dal sito del Sicilia Queer filmfest
EDITORIALE DEL DIRETTORE ALESSANDRO RAIS
Queer e ora !
C’è un folgorante aforisma di Oscar Wilde che affiora in Trans, uno dei film con cui apriamo questa seconda edizione del “Sicilia Queer filmfest – festival internazionale di cinema glbt e nuove visioni”: Be yourself, because everybody else is taken!, che potremmo tradurre con “sii te stesso, perché tutti gli altri sono già presi!” (nel senso che tutte le altre personalità sono… Già occupate). Efficace in sé, e per certi versi illuminante anche rispetto alla natura che ha (assunto) questo giovane festival.
Un festival necessario perché offre visibilità ad una cinematografia d’autore legata a tematiche glbt – gay, lesbiche, bisex e transgender – (e a un cinema comunque indipendente e alternativo alle logiche di mercato), che in Sicilia non aveva mai avuto un suo diritto di cittadinanza, a differenza di ciò che normalmente avviene da decenni in altre aree del paese e all’estero. Ma che non è una semplice traslazione a sud di un modello ormai ben rodato altrove: bensì particolare perché strettamente incardinato nella realtà in cui si muove, e che per questo ha voluto e dovuto inventarsi dinamiche progettuali originali.
Fare un festival dedicato al cinema indipendente e glbt in Sicilia infatti non è lo stesso che farlo altrove. Ci siamo confrontati con l’indifferenza e talvolta con l’impotenza delle istituzioni. Ma per converso con la vitalità di un tessuto umano e intellettuale che esprime una tensione opposta: curioso, attento e partecipe. E abbiamo cercato di costruire un percorso scandito da attività permanenti – anche formative, rivolte agli studenti come ai docenti – sul territorio, difficile ma entusiasmante per le risposte che abbiamo ottenuto: dagli istituti culturali stranieri, innanzitutto, e poi da donne e uomini del mondo della scuola e dell’università, da militanti, associazioni, artisti, studiosi, cinèfili, piccoli e raffinati editori, collettivi, singoli cittadini che hanno dato il loro determinante contributo alla crescita di un progetto sino ad ora interamente autofinanziato e costruito giorno per giorno – con un budget irrisorio – solo da volontari, che sulle tante difficoltà hanno rafforzato l’entusiasmo.
E ci siamo incontrati con gli altri progetti culturali non istituzionali e indipendenti che hanno costituito l’unica risorsa culturale vera in questi anni bui a Palermo e in Sicilia: con i movimenti per la riappropriazione degli spazi, per la rivendicazione delle regole e delle opportunità negate – dal Movimento dei Cantieri che vogliamo a quello per la riapertura del Teatro Garibaldi – cercando di fare rete con i tanti interlocutori che abbiamo scoperto affini: ideando iniziative comuni con altri festival piccoli, taglienti e dimenticati (come il SiciliAmbiente), cortocircuitando progetti e interessi con i giovani studenti della Scuola di Cinema, pensando sinergie e ponti con realtà più strutturate come il SoleLuna DocFest. Verificando e dando luogo insomma – queer e ora – ad una ipotesi concreta di ciò che non è, ma che potrebbe e dovrebbe essere (e ci auguriamo riesca presto a farlo) uno scenario cittadino e siciliano maturo e moderno, plurale e partecipato, nel campo della cultura e delle strutture di cui essa ha bisogno.
L’edizione di quest’anno – segnata dalla partecipazione militante di Vladimir Luxuria, così come un anno fa avvenne per l’adesione amichevole di Maria Grazia Cucinotta – è ambiziosa e articolata, fra panoramiche dei migliori lungometraggi e documentari internazionali, concorso per cortometraggi, omaggi e approfondimenti (dedicati agli indimenticati Daney e Schroeter), tavole rotonde, presentazioni di libri, mostre e appuntamenti teatrali.
Tenendo insieme prospettive e approcci stilistici diversi, leggerezza e intensità, entro un’opzione generale di coerenza e rigore. Come accade – per non citare che uno, primus inter pares, degli oltre 50 film in programma – nello splendido Jaurès di Vincent Dieutre, che presentiamo in anteprima nazionale. Un film-saggio emblematico – a nostro avviso – di una capacità di sguardo in continua ricerca, e di una tensione narrativa e visiva (ma anche sonora) che riesce a coniugare l’intimo e il sociale, l’introspezione più privata e personale e l’apertura al politico e all’Altro in cui ci specchiamo, il found-footage e la messa in scena.
Nel suo piccolo anche questo festival, lavorando su visioni mai scontate, che non si appiattiscono sul reale ma lo interrogano, cerca di suggerire al suo pubblico che – come sosteneva Fassbinder – i film (certi film) liberano la testa. Speriamo di farlo insieme a voi anche quest’anno: con occhi diversi !
