Insieme ai libri che vengono presentati nell’evento collaterale al Torino GLBT Film Festival, l’ormai annuale "A QUALCUNO PIACE LIBRO", iniziativa organizzata dallo stesso Festival e curata da Gerry Ferrara e Piero Valetto, vogliamo presentarvi anche l’esordio come romanziere di <B>Marino Buzzi</B>, appena giunto in libreria col titolo "<I>Confessioni di un ragazzo per bene</I>". Marino è anche nostro collaboratore e non ce ne vorrà se nel recensire il suo libro esprimiamo anche qualche perplessità, minime rispetto ad un giudizio (sempre personale) complessivamente assai lusinghiero ed incoraggiante.
Anzitutto è un romanzo che si legge d’un fiato, cioè a dire che una volta iniziato è quasi impossibile staccarsene. Merito di una scrittura scorrevole e semplice che non si perde mai in divagazioni, e nemmeno in descrizioni approfondite (e spesso noiose) di personaggi o ambienti, lasciando il lettore libero di scatenare tutta la sua immaginazione. Gran parte del testo è dedicata ai dialoghi tra i personaggi, anch’essi succinti ed essenziali, come solitamente avviene nei rapporti reali tra le persone. Il protagonista del romanzo, Michele, il ‘ragazzo perbene’ del titolo, è un gay che molto probabilmente riflette gran parte delle convinzioni dell’autore: è sicuramente orientato a sinistra, è in pace con la sua omosessualità (anche se non ha ancora fatto il coming out in famiglia), ha trovato un gruppo di amici gay che lo sostengono e che in pratica sono la sua nuova famiglia. Come tutti sogna sempre d’incontrare la persona giusta e in più, ormai trentenne, ha un forte desiderio di paternità (che nel libro viene espresso molto poeticamente con le apparizioni del fantasmino Mara). Un altro suo problema, visto che si trova licenziato nelle primissime pagine, è senz’altro quello di trovare un lavoro soddisfacente o comunque in grado di garantirgli una sopravvivenza. Ma il suo rapporto col mondo ‘esterno’ non sarà dei più facili, sia perchè è gay, sia perchè il lavoro nella realtà italiana contemporanea è diventato ormai sinonimo di precarietà. Insieme al licenziamento viene colpito da un’altra terribile sventura, la morte per suicidio di uno dei suoi amici gay più cari (evento che si rivelerà essere il deus ex machina di tutta la storia). Non pensate però che il libro sia triste, anzi, grazie ad uno stile diretto e pieno di spirito, ci sembra di volare leggeri sopra ogni difficoltà. Come nei momenti in cui Michele fa visita alla sua famiglia, dove ognuno si attende qualcosa da lui, dove lui non ha ancora trovato il modo di rivelarsi, ma dove respiriamo un’aria gioiosa e piena d’affetti.
Le problematiche del mondo gay ci sono quindi quasi tutte, comprese la dicotomia tra sesso inteso solo come divertimento e sesso inteso come amore (Michele difende a spada tratta quest’ultimo, trovandosi spesso in minoranza), ma non vengono mai raccontate in maniera didattica o moralistica, emergono invece in modo naturale dai dialoghi e dagli eventi che vengono raccontati, con grande merito dell’autore che sembra ricordarci come l’unica vera maestra di vita sia l’esperienza. Bellissimo e stuzzicante il momento in cui Michele s’innamora senza avere la certezza di essere ricambiato, e ancora più intrigante quando diventa lui l’oggetto d’amore di un ragazzo difficile. Interessante, anche se poco approfondita, l’esperienza di una nuova ‘comune’ che ricorda un po’ gli anni ’60. Peccato che il finale del libro ci abbia lasciati perplessi, per noi (ma è un giudizio assolutamente personale) troppo ‘almodovariano’, cioè da melodramma, che contraddice un po’ tutto lo stile realistico, solare e credibile del romanzo. Magari invece qualcuno apprezzerà e gusterà maggiormente proprio quei colpi di scena e quelle rivelazioni che alla fine sembrano rimettere tutto a posto.
Dal sito ufficiale del festival
Impegnata, impegnatissima Marilyn, quest’anno si è data alle letture intense. È ora di capire, di approfondire per quale motivo, sui diritti dell’amore, l’Italia è fuori dal mondo: Marilyn ci prova attraverso il libro di Ivan Scalfarotto In nessun paese raccolta di storie – a partire da quella dell’autore – di persone in lotta per l’affermazione della propria identità e dei propri diritti. Innanzitutto il primo, il più importante: il diritto all’amore.
