"IL LUPO IN CALZONCINI CORTI" SI MANGIA IL FESTIVAL MIX

Con l’appassionante storia di Luca e Francesco (foto a a lato) e altre famiglie omogenitoriali, il doc di Lucia Stano e Nadia Delle Vedove, presentato completo in prima mondiale, è il grande evento cinematografico del Festival

Ancora splendidi corti al Festival Mix di Milano, dove l’evento della giornata, insieme alla premiazione di Ivana Spagna come Queer of Music 2011, è stato senz’altro l’anteprima mondiale della versione completa del doc “Il lupo in calzoncini corti”. Le registe Lucia Stano e Nadia Delle Vedove hanno raccontato dal palco come hanno vissuto questa impresa, un lavoro durato due anni e portato a termine grazie al contributo di Arcigay Milano, grazie all’interessamento di Rai 3 che lo ha trasmesso in una versione ridotta e soprattutto grazie al coinvolgimento di più di 500 persone che hanno preacquistato il dvd permettendo così il completamento del progetto, primo lavoro di una ‘produzione dal basso‘ che loro preferiscono chiamare ‘produzione consapevole‘. Sono state girate più di 200 ore di filmati, ci hanno detto, che hanno costretto la montatrice ad un lavoro durato più di due mesi. Ma la produzione del film ha coinvolto molte altre persone, che hanno lavorato anche di notte, precisa la regista Lucia, e che, ha detto, “ci fa parlare di un lavoro fatto in collaborazione, un lavoro che oggi, qui al Festival Mix, consegnamo al pubblico con la speranza che diventi uno strumento di discussione e approfondimento su una tematica molto importante per il movimento lgbt“. Il presidente Arcigay Marco Mori è intervenuto dicendo: “Questo film, come hai giustamente detto tu, è un dono che ci viene fatto, uno strumento e una sfida, una testimonianza vera e imparziale di quella che è la realtà delle famiglie omogenitoriali, una realtà che spesso, anche all’interno della comunità lgbt, non viene sufficentemente presa sul serio… una grande testimonianza sull’amore, perché è l’amore che fa famiglia e non altro“. Alla fine della proiezione del film, applaudito con un’ovazione interminabile dal pubblico, ci è stato regalato il saluto in video di Luca e Francesco che si trovano al momento in Canada, vicino a Toronto, con la loro bimba Laura (che hanno definito la star del momento), nata appena due settimane fa, che ci hanno mostrato orgogliosi e felici, dicendo a tutti noi che “se c’è la volontà, si può fare, non abbiate timore“.

Il documentario è veramente fatto bene, coinvolgente, con una struttura che ci tiene in un’ansia meravigliata per tutto il film, dovuta sia alla vicenda di Luca e Francesco che devono affrontare continue delusioni e fallimenti, nonostante l’impegno della madre surrogata, sia per le voci dei tre bimbi delle due mamme (anch’esse salite sul palco alla fine della proiezione dove, visibilmente commosse, ci hanno detto che vedendo il film hanno rivisto la crescita dei loro figli). Questo è il primo doc italiano che fa parlare direttamente figli di coppie omosessuali, e ascoltare le loro voci, vedere la loro serenità e spontaneità, la loro consapevolezza di quello che sono e della famiglia che hanno (la fortuna) di avere, la loro capacità di confrontarsi con l’ambiente in cui vivono (a scuola continuano a chiedergli come sono nati e loro, con pazienza ma non sempre, raccontano sereni la loro storia). L’altro evento del film che ci tiene incollati allo schermo è la decisione delle due mamme, dopo 17 anni di convivenza e tre figli, di recarsi a New York con i figli per sposarsi e di tornare in Italia ad organizzare una grandiosa festa di matrimonio, con tantissimi invitati e una torta a più piani con in cima due sposine che si baciono. Impossibile non commuoversi quando una delle spose, prima del brindisi, si rivolge ai suoi suoceri per ringraziarli dell’impegno che hanno dimostrato per superare i pregiudizi e comprendere ed accettare il loro amore. Il taglio della torta vine fatto a dieci mani: mamme e figli insieme. Un documentario avvincente e intrigante più di tanti film, con vicende che si sviluppano sotto i nostri occhi, che possiamo comprendere e giudicare secondo la nostra sensibilità, e che ci insegna a guardare una realtà, assai poco mostrata, con imparzialità e cognizione di causa. Il film verrà presto pubblicato in dvd, ma meriterebbe prima una grande distribuzione nelle sale.
Intanto potete trovare molte informazioni sul sito del film www.illupoincalzoncinicorti.com

QUEEN OF MUSIC 2011: IVANA SPAGNA

Una caldissima accoglienza è stata attribuita a Ivana Spagna, presentata dal direttore Marzi (che dobbiamo ringraziare per un’edizione variegata e di altissimo livello del Festival) e dalla Pina e Diego, che hanno danzato con lei sul palco mentre ci raccontavano le loro esperienze in comune. Spagna ci ha regalato un coinvolgente show interpretando due suoi brani famosi, e durante i quali è scesa dal palco attraversando tutta la platea tra un pubblico in visibilio che accompagnava le canzoni. Ha detto di essere felicissima e onorata di questo premio e che i suoi migliori amici sono omosessuali. Poco prima era intervenuta nella Scatola Magica stracolma di pubblico, dove ha parlato del suo libro ‘Quasi una confessione’.

Brain & Sexy ha splendidamente chiuso la sua edizione 2011 con, oltre a Ivana Spagna, Andrea Pini (Quando eravamo froci) e Mario Fortunato (Allegra Street) che con naturalezza e molto glamour hanno divertito ed entusiasmato un pubblico partecipe e attentissimo.

“LA FOLLE HISTOIRE D’AMOUR DE SIMON ESKENAZY”
di Jean-Jacques Zilbermann – Voto 8/10

Il film della serata è stato “La folle storia d’amore di Simon Eskenazy” di Jean-Jacques Zilbermann, che prosegue a raccontarci le vicissitudini di Simon, iniziate dieci anni prima con “L’homme est une femme comme les autres”. Il film è piaciuto moltissimo al pubblico e anche a noi. Una commedia divertente, ricca di spunti tematici, come la paternità gay, il travestitismo, il rapporto coi genitori, con la religione ebraica, la ricerca dell’amore oltre il sesso, ecc. Seguiamo con interesse gli incontri amorosi di Simon, un clarinettista famoso in tutto il mondo, che deve vedersela nel contempo con un lavoro e una imprenditrice assillante (destino di tutte le galline dalle uova d’oro), una ex moglie che vuole rimetterlo in contatto col loro figlio (un ragazzino delizioso che si dimostra più comprensivo dei grandi), una madre malata che non vuole perdere il suo sostegno, una tradizione ebraica non molto aperta sulle varietà sessuali, e soprattutto con due aspiranti mariti, uno dei quali si dimostra deciso a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Non mancano frecciatine politiche sui diritti dei palestinesi, ma il film è una commedia e si mantiene sui toni di un divertimento leggero, anche se spesso pungente, giocando molto sull’ambiguità sessuale di Naïm (un esilarante e bravissimo Mehdi Dehbi, scelto tra 300 candidati al ruolo) che si destreggia meravigliosamente tra ruoli femminili e maschili, riempiendo lo schermo ad ogni travestimento. Piacevolezza garantita, alla pari di quella offerta dal film di chiusura della serata, “Rosa Morena” di Carlos Augusto de Oliveira, forse più spontaneo, del quale vi abbiamo già parlato da festival torinese.

IMMAGINI DELLA GIORNATA

Mario Fortunato e Andrea Pini
Ivana Spagna

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