Una immagine dal doc MORIR DE PIE di Jacaranda Velásquez, in anteprima nazionale
Dopo il successo della prima edizione torna a Palermo dall’1 al 7 giugno 2012 il Sicilia Queer Filmfest, festival internazionale di cinema LGBT e nuove visioni.
Il Festival offre visibilità ad una cinematografia d’autore legata a tematiche lgbt (e a un cinema comunque indipendente e alternativo alle logiche di mercato) che in Sicilia non aveva mai avuto un suo diritto di cittadinanza, a differenza di ciò che normalmente avviene da decenni in altre aree del paese e all’estero. E lo fa, pur in assenza di contributi pubblici, con una squadra che vede in prima linea gli istituti culturali stranieri, e il decisivo apporto di volontari del mondo della scuola e dell’università, militanti, associazioni, artisti, studiosi, cinèfili, piccoli editori, collettivi, singoli cittadini che hanno dato il loro determinante contributo alla crescita di un progetto interamente autofinanziato e costruito giorno per giorno con un budget irrisorio.
Ospite e madrina della serata inaugurale, condotta da Filippo Luna, sarà Vladimir Luxuria, venerdì 1 giugno, alle 20.00, al cinema Rouge et Noir di Palermo.
L’edizione di quest’anno è ambiziosa e articolata: 7 giorni di festival, 57 film in programma (tra lungometraggi, documentari e cortometraggi, tutti in prima proiezione per la Sicilia, con molte anteprime italiane e internazionali), 4 tavole rotonde, 4 presentazioni di libri a tematica queer, 3 mostre di arti visive, e uno spettacolo teatrale.
Film d’apertura la raffinata e gustosa commedia “Let my people go!” e il documentario “Trans”. Film di chiusura l’anteprima mondiale di "Bad Boy Street" del regista Todd Verow, veterano del New Queer Cinema, che ci racconta, con piglio più ironico e meno underground del solito, una storia sexy e romantica ambienta a Parigi, in Rue des Mauvais. Un’anteprima italiana è il bellissimo documentario sulla vita di Irina Layewska, "Morir de Pie" di Jacaranda Velásquez, sulla battagliera vita di Irina Layevska, nata uomo, sposatosi e poi diventato donna, finita sulla sedia a rotelle per una grave malattia ed ora quasi cieca, ma sempre in prima linea nella battaglia per la libertà, iniziata appoggiando la rivoluzione cubana di Che Guevara, per i diritti civili e contro le discriminazioni. Il film è anche una bellissima e lunghissima storia d’amore con la compagna Nelida.
Anche quest’anno un trailer d’autore contrassegnerà l’incipit del Festival: nella scorsa edizione è stato realizzato da Roberta Torre quest’anno è firmato dal regista Stefano Savona e sarà presentato nella serata inaugurale (1 giugno, ore 20.00, Cinema Rouge et Noir). Sempre di Savona anche la presentazione in anteprima (3 giugno alle 20.00) del documentario Palazzo delle Aquile (vincitore l’anno scorso a Parigi del festival “Cinéma du Réel”).
Confermato anche il concorso internazionale di cortometraggi, QUEER SHORT, con 15 titoli fra cui molte anteprime assolute, da Canada, Australia, Ungheria, Estonia, USA, Francia, etc. e una sezione PANORAMA QUEER, con una selezione di lungometraggi e documentari di tutte le nazionalità.
Della Giuria internazionale faranno parte la regista Emma Dante, il regista francese Vincent Dieutre, lo scrittore e sceneggiatore Matteo B. Bianchi, il regista e sceneggiatore Fabio Grassadonia e il regista canadese Mark Pariselli.
“Il programma del festival di quest’anno, tenendo insieme prospettive e approcci stilistici diversi, leggerezza e intensità” afferma il direttore artistico AlessandroRais “vuole privilegiare la capacità di sguardo in continua ricerca, e una tensione narrativa e visiva che riesca a coniugare l’intimo e il sociale, l’introspezione più privata e personale e l’apertura al politico e all’Altro in cui ci specchiamo. Nel suo piccolo anche questo festival, lavorando su visioni mai scontate, che non si appiattiscono sul reale ma lo interrogano, cerca di suggerire al suo pubblico che – come sosteneva Fassbinder – i film ( certi film) liberano la testa”.
Tra le iniziative di punta del ricchissimo programma un omaggio al critico francese Serge Daney nel ventennale della morte con la sezione "Carte postale à Serge Daney" e una tavola rotonda (coordinata da Franco Marineo) sul futuro della critica cinematografica, a cura di Andrea Inzerillo, programmer del Festival e curatore del catalogo.
Il Festival, presieduto da Titti De Simone, rende omaggio anche a Werner Schroeter (maestro del Nuovo Cinema Tedesco scomparso due anni fa), con la proiezione del documentario "Mondo Lux" che gli ha dedicato Elfi Mikesch e del film che condusse Schroeter in Sicilia, "Palermo oder Wolfsburg" (Orso d’Oro a Berlino nel 1980), tratto dal romanzo di Giuseppe Fava "La passione di Michele".
Anche quest’anno sarà assegnato (6 giugno, ore 19.00, Cinema Rouge et Noir) il Premio Nino Gennaro, dedicato a un artista o intellettuale che si sia distinto in modo particolare per la sua attività e il suo impegno finalizzati alla diffusione internazionale della cultura queer, alla valorizzazione delle differenze e alla difesa dei diritti delle persone glbt. Per questa seconda edizione il premio sarà attribuito a Eduardo Mendicutti, scrittore, giornalista (e attivista omosessuale) spagnolo, che, come recita la motivazione, “ha dato voce nelle sue opere, nonostante e contro le censure statali, a un mondo che si voleva che rimanesse sommerso”.
In collaborazione con “Una marina di libri”, allo Steri, e con il Mondadori Multicenter, anche quest’anno la sezione “Letterature Queer” coordinata da Silvia Antosa con la presentazione di quattro libri a tematica queer, tra gli ospiti Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista dell’Università di Roma, La Sapienza e docenti e ricercatori di diversi atenei italiani.
E ancora tavole rotonde, una per tutte“Prospettiva Queer. I diritti della Persona”coordinata da Giovanni Lo Monaco, responsabile del progetto formativo del Sicilia Queer filmfest che ha creato una rete virtuosa di collaborazioni con l’Università e il mondo della scuola – grazie anche alla preziosa collaborazione di Francesca Traina – dando vita in questi mesi a seminari e conferenze di approfondimento sul tema.
Tre le mostre in programma: “TransustanziazionE #2”, Installazione di IgorScalisiPalmintieri e AlliTraina al Bar Libreria Garibaldi (vernissage lunedì 28 maggio ore 13.00, fino a domenica 10 giugno); “Abbiamo un problema: Collages” , 19 opere di CANECAPOVOLTO ispirate al film “Abbiamo un problema” alla Galleria Francesco Pantaleone, (vernissage giovedì 31 maggio ore 18.00, fino a giovedì 7 giugno); “Vieni anche tu con noi” 10 fotografie di Alessandra Rosciglione per il “QueerBuzz #2” di Chiara Agnello nel foyer del Cinema Rouge et Noir, (vernissage venerdì 1 giugno, ore 19.00, fino a giovedì 7 giugno);
Chiude la seconda edizione del Sicilia Queer filmfest (giovedì 7 giugno, ore 21.00 Teatro Libero), Silenciados, uno spettacolo di teatro-danza della CompagniaSudhumTeatro di Madrid, diretta da Gustavo del Rìo che presenterà una riflessione sui sentimenti e le emozioni scatenate dall’oppressione (in collaborazione con l’ Istituto Cervantes e il Teatro Libero).
La serata si concluderà poi con un QueerParty al Rise Up (Via Ugo La Malfa 96) animato dalla presenza della stessa Luxuria.
INGRESSI: Intero: 5 € (4 € con Queer Card), Giornaliero: 10 € (7 € con Queer Card),
Tessera Festival: 50 € (35 € con Queer Card), Tessera Sostenitore: 100 €.
Sicilia QUEER filmfest
festival internazionale di cinema glbt e nuove visioni
2 a edizione: 1-7 giugno 2012
Cinema Rouge et Noir – Piazza Verdi, 8 – Palermo
ALCUNI TITOLI IMPERDIBILI:
Venerdì 1 giugno ore 20:00 |
di Mikael Buch |
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tendenza: GGG |
tipologia: Commedia – durata min.: 96 |
nazione: Francia |
anno: 2011 |
Ruben (Nicolas Maury), giudeo, omosessuale, metà francese, metà finlandese, figlio indegno, fratello sgarbato, amante deludente, ladro involontario, improbabile assassino… Lui stesso non sà cosa sia esattamente. Vive a Oulu, in Finlandia, fa il postino e ha un adorabile ragazzo finlandese, Teemu. La sua famiglia ebraica, vive a Parigi e non sa nulla della sua vita sentimentale. Un giorno gli capita di consegnare un pacco ad un certo Tiilikainen che lo rifiuta. Il pacco contiene dei soldi e Ruben si trova in una situazione imbarazzante. Alla fine decide di scappare a Parigi dalla sua famiglia (Carmen Maura tra loro)…Il film, sceneggiato da Christophe Honoré (Les chansons d’amour, Homme au bain) insieme al regista 28enne Mikael Buch alla sua prima opera, si presenta come come una piacevole e bizzarra farsa sul solito dilemma tra seguire il proprio cuore o quello che la famiglia si attende da te. La Francia è presentata come un paese freddo e un po’ meschino, mentre la Finlandia, all’opposto, appare come un paradiso di bellezze naturali dove la gente sorride, vive in colorate villette, e pratica un sesso (gay) spensierato in mezzo a boschi innevati. Il regista ha commentato il film spiegando che il rapporto che il protagonista ha con la Finlandia è come quello che lui ha provato da ragazzo verso il cinema: la gioia di vivere dentro un altro mondo per fuggire da una realtà che non è terribile ma assolutamente inadatta alle sue aspettative. L’ispirazione per il protagonista gay del film, dice Ruben, viene direttamente dal film ‘Amici complici amanti’ di Paul Bogart, che sia lui che l’attore hanno ripetutamente guardato, dove l’omosessualità è considerata in modo del tutto naturale. Ma i suoi maestri sono Allen, Almodovar e Anderson: Allen per il suo approccio ludico alla cultura ebraica, Almodovar per l’aspetto disinibito e la forza visuale del suo cinema, e Anderson per il suo rapporto con l’infanzia e una immaginazione moderna e antica allo stesso tempo. La sc
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Venerdì 1 giugno ore 22:40 |
di Chris Arnold |
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tendenza: TTT |
tipologia: Documentario – durata min.: 93 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Straordinario documentario su uomini e donne e tutte le variazioni che stanno tra loro. Ci racconta dall’interno la comunità transgender, una delle minoranze più fraintese e maltrattate in America e ovunque nel mondo. Ispirato alla incredibile storia della dott.ssa Christine McGinn (essa stessa una transdonna) e al suo importante lavoro come chirurgo transgender, il film ci offre un’intimo e personale sguardo sulle vite, gli amori, le battaglie e le sfide di un gruppo di personaggi di tutte le età e classi sociali. Incontriamo l’appena settenne Danann Tyler e i suoi genitori quando Danann inizia con decisione il suo complesso percorso. Poi Cris, una donna biologica che ha appena scoperto la sua vera identità. Poi Pam e Erica, che in a vanzata età affrontano la chirurgia e altro, senza badare ai pericoli connessi, per realizzare la loro vera natura. Abbiamo poi la testimonianza della tragedia di un adolescente ‘maschio a femmina’ che ha perso la sua strada. Dalle strade buie e pericolose fino alla quiete delle sale operatorie, il film vuole farci conoscere un mondo di cui si parla pochissimo, con storie che ci aprono il cuore e la mente. Un film per tutti coloro che almeno una volta si sono guardati allo specchio chiedendosi “chi sono veramente io?” ai quali il film pone un’altra domanda: “sei tu abbastanza coraggioso da scoprirlo?”
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Sabato 2 giugno ore 17:30 |
di Montse Pujantell |
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tendenza: TTT |
tipologia: Documentario – durata min.: 54 |
nazione: Spagna |
anno: 2010 |
Riflessioni sull’identità di genere, un approccio alla costruzione e al ‘controllo strategico’, partendo da un gruppo assai eterogeneo di militanti impegnati nelle lotte transegender e transessuali.
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Sabato 2 giugno ore 20:00 |
di Ira Sachs |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 101 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Intensa e complessa storia di amore, sesso e droga che coinvolge 10 anni della vita di una coppia gay. Uno, Erik Rothman (Thure Lindhardt) è un regista di documentari, gay dichiarato, l’altro, il bellissimo Paul Lucy (Zachary Booth), è un velato avvocato che lavora nel settore pubblicità. S’incontrano nel 1997 in una dinamica New York City, fanno subito sesso ma contemporaneamente nasce qualcosa di più. S’innamorano e iniziano una intensa relazione. Decidono di mettere su casa insieme, convivono, si amano follemente ma ognuno continua privatamente a combattere contro i propri diavoli, sesso e tossico dipendenza compresi. Un film che ci racconta in modo onesto e credibile le problematiche di una coppia gay contemporanea. Sesso, amicizia, intimità e soprattutto amore vengono mostrati senza inibizioni e con molta naturalezza. Il regista e scrittore Ira Sachs vive abitualmente a New York e nel 2005 ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance (Forty Shades of Blue) mentre nel 2010 il suo corto “Last Address” sulla vita di un gruppo di artisti newyorkesi morti di aids è entrato nella collezione permanente del Whitney Museum of American Art and MoMA e sarà presentato alla prossima biennale veneziana. “Keep the Lights On” avrà la sua prima mondiale al Sundace 2012 ed è stato selezionato per la prossima Berlinale.