Ammaliata e stregata dalle tante principesse Marilyn si chiede persino come ci si prepara a un’operazione di cambiamento di sesso da femmina a maschio, e viceversa. E il dopo, come sarà? Lo raccontano i protagonisti di Evviva la neve di Delia Vaccarello.
E come si viveva negli anni della dolce vita in cui gli omosessuali italiani non avevano ancora voce né identità collettiva, ma erano clandestini e perseguitati a livello sociale e poliziesco? Una risposta Marilyn la trova in Andrea Pini e il suo Quando eravamo froci.
Moda sinonimo di frivolezza? Assolutamente no. Alessandra Castellani in Vestire Degenere racconta il percorso della moda e del costume, che nell’arco di cento anni ha ampliato a dismisura quella linea di confine tra maschile e femminile creando una zona liminale, ibrida e fertile dove convivono e si segmentano butch, bear, drag queen, gay, gothic, emo, queer-bi, trans e quant’ altro; Bruno Casini con Felici e Maledetti narra la storia di una queer factory fiorentina che per quatto anni ha catalizzato la scena giovanile a Firenze e in Italia. Si chiamavano “Che Fine ha fatto Baby Jane?” e si occupavano di moda partecipando al Pitti Trend a Firenze e muovendosi fra Barcellona, Vienna e Monaco di Baviera.
Non manca la leggerezza dei romanzi: tre esordi speciali, specialissimi, a cominciare da Giorgio Ghibaudo e il suo Kiss Face, storia di Paolo, timido ragazzo gay, e della sua irrequieta amica Francesca, grazie alla quale potrà finalmente “uscire dall’armadio” e arrivare a quel punto di non ritorno in cui si pronuncia la fatidica frase: “mamma, papà… devo dirvi una cosa…”
Daniela Tazzioli con Puro amore racconta l’amore e la passione di Kami, intellettuale cattolica e professoressa, per Annie. Entrambe madri e mogli, non riusciranno a negare l’attrazione che le unisce. Le due vivranno la loro relazione sentimentale ed erotica con tratti di ironia volti a ridimensionare i momenti più drammatici.
Ancora transessualità nel libro di Federica Tuzi Non ci lasceremo mai: Alessandra, stanca di rispondere alla domanda “sei maschio o femmina?”, decide di cambiare sesso e muove i suoi primi incertissimi passi nel mondo dei trans e degli ormoni.
Cala la sera, il campanello suona, due bassi individui si affacciano alla porta d’ingresso, è ora di festa, Marilyn ha due accompagnatori d’eccezione: i pinguini Gus & Waldo. Allegri come sempre e un poco più birichini dell’anno passato, i pinguini più amati d’Italia ritornano con una nuova, esilarante avventura ne Il Libro dell’Amore di Gus & Waldo di Massimo Fenati, uno sguardo irriverente – ma tenero e mai volgare – sull’atteggiamento della società contemporanea verso il sesso e l’amore di coppia.
Quanti libri Marilyn! Ci staranno tutti nella tua libreria? Forse è arrivato il momento di aggiungere un nuovo scaffale. Ma i pinguini strepitano, in sala le luci si abbassano.
Adesso è tempo di Festival…
Gerry Ferrara
Di seguito ill programma delle presentazioni dei libri che si svolgono, se non diversamente indicato, presso la libreria Coop di Torino (Piazza Castello, 113, telefono: 011 5612643) dal 29 aprile al 4 maggio 2011
VENERDÌ 29 APRILE ORE 18,00
I pinguini più amati d’Italia ritornano con una nuova avventura esilarante… e un po’ birichina! Il Libro dell’amore di Gus & Waldo ci dà la prova che anche se vieni dal Polo Sud puoi bruciare di febbre d’amore. Nel secondo volume della serie, i nostri eroi hanno un problema frequente a tante coppie moderne. Tutto va a gonfi e vele all’inizio: si sa che i pinguini si accoppiano per la vita, ma questi due si accoppiano tutto il tempo! Non riescono proprio a tenere le pinne a posto. Ma poi la routine della vita di coppia si assesta e l’ardore tra le lenzuola si congela. Per ritrovare la passione Gus e Waldo non lasceranno nulla di intentato: pole dance, Viagra, giochi di ruolo, persino il sesso tantrico… Il Libro del Sesso di Gus & Waldo (Tea) è uno sguardo irriverente – ma tenero e mai volgare – sull’atteggiamento della società contemporanea verso il sesso e l’amore di coppia. Gus e Waldo ci dimostreranno che basta che ci sia l’amore e ogni cosa si aggiusta.
Con Massimo Fenati interviene lo scrittore Luca Bianchini
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SABATO 30 APRILE ORE 18,00
I diritti negati sono uno dei nodi cruciali su cui si gioca il futuro di un Paese. Per questo l’Unione europea ha approvato norme all’avanguardia contro l’omofobia e le discriminazioni, e quasi ovunque in Occidente sono state varate leggi sui diritti delle nuove famiglie. In Italia no. In Italia il pregiudizio si mescola con la legge. Si è parlato di Pacs, Dico, Cus, ma l’Italia continua a non approvare una normativa sulle coppie di fatto. Un milione di famiglie “non coniugali”, etero e omosessuali, rimangono senza tutela. Costrette a fare i conti con mille diffi coltà quotidiane, grandi e piccole: l’impossibilità di amarsi e mettere su casa insieme, di assistere la persona più cara se si ammala, di raccoglierne l’eredità quando muore. Non accade in nessun Paese civile. Ma attenzione: è vietato chiamarsi fuori, indipendentemente dal proprio status e dalle proprie convinzioni ideologiche o religiose. Perché è miope, ancor prima che ingiusto, rendere milioni di persone fi gli di un dio minore, cittadini di serie B, con minori diritti e minori doveri. Attraverso In nessun Paese (Piemme) Ivan Scalfarotto racconta decine di storie – a partire da quella dell’autore – di persone in lotta per l’affermazione della propria identità e dei propri diritti. Innanzitutto il primo, il più importante: il diritto all’amore.
Con Ivan Scalfarotto interviene l’Assessore alle Politiche per l’integrazione del Comune di Torino Ilda Curti
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DOMENICA 1 MAGGIO ORE 19,00 presso il BlahBlah di Via Po
Il libro è attualmente n corso di traduzione in tutto il mondo. "Mi avvicino lentamente a piccoli passi, sorridendo per l’imbarazzo e mi accosto al tavolo. Davanti a me c’è il cappotto, adagiato sul fondo della scatola, posato su di un grande foglio come su di un lenzuolo: irrigidito dall’imbottitura di carta che lo riempie, sembra davvero rivestire un morto." Parigi, Lorenza Foschini sfiora emozionata il liso cappotto appartenuto all’amato scrittore Marcel Proust. È arrivata a scovarlo tra i fondi del Musée Carna-valet. Non è una reliquia qualsiasi: Proust vi era particolarmente affezionato, ma è soprattutto la storia del suo ritrovamento ad affascinare la Foschini, che, partendo da questo primo indizio e affidandosi alla potente e molto proustiana capacità evocativa degli oggetti, ricostruisce le vicende di alcuni dei personaggi che hanno gravitato intorno alla vita dell’autore. A cominciare da Jacques Guérin, industriale del profumo, ma anche raffinato bibliofilo e collezionista. C’è poi il fratello medico di Proust, Robert, iracondo e sospettoso, costretto a misurarsi con editori esigenti, nell’impari impresa di pubblicare postumi gli inediti di quello che è ormai uno scrittore famoso; e l’acida moglie di questi, Marthe. Storia di un’ossessione, "Il cappotto di Proust" è al tempo stesso una rievocazione della società parigina di inizio secolo e un sentito omaggio ai particolari più umili dell’esistenza: dettagli minimi, "oggetti senza valore, mobili di dubbio gusto, persino un vecchio cappotto".
Presenta il libro la giornalista e scrittrice Lorenza Foschini
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LUNEDÌ 2 MAGGIO ORE 18,00
Negli anni ’70 la nascita del movimento gay in Italia ha cambiato tutto: gli omosessuali, consapevoli e «fi eri», rivendicano diritti e ottengono un maggiore riconoscimento sociale e politico. Ma com’era prima di allora la vita degli omosessuali italiani? Quando eravamo froci di Andrea Pini (Il Saggiatore) racconta gli anni della «dolce vita», la nuova Italia democratica e repubblicana in cui gli omosessuali non avevano ancora voce né identità collettiva, ma erano clandestini e perseguitati a livello sociale e poliziesco. Esistevano, vivevano, si incontravano, si divertivano, soffrivano, in un contesto ristretto dalla rigida morale del potere democristiano e sotto la stretta vigilanza della Chiesa. Storie preziose, fino a oggi mai raccontate.
Introducono l’incontro Margherita Giacobino e Sergio Trombetta
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LUNEDÌ 2 MAGGIO ORE 18,00
Come ci si prepara a un’operazione di cambiamento di sesso da femmina a maschio o viceversa? E il dopo, come sarà? Lo raccontano i protagonisti, mentre un reportage dalla sala operatoria fotografa il lavoro dei chirurghi, i dubbi e le conquiste. Evviva la neve di Delia Vaccarello (Mondadori) racconta le spinte che portano a una decisione da cui non si torna indietro. Registra le reazioni di familiari, colleghi, amici (“Tu mi rubi il padre”, dice una fi glia a un papà che diventerà donna). Dà voce a coloro che “si piacciono così”, in equilibrio tra maschile e femminile. Racconta i rapporti d’amore: ora felici, ora abortiti per via del pregiudizio che bolla le persone trans come prostitute, laddove si tratta invece di medici, operai, centraliniste. Narra le speranze e i tentativi di cancellare il passato. Entra nell’intimità delle persone coinvolte, ma dà conto anche delle leggi, delle diffi coltà sul lavoro, delle metodiche di intervento, dei centri a cui rivolgersi. Un viaggio che tocca le nuove frontiere della sessualità e del sentire, della chirurgia e dell’identità.
Introducono l’incontro Margherita Giacobino e Sergio Trombetta
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MARTEDÌ 3 MAGGIO ORE 18,00
Con Felici e Maledetti (Zona) Bruno Casini racconta la storia di una queer factory fi orentina che per quatto anni (dal 1985) ha catalizzato la scena giovanile a Firenze e in Italia. Si chiamavano “Che Fine ha fatto Baby Jane?”, si occupavano di moda partecipando al Pitti Trend a Firenze e muovendosi fra Barcellona, Vienna e Monaco di Baviera. Le loro collezioni erano esplosive: un mix anni ’70 di fantascienza, glamour e popular fashion. Editavano una fanzine “La Voce Del Boper”, un trionfo sul gossip gay culturale. Organizzavano party nel clubbing con feste “apocalittiche” ispirate alla scena londinese, a Leight Bowery e al Taboo, mitico club made in London. Nel libro sono presenti tutte le interviste ai componenti della factory e una, specialissima, a Vivienne Westwood spesso a Firenze proprio per quel Pitti Trend – mostra dedicata allo stilismo internazionale – che vide, fra gli altri: Dries Van Noten, John Galliano, Romeo Gigli e Scott Crolla (lo stilista che disegnava le camicie di David Bowie).
Introduce l’incontro Maurizio Francesconi
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MARTEDÌ 3 MAGGIO ORE 18,00
Cesure drastiche con il passato, ribellismo resistenziale, rovesciamenti e nuove identità: ecco cosa raccontano stoffe, vestiti, make-up e tagli di capelli in <I>Vestire Degenere</I> (Donzelli) di <B>Alessandra Castellani</B>. A ratificare o osteggiare i mutamenti sociali più radicali contribuisce anche il codice vestiario, che rimanda all’identità del singolo, ai sogni e ai desideri che si cuce addosso. Ecco, dunque, che le innovazioni più rivoluzionarie nell’Haute Couture, nello streetstyle e nelle culture giovanili avvengono quando si travalicano le demarcazioni implicite tra maschile e femminile – il più impalpabile e il più solido tra i confi ni simbolici, che genera e convalida identità e aspirazioni. È stato così per i ragazzi mods dei primi anni sessanta, che affermavano l’adesione al mondo moderno dei consumi attraverso un’inedita cura per il corpo e il vestire, presi a prestito dal mondo femminile, con colori, trucco e acconciature. David Bowie e Marc Bolan con i loro tacchi a spillo saltano metaforicamente uno steccato invisibile, eppure vincolante, tra mondo maschile e femminile. Da lì in poi, il susseguirsi di punk, post-punk, gothic, drag queen e drag king, gothic lolite, emo è stato tutto un rompere le righe, uno sconfi namento oltre il limite. E questa penetrazione nei territori dell’altro sesso non fa che rimettere in gioco categorie ritenute naturali, ruoli dati per scontati, poteri consolidati: si tratta di un’operazione dalla forte valenza simbolica, che dal terreno della moda può slittare nella sfera pubblica, o sfociare in forme di ribellione e di affermazione delle identità di genere.
