I PREMI DELLA BERLINALE 2012
La giuria presieduta da Mike Leigh ha assegnato l’Orso d’Oro a “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani. Erano 21 anni che l’Italia non vinceva questo premio. Tra i premi del pubblico per il miglior film troviamo il film gay “Parada” (vedi scheda) di Srdjan Dragojevic e tra i migliori documentari abbiamo ” Call Me Kuchu“, vincitore anche del Teddy doc (vedi sotto)
TUTTI I PREMI DELLA BERLINALE 2012
Orso d’oro per il miglior film:
Cesare deve morire
Orso d’argento Gran Premio della Giuria:
Just the Wind
Orso d’argento per la miglior regia:
Christian Petzold per Barbara
Orso d’argento per il miglior attore:
Mikkel Følsgaard per En Kongelig Affære
Orso d’argento per la migliore attrice:
Rachel Mwanza per Rebelle
Orso d’argento per la miglior sceneggiatura:
Nicolaj Arcel e Rasmus Heisterberg per En Kongelig Affære
Orso d’argento per il miglior contributo tecnico:
Lutz Reitmeier per White Deer Plain
Premio Alfred Bauer:
Tabu
Menzione speciale:
L’Enfant d’en aut
Panorama Audience Award al miglior film di finzione:
1. Parada (The Parade)
2. Diaz – Don’t Clean Up This Blood
3. Xingu
Panorama Audience Award al miglior documentario:
1. Marina Abramovic The Artist is Present
2. Call Me Kuchu
3. La Vierge, les Coptes et Moi (The Virgin, The Copts And Me)
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Una scena dal film “Keep The Lights On” vincitore del Premio Teddy 2012
Assegnati i premi del 26mo Teddy Awards della Berlinale 2012, i premi dedicati alle opere presentate nelle varie sezioni del Festival, che meglio hanno rappresentato le tematiche LGBT, sia per la forma che per i contenuti.
I premi sono stati conferiti da una giuria di nove membri, tra i quali anche il palermitano Alessandro Rais, direttore artistico del Sicilia Queer Filmfest, che prima ha selezionato tre opere per ogni categoria premiata (Film, Doc, Corto), e poi ha eletto il vincitore. Gli altri membri della giuria erano:
Bilge Tas ……………….. Pink Life QueerFest in Ankara
Joako Ezpeleta ………. FIRE! International LGBT Film Mostra of Barcelona
João Federici …………. Director Mix Brasil Film Festival of Sexual Diversity
Magali Simard ………… Toronto International Film Festival and TIFF Bell Lightbox
Monika Visniarova ……. Slovak Queer Film Festival and Prague International Film Festival Febiofest
Nhlanhla Ndaba ………. Out in Africa/South African Gay & Lesbian Film Festival
Shannon Kelley ……….. Head of Public Programs for UCLA Film & Television Archive
Yang Yang ………………. Beijing Queer Film Festival
PREMIO MIGLIOR FILM
Selezionati tre titoli:
Keep The Lights On – Ira Sachs
Una Nocha – Lucy Mulloy
Joven & Alocada – Marialy Rivas
Il premio Teddy va a:
Keep The Lights On – Ira Sachs
Con la seguente motivazione:
“Questo film ci regala un intimo ritratto delle difficoltà nella costruzione di una relazione, che sono l’amore, il sostegno reciproco e la fiducia. Delcato equilibrio tra acuta osservazione e abilità cinematografica, il film fa vivere temi universali con una originale ampiezza di visione”
di Ira Sachs |
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tendenza: GGG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 101 |
nazione: USA |
anno: 2012 |
Intensa e complessa storia di amore, sesso e droga che coinvolge 10 anni della vita di una coppia gay. Uno, Erik Rothman (Thure Lindhardt) è un regista di documentari, gay dichiarato, l’altro, il bellissimo Paul Lucy (Zachary Booth), è un velato avvocato che lavora nel settore pubblicità. S’incontrano nel 1997 in una dinamica New York City, fanno subito sesso ma contemporaneamente nasce qualcosa di più. S’innamorano e iniziano una intensa relazione. Decidono di mettere su casa insieme, convivono, si amano follemente ma ognuno continua privatamente a combattere contro i propri diavoli, sesso e tossico dipendenza compresi. Un film che ci racconta in modo onesto e credibile le problematiche di una coppia gay contemporanea. Sesso, amicizia, intimità e soprattutto amore vengono mostrati senza inibizioni e con molta naturalezza. Il regista e scrittore Ira Sachs vive abitualmente a New York e nel 2005 ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance (Forty Shades of Blue) mentre nel 2010 il suo corto “Last Address” sulla vita di un gruppo di artisti newyorkesi morti di aids è entrato nella collezione permanente del Whitney Museum of American Art and MoMA e sarà presentato alla prossima biennale veneziana. “Keep the Lights On” ha avuto la sua prima mondiale al Sundace 2012 ed è stato selezionato per Berlinale 2012.