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Sabato 2 giugno ore 22:30 |
di Laura Valle |
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tendenza: LLL |
tipologia: Documentario – durata min.: 45 |
nazione: Italia |
anno: 2011 |
In questo nuovo appuntamento con il mondo lesbico romano, soggetto delle interviste condotte dalla Annibali, si assiste ad una forte maturazione rispetto alla prima parte de "L’altra altra metà del cielo", sia da un punto di vista di soggetti che di tematiche, oltre alla crescita riscontrabile su un livello più tecnico. Come nel primo documentario, a condurre le interviste è la stessa Maria Laura Annibali, che a sua volta si espone in prima persona ponendosi alcune domande e cercando di dare e darsi delle risposte. Il taglio delle interviste è decisamente più adulto: si passa da un primo momento in cui quasi si faceva fatica a pronunciare la stessa parola "lesbismo" a discorsi consistenti come l’omogenitorialità, sessualità e fascismo, carriera professionale e omosessualità. Contemporaneamente, assistiamo ad un decurtamento dell’argomento politico, probabilmente già pienamente esplorato nel corso del primo documentario, grazie al contributo di Edda Billi. E’ palpabile il desiderio, più che ribadire certi concetti sicuramente importanti, di affrontare nuovi argomenti, anche scottanti e sicuramente di forte attualità. Per questo il ventaglio delle intervistate è quasi completamente rinnovato. Soltanto Imma Battaglia era già comparsa nel primo capitolo de "L’altra altra metà del cielo", probabilmente in virtù del fatto che la stessa Maria Laura Annibali l’aveva definita un’icona lesbica, un modello di vita a cui poter aspirare. Per quanto riguarda le altre donne presenti nel documentario, si va da due giovanissime ragazze (Alessia Piccinini e Caterina Bellincampi), che con molta freschezza raccontano le loro esperienze, parlano delle loro aspettative e mettono a nudo i propri sentimenti, a donne più mature, come Lidia Borghi, che ci parla dell’amore omosessuale ai tempi del fascismo, Anna Chiara Marignoli, che ci racconta della sua vita di insegnante di scienze motorie di giorno e discotecara di notte, Cristina Santos, che ci dice la sua sulle differenze tra le donne orientali e quelle italiane, e Benedetta Emmer, che ci parla del suo desiderio di diventare mamma e della sua gravidanza. Così, dopo essere riuscita a portare "L’altra altra metà del cielo" nelle scuole, Maria Laura Annibali prosegue, avvalendosi della collaborazione di Laura Valle, nell’indagine sul mondo lesbico, che sicuramente di cose da dire ne ha. E, promettono, non si fermeranno qua. (G.Borghesi)
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Domenicca 3 giugno ore 22:30 |
di Douglas Langway |
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tendenza: GGG |
tipologia: Commedia – durata min.: 100 (?) |
nazione: USA |
anno: 2009 |
Un “Sex and the City” peloso che ci racconta le avventure di Tyler, un adorabile 21enne, e dei suoi amici orsi e orsacchiotti mentre si stanno preparando per il grande party del weekend. Tyler ha messo gli occhi su Roger, il più sexy (e narcisistico) orso muscoloso della regione, mentre nello stesso tempo si trova al centro di un confuso triangolo amoroso con i suoi compagni di stanza Fred e Bent, una coppia monogamica che sta riflettendo sulla possibilità di diventare una coppia aperta. Aggiungete un gruppo di amici, ciascuno coi propri problemi sentimentali, e avete un quadro delle molteplici romantiche avventure che si stanno abbattendo sui nostri eroi. Lo sceneggiatore Ferber ha dichiarato che il film è la storia della sua vita, delle sue esperienze e dei suoi amici, che si identificano tutti come orsi, per questo hanno preferito scegliere attori che sono in maggioranza gay: “Sono sicuro di aver raccontato una storia che renderà la comunità degli orsi orgogliosa. La bellezza della comunità degli orsi è la loro diversità, la loro varietà. Io non vedo Tyler solo come un belloccio ma piuttosto come un giovane uomo alla ricerca dell’amore, un uomo che dovrà fare i conti col desiderio, la bellezza e l’amore”
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Lunedì 4 giugno ore 20:00 |
di Andrew Haigh |
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tendenza: GGG |
tipologia: Sentimentale – durata min.: 96 |
nazione: U.K. |
anno: 2011 |
L’incontro occasionale di una notte che si prolunga per tutto il weekend e diventa molto di più. Una storia d’amore non convenzionale tra due uomini che stanno cercando di dare un senso alle proprie vite. Un venerdì sera, dopo aver passato del tempo coi propri amici etero, il tranquillo e riservato Russell (Tom Cullen) si reca da solo in un nightclub gay. Poco prima di uscire incontra Glen (Chris New). Si piacciono e si recano quindi a casa sua per fare sesso. Anche se il rapporto sessuale non è stato nulla di eccezionale, si mettono a chiacchierare sentendosi ugualmente attratti l’un l’altro. Sfortunatamente Glen deve ritornare negli USA il lunedì mattina e questa cosa li sprona a fare ancora sesso e a continuare uno scambio di idee sulla vita, l’amore e le relazioni… Una delle cose più interessanti del film è il fatto che vengono presentate idee, ideali e tematiche non solamente da una prospettiva personale, individuale, ma con agganci alla società e al mondo. I due protagonisti che inizialmente potrebbero apparire come dei tipi complicati, risulteranno invece molto umani e semplici, anche se molto diversi come carattere. La chimica che riescono a creare tra loro in questa storia è molto convincente e riesce a farci entrare nell’intimo dei personaggi. Russel è il tipo di gay che preferisce tenere isolata la sua vita sessuale e non riesce a liberarsi dai legami con gli amici etero. Glen si trova quasi all’opposto: la sua sessualità è completamente aperta ed è disponibile a qualsiasi esperienza di vita gay. Come artista rifiuta l’ipocrisia di quei gay che tentano di farsi integrare nelle istituzioni di una società eterosessuale. Cerca continuamente un’intimità sessuale ed è contrario a qualsiasi tipo di ‘imprigionamento’. Adesso un forte sentimento potrebbe cambiare entrambi. Sesso e nudità in abbondanza ma niente di hard.