Introduce l’incontro Maurizio Francesconi
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MERCOLEDÌ 4 MAGGIO ORE 18,00
Paolo è gay, è stato lasciato da poco e di frequentare locali LGBT proprio non ne vuole sapere. Cerca di passare inosservato sperando che nessuno intuisca il suo orientamento. Da solo non sarebbe mai in grado di liberarsi dalle sue paure e di mettere fi – nalmente la testa “fuori dall’armadio”. Ma se a risolvere i suoi problemi, in modo del tutto inaspettato (e non richiesto) fosse una donna, per di più… Cesure drastiche con il passato, ribellismo resie il più solido tra i confi ni simbolici, che genera eterosessuale?! Ecco uscire allora dal bagno degli uomini della Facoltà di Lingue di Torino Francesca: imbarazzante in modo compulsivo, dispensatrice di ansiolitici, svitata, sboccata, frociara D.O.C. come non se ne fanno più e con l’idea fi ssa di traviare il prossimo, Francesca trascinerà letteralmente Paolo per discoteche iperrealiste, rifugi di montagna popolati da discendenti della Gioventù Hitleriana e palestre infestate da omofobi; si intrufolerà con lui, in una notte di fi ne estate, in feste in maschera dall’atmosfera magica; si perderanno insieme in uno shopping-ammazza-depressione tra negozi di abbigliamento del centro, commessi poco professionali e sarti di età indefi nibile con una fi ssa per tulle e strasse… fi no al matrimonio (quello di Francesca) organizzato da improbabili fi guri. Grazie a Francesca, seconda a nessuno nell’arruffi anarsi il prossimo con convincenti kiss faces, Paolo conoscerà Alberto, Flora, Nick, Giulia, Willy, Mauro… Saranno loro a condurre il ragazzo a quel punto di non ritorno al quale inevitabilmente si giunge quando si pronuncia la frase: “mamma, papà… devo dirvi una cosa…”
Presenta il libro Giorgio Ghibaudo. Modera l’incontro Andrea Demarchi
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MERCOLEDÌ 4 MAGGIO ORE 18,00
Kami – intellettuale cattolica, professoressa – ama Annie appassionatamente. L’ha soprannominata così per la straordinaria somiglianza con la cantante Annie Lennox. Entrambe sono donne, madri, e sono due serie insegnanti della scuola pubblica italiana. Entrambe hanno un marito. La loro passione si dispiega in un susseguirsi di emozioni in cui il sesso è raccontato senza alcuna reticenza ma con quell’ironia che aiuta a esorcizzare anche i momenti più drammatici, che sfociano in una vera e propria Guerra Santa emotivo-sentimentale senza esclusioni di colpi e di intelligenze, come solo le donne sono capaci di concepire e mettere in atto.
Presenta il libro Daniela Tazzioli. Modera l’incontro Andrea Demarchi
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MERCOLEDÌ 4 MAGGIO ORE 18,00
Stanca di rispondere alla domanda sei maschio o femmina che la perseguita da quando è una bambina, Alessandra decide di cambiare sesso e muove i suoi primi incertissimi passi nel mondo dei trans e degli ormoni. Ma a farle cambiare idea arriva Irene, una sedicenne «open minded» grazie alla quale capisce che non desidera affatto diventare un uomo. In testa ha un solo modello: Japhy, l’eroe de I vagabondi del dharma. E quando i genitori di Irene impediscono alle due ragazze di continuare la loro storia, Alessandra non trova altra soluzione che andarsene. In un lungo viaggio on the road negli Stati Uniti conoscerà donne e uomini che le indicheranno la strada, il deserto, stili di vita a dir poco alternativi, il peyote e alla fi ne anche sé stessa. Vero e ironico, talvolta sinceramente spassoso. Non ci lasceremo mai rifl ette sulla possibilità di farcela quando tutto sembra andare a rotoli, aprendosi all’imprevisto e accogliendo il punto di vista degli altri. È un libro che invece di puntare sui mali del mondo sceglie di raccontare la magia degli incontri.
Presenta il libro Federica Tuzi. Modera l’incontro Andrea Demarchi
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