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Sezione: Panorama
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PREMIO MIGLIOR DOCUMENTARIO
Selezionati tre doc:
Call Me Kuchu – Malika Zouhali-Worrall, Katherine Fairfax Wright
Unter Männern – Schwul in der DDR – Markus Stein, Ringo Rösener
Olhe Pra Mim De Novo – Kiko Goifman, Claudia Priscilla
Il premio Teddy va a:
Call Me Kuchu – Malika Zouhali-Worrall, Katherine Fairfax Wright
Con la seguente motivazione:
“La giuria apprezza una storia attuale, intelligentemente e intensamente raccontata, onorando la vita e l’esemplare coraggio di un eroe di tuttii giorni mentre ci espone scioccanti violazioni dei diritti umani. Il suo messaggio è valido a livello globale ed è un invito all’azione.”
di Katherine Fairfax Wright |
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tendenza: GGG |
tipologia: Documentario – durata min.: 90 |
nazione: USA / Uganda |
anno: 2012 |
Il decreto anti-omosessualità che alcuni gruppi religiosi in Uganda stanno cercando di far passare, chiede l’incarcerazione per gli omosessuali giungendo, in “casi estremi”, anche la pena di morte. In uno stato in cui il 95% della popolazione accetta la criminalizzazione dell’omosessualità, un gruppo di attivisti queer si sta battendo per impedire che questo disegno di legge venga approvato.Questo film descrive la vita di David Katos, il primo attivista dichiaratamente gay dell’Uganda, e dei suoi colleghi. La sua è una vita costantemente pervasa dalla paura di subire un attacco, ma è caratterizzata anche da momenti di festa e felicità. Nel film ci sono anche i sermoni sarcastici e colmi d’odio dei fanatici cristiani, ma ci fa conoscere anche il vescovo Christopher Senyonjo, l’unico esponente del clero a porsi dalla parte della vessata comunità omosessuale, offrendo ai gay la sua protezione durante gli attacchi.Gli eventi prendono una piega tragica quando David Kato viene trovato morto nel suo letto in seguito a un pestaggio. Quando al funerale di Kato il parroco comincia a recitare un odioso sermone anti-gay causando molto frastuono, Senyonjo si fa avanti ancora una volta per dare a Kato una degna sepoltura e per sedare i tumulti della comunità.In modo cautamente aperto, questo film ritrae un ambiente particolarmente omofobico e denso di fanatismo cristiano, che comunque sta contribuendo a rinforzare la comunità LGTB dell’Uganda. (Berlinale, trad. G. Borghesi).
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Sezione: Panorama doc
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PREMIO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Selezionati tre corti:
Loxoro – Claudia Llosa
La Santa – Mauricio López Fernández
The Wilding – Grant Scicluna
Il premio Teddy va a:
Loxoro – Claudia Llosa
Con la seguente motivazione:
“La giuria è rimasta impressionata dall’ammirevole modo in cui questo film conferisce dignità alle vite di una comunità raramente rappresentata, mostrandoci con coraggio un’umanità poche volte analizzata così profondamente in un cortometraggio”
di Claudia Llosa |
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tendenza: TTT |
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 20 |
nazione: Spagna / Peru / Argentina / USA |
anno: 2012 |
Makuti, una madre single di mezza età, sta cercando disperatamente sua figlia diciannovenne che è fuggita di casa per andare a prostituirsi in strada. Makuti e sua figlia non sono donne comuni: sono transessuali e il loro linguaggio viene chiamato Loxoro. Il film racconta la storia di questa ricerca presentandoci con realismo e umanità il variopinto mondo dei transessuali peruviani, su come si rapportano tra di loro, su come si aiutano e solidarizzano, su come usano il loro linguaggio loxoro. La regista Claudia Llosa aveva vinto l’Orso d’Oro a Berlino nel 2009 per il suo film “La teta asustada”
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Sezione: Berlinale shorts V
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PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA AL FILM:
Jaurès – Vincent Dieutre
Con la seguente motivazione:
“Formalmente e narrativamente eccezionale questo film esplora l’impulso umano teso alla riconciliazione dell’individuo e delle sue emozioni con la politica. La giuria riconosce un’altissima qualità filmica di profondità e bellezza”
di Vincent Dieutre |
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tendenza: GG |
tipologia: Drammatico – durata min.: 83 |
nazione: Francia |
anno: 2012 |
Uno studio. Un uomo e una donna. Immagini in movimento sullo schermo, che lui commenta, stimolato dalle domande di lei. Tutto il filmato è stato girato dalla finestra di un appartamento: vista sulla strada, la metro in costruzione, il canale, le finestre dei palazzi di fronte. L’appartamento appartiene all’amante dell’uomo, l’uomo è un ospite, che vi trascorre le notti, ma mai i giorni. Al lato del canale, alcuni giovani afghani, stanno costruendo alloggi di fortuna mentre l’uomo li osserva, provando una crescente simpatia per loro. Le stagioni si susseguono, inverno, primavera, estate.L’attrice Eva Truffaut e il regista Vincent Dieutre stanno parlando d’amore. Il tono della loro conversazione è sommesso, poco più che un sussurro. Anche se la telecamera è fissa sul mondo oltre la finestra, anche ciò che resta dietro è importante. I rumori provenienti sia dall’interno che dall’esterno. Simon, l’amante, attivista sindacale e per i diritti civili, suona il pianoforte. Per Dieutre, è stato un eroe. “Simon mi ha insegnato ancora una volta cos’è la compassione”. La relazione è finita, si parla di lui al passato, con tenerezza e molto rispetto. E’ solo la chiave dell’appartamento di Simon a Parigi, alla stazione della metropolitana Jaurès, che lui non ha mai posseduto. (Berlinale, trad. G. Borghesi)
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Sezione: Forum
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