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Martedì 5 giugno ore 20:00 |
di Vincent Dieutre |
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tendenza: GG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 83 |
nazione: Francia |
anno: 2012 |
Uno studio. Un uomo e una donna. Immagini in movimento sullo schermo, che lui commenta, stimolato dalle domande di lei. Tutto il filmato è stato girato dalla finestra di un appartamento: vista sulla strada, la metro in costruzione, il canale, le finestre dei palazzi di fronte. L’appartamento appartiene all’amante dell’uomo, l’uomo è un ospite, che vi trascorre le notti, ma mai i giorni. Al lato del canale, alcuni giovani afghani, stanno costruendo alloggi di fortuna mentre l’uomo li osserva, provando una crescente simpatia per loro. Le stagioni si susseguono, inverno, primavera, estate.L’attrice Eva Truffaut e il regista Vincent Dieutre stanno parlando d’amore. Il tono della loro conversazione è sommesso, poco più che un sussurro. Anche se la telecamera è fissa sul mondo oltre la finestra, anche ciò che resta dietro è importante. I rumori provenienti sia dall’interno che dall’esterno. Simon, l’amante, attivista sindacale e per i diritti civili, suona il pianoforte. Per Dieutre, è stato un eroe. “Simon mi ha insegnato ancora una volta cos’è la compassione”. La relazione è finita, si parla di lui al passato, con tenerezza e molto rispetto. E’ solo la chiave dell’appartamento di Simon a Parigi, alla stazione della metropolitana Jaurès, che lui non ha mai posseduto. (Berlinale, trad. G. Borghesi) Premio speciale della giuria Teddy alla Berlinale 2012 con la seguente motivazione:”Formalmente e narrativamente eccezionale questo film esplora l’impulso umano teso alla riconciliazione dell’individuo e delle sue emozioni con la politica. La giuria riconosce un’altissima qualità filmica di profondità e bellezza”
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anteprima italiana
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Martedì 5 giugno ore 22:30 |
di Elfi Mikesch |
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tendenza: GGG |
tipologia: Documentario – durata min.: 93 |
nazione: Germania |
anno: 2011 |
Il documentario ricostruisce gli ultimi quattro anni di vita e di lavoro del regista tedesco Werner Schroeter (1945–2010), esponente di primo piano del Nuovo Cinema Tedesco (insieme a R. W. Fassbinder, W. Herzog, W.Wenders e V. Schlöndorff) e pioniere del cinema queer e camp, premiato nel 2010 con un Teddy Award (LGBT • Queer Film Fest • Berlinale) speciale alla carriera.La fotografa e regista sperimentale Elfi Mikesch, già collaboratrice dal 1969 di Rosa Von Praunheim (che a inizio carriera girò alcuni film insieme a Werner Schroeter e fu anche suo compagno) iniziò a lavorare con Schroeter già nel 1972 occupandosi dei trucchi e dei costumi di Salome (1971), per poi diventare suo direttore della fotografia a partire da Rosenkonig (1986) (seguito da Malina(1990), Poussières d’amour (1996) e Deux (2002)), diventando cosi per più di quarant’anni sua stretta collaboratrice ed amica. Nel 2006 le fu chiesto di riprendere le prove di uno spettacolo teatrale che Schroeter stava allestendo a Düsseldorf (’Scho¨nheit der schatten’, su musiche e testi di Robert Schumann e Heinrich Heine). Schroeter aveva da poco scoperto di avere un tumore incurabile alla laringe, al quale egli aveva anche dato coraggiosamente un nome: ‘Mireille’. Durante la settimana di prove Elfi Mikesch e Schroeter ebbero l’idea di utilizzare quelle riprese per iniziare a realizzare un ritratto del regista… (segue sulla scheda)
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Mercoledì 6 giugno ore 15:00 |
di Mikael Buch |
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tendenza: GGG |
tipologia: Commedia – durata min.: 96 |
nazione: Francia |
anno: 2011 |
