente innamorato del bel 18enne che abita in una casa vicina, Gino (Mathias Vergels, presente al Festival). La gradita sorpresa che il film ci regala, portandoci nel mondo dei sogni felici, è che il suo amore è ricambiato, da subito, prima con masturbazioni in comune, poi con intensi baci e nottate d’amore trascorse nella tenda che piantano tra le dune vicino a casa e quasi sul mare. Scene bellissime, di pura poesia, con le onde della vegetazione e del mare che sembrano festeggiare la nascita e l’evolversi di questo grande amore. Il film però è fortemente attaccato alla realtà e non esita a mostrarci anche tutte le avversità che la vita ci riserva. Così scopriamo che la giovane sorellina di Gino, Sabrina (Nina Marie Kortekaas) è segretamente innamorata di Pim. Sabrina è un altro personaggio memorabile del film. Quasi senza parole esprime tutto il desiderio che cresce nel suo cuore. Il suo corteggiamento è fatto solo di piccoli gesti di gentilezza, nemmeno ricambiati da un breve sguardo di Pim, che naturalmente ha occhi solo per il fratello. Poi verrà anche il momento del dolore, ma sarà controllato anche se intenso, un passo obbligato verso la maturità. Le sorprese più grosse arriveranno dalla madre di Gino e Sabrina, una donna semplice, anch’essa vissuta con due figli senza la presenza di un uomo, con un bagalio enorme di sofferenze sulle spalle, che però l’hanno vaccinata contro qualsiasi avversità. Porta con se un segreto che solo alla fine scopriremo.
Nel film, come nella vita, le storie si ripetono, ma con qualche sostanziale differenza. Bellissimo il parallelo che il regista costruisce tra la prima e la seconda storia d’amore di Pim. La storia è praticamente identica, ma s’intercambiano i ruoli. Adesso la parte di Sabrina è destinata a Pim. Che si avvia verso il secondo grande dolore della sua giovane vita. Ma tutto serve, per crescere, per conquistare sicurezza, di sè e degli altri. Perfetto il momento in cui la regia vuole farci comprendere il momento del passaggio dall’adolescenza alla maturità del nostro protagonista: i piccoli amuleti che hanno segnato le tappe della sua giovane vita, ricordi di ogni sua piccola o grande conquista, dovranno essere dimenticati, bruciati, per dare spazio e libertà al nuovo che deve arrivare. E dopo questo piccolo ma altamente simbolico rogo, togliersi tutti i vestiti e buttarsi nel mare, facendosi lavare dalle onde, come un battesimo purificatore, o come una morte prima della rinascita (la regia, per dare maggior peso all’evento, con un sottile gioco d’immagini, riesce a farci credere per un attimo ad una morte vera).
Purtroppo e malvolentieri, perchè il film meriterebbe solo lodi, dobbiamo annotare un finale troppo improvviso, poco preparato, anche se è sicuramente quello che ha fatto scatenare nel pubblico un appaluso interminabile, necessario anche a scaricare tutta la tensione e il coinvolgimento accumulati durante 94 minuti di grande cinema.
IMMAGINI DELLA GIORNATA