Tutte le paure che gli organizzatori potevano avere per la 26 edizione del Festival gay di Torino, dovute soprattutto alla nuova logistica, con l’inaugurazione del festival nel cinema Uci al Lingotto, sono cadute davanti alla folla che ha riempito ogni ordine di posti della grade e bellissima sala dell’Uci e alla partecipazione di tanti famosi personaggi, sia della politica che dello spettacolo, intervenuti anche in segno di solidarietà con un evento che onora la città e l’intero paese mentre la Regione Piemonte ha pensato che quest’anno non fosse il caso di rinnovare il proprio più che ventennale patrocinio alla manifestazione. Abbiamo così potuto vedere l’intera famiglia Littizzetto, osannata dal pubblico, politici del livello di Piero Fassino e di Ivan Scalfarotto (vicepresidente PD), e tanti altri. Di seguito riportiamo una breve sintesi della serata.
La serata è iniziata con l’ingresso sul palco di due bandiere italiane e la lettura del primo articolo della nostra Costituzione. Angelo Acerbi, presentatore della serata, ci ha quindi spiegato che questa 26-esima edizione del Festival ‘Da Sodoma a Hollywood’ è stata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia, e che questa serata è anche all’insegna della musica e della politica, dato che il film d’ inaugurazione tratta di una divertente storia tra due politici omosessuali. Quindi Angelo è passato ai ringraziamenti. Partendo da Massimo Fenati che ha regalato al festival il trailer e l’immagine della locandina. Ha poi ringraziato gli sponsor, che quest’anno sono aumentati e i partner storici della manifestazione. Invitato sul palco il direttore del festival Giovanni Minerba, ha ringraziato il Museo Nazionale del cinema, rappresentato in sala dal Presidente Alessandro Casazza, poi la Rai e i quasi cinquanta volontari del festival. E’ quindi arrivato sul palco l’assessore alla Cultura del capoluogo piemontese, Fiorenzo Alfieri, e la parlamentare del Pd Anna Paola Concia con la sua compagna tedesca Riccarda Trauman. Paola e la sua compagna erano rimaste vittime nei giorni scorsi a Roma di un’aggressione verbale omofoba riportata da tutta la stampa. Quando è avvenuto il fattaccio, Minerba assieme a Fiorenzo Alfieri, hanno pensato di organizzare qualcosa in loro onore come risarcimento per l’accaduto. Fiorenzo Alfieri, che con le prossime elezioni non sarà più assessore, ha tracciato un bilancio dei dieci anni del suo mandato, molto positivo per la città di Torino. Quindi ha consegnato a Paola Concia e alla sua compagna una medaglia d’argento del Comune di Torino, medaglia che la città offre agli ospiti illustri e che rappresenta la Porta Palatina, la porta meglio conservata di tutta la romanità. Paola Concia ha quindi ringraziato ricordando che una parte della sua famiglia abita a Torino e che anche questo festival fa parte un po’ della sua famiglia. Ha detto che pur essendo stata un’atleta, questa è la prima volta che ha ricevuto una medaglia da parte di una città. Torino da tanti anni è all’avanguardia nelle battaglie LGBT e questo Festival è sempre stato al centro di queste battaglie. Paola quindi ci riferisce che Riccarda commentando la consegna di questa medaglia le aveva detto “Trovo meraviglioso che ci diano una medaglia solo per essere noi stessi“.
Viene poi invitato sul palco l’assessore regionale Gianpiero Leo, che è sempre stato un sostenitore del festival. L’assessore consegna in dono a Giovanni Minerba un libro di calici rari, poi annuncia di avere un dono anche per la cantante Noemi, e cioè un libro sulla cultura piemontese “da Bobbio ai santi sociali del Piemonte“. Quando Noemi sale sul palco, l’assessore non si risparmia in complimenti, lodandone in particolare gli splendidi capelli rossi, che egli ricorda essere simili a quelli della protagonista del film ‘Il quinto elemento‘.
Viene poi invitata sul palco la Co-Chairmen di ILGA Europe, la signora Linda Freimane che fa il seguente saluto:”Buonasera a tutti, sono felice di essere qui stasera e sono davvero impressionata dalla portata di questo festival. Io vengo da un piccolo paese nel nord della Lettonia e per il nostro film festival di solito attiriamo una ventina di persone, quindi adesso mi avete dato qualche idea su come portare avanti la cosa. Sono qui stasera per portarvi il saluto da ILGA Europe che è la branca Europea dell’ILGA , associazione mondiale per i diritti di gay, lesbiche, transessuali, transgender e inter-sex. Forse non sapete che in Europa la nostra organizzazione ha più di trecento associazioni membri in tutta Europa. E siamo davvero lieti quest’anno di celebrare il nostro quindicesimo anniversario con un convegno il 27-30 ottobre proprio qui a Torino.”
Quindi Giovanni Minerba ha salutato alcuni dei numerosi politici in sala tra i quali Piero Fassino e Ivan Scalfarotto. Ha poi fatto un saluto particolarmente caloroso a Luciana Litizzetto presente con la famiglia.
Sono stati quindi presentati ci componenti delle giurie del festival per i lungometraggi, i cortometraggi e i documentari.
Sale finalmente sul palco la cantante ospite d’onore, Noemi, che dice di esseresi laureata in storia del cinema con una tesi dal titolo ‘Un corpo per Roger Rabbit‘ . Il film preferito di Noemi è ‘Il grande Lebowski‘ , film che ha cambiato la sua vita nel senso che le ha fatto capire che si può anche vivere la propria vita in maniera molto rilassata. Noemi è ora in partenza per un tour e non vede l’ora di poter esibirsi dal vivo.