Ruben (Nicolas Maury), giudeo, omosessuale, metà francese, metà finlandese, figlio indegno, fratello sgarbato, amante deludente, ladro involontario, improbabile assassino… Lui stesso non sà cosa sia esattamente. Vive a Oulu, in Finlandia, fa il postino e ha un adorabile ragazzo finlandese, Teemu. La sua famiglia ebraica, vive a Parigi e non sa nulla della sua vita sentimentale. Un giorno gli capita di consegnare un pacco ad un certo Tiilikainen che lo rifiuta. Il pacco contiene dei soldi e Ruben si trova in una situazione imbarazzante. Alla fine decide di scappare a Parigi dalla sua famiglia (Carmen Maura tra loro)…Il film, sceneggiato da Christophe Honoré (Les chansons d’amour, Homme au bain) insieme al regista 28enne Mikael Buch alla sua prima opera, si presenta come come una piacevole e bizzarra farsa sul solito dilemma tra seguire il proprio cuore o quello che la famiglia si attende da te. La Francia è presentata come un paese freddo e un po’ meschino, mentre la Finlandia, all’opposto, appare come un paradiso di bellezze naturali dove la gente sorride, vive in colorate villette, e pratica un sesso (gay) spensierato in mezzo a boschi innevati. Il regista ha commentato il film spiegando che il rapporto che il protagonista ha con la Finlandia è come quello che lui ha provato da ragazzo verso il cinema: la gioia di vivere dentro un altro mondo per fuggire da una realtà che non è terribile ma assolutamente inadatta alle sue aspettative. L’ispirazione per il protagonista gay del film, dice Ruben, viene direttamente dal film ‘Amici complici amanti’ di Paul Bogart, che sia lui che l’attore hanno ripetutamente guardato, dove l’omosessualità è considerata in modo del tutto naturale. Ma i suoi maestri sono Allen, Almodovar e Anderson: Allen per il suo approccio ludico alla cultura ebraica, Almodovar per l’aspetto disinibito e la forza visuale del suo cinema, e Anderson per il suo rapporto con l’infanzia e una immaginazione moderna e antica allo stesso tempo.
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Mercoledì 6 giugno ore 17:00 |
di Eloy de la Iglesia |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 100 |
nazione: Spagna |
anno: 2002 |
Basato sul romanzo omonimo di Eduardo Mendicutti, Los Novios Bulgaros è la storia di Daniel, quarantenne avvocato madrileno, e del suo amore per Kyril, giovane immigrato bulgaro. Kyril è uno dei tanti ragazzi provenienti dall’Europa dell’Est che riempiono le strade del quartiere gay e le feste degli amici di Daniel. Godere della compagnia del bel Kyril vuol dire essere molto generosi e tolleranti, non fare troppe domande ed estendere l’affetto anche alla sua fidanzata e futura sposa Kalina che grazie a Daniel riesce a riunirsi in Spagna con Kyril. Incurante delle situazioni pericolose a cui i misteriosi traffici di Kyril lo espone, Daniel racconta la sua discesa in una spirale di desiderio che mette a repentaglio il suo status sociale e il suo equilibrio mentale. Assolutamente cosciente di venire sfruttato ma preparato ad affrontare tutto tranne la perdita, Daniel ci narra con onestà, ironia e tipico umorismo spagnolo una storia di straordinaria passione.
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Mercoledì 6 giugno ore 22:30 |
di |
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tendenza: GGGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 118 |
nazione: Francia/Germania |
anno: 1982 |
E’ il film testamento di Fassbinder (uscì dopo la sua morte) e contiene tutte le problematiche più care al regista: l’omosessualità, l’amore, la violenza, la morte, ecc. Quando uscì diventò subito un manifesto per la liberazione omosessuale, anche se la struttura del film, molto teatrale e allegorica, ne rendeva difficile la comprensione da parte del grande pubblico (lo stesso accadde molto dopo per il Salò di Pasolini). La censura italiano blocco il film che ottenne il visto col divieto ai minori di 18anni solo dopo il taglio di due sequenze che mostravano scene di sodomizzazione e masturbazione (ritenute “particolarmente realistiche”). Il film fu presentato in versione integrale al Festival di Venezia del 1982 e provocò una dichiarazione ufficiale di disaccordo con la giuria del festival da parte del Presidente della stessa giuria (Marcel Carné) perchè questa si era rifiutata di assegnargli il leone d’oro.
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Giovedì 7 giugno ore 18:30 |
di Jacaranda Velásquez |
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tendenza: TTT |
tipologia: Documentario – durata min.: 74 |
nazione: Messico |
anno: 2012 |
Questo coinvolgente doc ci racconta la vita di Irina Layewska, combattente da sempre per la causa della libertà, anche quando, per una malattia, è stata costretta a vivere su una sedia a rotelle. Il film è anche la storia dell’intensa storia d’amore tra Irina e la sua compagna Nelida, sposata quando era ancora un uomo. Irina, messicana, è nata con un corpo maschile ed è cresciuta idolatrando Che Guevara e spendendo gran parte del suo tempo nel movimento di solidarietà con Cuba. Ma l’uomo nuovo immaginato da Che Guevara forse non contemplava certe situazioni, così quando Irina decide di passare dalla lotta sociale a quella individuale, focalizzando i suoi interessi sul problema dell’identità sessuale, e arrivando a decidere di diventare una donna, gran parte del mondo che l’aveva fino ad allora appoggiata, l’ha osteggiata.La struttura narrativa del film mette a confronto i pregiudizi della gente sui suoi cambiamenti di vita con filmati d’archivio e interviste, costruendo un bell’esempio di cinema di riflessione. Oggi Irina ha quasi 50 anni. Negli anni ’60 i suoi genitori erano attivi nella politica ed hanno dato ad Irina una rigida educazione comunista. Irina ha sofferto dalla prima giovinezza di una grave malattia che la costrinse su una sedia a rotelle. In seguito è diventata anche parzialmente cieca, dipendendo in tutto dalla sua compagna Nelyda. Tutte le disgrazie che nella vita ha dovuto subire non hanno mai mortificato il suo impegno sociale e politico. Il regno del comunismo promesso dal Che non è mai arrivato e la sua salute non l’ha mai aiutata, ciononostante Irina ha sempre continuato la sua battaglia per la libertà, contro la discriminazione ed il pregiudizio.
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anteprima italiana
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Giovedì 7 giugno ore 20:00 |
di Stefano Pasetto |
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tendenza: LLL |
tipologia: Drammatico – durata min.: 93 |
nazione: Argentina / Italia |
anno: 2010 |
La passione travolgente di due donne italiane a Buenos Aires. Lucia e Lea, le loro vite appese, i loro legami incerti. Due donne di diversa generazione, dalle attitudini opposte, in un viaggio iniziatico che le porta letteralmente “alla fine del mondo”. Nella selvaggia immensità patagonica, alle prese con una barca malridotta e con i rispettivi segreti, ballando un tango che ribalta ruoli e convinzioni, riannodano i fili delle loro vite. Una storia in cui l’amore, nel bene e nel male, è maestro per tutti. Lea (Francesca Inaudi) è la più giovane, uno spirito libero. Lavorando come operaia turnista in una fabbrica alimentare, si rende conto che il suo futuro non ha grandi prospettive. E’ felice della convivenza col suo ragazzo, un artista di tatuaggio, ma sente il bisogno di nuove esperienze. Lucia (Sandra Ceccarelli), invece, crede in valori diametralmente opposti ed ha un temperamento assai diverso. E’ un’assistente di volo di mezza età, sposata a un allergologo, e sta cercando di rimanere incinta. Si sente molto tesa e il suo psicologo le suggerisce di lasciar perdere e di cominciare a godersi la vita. Dopo aver messo un’inserzione come maestra di pianoforte, Lea entra nella sua vita. Le due donne si trovano ai poli opposti: Lea gira a piedi scalzi, mentre Lucia non sopporta di essere toccata. Col crescere del loro legame, sempre più intimo, devono entrambe fare i conti con gli uomini che vogliono lasciarsi alle spalle. Libera, indipendente ed egocentrica, la più anziana Lucia deve imparre ad affrontare il rifiuto istintivo di Lea ad essere vincolata. Le cose esplodono quando Lea improvvisamente ottiene un lavoro in Patagonia e pensa di partire, Lucia ne rimane sbigottita. Come è possibile che due persone che si amano e che hanno appena rotto con tutto il loro passato siano ora pronte a lasciarsi senza il minimo rimpianto? Una storia emozionante e nello stesso tempo gioiosa che tratta con molta delicatezza il tema dell’amore tra due donne, lontanissima dagli stereo
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Giovedì 7 giugno ore 22:30 |
di Todd Verow |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 90 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Dal regista americano Todd Verow, veterano del New Queer Cinema, un film con una storia meno underground del solito, ambienta a Parigi, in Rue des Mauvais Garçons, una commedia romantica. Quando un attore americano giovane, bello e famoso, è costretto per contratto a nascondere la sua omosessualità… Presentato in anteprima mondiale al Sicilia Queer Filmfest 2012
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anteprima mondiale
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