Dopo l’esibizione di Noemi il Festival apre ufficialmente con la proiezione di due film, un cortometraggio di animazione e un lungometraggio. Presenti il regista del cortometraggio ‘Au Comencement” Laurent Leprince e l’attore Bjorn Kjellman protagonista del lungometraggio ‘Four more years‘.
A Laurent Leprince Angelo Acerbi chiede un commento al suo corto che è nello stesso tempo molto divertente e anche scientifico e molto politico. Laurent risponde che in effetti il suo cortometraggio può piacere anche ai bambini, perché può essere visto da loro come un cartone animato di Tom e Jerry, ma ha anche un lato scientifico e politico che può interessare gli adulti, come il pubblico potrà scoprire da solo, ed affronta un tema in questo momento molto dibattuto in Belgio.
Riguardo a ‘Four more years‘ Acerbi racconta che il film è stato subito scelto all’unanimità dal comitato di selezione come film inaugurale del festival, sia per il tono e la sceneggiatura molto brillanti, ma soprattutto per il tema politico molto di attualità in un Paese come il nostro, dove al momento nella politica la parte sessuale sembra essere molto importante. A Bjorn Kjellman Angelo chiede che cosa si aspetta che il pubblico italiano percepisca del suo film. Bjorn risponde che la situazione politica in Svezia è piuttosto differente dalla situazione Italiana. In Svezia i leader politici fanno a gara per poter partecipare a manifestazioni come il gay pride; in questo film il politico protagonista abbraccia il mondo gay quasi senza vedere alcun problema, in realtà però qualche problema potrebbe esserci. Acerbi quindi chiede a Bjorn come è stato accolto dal pubblico svedese il finale a lieto fine, quasi da fiaba, del film. Bjorn risponde che il film è stato accolto in Svezia molto bene dalla critica, ma è stato poco visto dal pubblico, quindi non ci sono abbastanza elementi per capire qual è il vero grado di accettazione del pubblico riguardo al mondo gay. Comunque, chiosa il regista, gli svedesi amano le buone commedie romantiche, e questa è soprattutto una commedia romantica. (R. Mariella)
“FOUR MORE YEARS” di Toya Magnusson (film che inaugura il Festival)
voto
|
||
poesia
|
||
ritmo
|
||
divertimento
|
||
erotismo
|
||
queer
|
Ottima la scelta di questo film come evento di apertura del festival in quanto capace di accontentare ogni tipo di pubblico, da quello più esigente a quello che cerca solo di divertirsi con intelligenza. Forse non sarà un capolavoro ma ci offre una visione alquanto realistica della classe dirigente politica di un paese occidentale tra i più avanzati, la Svezia, con una serie di personaggi, tutti godibilissimi, che devono districarsi tra le scelte richieste dalla carriera politica e quelle che potrebbero risolvere la loro vita sentimentale. Ad un certo punto appare chiaro che le due cose non sono più compatibili. La politica, come in ogni parte del mondo, ha le sue regole, basate soprattutto sulle apparenze e sulla gestione del consenso elettorale. In verità personalmente crediamo che potrebbe anche fare qualcosa di più, come indirizzare la popolazione verso obiettivi più qualificanti anche se al momento minoritari. Ma in politica è quasi impossibile andare avanti se non sei capace di accontentare anzitutto le maggioranze che possono farti vincere le elezioni. Nel film il problema politico ed etico non è, come accadrebbe nel nostro paese, quello di conciliare omosessualità e cariche direttive di partito (Vendola rimane un’eccezione). La Svezia è un paese all’avanguardia nei riguardi dell’omosessualità, e nel film abbiamo persino il caso di una moglie che riconosce e accetta l’omosessualità del marito quasi prima dello stesso marito (divertentissima la scenetta in cui quest’ultimo pensa di essere bisessuale e il compagno gli fa presente che la bisessualità è una cosa più simile all’araba fenice che alla realtà). Il problema è che, sempre in ossequio al buon senso comune, risulta inaccettabile che il leader politico di un partito di destra possa avere come compagno il leader di un partito di sinistra. In Svezia il fatto di essere gay è ormai abbastanza normale, anche per un partito conservatore. Qualche difficoltà esiste ancora nella mentalità delle persone più anziane, come la simpaticissima madre di David che s’immagina qualsiasi cosa, anche che il figlio, presidente di un partito liberale, possa avere delle idee socialiste, ma non che sia gay. Il film è però più interessato a raccontarci una grande storia d’amore che, solo per combinazione, ha come protagonisti due leader politici di opposte fazioni. Il loro primo incontro, il primo bacio (uno dei baci gay più lunghi del cinema), le difficoltà ad accettarsi come coppia, a conciliare la loro vita pubblica e privata e soprattutto a conciliare le differenti abitudini sessuali (il protagonista David si masturbava ‘per punizione’ mentre il suo compagno ha avuto tanti amanti da poter riempire i banchi parlamentari del secondo partito politico del paese) e quindi le incertezze sulla rispettiva fedeltà, seguite poi da inattese complicazioni sentimentali e altro sono il filo conduttore e l’anima del film, che il regista ha giustamente definito un film romantico. La politica e il suo ambiente emergono comunque come un elemento caratterizzante, che offre al regista l’occasione per ridicolizzarne alcuni comportamenti (sono tantissime le pungenti battute che i due amanti si scambiano sulle scelte politiche dei rispettivi partiti) ma anche lo sguardo sul mondo gay svedese non è dei più lusinghieri (illuminante in proposito la lunga sequenza di primi incontri che David ha con persone contattate su internet). Il pubblico si è dimostrato soddisfatto del film che ha applaudito lungamente sia alla fine che in diversi momenti della proiezione.
Alcune immagini della serata: